STORIA
GINO DONE' PARO
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GINO DONE' PARO BIOGRAFIA del partigiano
e granmista veneziano "GINO"
di Gianfranco
Ginestri
AGGIORNATA 18.12.2009
Nel 1956, all'età di 32 anni,
fu l’unico europeo a partecipare alla spedizione castrista dal Messico
a Cuba.
Dal 2003 Gino, vedovo e senza
figli, abita a Noventa di Piave, in provincia di Venezia, con la nipote
Silvana.
A CUBA,
nell’archivio storico delle FAR (Forze Armate Rivoluzionarie) c’è un
dossier su GINO Donè Paro, l’unico europeo partecipante al “Desembarco
del Granma” del 1956. Di due anni più vecchio di Fidel Castro, Gino è
nato da genitori braccianti il 18 maggio 1924 a Monastier di Treviso,
vicino a Venezia. Dopo le scuole va nei militari, e l’ 8 settembre 1943
è a Pola. Torna a casa e diventa partigiano con la Missione Nelson e con
il Comandante Guido, un ingegnere milanese italo-americano operante
nell’area della laguna veneziana. Gino a fine guerra riceve un encomio
dal Generale Alexander, e poi emigra a Cuba passando dal Canada. Nel
1951 lavora all' Avana come carpentiere nella grande Plaza Civica :
l’attuale Plaza de la Revoluciòn. Nel 1952 Gino si fidanza con Olga
Norma Turino Guerra, giovane rivoluzionaria di ricca famiglia cubana,
abitante nella città coloniale di Trinidad, amica di Aleida March di
Santa Clara, futura 2.a moglie del Che. Con esse due anni dopo Gino
entrerà nel “Movimento 26 Luglio”, chiamato con la sigla “M-26-7”, dalla
data dell’assalto dei castristi (26 Luglio 1953) a caserme di Bayamo e
Santiago de Cuba.
Nel 1954 Gino si sposa. Poi nel 1955
e nel 1956, diventato tesoriere del “M-26-7” di Santa Clara, viene
incaricato dal dirigente Faustino Perez di portare dollari in Messico,
dove lo attende Fidel che deve comperare il battello Granma. Gino qui
diventa molto amico del Tenente Medico (asmatico) Ernesto Che Guevara,
il quale gli confida che se non avesse incontrato Fidel egli sarebbe
emigrato in Italia per specializzarsi in “anti-asma” a Bologna. Gino
diventa amico anche di Fidel e di Raul e, in quanto ex partigiano,
collabora agli addestramenti militari. Quindi il 25 novembre 1956 egli
parte dal porto messicano di Tuxpan tra gli 82 patrioti del battello
Granma. A bordo il suo grado è quello di Tenente del Terzo Plotone
comandato dal Capitano Raúl, fratello di Fidel.
Gli 82 sul Granma erano: 78
cubani, più un argentino (Che), più un messicano (Alfonso), più un
domenicano (Ramon), più Gino (detto El Italiano). Sul passaporto
italiano c’è scritto Gino Donè, ma all’anagrafe cubana, quando si è
sposato, è stato registrato col nome di Gino Donè Paro, cioè anche con
il cognome materno.
Dopo lo sbarco del 2 dicembre 1956,
ai piedi della Sierra Maestra, e dopo il massacro di Alegria de Pio
(dove circa la metà degli 82 vengono catturati e assassinati dai
batistiani) Gino torna a Santa Clara, dove durante le festività
natalizie partecipa ad alcune azioni di sabotaggio assieme alla
guerrigliera Aleida March. Ma nel gennaio 1957 riceve l’ordine dal
“M-26-7” di andare all’estero salpando con una barca da Trinidad. Dopo
mezzo secolo Gino ha rilasciato un’intervista al giornale italiano
Liberazione, pubblicata il 5 ott. 2006, dove egli ha detto che: “Dopo il
Desembarco del Granma, noi superstiti abbiamo fatto quello che abbiamo
potuto, chi in una forma e chi in un’altra. Io che ero straniero ero il
più indicato per starmene lontano e fare ciò che nella Sierra non avrei
potuto fare. C’era bisogno di collegamenti, notizie, informazioni,
soldi, armi, e di molte altre cose ancora. Così, chi con armi e chi
senza armi ha fatto quello che doveva fare. E anch’io”. ….......
Nel maggio 1996, alla Fiera Turistica di Varadero, a Cuba, il Comandante
Jesús Montané Oropésa, “moncadista-granmista” da sempre assistente di
Fidel, durante una breve intervista con Gianfranco Ginestri, disse di
lui: "Gino era il più adulto, il più serio, il più disciplinato; e dopo
la nostra vittoria non ha mai cercato privilegi; e ogni tanto ci
telefoniamo". L’ultima volta che Gino è andato ospite a casa di Montanè
è stato in occasione del 40° del Desembarco, nel novembre-dicembre 1996.
Poi Montanè è morto all’Avana nel 1999. ..........
Nel 2003 (senza figli e vedovo due volte: della cubana Olga Norma e
della portoricana Tony Antonia) Gino è andato a vivere a Noventa di
Piave, vicino a San Donà, in provincia di Venezia, dalla nipote Silvana.
All’Avana è in contatto con il suo amico granmista Arsenio Garcia Davila,
con il quale è andato alla sfilata del 1° Maggio 2004 (dov’è stato
decorato) : poi il 18 maggio è tornato a Venezia dov’è stato festeggiato
il suo 80° compleanno dai Circoli Italia-Cuba del Veneto, da diverse
organizzazioni amiche di Cuba, e dall’Anpi. Per il suo 81° compleanno,
nel 2005, è stato ospite a Firenze della Fondazione Italiana Ernesto
Guevara. Per l’ 82° compleanno. Nel 2005 si è recato a Cuba per
incontrare i suoi amici espedizionarios durante le riprese per la
realizzazione del documentario "Cuba libre",una coproduzione italo -
cubana realizzata dalla torinese Lib Lab e dalla cubana Mundo Latino.
Durante le riprese, il 26 luglio durante i festeggiamenti del ricordo
della presa della Moncada, dopo 50 anni ha potuto riincontrare e
abbracciare il suo comandante Fidel Castro (come si vede nel film). nel 2006 a Bologna, è diventato socio
onorario del locale circolo dell’Ass-Italia-Cuba. Nel 2006
si è recato spesso a Cuba, per partecipare alle celebrazioni del 50° del
Desembarco del Granma.
Nel 2007 è ritornato a Cuba a dicembre per la prima del documentario che
è stato trasmesso dalla televisione cubana per l'anniversario del 50°
del Desembarco del Granma proprio il giorno 2 dicembre 2007 (e
replicato negli anniversari 2008 e 2009; vedi link qui sotto)
cliccando poi sopra la riga della MESA REDONDA del
3 dicembre 2009
Più che un triste funerale è stata
una festa popolare a salutare il pomeriggio del 27 marzo 2008 la salma
del partigiano granmista veneziano 83.enne GINO DONÈ PARO, nella sala
delle cerimonie del cimitero di Spinea Veneziana.
Più volte è stata intonata coralmente "Bella Ciao", ed è stato
proiettato il film "GINO DONÈ PARO: UN ITALIANO PER FIDEL",
applauditissimo dai 200 compagni presenti e da vari giornalisti,
fotografi, cameramen, editori, scrittori, registi, sindacalisti,
partigiani, autorità, dirigenti della ASS-ITALIA-CUBA e della FONDAZIONE
GUEVARA, di cui GINO faceva parte.
I saluti ufficiali sono stati letti dai consiglieri della Ambasciata
Cubana, Geraldo Soler e Jorge Sosa, dal presidente nazionale della
Ass-Italia-Cuba, Sergio Marinoni, dalla dirigente del Circolo
Italia-Cuba di Venezia, Giuliana Grando, dai partigiani dell'Anpi del
Veneto, e da autorità locali. Le ceneri di Gino sono state poi
consegnate alla nipote Silvana Carnio, la quale aveva prima ringraziato
tutti i presenti proponendo un brindisi con rum cubano.
In ricordo del compagno GINO DONÈ PARO, al termine della cerimonia, ogni
partecipante ha preso una rosa rossa dalle quattro corone inviate da
FIDEL, da RAUL, dai GRANMISTI e dalla AMBASCIATA CUBANA.
Ringraziamo PierCarlo Porporato per gli ultimi
aggiornamenti prodotti.
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