Il Presidente dell’Ecuador, Rafael
Correa, ha denunciato la partitocrazia ed ha sottolineato che con la
rivoluzione cittadina è finita la festa degli oligarchi, che si sono
sempre creduti i padroni del paese.
Correa ha fatto queste dichiarazioni
durante la cerimonia della collocazione della Prima Pietra del ponte San
Vicente-Bahia de Caraquez, durante la quale ha affermato che le mafie
politiche sanno che è arrivato il tempo di vivere, creare ed avanzare:
“Senza quelle trappole presentate sempre nel passato. Nessuno fermerà
questo tsunami d’onestà che spazza via tutti coloro che hanno usufruito
dei soldi del paese e della nostra gente”.
Il Capo dello Stato ha dichiarato
che: “Il 30 settembre, nonostante tutti gli attacchi, la cittadinanza
vincerà nuovamente, sconfiggerà la partitocrazia e lo farà in maniera
schiacciante. Dicono che la proprietà privata e la patria potestà
saranno eliminate, che stiamo preparando una Costituzione a misura di
Presidente… cioè tutto quello che gli stessi gruppi dicevano a Don Eloy
Alfaro, quello che gli stessi gruppi dicevano in ogni angolo
dell'America Latina di fronte alla vittoria di un governo progressista,
patriota, che vuole fare dei cambiamenti reali e profondi”.
“Sapete qual’è stata la maggiore
confisca della proprietà privata nella storia del nostro paese? Il
congelamento criminale del marzo del 1999. E chi lo ha ordinato? I
governi di sinistra o la Banca diretta dal governo neoliberista più
disastroso nella storia dell’Ecuador?”, ha domandato Correa ai presenti.
“Non dimentichiamo i nomi di coloro
che ordinarono il congelamento dei depositi e nemmeno coloro che si sono
opposti all'Assemblea Nazionale Costituente e che oggi, con cinismo,
offrono persino il cielo. I primi ad opporsi all'Assemblea sono stati i
primi a registrarsi come candidati! Perchè questi commedianti credono
che ci siamo già dimenticati di Alvaro Noboa, che diceva che non ci
sarebbe mai stata un’assemblea? Dopo la sconfitta di sette ad uno nella
consultazione popolare, il primo ad iscriversi è stato proprio Noboa.
Che faccia di bronzo!”.
“Credono forse che ci siamo già
dimenticati che il traditore Gutierrez ha espulso anche sua moglie dal
Partito Società Patriottica, per il delitto di appoggiare l'Assemblea
Nazionale Costituente? Credono forse che ci siamo dimenticati che
quando il Tribunale Supremo Elettorale (TSE), rispondendo al clamore
cittadino, rispettando il diritto fondamentale della gente al suffragio
ha approvato la consultazione popolare, Gutierrez ha tentato di
destituire questo tribunale e che alla fine il TSE ha dovuto destituire
57 deputati?”, ha domandato ancora Correa.
“Non abbiamo dimenticato questi 57
deputati che hanno tentato di ostacolare la consultazione e l'Assemblea
Nazionale Costituente, che appartenevano al PSP, PRIAN, PSC e UDC. Dopo
che la cittadinanza ha dato loro il colpo del secolo, il 15 aprile del
2007, dopo il sì della vittoria con l’82%, se avessero avuto un
pizzico di dignità, si sarebbero ritirati silenziosamente nelle loro
case”, ha commentato il presidente.
“Questi ipocriti hanno addirittura
pagato anticipatamente anche il debito estero. Ci credono smemorati,
come se non sapessimo quello che è successo con quei governi nefasti,
gli aumenti del prezzo dell'elettricità e della benzina, le lettere
d’intenzione col Fondo Monetario Internazionale, quando si dichiaravano
i migliori alleati di Washington e consegnarono il Ministero
dell’Economia ai banchieri.”
“Il 30 settembre dimostreremo loro
che la nostra memoria è viva, che la Patria è cambiata e non
permetteremo più che si ritorni a questo passato nefasto”, ha concluso
Rafael Correa
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