CUBAOGGI


AUGURI CUBA 2004

 

Il mese di dicembre offre il  tempo di fare bilanci nonché proiezioni per l’anno che verrà. Siporcuba, inaugura il suo 5° anno di vita all’interno del variegato mondo della rete. Il 2003 ha visto la collaborazione di Fulvio Grimaldi, Alvarado Percy (Fraile), Mary Marengo, Acela Caner, Roberto Casella nonché ospitate di articoli di  Minà e Red Ronnie. Queste testimonianze si sono aggiunte alle storiche firme di Gioia Minuti da Cuba e del preziosissimo Gianfranco Ginestri (Gin).

In questo anno, si è realizzata una nuova rivista telematica con cadenza mensile -CubaNews- direttamente gestita dall’Avana e, contenente informazione su Cuba a 360°.

Ma nel 2003, oltre alle notizie, Siporcuba ha partecipato a fianco di Cuba sia per la liberazione dei 5 eroi, e sia che per schierarsi a favore della stessa contro le menzogne che sono state generate da una campagna mediatica decisamente imperialista. Collaborando con il Comitato 28 giugno, è stata organizzata la manifestazione a fianco di Cuba avvenuta a Roma il 28 giugno e i tutti i successivi momenti di lotta che tendono, non solo a dimostrare l’impegno coerente pro Cuba ma, soprattutto, fornire una informazione che neppure sui giornali della cosiddetta sinistra, trova spazio.

Cuba, a 45 anni dalla vittoria della Rivoluzione, suscita ancora paura. Non tanto per la oggettività di uno Stato “pericoloso” militarmente ma quanto per l’inimitabile esempio che testimonia come si può  combattere (e vincere) a costo di tanti sacrifici e privazioni la più grande potenza mondiale.

Cuba, effettivamente, procura un immenso fastidio. Cuba è quel maledetto sassolino dentro la scarpa del gigante. Cuba è l’esempio di come autodeterminarsi al di fuori di schemi di convenienza e servilismo. Per questo, Cuba, è sempre al centro dell’interesse delle amministrazioni nordamericane. Per questo si è cercato, anche nel 2003, di farla apparire agli occhi di una opinione pubblica mondiale soggiogata dai media, come Stato barbaro e brutale. E, a volte, grazie a questa informazione falsata e, nel caso italiano addirittura appoggiata dalla sinistra di governo, è riuscita nell’intento. L’opinione pubblica ha paragonato Cuba come ad una immensa prigione tropicale, governata da un caudillo attaccato al potere della sua immagine. Hanno immaginato bambini scalzi e prostituti, elemosinare per le strade per potersi comprare da mangiare. Hanno immaginato una polizia politica pronta ad eliminare ogni forma di critica e di dissenso, rinchiudere gli oppositori in lager e stadi all’aperto. Hanno immaginato traffici di ogni tipo che hanno generato milioni di dollari finiti nelle tasche del “caudillo Fidel” in qualche banca straniera. Hanno cercato di far credere che Cuba sarà il loro prossimo obbiettivo dal momento che fa parte della schiera degli stati canaglia; canaglia si, perché non asservita al ruolo di satellite  orbitante e fedele agli USA.

Tutto predisposto da una regia che mescolando verità, bugie, mezze verità, disinformazione e informazione contorta ha reso quasi credibile questa linea di attacco.

Gli USA, tutti presi dal ruolo di assoluto leader mondiale, hanno visto il proseguire della loro politica guerrafondaia. Hanno inventato gli Stati canaglia e le armi di distruzioni di massa. Tutto per motivare e giustificare una “guerra preventiva”. Nel 2003, oltre all’Afganistan è toccato all’Irak di Hussein e, poco importa se a distanza di mesi dalla vittoriosa guerra di prevenzione, non si siano ancora trovate le micidiali “armi di distruzione di massa”; così come poco importa se ogni giorno, soldati americani vengono uccisi da una guerriglia che cerca di combattere quello che ai suoi occhi appare un invasore.

Nel 2004, forse, toccherà alla Siria, oppure all’Iran, oppure…

Cuba, troppo importante come cassa di risonanza, non può subire la stessa sorte e non viene considerata come la Grenada dell’ anno 83. Per Cuba, bisogna escogitare qualcos’altro. Questo hanno pensato e questo cercano di portare avanti, grazie alla informazione pilotata.

Chi ama Cuba, conosce bene che le loro “verità” non corrispondono alla realtà che si vive sull’isola. Cuba vive del suo impegno quotidiano che si realizza grazie alle generazioni che si tramandano l’amore per la propria terra. Donne lavoratrici impegnate nei più disparati settori professionali, vengono a torto e generalizzando, considerate “jinetere”. Uomini fedeli alla linea patriottica e di orgoglio nazionale, vengono considerati “nullafacenti”. Tutto questo non rappresenta Cuba ne mai potrà rappresentarla.

Uomini, donne, ragazzi fedeli al senso di Patria, sono sempre partecipi del destino e del futuro di Cuba. Una Cuba che potrebbe acquisire un senso di ricchezza se solo glielo si permettesse.

A 45 anni da quel gennaio 1959, invece, la guerra di Cuba contro l’imperialismo continua ancora adesso. E, se anche i volti di coloro che hanno reso possibile il sogno cubano, si sono raggrinziti dal tempo trascorso, il loro ideale è più vivo che mai. A questi volti, altri più giovani si sono affiancati. E anche se l’isola  offre l’illusione che il tempo si sia fermato, la nuova generazione –quella dei ragazzi del 2000- continua lottando con la stessa determinazione di quanto fecero i loro padri e i loro nonni e tutto per mantenere vivo, all’interno del loro cuore cubano, quel sogno chiamato Cuba.

Buon 2004.

 

info@siporcuba.it

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