Tutti contro la
tirannia di Batista
di GUSTAVO BECERRA-
speciale per Siporcuba
Nel 1956, i cubani
soffrivano cinque penosi anni
Soffrendo le
conseguenze della brutale politica economica del regime di Fulgencio
Batista e il suo carattere repressivo. Lo scontento e l’effervescenza
rivoluzionaria erano crescenti, mentre la borghesia, soprattutto della
capitale, era timorosa di perdere tutti i suoi privilegi e proponeva una
"soluzione negoziata" alla situazione creata mediante il detto "dialogo
civico" tra l’opposizione e il governo.
Ma le forze
rivoluzionarie respingevano quella manovra.
Fidel Castro e il
Movimento 26 di Luglio – chiamato così dal giorno in cui un gruppo di
giovani assaltò la Caserma Moncada e la Carlos Manuel de Céspedes- e
innalzarono le bandiere della lotta armata para distruggere il
sanguinario regime.
Alcuni militanti
del Movimento andarono in Messico per preparare di là la spedizione che,
a bordo dello yacht Granma, sarebbe avvenuta poco dopo, per iniziare
sulle montagne dell’Isola la guerra per la conquista definitiva
dell’indipendenza.
Nell’Isola
l’opposizione a Batista non smetteva di crescere. Anche nello stesso
esercito del tiranno, alcuni militari onesti, chiamati dal popolo “i
puri”, cospiravano contro il tiranno.
Nel movimento
studentesco si fondò il Direttivo Rivoluzionario, il braccio armato
della Federazione Studentesca Universitaria (FEU). Era una FEU da tempo
di guerra. Il suo leader, José Antonio Echeverría, condannando quella
proposta di "dialogo civico", affermava che il cammino da seguire era
quello dell’ esercito mambí del XIXº secolo nei campi de Cuba:
l’insurrezione per conquistare una repubblica indipendente.
Fidel y José
Antonio compresero, come pochi cubani di quel tempo, la necessità
dell’unità tra tutte le forze rivoluzionarie. Per questo, il Presidente
della FEU, accompagnato da un altro dirigente studentesco, René Anillo,
andò a Città del Messico con il capo del Movimento 26 de luglio.
Faure Chomón, un
altro dei dirigenti del Direttivo, ha raccontato che, secondo Anillo, la
riunione si volse la notte del 28 agosto del 1956: "Dopo molte ore di
dialogo tra Fidel e José Antonio, all’alba del 29 fu redatta la “Carta
del Messico” che fu scritta a macchina. Avrebbero aspettato a darle
pubblicità che il compagno Anillo ritornasse con sicurezza a Cuba
perchè José Antonio doveva andare a un congresso studentesco in Sri
Lanka, via Londra.
La lettera divenne
pubblica il primo settembre e i mezzi di comunicazione riprodussero íntegralmente
il testo".
Nel documento si
reiterava: "Le due organizzazioni (Movimento 26 de Luglio e il Direttivo
Rivoluzionario della FEU) hanno deciso di unire solidamente i loro
sforzi con il proposito di eliminare la tirannia e far trionfare la
Rivoluzione Cubana".
Con questo
proposito, chiamavano "tutte le forze rivoluzionarie del paese, gli
studenti, gli operai, le organizzazioni giovanili e tutti gli uomini
degni di Cuba ad assecondare questa lotta che è firmata con la
decisione di morire o trionfare".
Si consideravano
propizie le condizioni sociali e politiche dell’Isola e i preparativi
rivoluzionari erano sufficienti per offrire al popolo la liberazione del
1959.
“L’insurrezione
assecondata dallo sciopero generale in tutto il paese sarà
invincibile".
Proclamavano che
la Rivoluzione sarebbe giunta al potere libera e solo "Per servire Cuba
in un programma di giustizia sociale, di libertà e democrazia, di
rispetto per le leggi, per il riconoscimento della dignità piena di
tutti i cubani, senza odio o meschinità e che coloro che la dirigevano
erano disposti a porre prima di tutto il sacrificio della propria vita
come testimonianza della nostre più pure intenzioni”
Per Faure Chomón,
la “Carta del Messico” firmata da Fidel e José Antonio "ebbe uno
straordinario significato per la Rivoluzione cubana, fu un documento di
forza e coscienza politica, unitario, che non nascondeva nulla a nessuna
delle forze che combattevano il tiranno e chiamò a lottare tutti i
rivoluzionari. Fu la dichiarazione di guerra contro Batista e ebbe una
forte ripercussione nel popolo e in tutti coloro che volevano una
Rivoluzione".
Chomón definisce
questo documento come "un faro di unità" e precisa: "Quando si unirono
i combattenti del Moncada o coloro che si preparavano per iniziare la
guerra necessaria sulla Sierra, o quelli che andavano alle
manifestazioni negli scontri per le strade, tutti stavano contribuendo a
rafforzare l’idea che gli elementi veramente rivoluzionari e delle
organizzazioni d’avanguardia si dovevano incorporare alla lotta”.
Nel movimento
studentesco gli elementi opportunisti restarono allibiti perchè José
Antonio aveva firmato con Fidel un documento che chiamava l’Università e
il popolo alla guerra.
Lo stesso Faure
ricorda: "Volevano convocare riunioni per discutere il diritto di
firmare a nome della FEU, ma Fructuoso Rodríguez, dirigente della
Federazione studentesca, con l’autorità che aveva, non permise quelle
riunioni e disse che la difesa di Cuba e la lotta per la libertà,
com’era accaduto nella guerra d’indipendenza, non necessitavano di
discussioni ma erano un dovere per tutti i cubani”.
Nell’ottobre di
quello stesso anno, ritornato dallo Sri Lanka, José Antonio andò in
Messico per rivedere Fidel e ultimare i dettagli di quello che era il
piano militare che avrebbe assecondato lo sbarco del Granma.
Fidel sbarcò
alcune settimane dopo in oriente per creare il Fronte Guerrigliero
della Sierra Maestra.
José Antonio
organizzò il fallito assalto al Palazzo Presidenziale il 13 Marzo de
1957 e morì eroicamente in combattimento di fronte all’Università, dopo
aver parlato dagli studi dell’emittente Radio Reloj, dove annunciò al
popolo la pericolosa azione.
Il Direttivo
Rivoluzionario, agli inizi del 1958, aperse un fronte guerrigliero
sulle montagne di Las Villas.
La storica Carta
del Messico fu ratificata dal Che (a nome del Movimento 26 de luglio ) e
da Faure Chomón, per il Direttivo, quando accordarono successivamente
sulle montagne dell’Escambray, il Patto del Pedrero.
Cominciava così
nell’Esercito Ribelle a forgiarsi l’unione di tutti i rivoluzionari
cubani.
Quell’unità dopo
il trionfo del 1º Gennaio del 1959, si consolidò in maniera definitiva
con l’integrazione del Partito Comunista di Cuba.
Fidel Castro ha
segnalato che:“Quest’unità è stata raggiunta a un grado cosi alto come
mai era avvenuto nella storia della nostra Patria... questa unità per
la quale sospirarono i combattenti per quasi un secolo (...) e che per
la prima volta è divenuta una realtà per la nostra generazione”!
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