Il
10 marzo sarà ricordata come una giornata di forte mobilitazione a
favore di Cuba. Due città (Roma e Milano) e tre momenti di
partecipazione (davanti al Consolato Usa di Milano, di fronte al
Parlamento italiano e davanti all'Ambasciata Usa di Roma), hanno visto
lo svolgersi della protesta di centinaia di persone che testimoniavano
il loro affetto verso Cuba ma anche la richiesta di giustizia
internazionale per i casi dei 5 cubani incarcerati ingiustamente negli
Usa, contro il terrorismo e contro il reo confesso dell'attentato che
costò la vita di Fabio Di Celmo, contro il blocco economico.
Al grido di "Bush vergogna!", i manifestanti riuniti davanti ai palazzi
che ospitano Consolato ed Ambasciata Usa in Italia, esprimevano tutta la
loro preoccupazione per l'atteggiamento ostile dimostrato dall'attuale
amministrazione nordamericana contro Cuba e contro Fidel che nasconde
insidie non troppo occulte contro il popolo cubano.
La giornata, organizzata parallelamente all'apertura a Miami
dell'udienza di appello contro le
condanne ai 5 patrioti cubani, ha visto lo sforzo organizzativo di tutte
le organizzazioni di solidarietà per Cuba che hanno identificato
questo momento di aggregazione come testimonianza del fatto che un mondo
nuovo è possibile e che necessita dell'esperienza rivoluzionaria di
Cuba.
Seppur con una iniziale divisione, Roma ha visto il pacifico sit-in
davanti al Parlamento, organizzato da Aiasp, Comitato Fabio Di Celmo, DP
e l'adesione di numerose organizzazioni nazionali ed internazionali per
chiedere alle rappresentanze dello Stato cosa intendano fare in
relazione all’assassinio del giovane Fabio Di Celmo per mano della mafia
di Miami e l’estradizione del mandante Posada Carilles che si trova a
Panama; cosa intende fare il Parlamento Italiano per la violazione di
ogni legalità e diritto per cinque patrioti cubani che si trovavano in
USA per sventare delitti e atti terroristici e sono stati ingiustamente
imprigionati e cosa intende fare il Parlamento Italiano per la vergogna
del lager di Guantanamo.
A poca distanza, in Via Veneto, organizzato dal Comitato Nazionale "28
giugno-difendiamo Cuba", La Villetta, Italia-Cuba, Radio Città Aperta ed
altre organizzazioni, è iniziata la manifestazione di fronte alla sede
dell'Ambasciata Usa in Italia, al grido di "Bush vergogna!". Anche in
questo caso, come in altre città del mondo, il momento di lotta ha teso
a sensibilizzare una ignara opinione pubblica sui fatti dei 5 eroi
cubani e contro l'arroganza statunitense che vede in Cuba, un
pericoloso esempio fatto di dignità, orgoglio nazionale ed
internazionalismo.
Assenti, come al solito, i media nazionali anche se le manifestazioni
sono state seguite da emittenti radiofoniche e televisive locali.
Denunciare questo silenzio è cosa opportuna, dal momento che tutto ciò
che va contro gli interessi di un mondo globalizzato viene mortificato
dalla mancanza di notizie. Cuba, si sa, è meglio lasciarla in una
sorta di letargo mediatico (a meno che non vi siano episodi che,
se opportunamente distorti, possano venire ribaltati contro di essa) e,
quindi, manifestazioni demodè dove chi organizza viene tacciato di
archeologia politica (o tutt'al più di nostalgia di partito) non è bene
citare.
Negli interventi degli esponenti
politici e dell’associazionismo intervenuti all’iniziativa in Via Veneto
a Roma – tra i quali il senatore del PdCI Olivio Mancini, il membro
della Direzione Nazionale dei DS ed esponente di “Socialismo 2000”
Luciano Pettinari, Bruno Steri del PRC, il giornalista Fulvio Grimaldi,
il docente universitario Raul Mordenti e Germano Monti del Forum
Palestina – hanno ricordato le condizioni inumane di carcerazione
imposte ai cinque prigionieri, condannati sulla base di accuse mai
provate dalla procura di Miami.
Alla fine del sit-in di Roma Fabio Marcelli, in collegamento telefonico
da Miami dove sta seguendo il processo insieme ad altri esponenti
dell’Associazione Internazionale dei Giuristi Democratici, ha informato
gli organizzatori sull’andamento dell’udienza.
Il collegio di difesa dei 5 è tornato a chiedere l’annullamento del
precedente processo e l’istruzione di un nuovo procedimento in una città
diversa da Miami, da decenni dominata dalla mafia cubano-americana da
sempre ostile a tutto ciò che ha a che fare con la realtà cubana.
I portavoce delle associazioni e dei comitati che ieri
hanno manifestato a Roma hanno ribadito l’intenzione di consegnare
personalmente al personale dell’ambasciata degli Stati Uniti le migliaia
di firme raccolte negli ultimi mesi per l’annullamento del processo
viziato dalla violazione sistematica delle garanzie giuridiche e legali
degli imputati. Nelle scorse settimane il personale diplomatico degli
USA in Italia si era infatti rifiutato di ricevere una delegazione delle
organizzazioni promotrici esponenti politici italiani che intendeva
consegnare le firme.
Seguiteranno ad esserci in Italia
momenti di sensibilizzazione, attraverso un giro di incontri che vede
impegnate due donne cubane: Adriana Perez O'Connor, moglie di Gerardo
Hernandez uno dei prigionieri cubani e l'avvocato Armanda Nuris Pineiro,
appartenente al collegio di difesa dei 5 eroi cubani. Ma non solo: altre
manifestazioni e conferenze si stanno organizzando in tutta Europa in
difesa di Cuba (la più significativa venerdì 19 marzo a Ginevra) proprio
per colmare il vuoto di notizie che avvolge la storia dei 5 eroi cubani,
della morte del giovane ragazzo del Copacabana Fabio Di Celmo,
dell'affaire Guantanamo, del Bloqueo.
Siporcuba, continuerà a seguire le
vicende e a testimoniarle attraverso il portale e le sue newsletters,
affinché continui ad esistere una forma di comunicazione corretta,
incisiva e non condizionata da fattori esterni, che racconti Cuba, le
sue lotte, la sua gente.