C
 
UBAnews
 
rRIVISTA TELEMATICA MENSILE A CURA DI GIOIA MINUTI
AVVENIMENTI

 

 

Torna Pachencho!

 

Il morto vivo di Cuba ha  festeggiato  il suo 27º funerale tra rum e rumba.

   

Gli abitanti di Santiago de las Vegas, alla periferia della capitale hanno interpretato,  sabato 5  febbraio, il funerale di Pachencho, il morto vivo di Cuba,  che si svolge da 27 anni in un paese in cui è divenuto tradizione realizzare la falsa veglia e il seppellimento di un paesano nel mezzo di una singolare festa irriverente con la morte,  condita con molto rum e molta musica caraibica.

Pachencho è un personaggio interpretato da un abitante del paese, accompagnato nella farsa da una falsa vedova e da un falso sacerdote che non smette di bere rum.

La farsa comincia nel Liceo del  paese, dove la tradizione iniziò – non esente da polemiche - nel 1984.

Rimorchiato da un trattore, il carro funebre con il feretro ha passeggiato per le strade di  Santiago de las Vegas, diretto al cimitero  locale, mentre il “defunto” con la testa fuori dalla bara salutava i passanti, ed un gruppo musicale con la tromba e i tamburi rallegrava il percorso suonando rumbe e conghe cubane. 

La marcia funebre è stata intonata solo all’entrata del camposanto. 

“Povera me, mio marito se n’è andato e sono rimasta sola!”, ha gridato la falsa vedova di Pachencho, ai piedi della fossa aperta, mentre circa  70 persone ballavano e dicevano di chiudere  gli occhi al morto per rendere più credibile il funerale... ma pochi minuti dopo  Pachencho  è stato resuscitato con un buon sorso di rum, è uscito dal sarcofago ed ha cominciato a ballare nella stessa fossa, mentre il falso prete e la falsa vedova si sommavano al brindisi.

Questa farsa mescola i festeggiamenti per l’anniversario del Liceo, i carnevale popolari e una popolare commedia cubana intitolata “La veglia di Pachencho”, del1901, che racconta le peripezie del simulacro della morte di Pachencho e si conclude con una rumba, quando il “morto vivo”  esce dalla bara.