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CINQUE COSE DA VEDERE A TRINIDAD
Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, Trinidad è una cittadina
dov’è possibile ammirare un tessuto urbano dell’epoca coloniale
perfettamente conservato. Il suo piccolo centro storico è visitabile a
piedi e si articola in una teoria di piazze e strade che mantengono la
tipica pavimentazione acciottolata originale; palazzi e abitazioni color
pastello che denotano lo stile coloniale con il quale furono progettati
dagli spagnoli. La ragione che ha permesso la salvaguardia del casco
historico di Trinidad è quella che la cittadina, non ha avuto una comoda
via di transito e questo ha favorito il suo isolamento che le ha
consentito di non essere ‘contaminata’ da nuovi stili architettonici e
da rifacimenti di alcun genere...
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SANCTI SPIRITUS
La Provincia di Sancti
Spìritus (151.000 ab.) ha come capoluogo la città omonima e fino al
1975, assieme alle provincie di Cienfuegos e di Santa Clara, faceva
parte della gran provincia di Las Villas. Oltre al capoluogo, la
provincia è costituita da altri sette comuni: Cabaiguàn, Fomento,
Jatibonico, Yaguajai, La Sierpe, Taguasco, Trinidad.
Il territorio è
pianeggiante al nord e a sud, mentre la parte centrale è montagnosa con
la Sierra de Escambray, dove si trova il lago artificiale più grande di
Cuba, la Presa Zaza, con stazione turistica e riserva di pesca alla
trota. Sempre su questi monti si trovano il parco e l’albergo di cure
Topes de Collantes, grande e moderna clinica internazionale della
salute. Questa provincia si trova tra quelle di Ciego de Avila ad est,
di Villa Clara a nord-ovest, di Cienfuegos a sud-ovest ed è bagnata dal
Mar dei Caraibi a sud e dall’Oceano Atlantico a nord. Sulla costa
caraibica sorge la storica Trinidad, una delle sette città più antiche
dell’isola. Anche il capoluogo, Sancti Spìritus appartiene a questo
gruppo storico di città. Nella zona settentrionale della provincia si
trovano il villaggio di Mayajigua, la stazione termale di San Josè del
Lago e centro medico per le cure con acque minerali e fanghi. Nella
parte a sud, sul mar dei Caraibi c’è Cayo Blanco, con bellissime spiagge
e zone per immersioni. Sulla costa dell’Atlantico, invece, a nord di
Mayajigua, è Cayo Caguanes, riserva naturale dove è possibile visitare
grandi caverne con grotte e stalattiti.
Sancti Spìritus
fu fondata sulle sponde del Tuinicu nel 1514, in seguito fu trasferita
più a Nord, vicino alle acque del fiume Yayabo. Il centro cittadino
conserva tutto il fascino dell’antico centro coloniale, con stradine
strette e affascinanti. E’ stato dichiarato Monumento Nazionale, al pari
di quello più famoso e visitato della vicina Trinidad.
Per una visita, bisogna
partire dal centro storico, presso il Parque Central, che poi è la
piazza principale. Questa possiede bei palazzi in stile neoclassico,
come la Biblioteca Centrale e l’Hotel Perla. A poca distanza troviamo l’Iglesia
Mayor de Sancti Spìritus, in Plaza Emanuel Josè Garcia, un interessante
esempio d’architettura barocca del XVII secolo. Altri importanti
monumenti sono: il Museo de Arte Colonial (Calle Plàcido 74 sur), che
espone mobili, ceramiche, dipinti ed ebanisterie dell’epoca coloniale;
il Museo e casa natale Serafin Sànchez (Calle Cèspedes 112) dove è
possibile osservare una vasta esposizione sul ruolo di Serafin Sanchez,
durante il periodo indipendentista dell’ottocento cubano. Notevoli anche
le informazioni locali sulla Rivoluzione. Infine, è da vedere, il Museo
de la Esclavitud (Parque Honorato Castillo), un’interessante raccolta di
testimonianze sull’antica ed inumana pratica della schiavitù a Cuba.
Curioso il Puente Yayabo, un ponte in stile imitativo-medioevale,
costruito nel 1825, sul fiume omonimo.
Trinidad
(100.000 ab.) è una delle città cubane maggiormente caratteristiche,
quella che meglio conserva l’architettura coloniale. Inoltre ha il
notevole vantaggio di essere situata vicino al mare e alla montagna. Per
chi voglia conoscere i luoghi vincolati alla cultura cubana è
indispensabile una visita a questa città della centrale provincia di
Sancti Spìritus. Fino al 1920 (anno d’inaugurazione della ferrovia per
Placetas) la città era collegata con il resto dell’isola da poche piste
per muli e per cavalli, e dalle barche che raggiungevano il porto di
Ciénfuegos. Quest’isolamento ha protetto la straordinaria architettura
coloniale della cittadina, dichiarata nel 1988 dall’UNESCO "Patrimonio
Culturale dell’Umanità". Le pietre di fiume che selciano le strade e le
vestigia della vecchia città, colpiscono immediatamente e permettono
all’immaginazione, di effettuare un delizioso viaggio nel passato.
Queste pietre sono il simbolo chiave che unisce mare, fiume e città,
conferendo un’ulteriore peculiare bellezza a Trinidad o a La Santisima
Trinidad, già di per sé impeccabile museo di stili svariati che si
possono apprezzare nelle balaustrate, ringhiere, inferriate, pitture,
sedie, portoni e nei tetti di tegole rosse scanalate.
Il 23 dicembre del
1513, mentre si recava alla Bahìa de Jagua, il governatore Diego
Velàsquez de Cuellar, arrivò nel luogo in cui sarebbe poi sorta
Trinidad. Assistette, insieme a 20 dei suoi soldati, alla prima messa
del posto celebrata dal suo cappellano, Fray Juan de Tesìn.
Chiamò la città
Manzanilla e vi rimase fino alla fine dell’anno. L’insediamento si
sviluppò rapidamente, ma nel 1518 fu quasi spopolato da Hernàn Cortès
che arruolò qui gli uomini per la conquista del Messico. In meno di
vent’anni, la città, come il resto dell’isola, subisce un inarrestabile
processo di spopolamento in favore delle più ricche colonie messicane e
peruviane. Nel 1534, addirittura, a Trinidad non rimane nemmeno uno
spagnolo, tanto che il governato di Cuba è costretto a nominare un
indigeno capo della comunità. Gli indios commerciano attraverso il
porto, coltivano la terra, allevano gli animali. Fu ripopolato da
spagnoli che arrivarono tra il 1579 e il 1585 e gli fu concesso il
titolo di città. All’epoca, il commercio era limitato al tabacco,
pellami e carni salate. Dal 1673 lo zucchero divenne la principale
produzione del territorio, in cui sorsero piantagioni e ingenios
(zuccherifici), tanti da attribuire il nome ad una vallata e da far
erigere la Torre Manaca-Iznaga, simbolo dell’auge dello zucchero.
Nella
seconda metà del XVIII secolo si aggiunsero le produzioni della cera,
del miele e del caffè, che aumentò notevolmente le prosperità della
zona. Questo fece alimentare il fenomeno della pirateria. La città viene
più volte attaccata e saccheggiata. Viene "affittato" un corsaro per
difendere il porto, mentre molti abitanti cominciano a lavorare per i
corsari. L’ultimo attacco pirata a Trinidad risale al 1702: ormai i
figli maschi delle famiglie più in vista sono diventati a loro volta
corsari e i corsari di Trinidad si ritagliano la loro fetta di leggenda
nella storia della pirateria. Dal 1720 si cominciano a costruire le case
di pietra che si vedono ancora oggi, come affermazione del ruolo sociale
delle famiglie più ricche e potenti. Così sono importati mobili, oggetti
d’arredamento e materiali per la decorazione dall’Europa, dall’Africa e
dal Sudamerica. Il primo periodo del XIX secolo è di maggior splendore
per la città, che una potenza azucarera. La borghesia agro
industriale di Trinidad si arricchisce e manda i suoi figli a studiare
all’Avana o all’estero. In città si aprono un teatro, un giornale,
persino una scuola di lingue. Nel 1857 cominciò il suo declino
economico. L’economia locale, però, esce sconvolta dalle vicende della
guerra di indipendenza e dalla liberazione degli schiavi, nel 1882. In
breve tempo entro in una fase di ristagno ed isolamento, che favorì la
conservazione della sua architettura.
Trinidad viene poco a
poco dimenticata, quasi fino gli anni Sessanta, quando è protagonista
nella lotta contro le bande controrivoluzionarie che si erano insediate
nella Sierra dell’Escambray. Nel 1967 iniziano i lavori di restauro e
recupero dei valori architettonici ed artistici della città, che diventa
un punto fisso nei percorsi turistici che attraversano l’isola.
Nel 1978, dopo che il
governo aveva lanciato un piano di risanamento subito dopo il trionfo
della Rivoluzione, è dichiarata Monumento Nazionale.
Per essere stata la
regione cubana con la maggiore produzione di zucchero, alla fine del
secolo XVIII, la città ha ricevuto una grande influenza dalle culture
negre poiché la manodopera era quasi tutta d’origine africana e ridotta
in schiavitù. Qui vivevano poveramente neri provenienti da Guinea,
Mozambico, Angola, Congo: abolita la schiavitù, formarono gruppi etnici
denominati "cabildos". Ancora oggi, con gli stessi nomi, ne esistono
alcuni che si dedicano alla "Regla de Palo": la religione
fondamentalmente animistica portata fin qui dagli schiavi provenienti
dal Congo.
La strada che porta a
Trinidad da Cumanayagua o da Cienfuegos costeggia il mare per circa 20
km. La notte, soprattutto d’inverno, i grandi granchi dei Caraibi escono
dalle loro tane nella sabbia e negli scogli e a centinaia si avventurano
sull’asfalto: i fari dei camion e delle auto illuminano uno spettacolo
impressionante. Ovviamente tra questi cangrejos ci sono molti
caduti, vittime del traffico, ma anche i pneumatici delle auto subiscono
qualche perdita. Un’altra strada porta a Trinidad attraverso la Sierra
dell’Escambray (o Sierra de Guamuhaya). E’ una strada di grandi effetti
paesaggistici che sbuca dall’alto sulla piana di Trinidad, con il Mar
dei Caraibi a fare da quinta: blu o argento, secondo l’ora. Una terza
strada collega Trinidad a Sancti Spìritus aggirando da sud le montagne.
Tutte queste strade sono state costruite nell’ultimo mezzo secolo.
La montagna, il mare e
la città sono i tre poli d’attrazione per il turista. La città, ubicata
nel centro-sud dell’isola, dista 454 km. dalla capitale.
Il suo porto si chiama
Casilda, ha due banchine con poco più di 100 metri d’ormeggi e una
profondità tra i cinque e i sette metri.
Camminando di giorno
non si può fare a meno di gettare uno sguardo, attraverso le grate delle
grandi porte- finestre, nella penombra delle case, molte delle quali
conservano quasi intatto il loro arredamento coloniale, spesso integrato
solo da un ritratto di Guevara o da un vecchio televisore in bianco e
nero. Per godersi il tutto basta passeggiare con calma e riposare ogni
tanto all’ombra di un patio di uno dei musei presenti in città.
In città si trovano i
templi religiosi più antichi dell’isola. I principali sono la Iglesia
Parroquial Mayor Santìssima Trinidad, la Ermita de Santa Ana, il
Convento de San Francisco de Asís y la Ermita de la Candelaria de la
Popa del Barco.
In città esiste ancora
la casa dove pernottò lo scienziato tedesco Alessandro de Humboldt,
considerato il secondo scopritore di Cuba, dopo Cristoforo Colombo.
La città-museo da sola
vale il viaggio nell’Isla Grande. L’unicità di Trinidad non va cercata
solo nei suoi monumenti e nei palazzi, ma soprattutto nella sua
incomparabile atmosfera. Dopo Baracoa e Bayamo è la terza città più
vecchia dell’isola.
Da visitare SANCTI
SPíRITUS e dintorni:
-
Museo de Arte
Colonial (Calle Placido 64 sud). E’ ospitato in un bel palazzo del
‘600 ed ospita un’esposizione di mobili, ceramiche, marmi e dipinti
dell’epoca.
-
Iglesia Mayor de
Sancti SpIritus (Plaza Emanuel Garcia). Chiesa Parrocchiale della
città, risalente al 1680, in stile barocco ad unica navata.
-
Lago Zaza. Situato ad
una decina di km. da Sancti Spíritus è il più grande lago artificiale
di Cuba, ed è incastonato nel verde più verde. E’ meta mondiale per la
pesca alle trote, che possono raggiungere misure mastodontiche.
Da visitare TRINIDAD e
dintorni:
-
Museo Romantico
(Calle Hernandez, Plaza Mayor – Palacio Brunet). L’edificio è stato
costruito all’inizio del XVIII secolo da una ricca famiglia di
azucareros; successivamente venduto, è passato per diverse
destinazioni. La parte bassa è stata edificata nel ‘700, quell’alta
nel XIX secolo. E’ stato inaugurato nel 1970. Nessuno dei mobili e
degli oggetti d’arredamento che vi sono esposti fa parte di quelli
originali. L’intera collezione è stata raccolta da Carlos J. Zerquera,
storico della città, attraverso acquisizioni e donazioni dalle case
private. Specchi immensi che erano stati trasportati sui velieri e poi
a piedi da dozzine di schiavi dal porto alla città, cristallerie
francesi e tedesche, sedie della Louisiana, copriletto castigliani,
tutto disposto con cura nelle stanze dei ricchissimi soffitti
intagliati in legno e mogano.
-
Museo de Arquelogía
Guamuhaya (Calle Bolivar n°457, Parque Central). Il museo espone i
ritrovamenti degli scavi effettuati in grotte della zona abitate da
indios precolombiani.
-
Casa de la
Cachanchara (Calle Villena Real n°78). Aperta 24 ore il giorno e
situata in un pittoresco edificio fatto costruire nel ‘700 dalla
famiglia Vèlez è una Casa de las Infusiones, in altre parole un
bar-ristoro, la cui specialità e la bevanda che dà il nome al locale:
un cocktail preparato con rum, miele, succo di limone, acqua e
ghiaccio.
-
Museo de Historia
Municipal (Calle Bolivar Desengano angolo Calle Gomes Toro – Palacio
Cantero). Quasi completamente restaurato racconta fatti e misfatti
della storia della città e dei suoi cittadini importanti.
-
Museo de la lucha
contra los bandidos (Calle Hernàndez y Boca- Antico Convento de San
Francisco). Documenti e cimeli della lotta contro i rivoltosi
anticastristi nella campagna dell’Escambray. Nel patio c’è uno dei
pezzi dell’U-2 (aereo spia statunitense) abbattuto nel cielo di Cuba
negli anni Sessanta. Dalla torre del Convento si vede tutta la città.
-
Ermita de Nuestra
Señora de la Candelaria de la Papa (Calle Bolívar). La più antica
chiesa della città risalente al XVII secolo.
-
Plazuela de Jigüe
(Calle Villena). Si dice che l’albero sia lo stesso sotto il quale fu
celebrata dai conquistadores la messa di Natale del 1513. Questo era
il centro del villaggio indigeno dove un anno più tardi sarebbe stata
fondata Trinidad. Calle Villena per secoli si è chiamata Calle Real
de Jigüe.
-
Eglisa de San
Francisco (Calle Hernandez y Guinart). Dalla sua torre si gode un
bellissimo panorama della città.
-
Galería de Arte
(Calle Villena n°43). Riproduzioni didattiche di famose opere d’arte e
sala Benito Ortíz, naïf contemporaneo, più esposizioni temporanee di
pittura, scultura.
-
Museo de la
Arquitectura Trinidaria (Plaza Mayor). Per gli appassionati, è molto
interessante l’Archivo Històrico che conserva diversi
fondi d’epoca, consultabili.
-
Casa de la Trova (Plazuela
de Segarte). E’ una delle più famose dell’isola e tra le più attive.
Suonano spesso, quasi esclusivamente per i turisti; si può sempre bere
un mojito facendo due chiacchiere con qualcuno. Vendono anche libri e
dischi.
-
Laboratorio di
ceramiche (Calle Berro). Si può visitare e si possono acquistare i
prodotti.
-
Museo de Ciencias
Naturales Alejandro de Humboldt (Calle Zerqueda Rosario) Fu la dimora
dello scienziato tedesco che studiò e visitò Cuba all’inizio dell’800.
Nelle sale sono esposti circa 5000 pezzi riguardanti la vita animale
nell’area cubana.
-
Torre de Iznaga
(strada per Sancti Spíritus). E’ una torre alta 50 metri, vagamente
neoclassica e vagamente surrealista, isolata com’è in una campagna
dove le costruzioni più alte non raggiungono i tre piani. Sembra sia
nata per una scommessa di uno dei proprietari di Iznaga, proprietari
delle circostanti piantagioni di canna. La sua mole e la sua campana
servivano da punto di riferimento per le squadre di schiavi. Nei
pressi, c’è un altro edificio dell’epoca, parzialmente restaurato, e i
resti dell’antica ferrovia. La visita è interessante.
-
El Valle de los
Ingenios (località San Luis). E’ una piana vicina Trinidad dove ci
sono ancora i resti di più di cento complessi zuccherieri, gli
ingenios risalenti al XIX secolo.
-
Topes de Collantes.
Si trova a nord di Trinidad, a circa 800 metri slm; il clima e
l’altitudine ne fanno una località molto salubre e le installazioni
del posto sono specializzate per la cura di diversi disturbi: stress,
obesità, convalescenze post-operatorie, cure estetiche, massaggi,
sauna, bagni di vapore, ginnastica. Il complesso turistico si trova
lontano dal centro abitato, in mezzo al bosco. Topes de Collantes è il
punto di partenza per passeggiate a piedi e a cavallo nella Sierra
dell’Escambray, di cui, una delle mete più visitate è il Salto del
Cabuirnì, dove il fiume omonimo precipita tra le rocce per alcune
decine di metri.
-
Playa Ancon.
Bellissima spiaggia lunga circa 10 chilometri a sud di Trinidad (15 km
Strada Trinidad-Ancon) frequentata dagli appassionati sub per i suoi
fondali per i coralli, crostacei e tartarughe (la pesca è vietata si
possono solo fotografare).
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