CUBAOGGI


IL PAPA A CUBA

 


 

Discorso del Papa Benedetto XVI al suo arrivo a Santiago di Cuba

 

 

Signor Presidente,

Signori Cardinali e Fratelli nell’Episcopato, Eccellentissime Autorità,

Membri del Corpo Diplomatico,Signori e Signore,

Cari amici cubani!

La ringrazio, Signor Presidente, per la sua accoglienza e le sue cortesi parole di benvenuto, con le quali ha voluto trasmettere anche i sentimenti di rispetto da parte del governo e del popolo cubano verso il Successore di Pietro.

Saluto le Autorità che ci accompagnano, come pure i Membri del Corpo diplomatico qui presenti. Rivolgo un cordiale saluto all’Arcivescovo di Santiago de Cuba e Presidente de la Conferenza Episcopale, Mons Dionisio Guillermo García Ibáñez, all’Arcivescovo de La Habana, il Signor Cardinale Jaime Ortega y Alamino, e agli altri Fratelli Vescovi di Cuba, ai quali manifesto tutta la mia vicinanza spirituale. Saluto, infine, con tutto l’affetto del mio cuore, i fedeli della Chiesa cattolica in Cuba, i cari abitanti di questa bella isola e tutti i cubani, lì dove si trovano. Vi tengo sempre molto presenti nel mio cuore e nella mia preghiera e ancora di più nei giorni nei quali si avvicinava il momento tanto desiderato di visitarvi e che, grazie alla bontà divina, ho potuto realizzare.

Nel venire tra voi, non posso tralasciare il ricordo della storica visita a Cuba del mio Predecessore, il Beato Giovanni Paolo II, che ha lasciato una traccia indelebile nell’animo dei cubani. Per molti, credenti e non, il suo esempio e i suoi insegnamenti costituiscono una guida luminosa che li orienta sia nella vita personale sia nella realizzazione pubblica del servizio al bene comune della Nazione. In effetti, il suo passaggio nell’isola fu come una brezza soave di aria fresca che diede nuovo vigore alla Chiesa in Cuba, destando in molti una rinnovata coscienza dell’importanza della fede, incoraggiando ad aprire i cuori a Cristo, e, nello stesso tempo, illuminò la speranza e stimolò il desiderio di lavorare con audacia per un futuro migliore. Uno dei frutti importanti di quella visita fu l’inaugurazione di una nuova fase nelle relazioni tra la Chiesa e lo Stato cubano, con uno spirito di maggiore collaborazione e fiducia, benché rimangano ancora molti aspetti nei quali si può e si deve avanzare, specialmente per quanto si riferisce al contributo imprescindibile che la religione è chiamata a svolgere nell’ambito pubblico della società.

Sono vivamente lieto di unirmi alla vostra gioia a motivo della celebrazione del quattrocentesimo anniversario della scoperta dell’immagine benedetta della Vergine della Carità del "Cobre".

La sua singolare figura è stata, fin dall’inizio, molto presente sia nella vita personale dei cubani sia nei grandi avvenimenti del Paese, in modo speciale durante la sua indipendenza, essendo da tutti venerata come vera madre del popolo cubano. La devozione a “la Virgen Mambí”, ha sostenuto la fede e ha incoraggiato la difesa e la promozione di ciò che rende degna la condizione umana e dei suoi diritti fondamentali, e continua a farlo anche oggi con più forza, dando così testimonianza visibile della fecondità della predicazione del Vangelo in queste terre, e delle profonde radici cristiane che danno vita all’identità più profonda dell’animo cubano. Seguendo la scia di tanti pellegrini nel corso di questi secoli, anch’io desidero recarmi a "El Cobre" a prostrarmi ai piedi della Madre di Dio, per ringraziarla dei suoi interventi in favore di tutti i suoi figli cubani e chiedere la sua intercessione, affinché guidi i percorsi di questa amata Nazione sui sentieri della giustizia, della pace, della libertà e della riconciliazione.

Vengo a Cuba come Pellegrino della carità, per confermare i miei fratelli nella fede e incoraggiarli nella speranza, che nasce dalla presenza dell’amore di Dio nelle nostre vite. Porto nel mio cuore le giuste aspirazioni e i legittimi desideri di tutti i cubani, dovunque si trovino, le loro sofferenze e gioie, le loro preoccupazioni e gli aneliti più nobili, in modo speciale dei giovani e degli anziani, degli adolescenti e dei bambini, degli infermi e dei lavoratori, dei detenuti e dei loro familiari, così come dei poveri e bisognosi.

Molte parti del mondo vivono oggi un momento di particolare difficoltà economica, che non pochi concordano nel situare in una profonda crisi di tipo spirituale e morale, che ha lasciato l’uomo senza valori e indifeso di fronte all’ambizione e all’egoismo di certi poteri che non tengono conto del bene autentico delle persone e delle famiglie. Non si può proseguire a lungo nella stessa direzione culturale e morale che ha causato la dolorosa situazione che tanti sperimentano. Al contrario, il vero progresso necessita di un’etica che collochi al centro la persona umana e tenga conto delle sue esigenze più autentiche, in modo speciale della sua dimensione spirituale e religiosa. Per questo, nel cuore e nella mente di molti, si fa strada sempre di più la certezza che la rigenerazione delle società e del mondo richiede uomini retti e di ferme convinzioni morali e alti valori di fondo che non siano manipolabili da interessi limitati, e che rispondano alla natura immutabile e trascendente dell’essere umano.

Cari amici, sono convinto che Cuba, in questo momento così importante della sua storia, sta guardando già al domani, e per questo si sforza di rinnovare e ampliare i suoi orizzonti; a ciò coopererà quell’immenso patrimonio di valori spirituali e morali che hanno plasmato la sua identità più genuina, e che si trovano scolpiti nell’opera e nella vita di molti insigni padri della patria, come il Beato José Olallo y Valdés, il Servo di Dio Félix Varela o l’insigne José Martí. La Chiesa, da parte sua, ha saputo contribuire con impegno alla promozione di tali valori mediante la sua generosa e instancabile missione pastorale, e rinnova i suoi propositi di continuare a lavorare senza tregua per servire meglio tutti i cubani.

Prego il Signore che benedica con abbondanza questa terra e i suoi figli, in particolare quelli che si sentono svantaggiati, gli emarginati e quanti soffrono nel corpo e nello spirito, affinché, per intercessione della Nostra Signora della Carità del Cobre, conceda a tutti un futuro pieno di speranza, di solidarietà e di concordia. Molte grazie.


Il Presidente Raúl Castro ha ricevuto Sua Santità Benedetto XVI

 

Il Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Presidente dei Consigli  di Stato e dei Ministri, ha ricevuto nel pomeriggio di ieri, martedì 27,  sua Santità Benedetto XVI, Sommo Pontefice della Chiesa  Cattolica e Capo dello Stato di Città del Vaticano, che realizza una visita apostolica nell’Isola. Durante l’incontro privato, Sua Santità e il Presidente cubano hanno parlato dello stato  ascendente e ininterrotto delle relazioni bilaterali tra Cuba e la Santa Sede.  Machado Ventura ha ricevuto il Cardinale Tarcisio Bertone Nel  pomeriggio di martedì 27, il primo vicepresidente dei  Consigli di Stato e dei Ministri, José Ramón Machado Ventura, ha ricevuto il segretario di Stato della Santa Sede, il Cardinale Tarcisio Bertone, che accompagna Sua Santità,  Papa Benedetto XVI nella sua visita apostolica a Cuba. Durante la conversazione le due parti hanno parlato di temi di mutuo interesse.  Hanno accompagnato il Cardinale Tarcisio Bertone, Monsignor Giovanni Angelo Becciu, sostituto per i Temi Generali della Segreteria di Stato; Monsignor  Dominique Mamberti, segretario per le Relazioni con gli Stati e Monsignor Bruno Musaró, Nunzio Apostolico in Cuba. Per la parte cubana, erano presenti il vicepresidente Esteban Lazo Hernández; il ministro delle Relazioni Estere, Bruno  Rodríguez Parrilla e l’ambasciatore di Cuba presso la Santa Sede, Eduardo Delgado Bermúdez.


Incontro “molto cordiale” tra il Papa e Raúl, ha detto il  portavoce della Santa Sede

 

Il portavoce del Vaticano, Federico Lombardi, che ha tenuto una conferenza stampa nell’ Hotel Nacional di Cuba, dove lavorano i giornalisti accreditati, ha detto che il clima dell’incontro tra il Presidente Raúl Castro e il Papa Benedetto XVI è  stato molto cordiale e sereno ed è durato circa 40 minuti.

Nel dialogo sono stati trattati temi relazionati alla situazione di Cuba e alle speranze di contribuire sempre al clima positivo del momento che il paese sta affrontando.

Lombardi ha detto che Raúl ha informato il Papa della situazione del popolo cubano, mentre il Papa ha presentato le aspettative della Chiesa, tra le quali la proposta di dichiarare festivo il Venerdì Santo, così com’è diventato festa nazionale il giorno di Natale, dopo la richiesta di Papa Giovanni Paolo II. nella sua visita del 1998.

Lombardi ha detto che sono stati scambiati dei regali: il presidente Raúl la offerto una bella immagine della Vergine della Carità del Cobre scolpita in legno di  caiguarán, e il Sommo Pontefice ha portato a L’Avana un facsimile di un volume antico della biblioteca vaticana, la traduzione latina della Geografia di Tolomeo.

Questo testo fu scritto nei primi secoli dopo Cristo e contiene la cartografia del 1400 e un planisfero elaborato nel 1530, dove appare il continente americano con l’indicazione della presenza di Cuba.

Lombardi ha valutato la visita del Papa nell’Isola “molto positiva” ed ha elogiato il ricevimento dato al Sommo Pontefice al suo arrivo dal popolo di Santiago che lo ha salutato per tutto il percorso, dall’Aeroporto Internazionale Antonio Maceo, alla Nunziatura nella città.

Anche se non si può assicurare che il tema del blocco degli Stati Uniti, è stato toccato nell’ incontro  il portavoce ha reiterato la posizione della Santa Sede è contraria a questo meccanismo di pressione contro un popolo.


Raúl Castro reitera la cooperazione di Cuba, parlando davanti a Benedetto XVI

 

Il presidente cubano, Raúl Castro, ha annunciato in presenza del papa Benedetto XVI che l’Isola manterrà la collaborazione con il mondo, nonostante le carenze che deve affrontare.

“Posso assicurarle che con le modeste possibilità a nostra disposizione, la nostra cooperazione internazionale continuerà”, ha detto Raúl, dando il benvenuto al Sommo Pontefice nell’aeroporto Antonio Maceo di Santiago di Cuba.

 

“Abbiamo affrontato molte carenze, ma non è mai mancato il senso del dovere di condividere con chi ha meno”, ha segnalato, facendo l’esempio delle decine di migliaia di medici che l’Isola aiuta a formare per altri popoli.

“Inoltre abbiamo reso o migliorato la vista a 2.2 milioni di persone con  scerse possibilità economiche e 5.8 milioni di persone analfabeta hanno imparato a leggere e scrivere”, ha spiegato Raúl Castro, vestito per l’occasione con un elegante abito scuro.

Parlando dei pericoli per l’esistenza umana, includendo le minacce alla pace e la presenza di enormi arsenali nucleari, il Capo dello Stato cubano ha segnalato le coincidenze con le idee del Sommo Pontefice, che sta svolgendo il suo secondo viaggio in America Latina.

“L’acqua e gli alimenti saranno, dopo gli idrocarburi, la causa del prossima guerra dei depredatori”, ha sottolineato il Presidente cubano, sostenendo che si potrebbe eliminare la miseria con le risorse destinate alla produzione di armi letali.  Inoltre ha lamentato che lo sviluppo vertiginoso della scienza e della tecnologia non è al servizio delle soluzioni dei problemi che apportano sofferenza all’essere umano.

“Invece della solidarietà si generalizza una crisi sistematica, provocata dal consumo irrazionale nelle società opulente nelle quali un’infima parte accumula ricchezze, mentre crescono i poveri, gli affamati, i malati senza cure e i diseredati.  Gli indignati non sopportano più l’ingiustizia, e soprattutto tra i giovani cresce la mancanza di fiducia nei modelli sociali e ideologici che distruggono i valori spirituali e producono esclusione ed egoismo”, ha aggiunto Raúl Castro, a lato di Sua Santità. “Di fronte  a tante sfide, Nuestra America s’unisce nella sua sovranità e tenta un’integrazione più solidale, per rendere realtà il sogno bicentenario dei suoi Eroi”, ha sottolineato ancora il presidente di Cuba, parlando al Capo dello Stato del Vaticano.


 

La primera misa en la Plaza de la Revolución

por Eugenio Suárez Pérez

 
 
 

Dentro de pocas horas, en la Plaza de la Revolución, los cubanos creyentes y no creyentes, estaremos en la gran misa que oficiará su Santidad Benedicto XVI. Todos, recordamos la grandiosa y emotiva misa oficiada en esta plaza por el papa Juan Pablo II. Fue el domingo 25 enero de 1998, hace apenas 14 años. Sin embargo, muchos desconocen que, el 28 de noviembre de 1959, ese histórico lugar, entonces conocido como Plaza Cívica, transformado en un gran templo al aire libre, fue escenario de una misa memorable, la primera misa.

Hace 53 años, pocos meses después del triunfo revolucionario, la jerarquía católica cubana convocó a un Congreso Católico Nacional para los días 28 y 29 de noviembre. Varias fueron las actividades religiosas programadas para esos dos días, pero el acto cumbre del Congreso era una grandiosa misa en homenaje a la Virgen de la Caridad del Cobre. Las expectativas fueron diversas. Los enemigos, como también lo hacen hoy, trataron de interferir la ejecución del evento. Primero dijeron que el Congreso no podría ser celebrado o que sería dificultado por las obstrucciones de un régimen al que se trataban de pintar como enemigo de la religión. Cuando esos infundios fueron desmentidos por los hechos, acudieron a otra versión: la de que el evento sería una demostración de repulsa al Gobierno Revolucionario. Esta última maniobra fue desvirtuada a tiempo, gracias a las oportunas aclaraciones del episcopado, los dirigentes de Acción Católica y la comisión organizadora del Congreso.

La revista Bohemia, en un editorial, denunció que el Congreso Católico Nacional estaba “siendo centro de numerosas suspicacias, de tendenciosos comentarios por parte de aquellos que pretenden parcializar la multitudinaria demostración de fe que hará el pueblo de Cuba, en beneficio de su particular criterio político, de interesado enfoque de la actualidad nacional”.

En la Universidad de La Habana, durante la velada solemne de homenaje a los estudiantes de Medicina asesinados el 27 de noviembre de 1871, el propio Comandante en Jefe, explicó como la contrarrevolución había intentado utilizar la celebración en Cuba del Congreso Católico Nacional para enfrentar la religión a la Revolución:

Incapaces de comprender el profundo sentido humano y justo del pensamiento cristiano, sobre todo con lo que entraña de prédica a favor de los pobres y de los humildes, y que por lo tanto no puede ser de la devoción de los egoístas y de los avaros y que sí puede caber dentro de una Revolución justa y de un pueblo justo, pero jamás en las mentalidades inescrupulosas de los explotadores de los humildes y de los pobres, para que pueda estarles rondando la idea de enfrentar el sentimiento religioso al sentimiento revolucionario de una manera inescrupulosa, porque con los sentimientos religiosos del hombre no se comercia ni se juega.

Lamentable es que tengamos que salir al paso a las maniobras, y que sentemos bien claro, que los elementos latifundistas y garroteros y especuladores de toda laya, elementos sin escrúpulos, incapaces de comprender el sentido revolucionario de las prédicas de Cristo, elementos inescrupulosos que quieren herir el tradicional sentimiento religioso y la devoción de nuestro pueblo noble hacia la propia virgen de la Caridad, porque esa imagen es de todos los cubanos, es incluso de la Sierra Maestra, y surgió en la fe de los cubanos, [...] entendemos que no es justa ni es honesta la maniobra de querer aprovechar el congreso, que es un acto legítimo de los creyentes cubanos, como es un acto legítimo y respetado para las demás religiones; de haber querido aprovechar esa fe de nuestro pueblo, las decenas y los cientos de miles de devotos de nuestro pueblo, que van a ir allí a rezar por Cuba y por las leyes revolucionarias; porque estamos en la calle y son miles las personas que en estos meses y durante la guerra se nos han acercado para darnos alguna estampa, para exclamar algún deseo cristiano, para expresarnos alguna bendición, porque esa forma abierta de la naturaleza espiritual de nuestro pueblo, que está con la Revolución porque es justa, porque es humana y porque en ella caben todos los sentimientos nobles del hombre. Y los que no cabrán ¬jamás en ella son los sentimientos egoístas e inhumanos. Y bueno es que no se ande tratando nadie de alzar con la fe sana y la devoción honesta de nuestro pueblo, porque ese sentimiento no servirá ¬jamás para encubrir actos que van contra la caridad cristiana, y que van contra los sentimientos humanos. (Revolución. 28 de noviembre de 1959, p. 13.)

En vísperas del evento, el Monseñor Evelio Díaz, entonces Administrador Apostólico de La Habana y Pinar del Río, declaró: “Nunca un gobierno, en el tiempo que llevamos de prelado, ha dado tantas facilidades a la Iglesia”. Y por su parte, el Monseñor Pérez Serantes afirmó que recibía de las autoridades oficiales incondicional apoyo para la celebración de su Primer Congreso Nacional y “nos sentimos deudores de las autoridades por las facilidades brindadas a este evento”.

El Ministerio de Obras Públicas, trabajó intensamente para que en la fecha de inauguración del Congreso estuvieran terminadas varias calles cercanas a la Plaza Cívica; el de Transporte facilitó el arribo a la capital de cubanos procedentes de otras provincias y puso, a disposición del Congreso, un servicio de ómnibus entre la noche del sábado y la mañana del domingo; la Policía Nacional Revolucionaria cooperó estrechamente con la comisión de parqueo, integrada por cien estudiantes de la Agrupación Católica Universitaria; y el Ministerio de Gobernación tramitó sin demora todos los permisos necesarios.

Además, la Iglesia recibió el apoyo de las Fuerzas Aéreas Rebeldes para transportar, en el avión Sierra Maestra, a la venerada Virgen de la Caridad desde su Santuario a La Habana y de su regreso a El Cobre en la tarde del domingo 29. Las acciones del Gobierno Revolucionario echaron por tierra los infundios lanzados en torno al Congreso con ánimos de enfrentar el catolicismo a la Revolución.

El sábado 28 de noviembre, comenzaron las actividades del Congreso Católico Nacional. A las ocho de la noche, desde Prado y Neptuno partió el desfile de antorchas que, tras recorrer varias calles habaneras, acompañando a la Virgen, llegó a la Plaza Cívica para participar en la misa convocada para la medianoche.

Alrededor de la una de la madrugada, poco antes de llegar la Virgen de la Caridad del Cobre, las exclamaciones del público aumentaron, anunciando la llegada de Fidel Castro. Numerosos feligreses se disputaban el acceso a Fidel quien se aproximaba acompañado del presidente Osvaldo Dorticós, los comandantes Juan Almeida y Efigenio Ameijeiras, varios ministros y otros altos oficiales rebeldes. En la Plaza Cívica se confundían los comandantes del Ejército Rebelde con los eclesiásticos y devotos.

La escolta del Comandante en Jefe luchaba en vano por abrirse paso, chocando contra la muralla del entusiasmo popular. Al fin, el líder de la Revolución consiguió avanzar, llegando hasta donde se hallaban su madre y sus hermanas. Seguidamente, cambió impresiones con altos dignatarios de la Iglesia y con el sacerdote, comandante del Ejército Rebelde, Guillermo Sardiñas, quien vestía su tradicional sotana verde olivo.

A pesar de la inclemencia del tiempo, la lluvia y el viento no hicieron mella en el entusiasmo cristiano y patriótico. Nadie se movió de su puesto, nadie se quejó, nadie desertó. En medio de la noche llegó la Virgen a los acordes del Himno Nacional. La Misa de Pontifical, fue oficiada por monseñor Pérez Serantes quien agradeció emocionado la firmeza y sacrificio del pueblo y repitió sus manifestaciones, hechas a todo lo largo del desfile, de reconocimiento a las autoridades revolucionarias “que nos han ofrecido mucho más de lo que hubiéramos podido solicitar”.

Terminó su oración con las siguientes palabras:

-Bendice a las autoridades de tu pueblo…

Los micrófonos y altavoces llevaron después a toda la Isla las palabras de Monseñor Evelio Díaz en su ofrenda de homenaje a la patrona de Cuba. Otro momento de gran emoción fue cuando se escuchó la voz del pontífice Juan XXIII, trasmitida por la Radio Vaticana, dirigiéndose al pueblo de Cuba, y muy especialmente a la feligresía católica cubana. La palabra clara y firme de Juan XXIII, en perfecto castellano, se escuchó a través de los micrófonos de la Federación de Radioemisores de Cuba. El papa concluyó su mensaje exclamando: “¡Cómo queremos en estos momentos poner a Cuba entera a los pies de su amada Patrona, María Santísima de la Caridad del Cobre, para que reine su amor en el alma de cada cubano, para que bendiga sus hogares, para que brillen sin nubes días de paz y tranquilidad sobre esa querida Isla!”

En horas de la mañana del domingo 29, tuvo lugar el segundo acto del Congreso en el Estadio de la Tropical, con la Asamblea del Apostolado Seglar y clausura del evento. En la tarde, la Virgen de la Caridad, regreso a su sitial permanente en el Santuario del Cobre.


Santa Messa a Santiago di Cuba: “Siamo orgogliosi d’essere cubani”

 

 

“Ringrazio Dio che mi ha permesso di venire qui e fare questo viaggio tanto desiderato”, ha detto Papa Benedetto XVI iniziando il suo discorso nella Santa Messa, celebrata in Piazza  della Rivoluzione Antonio Maceo, a Santiago di Cuba, nell’oriente dell’Isola, alle 18.45 ora locale con la presenza del  Presidente cubano Raúl Castro.

 

Il Papa ha ricordato che questa santa messa s’inserisce nel contesto dell’Anno Giubilare per onorare e venerare la Vergine della Carità del Cobre, Patrona di Cuba, nel 400º anniversario della scoperta e la presenza della sua venerata immagine in questa terra benedetta.

Il pontefice ha parlato del mistero della reincarnazione, nel quale Dio si avvicina a noi e ci mostra la dignità incomparabile della vita umana, ed ha detto ai presenti nella piazza che: “Cuba ha la necessità della testimonianza della sua fedeltà, la sua unità e la sua capacità d’accogliere la vita umana, soprattutto quella più indifesa e necessitata”.

In una piazza colma  di fedeli, centinaia di migliaia di persone hanno salutato il Papa, che ha percorso il tragitto nella ‘Papamobile’,  prima della messa.

“Benedetto, amico!”, si sentiva gridare  dalla folla che da molte ore prima aspettava il Papa per offrirgli un caloroso benvenuto.

I Vescovi di Cuba e del Vaticano erano presenti alla messa, come molte personalità politiche dell’Isola e il Presidente di Cuba, Raúl Castro.

Un enorme pannello con il messaggio “La carità ci unisce”, ha accompagnato la folla riunita per celebrare i 400 anni della Vergine del Cobre. 

“Dovunque siamo,  portiamo con orgoglio il nome di cubano”,ha detto l’arcivescovo di Santiago di Cuba, Dionisio García Ibáñez, dando il benvenuto a sua Santità Benedetto XVI.

Il Pontefice  è giunto a  Santiago di Cuba proveniente dal Messico ed è stato ricevuto all’aeroporto  dal Presidente cubano Raúl Castro, con cui si riunirà oggi ufficialmente.

I 17 Vescovi cubani guidati dal Cardinale de l’Avana, Jaime Ortega, e numerosi prelati Latinoamericani hanno partecipato alla celebrazione.

L’altare è stato posto davanti al monumento di Antonio Maceo, uno degli Eroi della resistenza cubana e nello stesso dominavano i colori bianco, rosso e blù che sono  quelli di Cuba.

 

Benedetto XVI ha offerto la Rosa d’Oro alla Vergine della Carità del Cobre

Il Santo Padre Benedetto XVI ha posto ai piedi della Vergine della Carità del Cobre, la Rosa d’Oro, una delle  più alte decorazioni  della Chiesa  Cattolica,  concessa a personalità e devoti della Vergine María. Benedetto XVI ha invocato tutti i fedeli a celebrare con devozione questa festa di Maria, ed ha chiesto al Signore che conceda allegria e benedizione per tutti i cubani. La Rosa d’Oro fu creata nel 1049 dal Papa Leone IX.  Questa è una nuova distinzione offerta dalla Santa Chiesa alla Vergine della Carità del Cobre, che è stata incoronata da Giovanni Paolo II durante la sua visita nel 1998.  Il Presidente cubano, Generale d’Esercito, Raúl Castro, che ha assistito alla messa, ha salutato Sua Santità al termine della cerimonia religiosa.



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Poco dopo la conclusione della affollatissima messa officiata nella Piazza della Rivoluzione, il Papa Benedicto XVI ha ricevuto  nella Nunziatura Apostolica a L'Avana il leader storico della Rivoluzione Cubana Fidel Castro Ruz.

Fidel è giunto alle 12,20 alla sede della Nunziatura ed è stato accolto dal cardinale Tarcisio Bertone, Sottosegretario della Santa Sede con il quale  si era trovato anteriormente in Cuba quando il secondo nella gerarchia vaticana visitò Cuba.

Durante l'incontro col Papa che durò per mezz'ora, Fidel ha spiegato al sommo pontefice che aveva seguito tutti gli avvenimenti del suo viaggio  attraverso la televisione cubana e si era  informato sui dettagli della liturgia della Chiesa Cattolica.

Il Papa Benedicto XVI  ha ringraziato per le dimostrazioni di affetto ricevute a Cuba e  spiegò il  senso dei suoi viaggi per il mondo per confermare nella fede ai cristiani, come il servizio della chiesa ai paesi.

Entrambe le personalità hanno parlato animatamente su temi ecologici, culturali, scientifici, religiosi e sui gravi problemi che angosciano all'umanità. Fidel ha sollecitato il Papa che gli invii alcuni libri coi punti di vista che egli difende.

In conferenza stampa a L'Avana, il portavoce del Vaticano Federico Lombardi, ha assicurato che l'incontro tra il leader della Rivoluzione cubana Fidel Castro ed il Papa Benedicto XVI è stato "molto cordiale" risaltando  il buon coraggio e la giocosità di entrambi.

 

 

 

 

 

 

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