STORIA


DAL MONCADA ALLA SIERRA MAESTRA
 

 

 

PER NON DIMENTICARE: SONO PASSATI 48 ANNI

Il pericoloso sbarco  del 2 di dicembre del 1956

 

GUSTAVO BECERRA – SPECIALE PER SIPORCUBA

 

 • Furono diversi i mesi trascorsi in prigione dopo l’assalto alla Caserma Moncada del 26 luglio del 1953, ma poi Fidel Castro e i suoi compagni sopravvissuti in quell’azione vennero liberati grazie a un’amnistia decretata dal regime di Fulgencio Batista, per via della forte pressione popolare.

Andarono in esilio in Messico e là altri rivoluzionari si unirono a loro e cominciarono i preparativi  che permisero lo sbarco dello Yacht Granma il 2 dicembre del 1956, a Playa Las Coloradas, per iniziare nuovamente la lotta armata.

Prima di partire per il Messico -  non era ancora passato un mese da quando era uscito dalla prigione dell’Isola della Gioventù, allora de Pinos -  Fidel costituì il Movimento 26 di Luglio, con un gruppo di veterani del Moncada e altri cubani che si erano sommati alla causa rivoluzionaria dopo l’assalto alla fortezza militare della dittatura.

La riunione si svolse nella casa situata in calle Factoria No 62, all’Avana. Facevano parte della direzione iniziale del Movimento, oltre a Fidel, Armando Hart, Antonio Nico Lopéz, Faustino Pérez, Pedro Miret, Haydée Santamaria e Melba Hernández, tra gli altri.

Alcuni andarono in Messico per organizzare la spedizione armata e altri restarono a Cuba con la missione di reclutare gli uomini necessari e di creare un clima di agitazione rivoluzionaria.

 Il 25 novembre del 1956, con le luci spente, sotto la pioggia e con un tempo pessimo, lo yacht Granma salpò da Tuxpan, in provincia di Veracruz, per navigare nelle acque dei Caraibi, diretto verso la costa sud dell’oriente cubano.

A bordo c’erano 82 uomini, armi munizioni e alcuni alimenti, un carico tre volte superiore a quello abituale per l’imbarcazione. 

Il Granma navigò in alto mare sia nel Golfo del Messico che nel mar dei Caraibi, il più lontano possibile dalle coste e cambiando rotta ogni 24 ore, per evitare di venire intercettato.

In accordo con i calcoli eseguiti doveva giungere sulle coste orientali cubane dopo cinque giorni di navigazione.

I gruppi di appoggio  lo stavano aspettando il 30 novembre, giorno in cui erano state organizzate le azioni armate da parte del Movimento 26 di Luglio, per distrarre le truppe di Batista e permettere lo sbarco.

 

 IL SOLLEVAMENTO DI SANTIAGO

 

 Tra le varie azioni dirette da Frank País, la principale fu il sollevamento a Santiago di Cuba, la città che aveva le condizioni organizzative e politiche che ne permettevano il controllo o la neutralizzazione da parte delle forze rivoluzionarie.

L’operazione concreta doveva essere l’assalto a un commissariato della polizia nazionale eseguito dal primo gruppo comandato da José Pepito Tey. Otto Parellada guidava il secondo gruppo.  Se  l’assalto riusciva avrebbero avuto a disposizione armi e munizioni di qualità.

Il primo gruppo doveva assaltare  la caserma della polizia marittima mentre l’altro, doveva svaligiare la maggior parte dei negozi di ferramenta e di armi della città, per rifornirsi di fucili da caccia e munizioni che potevano servire per le operazioni. La maggior parte degli uomini disponibili avrebbe bloccato la caserma Moncada, usando anche un mortaio da 81 millimetri.

Inoltre era previsto di organizzare una fuga di massa dei rivoluzionari imprigionati nella prigione provinciale di Boniato e sviluppare grazie alla presa della radio locale, la CMKW e di macchine con altoparlanti, un lavoro di agitazione tra la popolazione, annunciando l’inizio della Rivoluzione guidata da Fidel.

L’obiettivo principale era impedire all’esercito di concentrare le sue forze contro lo sbarco del Granma che però non giunse nel giorno previsto. Inoltre per via del mal di mare dovuto alla tempesta i passeggeri stavano tutti male, con nausea e vomito.

La notte che precedette lo sbarco navigando in alto mare con ondate enormi che coprivano la prora, il pilota Roque cadde in acqua e venne ripescato solo dopo molte ricerche nella zona. 

Il combustibile era quasi terminato così come gli alimenti quando il Granma entrò nel Canale di Niquero sino a restare bloccato a Los Cayuelos, a due chilometri dalla spiaggia Las Coloradas, a nord - est di Cabo Cruz, lontano dal luogo dell’appuntamento con i collaboratori del 26 luglio.

Erano le sei di mattina del 2 dicembre, quando iniziò il penoso sbarco poichè la casualità aveva condotto i rivoluzionari in una palude pantanosa. Inoltre gli uomini vennero visti da un’imbarcazione di cabotaggio e da una chiatta che trasportava sabbia.

Un’ora dopo il capo della caserma dell’esercito di Batista a Niquero sapeva la notizia e immediatamente la comunicò al comando superiore della dittatura.

I passeggeri dello yacht impiegarono alcune ore per uscire dall’intrico dei cespugli di mangrovie in quel pantano e incontrare la casa del primo contadino Angel Pérez Rosabal, che fece loro da guida. Non ebbero nemmeno il tempo di mangiare qualcosa perchè udirono i colpi di cannone di un guardacosta e dell’aviazione nella zona dove erano sbarcati. 

Stanchi per il viaggio difficile e lo sbarco complicato, il 5 dicembre vennero sorpresi dalle truppe di Batista ad Alegria de Pio, dove avvenne un combattimento impari, il primo scontro con l’esercito. 

Il Che scrisse, riferendosi allo sbarco... ci vollero diverse ore per uscire dalla palude e giungemmo sulla terra ferma, alla deriva, inciampando... eravamo un esercito di ombre che camminavano seguendo l’impulso di un oscuro meccanismo psichico.

Dieci giorni esatti dalla partenza dal Messico, il 5 dicembre all’alba, dopo una marcia notturna interrotta dagli svenimenti, dalla fatica e dalle soste della truppa raggiungemmo un punto noto come Alegria de Pio...

Il luogo non era adatto ad un accampamento, ma ci fermammo per passare il resto del giorno e riprendere la marcia la notte successiva...

Lì, a due chilometri a sud -est da Playa Las Coloradas, il distaccamento rivoluzionario venne sorpreso dal nemico.

Tre uomini persero la vita e i 79 restanti si dispersero in varie direzioni in 28gruppi, il più grande dei quali riuniva 14 uomini; molti gruppi vennero detenuti, altri catturati e assassinati. 

Fidel stava con  Universo Sanchez e poi si unì  a Faustino Pérez che era disarmato; Raul Castro assieme Ciro Redondo, Efigenio Ameijeiras, René Rodríguez, Armando Rodrúguez e Cesar Gomez, formava no un altro gruppo così come Juan Almeida, il Che, Ramiro Valdés Reynaldo Benitez e Rafael Chao.

Il gruppo di Fidel quella notte raggiunse un monte a est di Alegria de Pio, mentre Raul e i suoi uomini restarono a sud – est, a poche centinaia di metri dal Capo della Rivoluzione. La truppa di Almeida si trovava più a sud.

Il 12 dicembre del 1956, dopo quelle penose giornate, nascosti nei campi di canne da zucchero di Alegria de Pio, dopo aver superato decine di pericoli, Fidel e i suoi incontrarono una famiglia di contadini e passarono la notte nella loro casa. Inoltre si misero in contatto con alcuni membri della rete di Celia Sánchez, organizzata per incontrare i passeggeri dello yacht Granma.

Il 16 dicembre Fidel, con i suoi, raggiunse la fattoria del contadino Mongo Pérez.

Raul e i suoi compagni camminarono e marciarono verso la Sierra, passando sulla montagna e vennero aiutati dagli abitanti della zona.

Il gruppo di Almeida, dopo aver affrontato molte difficoltà e anche denunce, riuscì a giungere alla casa di Guillermo García, un rifugio sicuro; da lì andarono sino alla fattoria di Mongo Pérez.

La notte del 18 dicembre tutti i combattenti, dodici in totale, si incontrarono in un luogo conosciuto come Cinco Palmas, dove avvenne un dialogo storico tra Fidel e Raúl Castro, fratelli di sangue e di lotta.

“Quanti fucili hai?” chiese Fidel a Raúl

“Cinque” rispose

“Con i due che io sono sette! Adesso sì che la vinciamo la Rivoluzione!” assicurò Fidel

La stampa nazionale e straniera avevano scritto che la spedizione era fallita...

- Fidel Castro è morto vicino a Niquero!-  dicevano i titoli.

Poche settimane dopo, il 7 gennaio del 1957, il piccolo esercito di 27 ribelli ottenne la prima vittoria attaccando la caserma di La Plata, senza morto o feriti e fu la migliore prova certa che erano ancora vivi!

 

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