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ANDARE IN PRIGIONE PER VIVERE
Questa
è una notizia minore, di quelle che appaiono nelle pagine interne di
cronaca dei quotidiani degli Stati Uniti. Un individuo d’aspetto comune
è entrato in una banca nella città di Columbus, in Ohio, e ha mostrato
con tranquillità un biglietto a un cassiere che ha messo quattro
biglietti di 20 dollari in una busta che gli ha consegnato
immediatamente. Poi ha schiacciato il pulsante dell'allarme silenzioso.
L’individuo si è poi diretto verso la guardia all’ingresso della banca,
gli ha consegnato la busta e gli ha detto: “Oggi è il tuo giorno per
fare l’eroe”. Poco più tardi si è dichiarato colpevole di rapina di
fronte a un giudice, riconoscendo il suo tentativo di assalto. Quando
gli hanno chiesto perché aveva agito così, ha risposto: “Signor
Giudice, per il delitto che ho appena commesso io andrò in carcere e
questo mi assicurerà un tetto e il cibo per i prossimi tre anni. Alla
mia età, ho 62 anni, è molto difficile che qualcuno mi dia un lavoro
pagato più del salario minimo, e se avviene è solo per alcune
settimane. Con questi salari non posso vivere e tanto meno pagare un
affitto”. Amareggiato e con un pizzico di cinismo, il giudice ha ammesso
che quello non era certo un piano di finanziamento per il quale optare,
ma che anche se pesante, era una forma di sopravvivenza. Storie simili
avvengono in un’infinità di occasioni. Di frequente la storia è più
sordida e ha una fine più tragica, ma questa peculiare situazione
permette di mettere a fuoco anche “altre sfumature”. Colpisce la forma
drammatica e disperata in cui un essere umano risolve due problemi
elementari per i quali la società non ha saputo dare risposte è non è
disposta a trovarne: un tetto e il cibo per coloro che li necessitano.
Questo è accaduto nel paese più ricco della Terra, dove, si suppone, le
carenze sono minori, ma immaginiamo una situazione simile in un paese
nel quale la povertà colpisce più della metà della sua popolazione:
nelle banche ci sarebbero lunghe file in attesa che la guardia
dell’entrata arresti tutti coloro che vogliono andare in carcere perchè
è l’unica maniera per sopravvivere. Se le cose continueranno così, la
fiction diventerà una fatale realtà e le prigioni si trasformeranno in
una sorta di ospizio per indigenti. È evidente che la distribuzione
della ricchezza attualmente non risponde alle necessità e tanto meno
all’equità. Speriamo che i governi dei paesi in via di sviluppo, così
si chiamano i paesi poveri in modo eufemistico, offrano migliori opzioni
per combattere la disuguaglianza e la miseria, non solo pensare opere di
carità, donazioni e maratone altruistiche con le quali i signori padroni
del denaro vogliono convincere il mondo che quelle briciole sono la
miglior distribuzione della ricchezza.
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