Esposizione sintetica e riassuntiva dell'esperienza rivoluzionaria
conseguita nella costruzione dello Stato socialista a Cuba
DALLA RIVOLUZIONE ALLO STATO SOCIALISTA
Cuba fu per quasi 400 anni una colonia spagnola;
l'indipendenza giunse solo nel 1898, in ampio ritardo rispetto
all'ondata indipendentista del mondo latino-americano, ma l'autentica
indipendenza cubana da un popolo straniero dominante non giunse neppure
in quell'occasione.
La struttura coloniale spagnola già fiaccata da un
conflitto lungo e sanguinoso quanto misconosciuto nel resto del mondo,
il 10 Maggio 1898 venne assalita dall'esercito degli Stati Uniti, che
congiuntamente alle forze cubane ribelli da tempo organizzate in un
esercito di volontari forte di ben 30.000 uomini, costrinse gli spagnoli
alla resa nel giro di trenta giorni.
I "marines" americani entrarono all'Avana trionfalmente e
issarono la bandiera a stelle e strisce, mentre ai contadini cubani che
avevano portato i colonialisti al collasso dopo trenta (!) anni di lotta
armata popolare, venne fatto assoluto divieto di entrare nella capitale.
Cosa era successo?
Gli USA, con lungimiranza e tempestività erano intervenuti
a favore dell'indipendenza cubana col pretesto della missione
"umanitaria libertaria", ed in perfetto accordo con i maggiorenti
dell'isola avevano ottenuto di guidare l'indipendenza cubana sotto il
loro protettorato...Cuba aveva soltanto cambiato padrone!
Il risultato della lotta indipendentista fu oltremodo
vantaggioso per la borghesia cubana, che divenne serva degli interessi
economici della borghesia nordamericana, ma ricca e padrona di comandare
nelle sue proprietà, cioè nei latifondi e nelle fabbriche, nelle città e
nei paesi, al riparo dalle contestazioni della plebe.
Nei decenni che seguirono, il conflitto insanabile fra chi
possedeva tutto e chi niente, così palese in una nazione neocoloniale,
sarebbe divenuto odioso, ma cosa più importante, associato alla
dominazione "yankee".
Questa é l'origine storica della speciale miscellanea di
rivoluzione e nazionalismo che contraddistingue il "Movimiento 26 de
Julio", quel movimento populista ma estremamente determinato e
sinceramente rivoluzionario che é stato per la rivoluzione cubana il
nucleo intellettuale e militante vincente.
Ripercorrere la storia della rivoluzione guidata da Fidel
Castro Ruz esula dal compito di questa sintesi, ma é obbligatorio
indicarne l'anomalo percorso storico. Essa é nata dalle rivendicazioni
del bracciante sul latifondista, del disoccupato e dell'operaio sul
magnate capitalista, tutti uniti dalla necessità di lottare contro la
bestiale dittatura neocoloniale ma privi di un'organizzazione politica
di massa provvista di precisa ideologia.
Tuttavia, questa rivoluzione apparentemente indirizzata
verso la sconfitta o tutt'al più verso la vittoria liberal-democratica,
é riuscita (complici determinate circostanze) a radicalizzarsi e a
moltiplicare la profondità di coscienza dei suoi militanti, fino ad
impedire che la vittoria si esaurisse in revisione dell'assetto politico
tale da lasciare inalterate le ragioni economiche, ovvero l'autentico
motore della società. Infatti, andando ben al di là delle peggiori
aspettative della borghesia cubana e nordamericana, siffatta rivoluzione
si é gradualmente spogliata delle illusioni demagogiche
social-democratiche e con lucidità ha imboccato la strada
marxista-leninista della trasformazione della realtà socio-economica,
sbarazzandosi dell'involucro istituzionale borghese che inizialmente
contenne la spinta rivoluzionaria. Ha poi saputo resistere alla reazione
imperialista degli Stati Uniti, ed infine, per bocca di Castro e nella
concreta azione di esproprio ai danni della borghesia nazionale e
straniera, si é proclamata socialista. Ad onta e smacco
dell'imperialismo americano. ...complici determinate circostanze...
Quali?
Due sono state senza dubbio determinanti: la collocazione
geografica dell'isola e la volontà dei cosiddetti "Barbudos", i
guerriglieri rivoluzionari.
Cuba é un'isola situata a poche miglia marine (90) dalla
costa sud occidentale degli Stati Uniti, per questo motivo era da almeno
da 30 anni il paradiso tropicale per ricchi nordamericani oltre che per
tutta l'alta borghesia internazionale; bordello e casa da gioco la
capitale, immenso latifondo produttore di zucchero il resto del paese.
Poiché l'intero continente sudamericano é campo d'azione
dello sfruttamento statunitense e i governi delle nazioni
latino-americane non sono altro che organizzazioni malavitose a sostegno
e difesa degli interessi "yankee", la ribellione popolare cubana capace
di rovesciare il governo del dittatore fantoccio e di cacciare a pedate
le multinazionali e i loro lacchè, addirittura istituendo lo stato
socialista, non poteva che scatenare la rabbiosa reazione nordamericana.
Da parte degli USA, dopo la prima inefficace reazione conclusasi con
l'appoggio logistico allo sbarco disastroso dei controrivoluzionari
cubani di Playa Girón, é seguito l'embargo più lungo della storia
moderna (tuttora in vigore!), nonché una pressione politico-militare
affiancata all'azione terroristica della CIA; attentati dinamitardi su
aerei e navi, trasmissioni radiofoniche e televisive propagandistiche,
finanziamento di organizzazioni controrivoluzionarie della borghesia
cubana riparata in Florida, strumentalizzazione del flusso migratorio.
I1 compromesso o qualunque tipo di accordo pacifista dunque
é stato impossibile, ciò ha spinto la rivoluzione cubana verso l'alleato
naturale, cioè 1'URSS e il "Campo socialista".
L'altra circostanza é il ruolo di vera avanguardia svolto
dai dirigenti guerriglieri; i fratelli Castro, Antonio Mella, Frank País,
Ernesto "Che" Guevara, Camillo Cienfuegos, Wilma Espín, Celia Sanchez,
Aydée Santamaria, ecc. Costoro non sono stati avventurieri o
opportunisti e neppure demagoghi incapaci di tradurre in realtà la
volontà di giustizia popolare, essi non hanno tradito la massa
proletaria con cui hanno combattuto e vinto. Essi hanno saputo davvero
trasformare la società contro cui lottavano, senza accontentarsi di
ritocchi banali o facili compromessi, e spesso sacrificando la propria
vita.
A questo proposito la dice lunga la smaniosa attesa da
parte reazionaria della morte di Fidel Castro, simbolo vivente di questa
"vecchia guardia" rivoluzionaria in grado di catalizzare ed indirizzare
con una precisa ideologia il desiderio di mondi migliori.
LO STATO SOCIALISTA
Lo Stato socialista cubano ha ricalcato a grandi linee il
modello fornito dalla Unione Sovietica post-bellica.
L'indiscutibile attrazione esercitata dall'esempio
sovietico sul proletariato internazionale, il bagaglio ideologico
marxista-leninista del partito comunista cubano prerivoluzionario (il
"Partito Socialista Popular"), e soprattutto il sostegno
politico-economico fornito dall'URSS alla neonata repubblica socialista
immediatamente (dall'ottobre 1960)sottoposta all'embargo statunitense,
hanno determinato l'assunzione esplicita e dichiarata del modello
sovietico.
Quando il 1° Maggio del 1960, a un anno dalla vittoria
rivoluzionaria, Fidel Castro proclama la natura socialista della
rivoluzione, Cuba è un paese arretrato appena uscito dal regime
neocoloniale, pertanto ancora annoverabile a pieno diritto tra i paesi
del "Terzo Mondo". Alla volontà politica comunista del governo si è
posto allora il problema di costruire la società socialista...
Come fare?
Quali misure economiche adottare? Come formare dal nulla i
quadri responsabili dello Stato Socialista? Quali manuali e metodologie
utilizzare? Ecc., ecc.
Affidarsi all'esperienza sovietica ai manuali di economia
sovietica, agli istruttori sovietici, questa è stata la logica
soluzione.
Dunque il socialismo cubano non è altro che la copia di
quello dell'URSS?
Sostanzialmente si, ma con una differenza; la volontà di
sfruttare l'esperienza sovietica per rimettere in moto il cammino
rivoluzionario in direzione della creazione della società finalmente
comunista, ovvero di superare nei tempi il più possibile brevi la fase
di dittatura del proletariato.
Questa ambiziosa finalità ha spinto il socialismo cubano
verso l'internazionalismo rivoluzionario, di cui le spedizioni di "Che"
Guevara in Congo e Bolivia, e l'appoggio politico-militare ai movimenti
rivoluzionari in America Latina ed Africa, sono l'esempio
incontrovertibile della coscienza della necessità di alimentare la
rivoluzione ovunque fosse possibile. Lo slogan guevariano "Creare due,
tre, molti Vietnam" sintetizza la strategia scaturita dalla
consapevolezza che per far procedere la marcia dell'umanità verso il
"regno delle libertà", verso la formazione dell'"uomo nuovo", era
indispensabile sbloccare la situazione nata dalla "guerra fredda"
abbattendo la potenza dell'imperialismo capitalista. Quello stesso
imperialismo che aggredì la rivoluzione d'Ottobre costringendo 1'URSS a
mobilitare le risorse in funzione bellico-difensiva, e che vistosi
battuto localmente innescò una corsa all'armamento durata '70 anni
bloccando in tutti i paesi socialisti le possibilità creative della
rivoluzione, infine costringendo tali possibilità a rimanere
"congelate"dalla condizione di guerra fredda permanente.
I1 socialismo cubano si è quindi distinto per aver
mobilitato le proprie risorse in favore dell'internazionalismo
rivoluzionario in modo dichiarato ed incisivo, addirittura temerario, di
cui Guevara è stato il massimo artefice.
L'esempio cubano ha avuto tanta risonanza che ancora oggi,
a decenni dagli eroismi internazionalistici e con Cuba socialista
ridotta all'ombra di ciò che è stata, fra i popoli del "Terzo Mondo" che
hanno vissuto la lotta antimperialista è ancora diffusa la viva simpatia
per 1'isola caraibica, nei confronti della quale essi sono debitori di
aiuti disinteressati soprattutto in termini di materiale umano: tecnici,
medici, insegnanti, ecc.
I1 peso politico dell'internazionalismo cubano risulta
inoltre evidente di fronte all'interesse e al dibattito che suscita oggi
nei paesi occidentali, dove la "sinistra" che si era entusiasmata per
quello che inizialmente aveva interpretato come un promettente tipo di
socialismo "nuovo" (si rammenti la smania revisionista nel cercare
fantomatici socialismi "dal volto umano") ora si affretta a liquidarlo
accusandolo di autoritarismo o svilendone il significato ideologico con
una solidarietà basata più sulla difesa della libertà di
autodeterminazione dei popoli, che sulla solidarietà di classe.
Per comprendere le convulse circostanze in cui è maturato
il processo di trasformazione dell'economia e della società cubana è
necessario compiere una breve digressione riassuntiva che rammenti il
corso degli eventi seguiti alla caduta del regime di Batista.
A1 trionfo della rivoluzione dell'8 Gennaio del 1959 segue
la formazione di un governo retto da esponenti della borghesia non
compromessi dal precedente regime neocoloniale nel quale Fidel Castro
ricopre la carica di Primo Ministro.
Nel corso dell'anno, di fronte alla intransigenza castrista
che ai primi accenni di azione controrivoluzionaria (ribellione del
generale Hubert Matos) non esita a mobilitare l'esercito guerrigliero e
a far occupare l'Avana con una manifestazione pacifista da mezzo milione
di "campesinos" provenienti da tutta l'isola, vengono meno le speranze
conservatrici di far defluire la spinta rivoluzionaria nel riformismo
democratico. I1 radicalizzarsi della situazione politica provoca la
caduta del governo borghese e la fuga del Presidente Manuel Urrutia Lleó
con tutti i ministri in Florida, negli Stati Uniti (Urrutia viene
sostituito da Osvaldo Dorticós che rimarrà in carica fino al 1975).
Nell'ottobre del 1960 la nazionalizzazione delle banche e delle imprese
con più di 24 dipendenti provoca la reazione degli USA che negano il
petrolio che prima fornivano normalmente; la richiesta di Castro di
raffinare il petrolio offerto dai sovietici viene negata, pertanto il
governo rivoluzionario nazionalizza le raffinerie (di proprietà
americana). Scattato l'embargo statunitense che trascina al suo fianco i
due continenti americani (tranne Messico e Canada), all'economia cubana
rimane un unico partner commerciale costituito dai paesi socialisti
(Cina, URSS ed Europa orientale).
Riassumiamo ora le misure che la Rivoluzione cubana ha
adottato nella costruzione dello Stato Socialista, ciò permetterà di
capire quanto di buono ha prodotto, vi é stato, ed in minima parte vi é
ancora.
Nazionalizzazione di finanze, industrie, trasporti, servizi
La risoluzione n. 94 del 21 Novembre del 1959 rende
ufficiale la creazione dell'"Instituto Nacional de Reforma Agraria" (INRA).
Tale istituto serve allo scopo di ricostruire l'economia
cubana in senso socialista, ossia a distruggere l'anarchia produttiva
capitalista che era funzionale solo agli interessi della borghesia
nazionale e straniera, edificando al suo posto un modo di produzione
razionale capace di assicurare l'equa distribuzione di lavoro e
compensi. In altre parole, al profitto individuale di padroni grandi e
piccoli si sostituisce d'autorità l'interesse collettivo gestito dalla
massa proletaria attraverso le strutture amministrative prodotte dal
governo rivoluzionario.
L'INRA è suddivisa in vari dipartimenti; a capo del
Dipartimento Industriale vi é Ernesto "Che" Guevara a partire dal 7
Ottobre 1959 (egli diverrà poi Ministro dell'Industria dal 1961 al
1964).
Di fronte ad un panorama di industrie produttive, altre
abbandonate dai proprietari emigrati all'estero con i capitali, altre
ancora improduttive perché i padroni si erano arricchiti a spese
dell'erario in quanto legati al regime di Batista, il Dipartimento
Industriale nel 1960 unisce i fondi di tutte le fabbriche nazionalizzate
(inizialmente solo quelle con più di 24 dipendenti) in un unico fondo
centralizzato in cui i vari stabilimenti depositano i ricavi e ricevono
i finanziamenti programmati in accordo ad un bilancio prefissato. In tal
modo si contribuisce al contenimento della disoccupazione e si permette
alla popolazione di continuare a ricevere i prodotti necessari anche in
presenza di una temporanea non redditività di tutte le aziende. Il
personale che risulta eccedente viene trasferito in altri settori
produttivi, mentre i lavoratori per i quali non é possibile il
trasferimento vengono creati corsi di qualificazione tecnica e
culturale. La sezione finanze, contabilità e bilanci del Dipartimento
amministra il fondo centralizzato in conformità di programmi in accordo
ad un piano annuale.
La Banca Nazionale é depositaria del fondo centralizzato,
essa amministra il capitale finanziario (anch'esso nazionalizzato) e ad
essa il Dipartimento Industriale invia copia dei bilanci delle unità
produttive mentre le agenzie bancarie, da parte loro, non effettuano
pagamenti superiori alle cifre stabilite nel bilancio generale. A guida
della Banca Nazionale é "Che" Guevara in qualità di Presidente dal
Novembre del 1959.
Nel 1961 il 70% del settore industriale é nazionalizzato.
Trasporti e servizi subiscono lo stesso adeguato
trattamento: nel Marzo del 1959 vengono nazionalizzate le cooperative
dei bus e la "cuban Telephone", gli affini e le tariffe telefoniche
vengono dimezzate (legge 508 del 19/08/59), i prezzi dei libri di testo
per la scuola elementare, superiore e professionale vengono ridotti del
25/30% (legge 479), viene anche ridotto il prezzo dei farmaci del
15/20%. I1 tunnel dell'Avana, unico tratto autostradale a pagamento
dell'isola, viene anch'esso nazionalizzato ed il pedaggio abolito.
Negli anni successivi l'intero tariffario dei servizi sarà
ridotto ad un "prezzo politico", una tassa minima per il consumo di gas,
telefono, corrente elettrica, e per l'uso dei bus e dei treni.
Completamente gratuiti diverranno i servizi essenziali: la sanità e la
scuola. Lo studio, di ogni livello e grado sarà assicurato e gratuito,
nonché incentivato, qualunque tipo di intervento chirurgico, cura o
terapia non richiederà alcuna spesa, anche la chirurgia estetica sarà
gratuita.
Attualmente le gravi condizioni economiche procurate da 36
anni di embargo a cui si sono sommate le vicende della restaurazione
liberal-democratica in Europa orientale con la scomparsa del principale
alleato cubano, si ripercuotono immediatamente ed in modo visibilmente
disastroso proprio sui traguardi socialisti relativi ai servizi ed alle
strutture di pubblica utilità. I1 sopracitato "prezzo politico" va
scomparendo e sostituito da tariffe più consistenti, compaiono imposte
che erano state dimenticate da oltre trent'anni, la qualità dei servizi
si va deteriorando al limite della sussistenza.
Riforma Agraria
L'1% dei proprietari terrieri cubani controllava quasi la
metà di tutto il territorio agricolo dell'isola. Le compagnie "American
Sugar Refinig Company", "Vertientes y Camaguey", "Francisco Sugar",
"Atlantica del Golfo", "Cuban American Sugar", possedevano circa
2.684.000 ettari, di cui coltivavano meno della metà. I1 salario dei
braccianti agricoli era di 50 centesimi al giorno!
I1 17 Maggio del 1959 la legge di Riforma Agraria sancisce
1'attribuzione dei titoli di proprietà a 150.000 contadini che si
dividono tutte le proprietà superiori ai 400 ettari disintegrando una
volta per tutte i latifondi e varando un progetto di istituzione di
cooperative agricole sotto la direzione dell'INRA.
Nel 1961 una seconda Riforma Agraria riduce a 63 ettari il
limite della proprietà privata.
Campagna di Alfabetizzazione
Gli analfabeti a Cuba erano milioni, in alcune zone del
paese, soprattutto in montagna, lo erano pressoché tutti.
Il governo rivoluzionario nel 1961 organizza una campagna
di alfabetizzazione nazionale senza precedenti storici; migliaia e
migliaia di volontari, ragazzi e ragazze diplomati o laureati si recano
nelle zone più povere del paese dove si improvvisano maestri
condividendo le condizioni di vita degli allievi. Sarà la stessa ONU a
dichiarare alcuni mesi più tardi l'isola "territorio libero da
analfabetismo". Questa operazione culturale di massa é la prima grande
vittoria nazionale rivoluzionaria nell'edificazione dello Stato
Socialista ed é anche una grande lezione politica; tutti i contadini
capiscono che esiste una concreta rivoluzione in corso.
Lotta alla discriminazione razziale
La popolazione di Cuba é composta per il 72% da bianchi,
per il 15% da mulatti, per il 12% da negri e per 1'1% da asiatici.
In epoca prerivoluzionaria le barriere razziali, non
istituzionali ma socio-economiche impedivano ai neri e parzialmente
anche ai mulatti la piena occupazione. La discriminazione era evidente
nel settore turistico, dove i neri ed i creoli erano ammessi in qualità
di dipendenti solo nei periodi di bassa stagione... per non turbare la
sensibilità dei turisti nordamericani.
I1 governo rivoluzionario esegue immediatamente (25 Marzo
1959) la condanna pubblica della discriminazione razziale e affida alla
scolarizzazione di massa il compito di superare tale spinoso ostacolo
culturale.
I1 problema é di difficile soluzione in quanto non é
risolvibile cancellando leggi razziste perché quelle non esistono; prima
della rivoluzione non vi era traccia di alcuna forma legislativa di
"apartheid", si tratta invece di eliminare i condizionamenti culturali
che si sono formati e stratificati a partire dall'epoca schiavista. I1
problema é di ordine mentale.
Sviluppare nella massa la coscienza comunista sarebbe la
soluzione, ma la complessità di questo traguardo é quanto di più
imponente la rivoluzione deve affrontare. A questo proposito Fidel
Castro disse: "... noi non dobbiamo lottare soltanto contro una serie di
privilegi e interessi che hanno pesato sulla nazione e sul popolo,
dobbiamo lottare contro noi stessi, dobbiamo lottare fortemente contro
noi stessi..." (Conferenza stampa del 15 Marzo 1959).
L'allusione di Castro é rivolta alla necessità di
modificare la formazione culturale di ognuno, allo sforzo intellettuale
individuale che é indispensabile per la creazione della coscienza
dell'"uomo nuovo", ossia della coscienza comunista.
Oggi, a trentasei anni dalla vittoria della rivoluzione, si
può affermare che la discriminazione razziale é stata certamente
ridimensionata in modo netto, ma a causa della battuta d'arresto subita
dal processo di formazione culturale a cui si accennava sopra, non é
stata battuta definitivamente.
Creazione di strutture statali
L'azione dello stato socialista cubano nei confronti delle
misure volte alla creazione di strutture di pubblica utilità ha la
natura di un'autentica opera di ricostruzione nazionale. Segue l'elenco
delle principali iniziative realizzate:
costruzione di strade carrozzabili che collegano località
abitate fra le più isolate del paese, dimora dei più poveri abitanti
dell'isola
istituzione di cooperative di carbonai e pescatori, le
categorie di lavoratori che insieme ai contadini delle zone montuose
vivevano le condizioni più degradate
istituzione di un servizio medico rurale gratuito con
l'edificazione di ambulatori presso località dove non solo non esisteva
nulla di simile, ma dove la medicina non era mai arrivata a causa
dell'indigenza degli abitanti e della conseguente assenza di profitto il
praticarla
fondazione del "Centro Nazionale di Investigazioni
Scientifiche", dell'"Accademia delle Scienze" e dell'"Istituto di
Scienza Animale". Tali centri di studio e ricerca scientifica erano
prima inesistenti a causa del ritardo culturale istituzionale procurato
dalla dominazione coloniale e neocoloniale
fondazione dei cosiddetti "Istituti Tecnologici" atti a
formare i quadri di tecnici specializzati necessari alle esigenze di
personale qualificato dell'industria nazionale. Da sempre la tecnologia
era patrimonio delle aziende straniere presenti nell'isola allo scopo di
sfruttarne le risorse naturali e la manodopera
fondazione dell"'Istituto Cubano di Arte e Industria
Cinematografica" (ICAIC) fondazione della "Prensa Nacional", cioè la
"Stampa Nazionale"
fondazione dell"'Istituto Cubano del Libro"
"Riforma Urbana". Alla immediata riduzione degli affitti
eseguita nel 1959 segue la pianificazione dell'attività edile
finalizzata alla soluzione della cronica carenza di alloggi per un
popolo in ascesa demografica; la popolazione cubana é passata dai circa
5 milioni del 1959 ai 10 attuali.
Dato il permanere del bisogno di case e la mancanza di
manodopera e risorse adeguate, nascerà il sistema delle "microbrigadas"
(microbrigate). Ad un centro di lavoro che ne faccia richiesta il
governo concede un terreno, i materiali ed i tecnici, il centro di
lavoro o la fabbrica che ha inoltrato la richiesta toglie dalla normale
produzione un certo numero di dipendenti per periodi di tempo variabili
e li manda a trasformarsi in mano d'opera edile. I dipendenti che
restano nel centro di lavoro promotore di questa attività edile
straordinaria si fanno carico del lavoro di chi se ne va, e spesso la
domenica fanno il lavoro volontario in cantiere. Interi quartieri sono
stati costruiti con questo metodo.
edificazione di "Città Scolari", "Città Universitarie" e
fondazione dell"'Istituto Nazionale Borse di Studio". La poderosa
struttura scolastica creata dal nulla ha lo scopo di assicurare la
scolarizzazione di massa, requisito indispensabile per il miglioramento
delle condizioni di vita individuali e collettive.
Nel sistema scolastico cubano, così come in quello di ogni
stato socialista compiuto, lo studio é un diritto garantito a tutti
coloro che desiderano accrescere la propria qualificazione culturale e
professionale dimostrando di avere le qualità necessarie. L'uso delle
strutture scolastiche e dei materiali didattici é gratuito, il
mantenimento degli studenti é anch'esso fornito gratuitamente in
complessi residenziali al loro servizio, pertanto la barriera al diritto
allo studio costituita da tasse, rette ed ogni altro tipo di spesa di
mantenimento non esiste. La barriera risiede invece nel severo vaglio
delle attitudini e capacità possedute dagli studenti selezionati nel
corso degli studi in sede di esami e valutazioni.
Lo Stato socialista impone agli studenti di ogni livello e
grado 45 giorni all'anno di prestazioni lavorative nel settore agricolo.
Lo scopo di questo lavoro obbligatorio consiste nel ricavare un parziale
risarcimento ai servizi scolastici ed universitari gratuiti, ma
soprattutto di curare la formazione culturale studentesca.
La carriera degli studi svincolata dai rapporti di
produzione, dal contatto con la concreta realtà del lavoro, in
particolar modo da quello agricolo che più di altri richiede fatica
fisica, comporta un'inevitabile condizionamento mentale che attribuisce
all'attività intellettuale il primato su qualunque altra attività,
alimentando la convinzione che solo il lavoro intellettuale é degno di
rispetto perché alieno da fatica fisica e lavoro manuale, finendo
coll'interpretare quest'ultimo come semplice applicazione della forza
bruta.
I1 lavoro nei campi a cui vengono applicati gli studenti
insegna loro che l'attività manuale non é disgiunta da quella
intellettuale, perché qualunque lavoro agricolo compiuto senza
concentrazione e perizia tecnica é impossibile quando non é addirittura
pericoloso. Piantare un chiodo o scavare un fosso sono azioni semplici
ma non stupide, perché richiedono l'abilità nell'uso degli strumenti il
cui maneggio é possibile a patto di usare il cervello.
Questa banale constatazione diviene formativa nel momento
in cui gli studenti vivono concretamente queste esperienze e si rendono
conto delle difficoltà, della fatica e delle nozioni necessarie per
realizzare azioni tanto facili in apparenza.
I1 sistema scolastico dei regimi liberal-democratici che
apparta gli studenti in un modo parassitario la cui autorevolezza e
prestigio risiedono nel fine istituzionale di dotarli di capacità
"speciali" atte a garantire loro una condizione privilegiata sul resto
della società, produce saccente presunzione, disprezzo per il lavoro in
genere ed aggressivo individualismo piccolo-borghese, un bagaglio di
comportamenti e mentalità bene rappresentato dalla goliardia.
La "Escuela al campo" ovvero il lavoro agricolo
obbligatorio impegna anche l'intero corpo insegnanti in compiti di
gestione. Gli studenti disabili o in cattive condizioni di salute
vengono addetti ad attività lavorative adeguate alla loro condizione
fisica (generalmente nei servizi scolastici) oppure esonerati.
Un vanto del socialismo cubano é l'educazione infantile.
Esistono migliaia e migliaia di "circulos" (asili nido e scuole materne
a Cuba sono la stessa cosa) disseminati ovunque, in ville un tempo di
ricchi, in case riadattate, in nuove costruzioni prefabbricate o
costruite con il sistema delle "microbrigadas". I bambini sono ospitati
dal mattino alle 6 fino alle 19; mangiano, vengono vestiti con le divise
dei "pionieri" (la struttura politica infantile) e seguiti da équipes
pediatriche e da personale specializzato provvisto di preparazione
pedagogica riconosciuta in campo internazionale. (I1 confronto con
l'assistenza pubblica e gratuita fornita dagli altri paesi
latinoamericani é lasciata all'iniziativa del lettore).
L'assistenza dei "circulos" era gratuita, ma dagli anni 80
le famiglie dei bambini pagano una retta proporzionale alle loro
entrate.
fondazione della "Casa de las Americas", centro culturale
nazionale che nel corso degli anni diventerà un punto di riferimento per
tutti gli intellettuali latinoamericani, tuttora di importanza
continentale.
fondazione del "Dipartimento di Riforestazione". La legge
341 del 1959 destina 5 milioni di pesos alla semina di alberi su tutto
il territorio dell'isola, il cui patrimonio boschivo patisce i danni
subiti dallo sfruttamento selvaggio di epoca coloniale e neocoloniale
creazione di una struttura commerciale statale. Nel 1959 il
"Dipartimento di commercializzazione" dell'INRA apre le cosiddette "Tiendas
del pueblo" (negozi del popolo), una catena di empori dove si possono
acquistare a prezzi ridotti alimentari e mercanzie in genere di prima
necessità.
Successivamente le attività commerciali private vengono
eliminate del tutto.
In occasione della prima riunione nazionale dell'INRA (4
agosto 1959) viene già indicata da Castro la motivazione di questo
provvedimento comune ad ogni stato socialista; si tratta di eliminare le
speculazioni commerciali che nascono nella distribuzione delle merci,
perché "...i commercianti si arricchiscono e nuocciono al produttore
come al consumatore".
L'embargo e le condizioni di isolamento commerciale
dell'isola impongono un regime di consumi austero, che diviene di
rigoroso razionamento nel corso degli anni 70. Da allora esisterà il
razionamento per una serie di prodotti alimentari e non alimentari a
basso prezzo, distribuiti secondo le scadenze e le quantità indicate
dalla "libreta" cioè la tessera del razionamento. Per altri prodotti non
di prima necessità esisterà "un doppio mercato" nel senso che fino ad
una certa misura il prezzo sarà molto basso, oltre sarà molto alto (ciò
vale ad esempio per benzina e sigarette); la "libreta" lo strumento di
controllo.
Esisteranno anche i prodotti venduti "a la libre", ossia
senza razionamenti di alcun genere. A partire dal 1993, viste le
disastrose condizioni economiche del paese ridotto ad un'autarchia ormai
insostenibile, é stata legalizzata la libera circolazione del dollaro e
varati numerosissimi accordi commerciali con aziende straniere che hanno
reintrodotto il capitalismo (soprattutto nel settore turistico) seppure
in forma vigilata dallo stato. La valuta statunitense, che ora può
essere utilizzata liberamente dai cittadini cubani, ha ridotto gli
effetti deleteri del mercato nero che già da parecchi anni usava la
valuta USA, ma ha restaurato la discriminante mercantile di epoca
neocoloniale. Oggi, infatti, in virtù delle "magiche" libertà offerte
dal mercato capitalista solo chi possiede dollari può acquistare
prodotti giacché la valuta nazionale, il "peso" cubano (ufficialmente
cambiato alla pari con il dollaro) é quasi privo di capacità di acquisto
reale perché inutilizzabile per comprare merce straniera. I cittadini
cubani che possiedono dollari sono solo tre categorie: i dipendenti di
imprese a partecipazione straniera (per lo più impiegati nel settore
turistico), coloro che se li procurano in modo illecito (mercato nero e
prostituzione) e coloro che godono il vantaggio di avere parenti
residenti all'estero (considerevole é il flusso di dollari provenienti
dalla Florida, patria adottiva degli esuli controrivoluzionari).
Le contraddittorie conseguenze di questa situazione
drammatica ed esasperante sono facilmente immaginabili.
fondazione dell"'Istituto Nazionale dell'Industria
Turistica".
Fino ad allora il turismo era stato privilegio esclusivo di
ricchi stranieri o di cubani di pelle bianca, insieme al gioco d'azzardo
e alla prostituzione aveva costituito la principale attività economica
della capitale e dominio della malavita organizzata. L'Avana era stata
quartier generale dell'organizzazione mafiosa di "Lucky" Luciano, la cui
potenza è testimoniata dai grandiosi hotels "Capri" e "Riviera", tuttora
funzionanti ma all'epoca di proprietà mafiosa. La mafia italo-americana
aveva spadroneggiato al punto di progettare insieme agli oligarchi del
regime di Battista la costruzione di una ventina di lussuosi alberghi
sul lungomare della capitale, là dove la sua organizzazione era radicata
e saldamente legata al potere politico del governo neocoloniale, e il
suo controllo dell'attività imprenditoriale era capillare (ad esempio il
"boss" Ardito Barletta possedeva oltre alle attività criminali l'hotel
"Siviglia", una televisione locale ed altre attività legali).
Compito dell'Istituto Turistico è la valorizzazione (in
senso socialista) delle strutture alberghiere già esistenti e la
costruzione di altre nuove. La nazionalizzazione del patrimonio
turistico e la gestione socialista di esso consentono di destinarne
parte ad uso popolare, e sebbene il turismo cubano non diventerà mai un
fenomeno di massa così come lo conosciamo nei paesi occidentali, i
soggiorni brevi in hotel in occasione di nozze, fine settimana o "fiesta
de los quince" ("festa dei quindici"; a Cuba l'ingresso femminile in
società si celebra solennemente all'età di 15 anni) diventano
consuetudine diffusa. Soggiorni gratuiti sono inoltre distribuiti dai
centri di lavoro sotto forma di incentivi.
Nel corso degli anni 80 le disastrose conseguenze
dell'isolamento commerciale del paese hanno fatto dell'industria
turistica l'unico settore grandemente remunerativo dell'economia cubana
(1'esportazione di nichel e zucchero hanno subìto le conseguenze del
crollo del valore di questi prodotti sul mercato mondiale), pertanto
proprio il turismo ha aperto per primo i battenti al capitalismo
straniero.
Quest'ultimo è rientrato a Cuba sotto forma di società
commerciali miste composte da cubani ed investitori stranieri (per lo
più spagnoli e italiani) che hanno acquistato strutture alberghiere o
edificato altre nuove. La presenza di cittadini cubani all'interno di
queste società garantisce la sovranità nazionale sulle "cittadelle
capitalistiche" in cui sono stati trasformati alberghi e villaggi
turistici, ma non ne modifica certo la natura economica, esclusivamente
finalizzata al profitto dei proprietari. Anche le strutture turistiche
ancora di completa proprietà dello Stato sono state convertite in
macchine per incamerare valuta pregiata, sicché l'utilizzazione popolare
del patrimonio turistico nazionale si è progressivamente ridotta
all'estremo ed attualmente è nulla.
Merita un cenno il ruolo culturale antisocialista svolto
dal massiccio afflusso turistico nell'isola. A partire dagli anni 80 la
massa di turisti che per tutto il corso dell'anno transita a Cuba,
propaganda un modello di vita e tutti i valori ad esso connessi che è
l'opposto o per lo meno stridente con quello vigente nel paese.
Consumismo, snobismo, becero edonismo vacanziero, sono modelli culturali
e comportamentali che vengono importati nell'isola nella forma fascinosa
dello svago programmato, organizzato, appunto la vacanza. La rutilante
vita del turista, per quanto breve ed effimera, si impone come unica
immagine di ciò che è la realtà dei paesi capitalisti, riscuotendo (fra
i giovani soprattutto) comprensibile attrazione e paradossale autorità
di documento veritiero. I1 turismo è dunque il miglior veicolo
pubblicitario della retorica anticomunista e antisocialista in genere,
divenendo per la massa popolare cubana impossibile eppure sistematico
terreno di confronto e valutazioni comparative.
fondazione dell"'Istituto Nazionale Sportivo e Ricreativo"
(INDER)
La gestione da parte dello Stato socialista della pratica
dello sport di massa consente di investire notevoli risorse in impianti
sportivi e strutture organizzative. La selezione agonistica estesa alla
moltitudine popolare produrrà negli anni post-rivoluzionari un gran
numero di campioni che si affermeranno in gare internazionali e
competizioni olimpiche, spesso distinguendosi nel rifiutare i favolosi
ingaggi offerti da società sportive nordamericane.
Qualunque sportivo appassionato e dotato di buona memoria
sa elencare numerosissimi atleti cubani protagonisti degli eventi
sportivi degli ultimi vent'anni. (Juantorena, Teofilo Stevenson, Pedroso,
Sotomayor, gli atleti componenti arcinote squadre di baseball, scherma,
pallavolo, ecc. ecc).
Creazione di strutture paramilitari popolari a difesa della
Rivoluzione
La pressione terroristica (attentati, mitragliamenti dal
mare e incursioni di singoli aerei sono frequenti per tutto il 1959)
esercitata da agenti della CIA o da cubani facenti parte di
organizzazioni controrivoluzionari e con sede a Miami in Florida,
provoca la creazione di una struttura di difesa popolare del governo
rivoluzionario.
Nel 1960 nascono per questo scopo i "Comitati di Difesa
della Rivoluzione" (CDR); tali comitati costituiscono l'organizzazione
territoriale di massa e divengono nel corso degli anni l'ossatura
dell'organizzazione sociale cubana. Ogni centro abitato viene suddiviso
in comitati ciascuno della consistenza di uno o più isolati in città o
di un intero paese in provincia. Nei primi anni i "CDR" organizzano
squadre di vigilanza contro gli attentati, poi, diminuita l'azione
terroristica, prendono a collaborare efficacemente con l'organizzazione
statale curando ogni attività di massa, dal lavoro volontario alle
campagne di vaccinazione, dalla raccolta di materiali riciclabili alla
costituzione dei comitati scuola-famiglia, dall'istruzione tecnica e
politica alle feste di isolato. Ad ogni "CDR" possono aderire tutti gli
abitanti della zona di ciascun comitato compiuti i 14 anni.
La "Milizia Popolare" costituisce un altro contributo di
massa alla difesa militare dello Stato socialista cubano. In caso di
aggressione da parte di un esercito straniero la Milizia è in grado di
mobilitare in poche ore tutti, uomini, donne, ragazzi e ragazze
(compiuti i 16 anni di età). La partecipazione alle manovre della
Milizia è esclusivamente volontaria, ma data la coesione della società
cubana post-rivoluzionaria, essa è diffusa e generalizzata. Praticamente
tutti i cubani, di ogni età e di ambo i sessi hanno avuto una
rudimentale preparazione militare realizzata durante le periodiche
manovre d'addestramento, seguite spesso con giovanile entusiasmo ed
autoironia.
Creazione di strutture politiche di massa
La "Federación de Mujeres Cubanas" (FMC), cioè la
"Federazione delle Donne Cubane" è una struttura che svolge attività
organizzative in ambito esclusivamente femminile con compiti non solo
politico-amministrativi ma socio-culturali, al pari del "CDR". I1 ruolo
di questa struttura assume importanza particolare se si considera la
cultura maschilista cubana, che al "machismo" spagnolo somma quello
africano in una miscela sconosciuta in Europa. Per combattere la
mentalità che dà per scontate l'inferiorità e la sottomissione
femminile, nel 1975 è stata varata la legge sull'uguaglianza fra uomo e
donna, misura legislativa che condanna e abolisce le residue forme di
maschilismo della società socialista cubana.
La legge è stata accompagnata da una campagna nazionale di
sensibilizzazione in cui la Federazione ha avuto ruolo protagonista.
Alla presidenza della "FMC" è Wilma Espín, veterana della
guerriglia e moglie di Raul Castro.
La "Asociación de Jóvenes Rebeldes" (Associazione dei
Giovani Ribelli) nel periodo immediatamente seguente la vittoria
rivoluzionaria organizza la gioventù che aderisce al "Movimiento 26 de
Julio", il movimento politico-rivoluzionario animatore della guerriglia.
La radicalizzazione dello scontro di classe seguita al moderato
riformismo del governo borghese di Manuel Urrutia si conclude nel corso
del 1959 con il prevalere del "castrismo", la conseguente definizione
ideologica del movimento politico giunto al potere determina, tra
l'altro, la trasformazione dell'associazione giovanile in "Unión de
Jóvenes Comunistas" (UJC). In un paese in cui le caratteristiche
demografiche fanno della gioventù la massa popolare preponderante
l'importanza di questa struttura è evidente; essa svolge i compiti
organizzativi e formativi comuni a molti altri enti statali, ma con
particolare attenzione alla cura del tempo libero, infatti a carico
della "UJC" è l'organizzazione di quelle che attualmente, date le gravi
condizioni economiche del paese, sono le uniche occasioni di
divertimento di massa (concerti, serate danzanti in improvvisate
discoteche all'aperto, ecc.).
Creazione di organismi politico-diplomatici preposti allo
sviluppo dell'internazionalismo rivoluzionario
"Instituto de Amistad con los Pueblos " (ICAP)
Da strumento delle iniziative solidaristiche realizzate
nell'ambito dell'internazionalismo antimperialista in America Latina ed
Africa, si è trasformalo in un prezioso veicolo di aiuti economici
diretti alla stessa Cuba in seguito al mutamento della situazione
politica mondiale. Le associazioni e i comitati di solidarietà con il
socialismo cubano sparsi in tutto il mondo fanno riferimento a questo
istituto ormai da parecchi anni, da quando si è convertito in arma
disperata di difesa contro l'embargo statunitense.
"Oragnisación Latinoamericana de Solidaridad" (OLAS)
La strategia cubana per il continente latinoamericano
indica nei movimenti insurrezionali generati da nuclei guerriglieri la
via rivoluzionaria da seguire. La tattica dei partiti comunisti
sudamericani (ad eccezione del Partito Comunista Venezuelano) punta
invece alla costituzione di partiti di massa rifiutando la lotta armata,
ciò crea contrasti fra il governo cubano e i partiti comunisti
"ortodossi".
L'"OLAS" viene creata appositamente per sancire la volontà
cubana di organizzare strutture marxiste-leniniste libere da i vincoli
con i tradizionali partiti comunisti e favorevoli all'impegno armato a
sostegno dei movimenti guerriglieri.
La prima riunione dell"'OLAS" avviene nell'Avana il
4/08/67; viene alla luce il drammatico isolamento del governo cubano,
che si ritrova solo fra partitini e gruppuscoli rivoluzionari a
propugnare tale linea di azione.
"Che" Guevara è assente, impegnato in Bolivia a praticare
la perfetta unione di teoria e prassi, braccato dalle forze
antiguerriglia addestrata dai nordamericani. I1 mese seguente il nucleo
guerrigliero del "Che" viene catturato, egli è ferito durante il
combattimento e catturato, dopodiché assassinato.
La scomparsa del principale sostenitore dell'insurrezionalismo
rivoluzionario non ferma l'offensiva guerrigliera latinoamericana, che
si protrae per quasi vent'anni attraverso i "Tupamaros" in Uruguay, i
"Sandinisti" in Nicaragua, "Sendero Luminoso" ed "MRTA" in Perù, il
"Fronte Farabundo Martí" in Salvador, 1'"OPRA" in Guatemala. Ma l"'OLAS"
è giunta in ritardo, perdendo così la possibilità di agire con successo;
Cuba non è in grado di coordinare l'azione rivoluzionaria continentale e
gradualmente ripiega su posizioni di difesa.
La brevissima vita di questa organizzazione ha la natura di
un'ipotesi strategica, di un'esperimento, comunque di un'esperienza
tutta da valutare.
Ristrutturazione del sistema retributivo
Durante i primi anni di governo rivoluzionario, tra il 1959
e il 1961, la politica padronale rivolta a concedere aumenti salariali
allo scopo di evitare conflitti che potevano facilmente concludersi con
la nazionalizzazione dell'azienda, ossia con l'esproprio da parte dello
stato che stava assumendo caratteri ormai apertamente socialisti, crea
grosse sproporzioni salariali fra i vari settori produttivi, aggiungendo
altre iniquità al sistema retributivo capitalista neocoloniale.
Esistevano, infatti, enormi disparità salariali, diverse denominazioni e
retribuzioni per una determinata occupazione, inesistenza di indicazioni
riguardo ai criteri di qualificazione, inesistenza delle norme di
lavoro, insomma una babele in cui regnavano le sperequazioni più
assurde.
Nel 1962 il Ministero dell'Industria e quello del lavoro
riorganizzano e regolamentano 1'attività produttiva e retributiva;
elaborano una definizione unica delle occupazioni, definiscono le
funzioni lavorative e i criteri di qualificazione, riducono tutte le
fasce salariali (migliaia) al numero di 41, classificano i centri
produttivi del paese per poter ripartire il personale direttivo,
elaborano un'unica scala salariale per l'intera economia, definiscono le
norme di produzione di tutte le unità produttive, classificano i posti
di lavoro, inaugurano corsi di specializzazione per i quadri
responsabili della gestione politica amministrativa e sindacale.
I1 sistema retributivo elaborato dai due ministeri, al pari
di quello di qualunque altro paese socialista, ridimensiona in modo
netto le retribuzioni dei lavoratori ad elevata qualifica professionale,
misura che provoca la "fuga" dei tecnici di ogni genere verso paesi
nordamericani creando non poche difficoltà iniziali all'economia cubana.
Invece decisa rivalutazione salariale viene giustamente stabilita per i
lavoratori che praticano condizioni di lavoro particolarmente dure e/o
pericolose, perciò un'operaio addetto ai servizi portuali di
carico/scarico delle merci, ad esempio, percepisce un salario pari a
quello di un medico o di un qualunque altro laureato.
Protagonista della riorganizzazione retributiva e
produttiva è il Ministro dell'Industria Ernesto "Che" Guevara in carica
dal 1961 al 1964, epoca in cui ha occasione di affermare:
Perché il salario è un vecchio male, che nasce con
l'affermarsi del capitalismo, che nasce quando la borghesia prende il
potere distruggendo il feudalesimo e che non muore neppure nella fase
socialista. Finirà, si estinguerà soltanto quando il denaro non
circolerà più, quando si arriverà alla società ideale, al comunismo.
Col salario ideale, cioè col denaro, si misura la diversa
qualificazione di chi è retribuito per lavorare. Col denaro si misura
anche lo spirito lavorativo di ciascuno, secondo la propria
specializzazione. Il denaro è l'unica misura che può abbracciare tutto
e, nella fase della costruzione del socialismo in cui ci sono ancora dei
rapporti di mercato, dobbiamo lavorare Con il denaro .. (Discorso per la
consegna dei premi a 45 operai del Ministero dell'Industria del
30/04/62)
Noi siamo ancora in un'epoca in cui l'ingiustizia non è
stata eliminata e in cui non possiamo ancora eliminarla del tutto; non
possiamo ancora dare a ciascuno a seconda delle proprie necessità. Ci
troviamo a dover costruire il socialismo, dobbiamo dare a ciascuno a
seconda del suo lavoro, dobbiamo correggere le ingiustizie a poco a poco
e dobbiamo farlo discutendo sempre con i lavoratori. (Discorso in
occasione della cerimonia per tecnici e operai del "MININD" del
27/01/63).
Guevara è consapevole del carattere transitorio del
socialismo e dei limiti di esso, perciò elabora un sistema salariale
finalizzato al superamento di questa fase, in cui vige la sistematica
combinazione d'incentivi materiali e morali in base al quale i
lavoratori che si distinguono per la qualità del lavoro compiuto sono
premiati con beni di consumo, ma anche con riconoscimenti pubblici per
aver acquistato la coscienza di aver esaudito un dovere sociale. Egli
riconosce la validità dell'incentivo materiale sul piano produttivo, ma
ne condanna l'uso quale leva fondamentale dell'economia socialista,
perché sostiene che subordinare lo sviluppo della coscienza
all'incremento dei consumi significa impedire la diffusione della morale
rivoluzionaria nelle masse, in altre parole ad impedire la creazione del
comunismo.
Fra i suoi scritti si può leggere: ".. graduale aumento dei
beni di consumo per il popolo, questa è la parola d'ordine, e in
definitiva, il grande strumento di formazione delle coscienze secondo i
sostenitori dell'altro sistema (quello capitalista)". ("Opere" Guevara)
I1 "Che" affronta così un problema cruciale del processo
rivoluzionario fornendo la propria valutazione in merito; il passaggio
dal socialismo al comunismo é possibile soltanto a patto di eliminare
completamente le categorie di valore mercantile, fintantoché il
socialismo continua ad usare tali categorie senza prodigarsi allo
sviluppo degli strumenti (anche retribuitivi) atti ad eliminarle,
procura la sopravvivenza del "germe" capitalista
A questo proposito Guevara afferma
"Sarebbe come dire che abbiamo preso come arma contro il
capitalismo un'arma del capitalismo trasferendola in un contesto dove
necessariamente essa non ha mordente, efficacia, perché può svilupparsi
soltanto in una piena società capitalista, cioè in una società in cui la
filosofia é la lotta dell'uomo sull'uomo, dei gruppi contro i gruppi..."
("I1 Piano e gli uomini" Guevara) Ed ancora:
"Rincorrendo l'illusione di realizzare il socialismo con
l'aiuto delle armi spuntate che ci lascia in eredità il capitalismo (la
merce come cellula economica, il profitto, l'interesse materiale
individuale, ecc.) si può imboccare un vicolo senza uscita, e vi si
arriva dopo aver percorso un lungo tratto in cui le strade si incrociano
più volte e dove é difficile capire dove si é sbagliato strada.
Frattanto la base economica adottata ha compiuto il suo lavoro di scavo
sullo sviluppo della coscienza.
Per costruire il comunismo, contemporaneamente alla base
materiale, bisogna costruire l'uomo nuovo." ("Scritti Scelti" Guevara)
Infine:
"Vincere il capitalismo con i suoi stessi feticci a cui si
é tolta la loro caratteristica magica più efficace, il lucro, mi sembra
un'impresa difficile". ("Opere" Guevara)
"Che" Guevara intuisce la difficoltà di formare la
coscienza comunista, cioè una nuova sensibilità umana non soggiogata
dall'egoismo individuale, utilizzando (ancora) un sistema economico in
cui si rinuncia a fare del lavoro un dovere sociale e si continua,
seppure in forma più blanda, a far sì che sia ancora vendita di una
merce l'analisi di questo problema essenziale per il passaggio dal
socialismo al comunismo, solleva a Cuba la discussione sulla scelta del
sistema di gestione dell'economia socialista, dando vita al cosiddetto "Débate
económico" ("Dibattito Economico") in corso nell'isola dall'Ottobre 1963
all'Agosto 1964.
Pur non entrando nel merito di questo dibattito, é doveroso
notare che la critica del "Che" al modello economico che in quegli anni
andava diffondendosi nei paesi dell'Est europeo (inizialmente Jugoslavia
e Cecoslovacchia) favorevole allo sviluppo di forme di libero mercato in
seno allo stato socialista, oggi, a restaurazione liberal-democratica
ivi compiuta, risulta assai lungimirante
Le teorie di Guevara hanno applicazione a Cuba per tutti
gli anni 60, ma dovendo fare i conti con la necessità di uscire dal
sottosviluppo del paese (per di più condizionato dai paesi alleati)
ossia costruire il socialismo prima che il comunismo, ottengono
un'applicazione solo parziale. Dal 1970 vengono accantonate per essere
sostituite da quelle degli economisti dei paesi socialisti europei, ciò
nonostante il contributo di Guevara in materia di economia socialista
rimane straordinario e ancora da sperimentare appieno. Sarà lo stesso
Fidel Castro a invitare nel 1987 al recupero del "pensiero economico"
del "Che", perché riferimento indispensabile nell'ambito del dibattito
nato dalla crisi ideologica in corso nei paesi socialisti.
Meritano un cenno il ruolo e il significato del lavoro
volontario; in quanto privo di retribuzione salariale é questo uno degli
strumenti dell'economia socialista (insieme ad incentivi morali ed
emulazione) che secondo Guevara devono portare al graduale estinguersi
delle categorie di valore mercantile.
Già Lenin nell'opuscolo "La grande iniziativa" (28/06/1918)
aveva esaltato il valore eccezionale di questa forma lavorativa perché
arma letale contro l'egoismo piccolo-borghese e i princìpi del
capitalismo tutto; nell'ambito della proprietà socialista il lavoro non
ha solo una finalità individuale ma collettiva, ed in essa é possibile
formare la coscienza comunista, il lavoro volontario é
contemporaneamente un mezzo di espressione e di formazione di questa
coscienza. Sulla traccia teorica e di costante esempio personale
realizzati in questo senso dal "Che", il socialismo cubano ha adottato
massicciamente la formula del lavoro volontario (in ciò favorito
dall'ammirevole entusiasmo popolare) ottenendo un doppio risultato:
valorizzare la risorsa umana e sviluppare un metodo di formazione
culturale secondo il principio etico del sacrificio dell'egoismo
individuale a favore dell'interesse collettivo.
Va ricordato che attualmente il lavoro volontario é ancora
una realtà della società cubana, del resto incentivi morali e lavoro
volontario non sono mai scomparsi del tutto, ma ora coesiste a fianco di
retribuzioni in dollari USA fornite da aziende alberghiere di proprietà
straniera, cioè si trova a competere con potenti diffusori di valori
mercantili che sappiamo essere difficilmente battibili dall'emulazione
socialista. Dunque si tratta più che altro della disperata ed eroica
difesa dei minimi termini dello Stato Socialista, e nulla più.
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FONTI BIBLIOGRAFICHE
"En marcha con Fidel" Antonio Nuñez Jiménez Editorial
Létras Cubanas La Habana 1982
"Historia de Cuba" Dirección Política de Las FAR (Fuerzas
Armadas Revolucionorias Editoriál de Ciencias Sociales) La Habana 1985
"Las clases y la lucha de clases en la sociedad neocolonial
cubana" Leyda Oquendo Barrios Editoriál de Ciencias Sociales La Habana
1981
"Guevara" Carlos Tablada Erre Emme Edizioni Roma 1989
"L'America Latina dal 1880 ai nostri giomi" Marcello
Carmagnani Sansoni Scuola Aperta Firenze 1975
"La Rivoluzione" Pierre Brouè Hubert Desvages Mondadori
Milano 1979
"El gobiemo de Estados Unidos contra Cuba" Edicciones
Entonno La Habana 1992
"Che Guevara; Pensiero e polinca dell'Utopia" Roberto
Massari Erre Emme Roma 1993
"Estrategia de la economia cubana" Carlos Lage Editoria
Polínica La Haba la 1993
"El Moncada" Bollettino a cura della Associazione Nazionale
Italia-Cuba Torino N.4 Anno 11
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Questo documento è un
contributo del Centro Cultura e Documentazione Popolare di Torino
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