TURISMO
 

IL MUSEO NAPOLEONICO ALL'AVANA
 

 

 

 

I PIU' BEI MUSEI DI CUBA


Cuba, oltre che ad essere un museo a cielo aperto grazie alle sue architetture dell’epoca coloniale che si possono ammirare in quasi tutte le città dell’isola, è estremamente interessante per tutti gli amanti della cultura che, all’interno dei musei che possono essere visitati, troveranno stimoli per soddisfare il proprio desiderio di conoscenza. Vediamo nelle principali città, una breve selezione dei più bei musei di Cuba...

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Il Museo Napoleonico dell’Avana: unico in America Latina

 

GUSTAVO BECERRA- Speciale per SiporCuba

 

Come in tutte le capitali, anche all’Avana abbondano i musei, ma ce n’è uno che sorprende i visitanti perchè apparentemente non ha relazioni con la storia, nè con la cultura  o l’arte dell’Isola.

Vicino alla bicentenaria Collina Universitaria  e accanto a uno dei punti più popolati della capitale, si trova una residenza regale che mostra tracce della Francia rivoluzionaria del 1789, della sua rancida borghesia degli inizi del XIXº secolo, di Napoleone Bonaparte e di quello che fu il suo Impero.

Si tratta del Museo Napoleonico, un luogo d’incalcolabile importanza storica e culturale, considerato uno tra i cinque più notevoli del mondo sul tema e unico in tutta l’America Latina.

Nessun altro luogo all’Avana poteva essere migliore come residenza dell’avvocato Oreste Ferrara, un politicante italiano al servizio della dittatura di Gerardo Machado, che ordinò la costruzione per sè di un palazzetto in stile rinascimentale battezzato “Dolce Dimora”. Certamente è inevitabile la domanda: perchè questo Museo Napoleonico Se Napoleone non è mai stato neanche una volta a Cuba?

La genesi di questo originale Museo comincia da una collezione privata di uno dei più famosi milionari della borghesia cubana, che aveva costruito la sua fortuna con lo zucchero, Julio Lobo, ammiratore indiscutibile di Napoleone, che aveva comprato nelle aste in Europa e negli Stati uniti tutti i pezzi del Museo.

L’interesse di Lobo non riguardava solo gli articoli personali dell’Imperatore, ma anche quelli vincolati alla sua famiglia e allo stile che nacque con l’Impero da cui il nome. 

Va segnalato che anche se il gran corso non andò mai a Cuba e in America, la sua influenza su questi territori giunse per differenti vie come per esempio il Codice Napoleonico che vige in molti paesi ancora oggi. L’influenza in molte colonie spagnole fu diretta, come l’invasione napoleonica della Spagna, il fratello Giuseppe Re di Spagna, con la sollevazione contro costui e le conseguenze che ne derivarono disastrose per la corona e trionfanti per le colonie che nella gran maggioranza volevano l’indipendenza.

Lo stile impero non è disprezzabile, nonostante la simbiosi greco-romano-egiziana e un senso di grandiosità freddo e imponente, usato soprattutto per gli edifici pubblici. I mobili del Capitolio dell’Avana   ne sono una mostra, costruiti in stile impero con linee molto rette, realizzati in legname pregiato, con ornamenti in bronzo, motivi mitologici e simboli napoleonici come la N, l’aquila con la corona o l’ape, simbolo personale del grande esiliato.

La collezione privata di Julio Lobo si incrementò sino al 1959, quando trionfò la Rivoluzione di Fidel Castro, che diede il via a una serie d’avvenimenti di grande trascendenza nazionale in tutte le sfere della vita, tra le quali ovviamente la cultura.

Un anno dopo ci fu nazionalizzazione delle terre, delle centrali dello zucchero, delle industrie e l’esodo dei milionari verso gli Stati Uniti non si fece aspettare...

La collezione napoleonica fu affidata al Museo delle Belle Arti sino a che si incontrò un luogo perfetto: la casa di Ferrara, copia di Palazzo Medici.

Disegnata dagli architetti cubani Govantes e Cabarrocas e conclusa nel 1928, mostra un’atmosfera appropriata, con la sua eleganza e ricchezza, per custodire le opere raccolte; ci sono poi i giardini interni, i balconi, le terrazze e lo sviluppo di ben quattro piani.

Il Museo Napoleonico è stato aperto al pubblico nel dicembre del 1961 e nel 1991, dopo un restauro generale è stato riordinato per una migliore comprensione da un punto di vista storico, che inizia da quando si superano le doppie porte di ferro fuso e battuto, con i particolari di bronzo a forma di teste di leone e si sviluppa in un percorso dal termine della monarchia francese sino al Secondo Impero. 

Gema Pérez, la principale specialista del Museo ha detto che è impossibile calcolare il valore economico della collezione che comprende 7143 pezzi. Che cosa si apprezza maggiormente?

Un’importante collezione di armi e di strumenti militari e le pistole che Napoleone portava nella battaglia di  Borodin, mobili bellissimi – alcuni pezzi erano della casa Ferrara – bronzi, porcellane di Sevre, monete, incisioni, sculture, decorazioni dell’epoca, tappeti, le belle opali, i quadri dei migliori artisti del neoclassicismo francese che sono circondati da grandi finestre con vetrate artistiche piombate, le porte di legname prezioso, lucidissime, i pavimenti di marmo di Carrara. 

Una scalinata lucidissima di legno pregiato conduce alla biblioteca originale della residenza di Ferrara, con il soffitto di legno di cedro, gli scaffali di caoba e i pavimenti di marmo cubano: uno splendore! 

I libri sono più di quattromila e appartenevano a quella che fu la collezione di Lobo, con moltissimi volumi sull’epoca dell’Impero. Nei suoi scaffali c’è un volume molto originale: il libro sull’incoronazione di Napoleone Bonaparte di Le Scare, che fu stampato in 50 esemplari solamente.

Uno dei pezzi più interessanti è la a maschera mortuaria dell’Imperatore, portata Cuba dallo stesso autore, il Dottor Francesco Antonmarchi, corso,  medico di Napoleone nell’ultima tappa del suo esilio nell’isola di Sant’Elena. 

Antonmarchi era andato a Sant’Elena nel 1819, quattro anni dopo Buonaparte, che era già malato e peggiorava visibilmente. Il medico inviato dalla famiglia confermò la diagnosi precedente, un’epatite e mantenne lo stesso trattamento.

Alla morte dell’Imperatore, Antonmarchi partecipò  all’autopsia eseguita da otto medici inglesi che scopersero un cancro allo stomaco.

Prima del funerale il medico corso realizzò la famosa maschera, aiutato da un chirurgo inglese, Burton, e tenne per sé alcuni esemplari.

Al suo ritorno in Francia incontrò un nuovo ambiente politico ostile e nel 1834 decise di emigrare a New Orleans, ma le dispute tra realisti, repubblicani e bonapartisti lo obbligarono a scegliere una nuova destinazione e così, alla metà del 1837, giunse all’Avana, dove fu ricevuto dal Capitano Generale Tacón, nell’allora colonia spagnola dei Caraibi.

Antonmarchi decise di installarsi a Santiago di Cuba, dove c’era una grande comunità di emigrati francesi provenienti da Haiti, tra i quali alcuni ufficiali dell’ex Esercito Imperiale Napoleonico.

In questa città dell’oriente cubano il governatore del dipartimento orientale dell’Isola era il tenente brigadiere Don Juan de Moya y Morejon, veterano delle battaglie di Bailén e Saragoza, dove Antonmarchi gli aveva salvato la vita quando era stato ferito e fatto prigioniero dai francesi.

Il militare spagnolo accolse il medico a casa sua e molto rapidamente Antonmarchi ebbe una nutrita clientela e fece una rapidissima carriera con molto successo come medico e chirurgo. Fu precursore dell’operazione di cataratta, ma solo quattro mesi dopo il suo arrivo a Cuba morì di febbre gialla. 

Antonmarchi fu seppellito con gli onori militari nel cimitero di Santa Ifigenia a Santiago e alla sua morte la maschera mortuaria che oggi è esposta nel Museo Napoleonico, invece di essere riscattata dallo stato restò nelle mani del suo amico e ospite, il governatore di Santiago di Cuba. 

Sarà un’avventura sorprendente. Questo non è tutto naturalmente, ma chi va all’Avana deve andare a visitare questo Museo Napoleonico in calle San Miguel No. 1159 esquina a Ronda, nel municipio Plaza de la Revolución. Chi vuole una guida può telefonare a questi numeri e vivrà un’avventura sorprendente:  879-1412 / 879-1460. 

 

 

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