‘A
da passà ‘a nuttata
disse Eduardo in una sua indimenticabile commedia, e la
nottata era la guerra con la corruzione, l’egoismo, la perdita di
valori...
La nottata deve passare anche per i cinque cubani e per
Gerardo condannato a due ergastoli più 18 anni. Aldo Madruga, un giornalista
cubano, ha scritto questo bell’articolo che riproduciamo dal Granma:
Più che i fatti e le leggi i procuratori hanno permesso che
la giuria venisse guidata da emozioni e pregiudizi che lo fecero divenire
una causa politica, permettendo la manipolazione delle prove, trattando di
ignorare le maggior ed evidenti motivazioni.
Ogni giorno aumenta il numero delle persone che esigono
giustizia in questa causa di Cinque Uomini che prevenivano gli atti di
terrorismo e terminarono per questo rinchiusi nelle prigioni degli Stati
Uniti. Chi vide Gerardo Hernández Nordelo quel 12 dicembre del 2001, mentre
leggeva la sua dichiarazione alla giuria che lo aveva giudicato in Florida,
dice che lo fece con molta chiarezza, con serenità e gli occhi brillanti che
ricordavano il sole di Cuba, quando il sole è nel mezzo del cielo
dell’Isola.
Egli dichiarò la propria speranza che a qualche livello del
sistema giudiziario degli Stati Uniti la ragione e le leggi avrebbe vinto,
superando i pregiudizi politici e i desideri di vendetta. È passato più di
un anno e siamo ancora lontani dall’equità e la parzialità richieste. Lui
stesso ha inciampato contro elementi simili a quelli ai quali vennero
sottoposti e che caratterizzarono il processo - culminato con la condanna a
due ergastoli più 18 anni – basato su menzogne, arbitrarietà e illegalità.
Pochi giorni prima di presentare la documentazione per l’appello presso la
Corte di Atlanta, lo hanno isolato e confinato per più di un mese, con molto
rigore e poche spiegazioni, nella “cassa”, una “unità speciale di alloggio
della prigione di Lompoc, in California, conosciuta anche come “il buco” ne
è uscito grazie alla solidarietà e all’appoggio creato in molte parti del
mondo e negli stessi Stati Uniti. I gruppi internazionali chiedono che
faccia giustizia perchè questi uomini hanno impedito che si organizzassero
atti di terrorismo e per questo sono stati arrestati e condannati!
Ha dormito su un letto di cemento con luci artificiali
sempre accese, passando i giorni di un’ingiusta condanna dopo un irregolare
e lunghissimo processo che durò dal dicembre del 2000 al giugno del 2001.
Due vite e 18 anni necessita Gerardo per pagare la sua colpa di proteggere
il suo popolo dai terroristi e dagli assassini e questa è la verità
ampiamente dimostrata in quel sereno e diafano allegato. C’è però chi
insiste e lo vuole punire come un criminale colpevole di lesa umanità.
Più che per i fatti e le leggi, i procuratori sono riusciti a trasformare
quel vergognoso processo, facendo sì che la giuria fosse guidata dalle
emozioni e dai pregiudizi, trasformandolo in una causa politica, manipolando
le prove e ignorando le giuste motivazioni. Le autorità negarono di
trasferire il luogo di svolgimento fuori Miami, una città dominata dai
settori più reazionari e influenti della comunità cubana negli USA. La
giuria, con un rapido e equivoco verdetto ha convertito in realtà il
pronostico che Gerardo i suoi quattro compagni facevano dal principio. Dopo
sei mesi di complesso e faticoso processo con decine di testimoni ed estese
evidenze, in poche ore, senza una domanda o un dubbio è stato presentato un
verdetto unanime. Molti giorni prima del crimine dell’11 settembre
l’accusato, in dichiarazioni per la giuria e per i suoi avvocati, sostenne :
“Cuba ha il diritto di difendersi dagli atti di terrorismo
che si preparano in Florida impunemente, nonostante le storiche denunce
delle autorità di Cuba. Anche gli Stati Uniti hanno questo diritto di
neutralizzare i piani delle organizzazioni terroristiche di Osama Bin Laden,
che ha causato danni a questo paese e minaccia di continuare a farlo. Sono
sicuro che i figli di questo paese che compiono queste missioni vengono
considerati patrioti perchè è loro interesse non far danneggiare la
sicurezza nazionale di nessuno dei paesi dove costoro si rifugiano.”
Le parole di Gerardo sono oggi più che mai vigenti. Le
parole di quest’uomo che è stato richiuso con una luce tanto artificiale
come gli stessi delitti che hanno inventato per condannarlo ad una lunga e
oscura notte. È necessario che tutti i paesi si uniscano nella lotta
contro il terrorismo ma soprattutto contro i terroristi, ma non contro
alcuni terroristi. Io direi che mentre si condannano le azioni di alcuni di
questi criminali e si ospitano altri, se si permette di attuare con impunità
contro la sicurezza e la sovranità di altri paesi li si considera
“Difensori della libertâ” non si potrà mai sradicare il flagello e ci
saranno sempre popoli che dovranno difendersi mandando uno molti dei figli a
compiere rischiose missioni in Afganistan o nel sud della Florida.
L’indirizzo di Gerardo Hernández Nordelo (Manuel Viramontes)
No. 58739 004
Direzione Postale USP - Lompoc
PO BOX 3901 Klein Boulevard
Lompoc CA 93436
Tel.: 805 - 735 2771 Fax: 805 - 735 0295
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