Jesús Menéndez:
il Generale delle Canne
Di
GUSTAVO BECERRA ESTORINO – speciale per SiporCuba
L’ordine di
uccidere giunse dagli Stati Uniti e le pallottole assassine che quel 22
gennaio del 1948 spensero la vita del leader dello zucchero e comunista
cubano Jesús Menéndez, erano "made in USA".
Il crimine avvenne
a Manzanillo.
Il capitano
Casilla Lumpuy, che apparteneva all’esercito del governo pro-USA di
Ramón Grau San Martín era giunto nella cittŕ per eseguire l’ordine
trasmesso dagli Stati Uniti attraverso l’ambasciata di Washington a
L’Avana.
Menéndez
doveva morire.
Ma
perchč?
Perchč Jesús Menéndez era divenuto un nemico pericoloso per gli
interessi degli USA a Cuba e soprattutto nel settore della produzione
zuccheriera.
L’obiettivo era
lasciare senza guida e dividere il movimento operaio. Menéndez era il
Segretario generale della Federazione Nazionale dei Lavoratori dello
Zucchero, FNTA; il Segretario agrario della Confederazione dei
Lavoratori di Cuba, CTC, fondata nel 1939; membro del Comitato Nazionale
del Partito Socialista Popolare (di orientamento comunista) e
rappresentante della Camera. Era l’anima degli operai del settore
zuccheriero, uno dei piů maltrattati dall’economia cubana, anche se in
quell’epoca rappresentava praticamente il sostegno economico della
nazione.
Non per caso era
famosa la frase: “Senza zucchero non c’č paese”.
Menéndez era
instancabile: conosceva a perfezione il lavoro degli operai dello
zucchero perchč anche lui lo era stato. Conosceva la produzione delle
canne da zucchero e i problemi dei contadini e dei lavoratori del
settore, che lo trasformarono nel loro avvocato difensore e leader.
Era nato nel 1911
a Encrucijada, in provincia di Las Villas, e a 13 anni era giŕ
tagliatore di canne nelle colonie della centrale Nazabal, durante i
raccolti. Nel detto tempo morto, per non morire di fame, lavorava nei
campi di tabacco.
D’estrazione
umile, negro, povero e discendente di mambi, lottň contro la dittatura
di Gerardo Machado e durante la sua direzione si sviluppň un forte
movimento nel settore dello zucchero, che permise alcune conquiste.
Questo gli apportň l’odio dell’oligarchia industriale dei ricchi padroni
terrieri, dominata soprattutto da nordamericani, i principali
proprietari delle centrali dello zucchero, le enormi fabbriche
nell’Isola.
Alle porte
dell’adolescenza conobbe i rigori della fame e le giornate di terribile
fatica dei tagliatori di canne, ma cosě aiutava la famiglia...
Giovanissimo,
impressionň molti per la sua vocazione politica e le sue qualitŕ come
leader delle masse.
Erano i tempi
difficili della dittatura di Machado, quando Jesús, militante del
Partito Comunista a 20 anni, partecipň a pericolose lotte operaie come
dirigente dei lavoratori dello zucchero nella sua provincia natale.
Quando cadde il
regime di Machado nell’agosto del 1933, Menéndez divenne uno dei piů
importanti leader del Sindacato Nazionale degli Operai dell’Industria
Zuccheriera, SNOIA.
Il terrore che
imperava dopo il fallito sciopero generale nel marzo del 1935 frenň
temporaneamente le lotte rivoluzionarie a Cuba e le attivitŕ sindacali
passarono alla clandestinitŕ.
Jesús e i suoi
compagni perň non lasciarono l’impegno preso di ricostruire il movimento
sindacale.
La fondazione
della Confederazione dei Lavoratori di Cuba, CTC, assieme al segretario
generale, Lázaro Peńa, nel gennaio del 1939 fu una altro momento
rilevante nella carriera di Menéndez.
Il decennio degli
anni 40 fu un periodo in cui Menéndez assieme ad altri compagni
conquistň importanti rivendicazioni, come il primo accordo collettivo di
lavoro; la ripresa del raccolto nelle centrali inattive; la creazione di
una cassa per le pensioni; un decreto sul risanamento del villaggi degli
operai dello zucchero a lato delle fabbriche, i bateyes, per citarne
alcune.
Jesús Menéndez
aveva portato sino a Wall Street la questione dello zucchero di Cuba,
che difese sino alle sue ultime conseguenze, per l’aumento del prezzo e
le rivendicazioni per i lavoratori, perchč promise che senza tutto
questo non ci sarebbe stato raccolto a Cuba.
Nel gennaio del
1948 realizzň un percorso per le fabbriche di zucchero, organizzando la
lotta contro le conseguenze della riduzione da parte degli Stati Uniti
della quantitŕ di zucchero che compravano dall’Isola e i piani di
riduzione dei salari.
Nonostante gli
assalti ai sindacati e la creazione di entitŕ parallele a favore del
governo, era stato rieletto segretario generale della FNTA.
Fu sua
l’iniziativa di includere nel contratto dell’acquisto dei raccolti del
1946 e 1947 una clausola di garanzia che diede origine al differenziale
dello zucchero, una delle piů grandi vittorie dei lavoratori che, grazie
a questa clausola, ricevevano la differenza tra il salario ricevuto e
quel che avrebbero dovuto ricevere.
Questa conquista
operaia fu un boccone davvero amaro per l’oligarchia e l’imperialismo,
che cercarono di sopprimere questa misura e alla fine ci riuscirono.
Menéndez intraprese allora un’intensa campagna per far reinserire la
clausola e divenne una vera minaccia che diventava sempre piů forte agli
occhi dei suoi nemici.
E cosě dettarono
la sentenza.
Dopo l’eliminazione della clausola,
nell’agosto del 1947, Menéndez organizzň una vasta campagna e lanciň la
consegna: “Il differenziale sulla punta del machete, altrimenti non ci
sarŕ raccolto”. La giustezza di questa decisione determinň la sua morte.
Nč offerte milionarie o assegni firmati in bianco riuscirono a
ricattare il Generale delle Canne, come lo chiamň il poeta nazionele di
Cuba Nicolás Guillen, nella sua “Elegia a Jesus Menéndez”.
Solo uccidendolo
riuscirono a far tacere la sua battaglia per i lavoratori delle
fabbriche di zucchero.
Il suo contributo
alla forgia dell’unitŕ e all’organizzazione dei lavoratori dello
zucchero, per la difesa di loro diritti e la formazione della loro
coscienza di classe rivoluzionaria fu enorme. Menéndez lavorava a tutto
questo, quando Washington ordinň la sua morte.
Si disponeva a
partire da Manzanillo quando nella stazione ferroviaria il capitano Casillas
cercň di arrestarlo. Jesús protestň ricordandogli la sua immunitŕ
diplomatica come rappresentante della Camera nel Congresso e gli girň le
spalle. L’assassino gli sparň in mezzo alla schiena.
Il crimine fece
tremare la nazione.
Il funerale di
Jesús Menéndez fu una delle manifestazioni piů affollate e
impressionanti mai viste a L’Avana, con migliaia di lavoratori che
accompagnarono il feretro sino al cimitero di Colón della capitale.
La Rivoluzione che
ha trionfato il primo gennaio del 1959 ha realizzato tutte le
aspirazioni di Jesús Menéndez.
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