Le “Dame in bianco” di
Cuba
di
Salim Lamrani*
Le “Dame in bianco” cubane hanno
acquisito una certa fama nella stampa occidentale che informa
regolarmente sulle loro attività. Elevate al rango di simbolo
della lotta per la libertà, le dame godono di una propaganda
mediatica che farebbe impallidire di invidia a qualunque gruppo
oppositore del mondo, mentre a Cuba, suscitano piuttosto
l'indifferenza ed il rifiuto della popolazione.
“Dame in bianco” e Madri della
Piazza di Maggio, la stessa lotta?
Le “Dame in bianco”, che sono
imparentate con i 75 oppositori imprigionati nel marzo del 2003
per “essere in associazione con una potenza straniera”,
manifestano tutte le domeniche a Cuba per esigere la liberazione
dei loro famigliari. Per dotarsi di una certa legittimità ed
occultare le ragioni che condussero i loro parenti al carcere, le
“Dame in bianco” utilizzano il metodo di lotta delle Madri della
Piazza di Maggio e paragonano con molto piacere la lotta che
entrambe le organizzazioni stanno svolgendo. Anche la stampa
internazionale si è precipitata a stabilire dei paragoni
affrettati, naturalmente senza disturbarsi di conoscere l'opinione
delle madri argentine, le principali interessate.
Consultata su questo tema, Hebe de
Bonafini, presidentessa delle associazione Madri della Piazza di
Maggio, universalmente riconosciuta e rispettata per la sua
instancabile lotta contro le ingiustizie, denunciò la relazione
falsa effettuata dalle “Dame in bianco” ed ebbe una risposta
abbastanza mordace per i giornalisti in questione:
“In primo luogo, mi lasci dire che
la Piazza di Maggio è in Argentina ed in nessun altro posto. Il
nostro fazzoletto bianco simbolizza la vita mentre quelle donne
delle quali lei mi parla rappresentano la morte. Questa è la
differenza più importante e più sostanziale che bisogna segnalare
ai giornalisti. Non accettiamo che ci paragonino o utilizzino i
nostri simboli per calpestarci. Siamo in totale disaccordo con
loro”.
“Quelle donne difendono il
terrorismo degli Stati Uniti. Difendono il primo paese terrorista
del mondo, quello che ha più sangue sulle sue mani, quello che
lancia più bombe, quello che invade più paesi, quello che impone
le sanzioni economiche più dure agli altri. Stiamo parlando della
nazione che è responsabile dei crimini di Hiroshima e Nagasaki”.
“Quelle donne non si rendono conto
che la lotta delle Madri della Piazza di Maggio simbolizza l'amore
per i nostri figli scomparsi, assassinati dai tiranni imposti
dagli Stati Uniti. La nostra battaglia rappresenta la rivoluzione,
quella che i nostri figli e le nostre figlie vollero fare. La loro
lotta è differente, perché difendono la politica sovversiva degli
Stati Uniti che contiene solo oppressione, repressione e morte”.
(1)
La manifestazione del 21 aprile
2008
Il 21 aprile 2008, le “Dame in
bianco” orchestrarono un'operazione mediatica manifestandosi di
fronte alla sede del ministero dell'Interno, situata in Piazza
della Rivoluzione in plenum centro de L'Avana, e sono state
accompagnate alle loro case dalle autorità (2).
I mezzi occidentali si affrettarono
a denunciare un atto di repressione contro una manifestazione
pacifica e spontanea. L'agenzia di stampa Reuters descrisse un
attacco violento alle donne dei dissidenti imprigionati. Altri
mezzi di comunicazione criticarono un'operazione repressiva
calcolata che disperse la manifestazione con la forza (3).
Nonostante, la presenza della stampa
occidentale dalle 6 della mattina nella Piazza della Rivoluzione,
mette immediatamente in discussione il carattere spontaneo della
manifestazione. In quanto all'attacco violento che descrisse la
stampa –dando l'impressione che le manifestanti siano state
vittime di una carica di una polizia antidisturbo, inesistente a
Cuba–, i video e le immagini mostrano semplicemente una ventina di
donne funzionarie del Ministero dell’Interno, vestite con camicia,
gonna e scarpe col tacco, senza armi, conducendo le “Dame in
bianco” verso un autobus da turismo con aria condizionata. D'altra
parte, una delle oppositrici, Berta de los Angeles Soler, dichiarò
ad Associated Press che nessuna di loro era stata vittima di
maltrattamenti: “Non ci hanno picchiato. Non c’è stata violenza”
(4).
Per i mezzi occidentali, questo
incidente è una prova del carattere repressivo del governo cubano.
Nonostante, si dimenticano di sottolineare che si proibiscono
manifestazioni tutti i giorni, in tutti i paesi del mondo. In
Francia, per esempio, una manifestazione si può realizzare solo se
l'autorizza la prefettura. Inoltre, basta ricordare in che forma
violenta hanno trattato alcune studentesse di 15 anni durante le
manifestazioni studentesche del 2007 in Francia –strisciate per
terra dalla polizia–per capire le differenze. Questo tipo di
attuazioni non si è mai prodotta a Cuba.
Allo stesso modo, la stampa non ha
rivelato che le “Dame in bianco” sono state portate a casa loro
dopo tre ore dall'inizio della manifestazione e con lo scopo di
evitare qualsiasi confronto con la popolazione. In effetti,
esplosero delle tensioni tra loro ed un centinaio di persone che
le accusavano di promuovere la politica estera degli Stati Uniti.
Gruppo indipendente?
Miriam Leyva, una delle fondatrici
del movimento, dichiarò che la sua azione era solo umanitaria,
“non abbiamo agenda politica”, ha affermato (5). Laura Pollan, la
portavoce del gruppo, difese vigorosamente l'indipendenza delle
“Dame in bianco”. “Siamo donne libere che non obbediamo agli
ordini di nessuno” (6).
Da parte sua, il governo cubano
denunciò una provocazione orchestrata dagli Stati Uniti da parte
della congressista di estrema destra della Florida, Ileana
Ros-Lehtinen che “stimolò le attività di questi piccoli gruppi,
come giustificazione per ricevere il finanziamento del governo
yankee (7). Quale è la realtà?
Gli elementi disponibili mettono in
tessuto di giudizio le affermazioni di indipendenza delle “Dame in
bianco”. Il rappresentante statunitense a L'Avana, Michael Parmly,
si è riunito regolarmente con questo gruppo, come lo dimostrano
varie foto presentate nella televisione cubana. Ha reso anche
pubblica una conversazione telefonica del 18 aprile 2008 con
Ileana Ros-Lehtinen che dimostra, senza nessuna ambiguità che
l'operazione del 21 aprile è stata organizzata in Florida dalla
congressista e dalla Fondazione Nazionale Cubano-Americana (FNCA)
(8).
Conviene ricordare chi è Ileana
Ros-Lehtinen e che cosa è la FNCA. La congressista è una
sostenitrice acerrima della mano dura contro Cuba. Partecipò al
sequestro del piccolo Elian Gonzalez nel 2000 e difese con vigore
i conosciuti terroristi Orlando Bosch e Luis Posada Carriles. Si è
dichiarata sostenitrice anche del rinforzamento delle sanzioni
economiche. Nel marzo del 2006, lanciò un appello a beneficio
dell'eliminazione fisica dell'ex presidente cubano Fidel Castro,
dichiarando in un'intervista per il documentario britannico 638
Ways to Kill Castro: Approvo la possibilità che qualcuno assassini
Fidel Castro (9).
In quanto alla FNCA, la sua
implicazione nel terrorismo contro Cuba, particolarmente negli
attentati sanguinari del 1997, è ampiamente dimostrata. Una fonte
indiscutibile lo dimostra in maniera inequivocabile. Il 22 giugno
2006, José Antonio Llama, ex direttore dell'organizzazione, rivelò
questa realtà. Secondo lui, la FNCA ebbe a sua disposizione un
elicottero da carico, 10 aeroplani ultraleggeri con comando a
distanza, sette imbarcazioni, una lancia rapida Midnight Express
ed una quantità illimitata di materiale esplosivo. “Eravamo
impazienti per la sopravvivenza del regime di Castro dopo il
crollo dell'Unione Sovietica ed il sistema socialista. Volevamo
accelerare la democratizzazione a Cuba usando qualunque mezzo per
ottenerlo”, ha confessato (10).
Quale paese del mondo accetterebbe
che i suoi cittadini si associassero con una persona che lanciò un
appello a favore dell’omicidio del presidente della Repubblica?
Che nazione accetterebbe che certi individui si vincolassero con
un'organizzazione terrorista? Che cosa succederebbe in Francia se
alcuni persone si associassero con Al Qaeda, per esempio? La
stampa occidentale li definirebbe dissidenti? Sarebbero liberi?
La riunione di Miami
L’8 aprile 2008, si organizzò un
tavola rotonda nel Hotel Biltmore di Corallo Gables, in Florida,
in presenza del segretario di Commercio statunitense Carlos
Gutierrez, l'ambasciatore della Repubblica Ceca in Washington Petr
Kolar e vari membri dell'estrema destra cubana, col fine di
dibattere sul futuro di Cuba. Il forte appoggio alla dissidenza
cubana è il meccanismo adeguato per propiziare un cambiamento
democratico sull'isola, conclusero alla fine, cosa che altro non è
se non un appello alla sovversione, contrario al diritto
internazionale e alla legislazione cubana (11).
Washington è perfettamente cosciente
che i piccoli gruppi di dissidenti cubani sono completamente
isolati nel paese. La popolazione percepisce il loro atteggiamento
come di collaborazionismo con una potenza nemica. Per questo
motivo Gutierrez e gli altri partecipanti hanno insistito sul
fatto che la cosa essenziale [era] che gli oppositori non si
sentissero isolati nella loro lotta. Il segretario di Commercio
ricordò che c'è un presupposto di 80 milioni di dollari, dal
luglio del 2006, dedicato all'appoggio dei dissidenti cubani
(12).
Anche la FNCA pubblicò una relazione
di 21 pagine sull'aiuto che proporziona Washington ai dissidenti
cubani. Secondo l'organizzazione, arrivò a loro solamente meno del
17% dei 65 milioni di dollari destinati agli oppositori cubani nel
2006 (13).
Conversazione degli oppositori
col presidente Bush
Il 6 maggio 2008, il presidente
statunitense George W. Bush che ha dichiarato varie volte la sua
intenzione di abbattere il governo de L'Avana, impiegò il suo
tempo perfino in un colloquio diretto con Berta Soler delle “Dame
in bianco”, Martha Beatriz Roque e José Luis Antunez Garcia, in
una videoconferenza. Questi si trovavano nella Sezione di
Interessi Nordamericani (SINA) de L'Avana con Michael Parmly, per
ricevere le direttrici del loro principale mecenate, accompagnato
dalla segretaria di Stato Condoleezza Rice e da Gutierrez, per 45
minuti (14).
Berta Soler indicò che Bush si
congratulò per il loro lavoro e perfino colse l'occasione per
chiedere più fondi a Washington: Lo ringraziammo per il suo aiuto
e quello che ci danno gli esiliati cubani, ma non è abbastanza
(15). La data del 6 maggio non è casuale perché si tratta
esattamente del quarto anniversario del piano di Bush adottato nel
2004 contro Cuba, il cui obiettivo è far tornare di nuovo Cuba
allo status di neocolonia.
Durante il suo discorso nella
riunione del Consiglio delle Americhe il 7 maggio 2008, Bush ha
ripetuto che il suo principale obiettivo era l'isola dei Caraibi.
“C’è ancora una nazione nella
regione che si trova sotto il giogo della tirannia di un'epoca
antiquata. Si tratta di Cuba”. Colse l'occasione per sottolineare
la straordinaria opportunità che gli permise di dirigersi
direttamente ad alcuni oppositori e reiterò la sua intenzione di
fare tutto quello che fosse possibile per rompere l'ordine
stabilito a Cuba (16).
Così, l'ossessione cubana della Casa
Bianca quasi relegò la guerra dell'Iraq, la crisi economica, la
debolezza del dollaro, la debacle alimentare, i gravi cambiamenti
climatici e l'esplosione del prezzo del petrolio in un secondo
piano per le priorità statunitensi. Bush rubò tempo della sua
agenda, sommamente carica, per dialogare con gli oppositori
cubani. Le intenzioni di Washington sono chiare (17).
Risposta del governo de L'Avana
Il Ministero cubano degli Affari
Esteri emise una dichiarazione nella quale denunciava
l'atteggiamento degli Stati Uniti che incoraggiano la sovversione
nel paese, ed accusa il governo degli Stati Uniti di fabbricare e
promuovere questi ed altre provocazioni controrivoluzionarie e le
conseguenti campagne mediatiche contro Cuba (18).
Il comunicato lo stigmatizza
“Piano sovversivo, in virtù del
quale, solo negli anni dal 1996 al 2006, i nordamericani hanno
fornito alla controrivoluzione interna [...] più di 23.000
apparecchi radio ad onda corta, oltre a milioni di libri,
bollettini ed altri materiali informativi”, come riconobbe la
relazione pubblicata il 15 novembre 2006 dall'Ufficio di Auditing
del governo degli Stati Uniti (GAO).
Solo in questo anno 2008, il governo
degli Stati Uniti dispone di 45,7 milioni di dollari per pagare i
suoi gruppi mercenari a Cuba e per progettare delle provocazioni
[...]. Questo importo fa parte dell’ammontare totale di 116
milioni, che saranno stati destinati durante l'amministrazione
Bush per alimentare l'industria della sovversione e la
controrivoluzione interna a Cuba, a spese del contribuente
nordamericano.
La Sezione di Interessi degli Stati
Uniti a L'Avana (SINA) è divenuta il puntello della politica
sovversiva del governo nordamericano e ha fortificato il suo ruolo
come stato maggiore della controrivoluzione interna. D’accordo con
la citata relazione della GAO, tra gli anni 2000 e 2005 le
importazioni della SINA aumentarono quasi di un 200%, destinando
il 50-70% di questo volume a dei materiali da consegnare ai loro
gruppi mercenari [...]
La SINA dirige permanentemente gli
elementi controrivoluzionari, che sono quelli che contattano ed
impartiscono istruzioni in forma sistematica. Solamente durante
l'anno attuale, ha organizzato decine di queste riunioni coi suoi
mercenari a Cuba [...]
Uno dei piccoli gruppi che è stato
particolarmente favorito, patrocinato e finanziato dalla SINA è
precisamente quello delle chiamate “Dame in bianco”, scelto in
questi momenti dal presidente George W. Bush ed i suoi servizi
speciali, come punta di lancia contro Cuba [...].
Una di loro ha ricevuto, perfino,
una lettera di riconoscimento dello stesso presidente George W.
Bush, così come un finanziamento e l’appoggio per pubblicare un
libro sulle esperienze controrivoluzionarie di suo marito, uno dei
mercenari condannati per servire gli interessi del governo che
c'aggredisce. Il “lancio” di questo libro si fece in presenza del
funzionario della Sezione di Interessi yankee a L'Avana, Thomas
Hamm.
Lo stesso Bush ha dato il benvenuto,
lo scorso 24 gennaio, nella stessa Casa Bianca, ad una membro di
questo gruppo e moglie di un altro conosciuto mercenario, anche
lui arrestato.
Non solamente il Presidente degli
Stati Uniti gli offrì il suo appoggio, ma chiese al mondo che
“appoggi” la causa della controrivoluzione a Cuba.
Cuba riafferma il suo diritto ad
ostacolare, neutralizzare e rispondere a queste azioni
provocatorie concepite, finanziate e stimolate dal Governo degli
Stati Uniti e la sua Sezione di Interessi a L'Avana (19).
Le “Dame in bianco” finanziate da
un'organizzazione terroristica della Florida
Il governo cubano rivelò anche che
Martha Beatriz Roque e le “Dame in bianco” ricevono emolumenti che
arrivano a 1.500 dollari al mese–quasi 100 volte il salario medio
a Cuba!–da parte dell'organizzazione “Rescate Juridico” (RJ) della
Florida, mentre le sanzioni economiche ostacolano qualunque cubano
degli Stati Uniti che mandi più di 100 dollari mensili alla sua
famiglia nel paese (20).
Il presidente di questa associazione
è, niente meno, che Santiago Alvarez Fernandez Magriñat,
conosciuto terrorista, amico intimo del criminale Luis Posada
Carriles tristemente famoso e responsabile, tra gli altri, del
sanguinante attentato contro l'aeroplano di Cubana di Aviazione il
6 ottobre 1976, che costò la vita a 73 persone, e che attualmente
compie una pena in prigione per possesso illegale di armi negli
Stati Uniti (fucili automatici, granate, lanciagranate...). Questa
entità dipende lei stessa da fondi governativi (21).
L'implicazione di Santiago Alvarez
in atti di terrorismo internazionale è ovvia. L'Interpool diffuse
il dossier di questo criminale in allerta rossa e ricordò che fu
implicato nel tentativo di assassinio di Fidel Castro
nell'Università del Panama nel 2000. Secondo l'Interpool, Alvarez
è responsabile dell'organizzazione, il finanziamento e
l'introduzione di una squadra terrorista a Villa Clara, nel centro
di Cuba, il 21 aprile 2001 con l'obiettivo di sabotare le
installazioni turistiche (22).
Le autorità cubane hanno anche
pubblicato una conversazione telefonica tra Alvarez ed uno dei
suoi agenti infiltrati, Yhosvani Sury, nella quale gli chiedeva
che mettesse due bombe nel cabaret Tropicana (23). Associated
Press ricorda che Alvarez riconobbe pubblicamente varie volte il
suo passato di militante violento contro Cuba realizzando attacchi
ed infiltrando gruppi armati (24). Alvarez è stato reclutato dalla
CIA negli anni 60 e partecipò a diverse azioni criminali, ed in
particolare nell'attacco di Boca de Samá, a Cuba, il 12 ottobre
1972, nel quale morirono assassinate due persone ed una bambina
perse una gamba (25).
In cambio degli emolumenti
percepiti, Martha Beatriz Roque scrisse una lettera al giudice
James Cohn riconoscendo la collaborazione della fondazione
“Rescate Juridico” con l'opposizione cubana. In un e-mail
destinato alla Roque, Carmen Machado, tesoriera dell'entità,
spiegava l'importanza di questa lettera: “La lettera sarebbe
diretta al giudice James Cohn. Questo giudice è quello che ha
l'ultima parola sugli anni che daranno al nostro amico [Santiago
Alvarez]”. Secondo il giornale di estrema destra El Nuevo Herald
di Miami, nel giugno del 2007, il giudice federale James I. Cohn
decise di tagliare di un terzo le sentenze di 46 mesi di carcere
ad Alvarez e di 30 mesi al suo collaboratore Osvaldo Mitat (26).
Così, in cambio di una sostanziosa
retribuzione economica, gli oppositori permisero ad un notorio
terrorista le cui mani sono macchiate di sangue innocente,
ottenere un abbassamento della condanna negli Stati Uniti. Che
cosa succederebbe in Francia se un oppositore fosse finanziato,
per esempio, dal responsabile degli attentati terroristi di Parigi
nel 1995? Sarebbe libero? O sarebbe imprigionato ed accusato, con
ragione, di associazione con un'organizzazione terrorista?
Felipe Perez Roque, il ministro
cubano degli Affari Esteri, espose le stesse domande: Che cosa
succederebbe se la signora Martha Beatriz Roque [e le “Dame in
bianco”] [...] vivessero negli Stati Uniti e fossero accusate di
ricevere denaro da un gruppo terrorista che agisce contro gli
Stati Uniti? [...] Che cosa prevede la legge nordamericana? (27).
Implicazione dei diplomatici
statunitensi
Dopo un'investigazione, le autorità
cubane scoprirono una situazione ancora più grave. Lo stesso capo
della missione diplomatica degli Stati Uniti, Michael Parmly, si
incaricava di consegnare i fondi provenienti da “Rescate Juridico”
a Martha Beatriz Roque e Laura Pollan delle “Dame in bianco”,
violando in modo flagrante il diritto internazionale e
particolarmente la Convenzione di Vienna, del 1961, per le
relazioni diplomatiche e consolari, il cui Articolo 41 sottolinea
che i diplomatici sono obbligati a non immischiarsi nei temi
interni dei paesi anfitrioni (28). In un e-mail a suo nipote Juan
Carlos Fuentes, inviato il 26 aprile 2007 alle 20:27, Martha
Beatriz Roque trasmetteva le seguenti istruzioni al suo contatto:
“Ti prego richiama a Washington
questo telefono […] è di Berengere Parmly, è la figlia di Parmly e
suo papà sarà lì in questi giorni e può essere il postino
attraverso di lei, io ho un'altra possibilità che se potesse
faremmo prima, ma questa è più sicura. Il postino va il 10 maggio
a Washington per problemi medici e starà lì due settimane (29).
La SINA, lontano da smentire le
accuse del governo cubano, le confermò in un comunicato: “La
politica statunitense, da molto tempo, consiste nel proporzionare
assistenza umanitaria al popolo cubano, specificamente alle
famiglie dei carcerati politici. Permettiamo anche che lo facciano
le organizzazioni private (30)”. Che paese del mondo accetterebbe
simile comportamento senza reagire?
Laura Pollan riconobbe in una
dichiarazione che aveva ricevuto la somma di 2.400 dollari da
Rescate Juridico attraverso Martha Beatriz Roque (31). “Accettiamo
l'aiuto, l'appoggio, dall'estrema destra fino alla sinistra, senza
condizioni”, si giustificò Pollan (32). L'oppositore Vladimir Roca
confessò che la dissidenza cubana è sovvenzionata da Washington
allegando che l'aiuto finanziario ricevuto era totale e
completamente lecito. Per il dissidente René Gomez, l'appoggio
economico da parte degli Stati Uniti “non è una cosa che bisogna
occultare o della quale dobbiamo vergognarci” (33).
Allo stesso modo, l'oppositore
Elizardo Sanchez confermò implicitamente l'esistenza di un
finanziamento da parte degli Stati Uniti. “La chiave non è in chi
invia l'aiuto, bensì in che cosa si inverte il denaro dell'aiuto”
(34). L’Agenzia France-Presse informa che “i dissidenti, da parte
loro, rivendicarono ed accettarono questi aiuti economici” (35).
L'agenzia spagnola EFE, allude agli “oppositori pagati dagli Stati
Uniti” (36). In quanto all'agenzia di stampa britannica Reuters,
“il governo statunitense proporziona apertamente un appoggio
finanziario federale per le attività dei dissidenti, quello che
Cuba considera un atto illegale” (37).
Quello che omette l'agenzia Reuters
è che il diritto internazionale proibisce formalmente il
finanziamento di un'opposizione interna in un'altra nazione. Allo
stesso modo, detto atto è illegale non solo a Cuba ma anche in
qualunque altro paese del mondo. Tutti i codici penali puniscono
severamente qualunque associazione con una potenza straniera con
l'obiettivo di attentare agli interessi della nazione, negli Stati
Uniti (38), in Francia (39), in Spagna (40), in Belgio (41), in
Italia (42), in Svizzera (43), in Svezia (44) o in qualunque altro
luogo.
Martha Beatriz Roque
Martha Beatriz Roque è
un'oppositrice speciale. Si è pronunciata apertamente a beneficio
del mantenimento delle sanzioni economiche inumane ed
anacronistiche che colpiscono tutte le categorie della popolazione
cubana. Affermò anche in una conversazione telefonica registrata
dai servizi di intelligenza cubani che poco gli importava se gli
Stati Uniti invadessero Cuba (45).
Il giornale conservatore della
Florida The Miami Herald segnala che è considerata come una
sostenitrice della mano dura che appoggia apertamente George Bush
e che perfino una volta, simbolicamente, votò per lui. La Roque è
strettamente associata alla missione diplomatica statunitense de
L'Avana dove assiste ad eventi speciali, usa Internet e si collega
a Radio Martí di Miami, finanziata dagli Stati Uniti, per
esprimersi contro il governo di Castro (46). La Roque è tanto
intima di Parmly che questi le diede il suo numero di telefono
personale a Washington (47).
Domingo Amuchastegui è un ex agente
dei servizi di intelligenza cubani che si esiliò a Miami nel 1994.
A proposito dei dissidenti, fece le seguenti dichiarazioni: Si
ricordano del bacio della morte? Per me, qualunque dissidente che
entra in contatto con la Sezione di Interessi o con gli esiliati
di Miami perde ogni possibilità di legittimità. Rispetto alla
Roque fustigò il suo opportunismo: “Martha Beatriz era uno degli
alti funzionari più odiati nel Ministero dello Zucchero per anni.
Era un'estremista. Non la presi sul serio quando faceva la
comunista leale e non la prendo sul serio adesso” (48).
L'opinione di Wayne S. Smith
Wayne S. Smith è un ex diplomatico
che è stato capo della SINA a L'Avana dal 1979 fino al 1982.
Secondo lui, è completamente illegale ed imprudente dare denaro ai
dissidenti cubani. Aggregò che nessuno dovrebbe dare denaro ai
dissidenti e meno ancora con l'obiettivo di abbattere il governo
cubano. Riferendosi all'attuazione di Michael Parmly, Smith la
definì contraria alle leggi internazionali perché si immischia nei
temi interni di un'altra nazione e perché Santiago Alvarez è
accusato di terrorismo (49).
Le “Dame in bianco” sono agenti
al servizio di una potenza straniera
I dissidenti cubani e le “Dame in
bianco” hanno tutto il diritto ad opporsi al governo de L'Avana. È
legittimo criticare il potere e perfino esprimere apertamente il
loro disaccordo senza paura di rappresaglie, quello che non
smettono di fare d'altra parte gli oppositori cubani.
Invece, è illegale dal punto di
vista della legislazione cubana, della legge di tutti i paesi del
mondo e del diritto internazionale, associarsi con una potenza
straniera con l'obiettivo di promuovere la sua politica estera.
Facendolo, le “Dame in bianco” smettono di essere oppositrici per
trasformarsi in agenti di una potenza straniera e violano la
legge.
Da un punto di vista morale, etico e
patriottico, è inaccettabile che certi individui si associno col
nemico storico di Cuba –il governo degli Stati Uniti–che ha fatto
tutto il possibile per ostacolare che l'isola accedesse pienamente
alla sua indipendenza, che orchestrò una campagna terrorista che
costò la vita a 3.470 cubani e paralizzò in forma definitiva 2.099
innocenti, che invase militarmente il paese nell’aprile del 1961,
che minacciò con disintegrare la nazione, con bombe nucleari,
nell’ottobre del 1962, che impone sanzioni economiche crudeli ed
inumane che colpiscono gravemente il benessere di tutta la
popolazione dal 6 luglio 1960, e che svolge una guerra politica,
diplomatica e mediatica senza riposo contro Cuba.
I mezzi occidentali violano anche la
deontologia giornalistica occultando questa realtà e persistendo
nel qualificare le “Dame in bianco” ed a Martha Beatriz Roque come
semplici oppositrici. Ingannano gravemente e deliberatamente
l'opinione pubblica con lo scopo di farle credere, in caso di
reazione delle autorità e della giustizia cubane, in una nuova
onda di repressione arbitraria contro pacifici militanti dei
diritti umani.
Note:
(1) Salim Lamrani,
«Las llamadas ‘Damas de Blanco’ defienden el terrorismo de Estados
Unidos y las Madres de la Plaza de Mayo simbolizamos el amor a
nuestros hijos asesinados por tiranos impuestos por Estados
Unidos», Rebelión, 28 de junio de 2005.
http://www.rebelion.org/noticia.php?id=17055 (sitio consultado el
31 de octubre de 2005).
(2) Luisa Yáñez,
«Cuban Police Break Up Dissident Sit-In», The Miami Herald, 22 de
abril de 2008.
(3) El Nuevo Herald,
«Atropellan a las Damas de Blanco», 22 de abril de 2008.
(4) Will
Weissert, «Cuban Police Break Up Women’s Sit-In For Release of
Husbands», The Associated Press, 21 de abril de 2008.
(5) Mark Frank,
«Cuba Lashes Out at Wives of Jailed Dissidents», The Associated
Press,22 de abril de 2008.
(6) Wilfredo Cancio
Isla, «Las Damas de Blanco acusan de espionaje al gobierno
cubano», El Nuevo Herald, 22 de abril de 2008.
(7) Granma, «Fracasa
provocación contrarrevolucionaria», 22 de abril de 2008.
(8) Wilfredo Cancio
Isla, «Las Damas de Blanco acusan de espionaje al gobierno
cubano», op. cit.
(9) Lesney Clark,
«Ros-Lehtinen : Kill-Castro Video a Trick», The Miami Herald, 9 de
diciembre de 2006.
(10) Wilfredo Cancio
Isla, «Revelan un plan para atentar contra Castro», El Nuevo
Herald, 22 de junio de 2006.
(11) Granma, «No
habrá espacio para la subversión en Cuba», 16 de abril de 2008;
The Associated Press, «Cuba’s Communist Party Says Changes Will
Not Lead to Subversion», 17 de abril de 2008; The Associated
Press, «Party: No Room In Cuba For ‘Subversion’», 16 de abril de
2008.
(12) Ibid.
(13) Alfonso
Chardy, «Exile Group: Not Enough Money Getting to Cuban
Dissidents», The Miami Herald, 15 de mayo de 2008.
(14) Agence France
Presse / El Nuevo Herald, «Bush habla con disidentes cubanos», 6
de mayo de 2008.
(15) Reuters, «Bush
habla por teléfono con los disidentes cubanos», 6 de mayo de 2008.
(16) Office of
the Press Secretary, «President Bush Attends Council of the
Americas», Department of State, 7 de mayo de 2008.
http://www.whitehouse.gov/news/releases/2008/05/20080507-4.html
(site consulté le 8 mai 2008).
(17) Orlando Oramas
León, «A pagar allá», Granma, 12 de mayo de 2008.
(18) Ministerio de
Asuntos Exteriores de la República de Cuba, «Declaración del
Ministerio de Relaciones Exteriores», Granma, 23 de abril de 2008,
http://europa.cubaminrex.cu/Declaraciones/2008/16-04-22.html
(sitio consultado el 24 de abril de 2008).
Veáse también The Associated Press, «Cuba
Accuses U.S. of Fomenting Dissent», 24 de abril de 2008; The
Associated Press, «Cuba Accuses U.S. Officials of Fabricating
Protest in Havana», 24 de abril de 2008.
(19) Ibid.
(20) Alberto Núñez y
Pedro de la Hoz, «Compromiso visceral entre terroristas,
mercenarios y autoridades de EE.UU. ¿Rescate Jurídico o
instigación criminal?», Granma, 19 de mayo de 2008. Véase también
Alfonso Chardy, «Fundación caritativa de Miami en la mira de La
Habana», The Miami Herald, 20 de mayo de 2008.
(21) Ibid.
(22) Ibid.
(23) Ibid.
(24) The Associated
Press/El Nuevo Herald, «Cuba: EEUU debe tomar ‘medidas’ contra
diplomáticos», 19 de mayo de 2008.
(25) Alberto Núñez y
Pedro de la Hoz, «Compromiso visceral entre terroristas,
mercenarios y autoridades de EEUU. ¿Rescate jurídico o instigación
criminal?», Granma, op. cit.
(26) El Nuevo
Herald, «La Habana vincula a diplomáticos de Estados Unidos con
disidentes», 20 de mayo de 2008.
(27) Felipe Pérez
Roque, «Conferencia íntegra concedida por Felipe Pérez Roque»,
Juventud Rebelde, 23 de mayo de 2008.
(28) Andrea
Rodríguez, «La Habana acusa a diplomáticos estadounidenses», The
Associated Press/El Nuevo Herald, 19 de mayo de 2008.
(29) Alberto Núñez y
Pedro de la Hoz, «Mulas, cipayos y criminales: trilogía de la
desvergüenza», Granma, 22 de mayo de 2008.
(30) The Associated
Press/El Nuevo Herald, «Cuba: EEUU debe tomar ‘medidas’ contra
diplomáticos», op. cit.
(31) The
Associated Press, «Cuban Dissident Confirms She Received Cash From
Private US Anti-Castro Group», 20 de mayo de 2008.
(32) El Nuevo
Herald, «Disidente cubana teme que pueda ser encarcelada», 21 de
mayo de 2008.
(33) Patrick Bèle,
«Cuba accuse Washington de payer les dissidents», Le Figaro, 21 de
mayo de 2008.
(34) Agence
France-Presse, «Prensa estatal cubana hace inusual entrevista
callejera a disidentes», 22 de mayo de 2008.
(35) Agence
France-Presse, «Financement de la dissidence: Cuba ‘somme’
Washington de s’expliquer», 22 de mayo de 2008.
(36) EFE, «Un
diputado cubano propone nuevos castigos a opositores pagados por
EEUU», 28 de mayo de 2008.
(37) Jeff Franks,
«Top U.S. Diplomat Ferried Cash to Dissident: Cuba», Reuters, 19
de mayo de 2008.
(38) U.S. Code,
Title 18, Part I, Chapter 45, § 951, § 953, § 954.
(39) Código Penal
francés, Libro IV, Capítulo I, Sección 2, Artículo 411-4.
(40) Código Penal
español de 1995, Capítulo II, Artículos 589, 592.
(41) Código Penal
belga, Capítulo II, Artículo 114.
(42) Código Penal
italiano, Libro II, Título I, Capítulo I, Artículos 243, 246.
(43) Código Penal suizo, Artículo
266.
(44) Código Penal
sueco, Capítulo 19, Artículos 8, 13.
(45) Alberto Núñez y
Pedro de la Hoz, «Mulas, cipayos y criminales: trilogía de la
desvergüenza», Granma, op. cit.
(46) Frances Robles,
«Cuban Dissident Facing Scrutiny in Cuba and Miami», The Miami
Herald, 21 de mayo de 2008.
(47) Alberto Núñez y
Pedro de la Hoz, «Mulas, cipayos y criminales: trilogía de la
desvergüenza», Granma, op. cit.
(48) Frances Robles, «Cuban
Dissident Facing Scrutiny in Cuba and Miami», The Miami Herald, 21
de mayo de 2008, op. cit.
(49) Radio Habana
Cuba, «Former Chief of US Interests Section in Havana Wayne Smith
Says Sending Money to Mercenaries in Cuba is Illegal», 21 de mayo
de 2008.
*Salim Lamrani è professore,
scrittore e giornalista francese, specialista delle relazioni tra
Cuba e gli Stati Uniti. Ha pubblicato i libri:
Washington contre Cuba (Pantin: Le Temps des Cerises, 2005), Cuba
face à l’Empire (Genève: Timeli, 2006) e Fidel Castro, Cuba et les
Etats-Unis (Pantin: Le Temps des Cerises, 2006).
Ha appena pubblicato Double Morale.
Cuba, l’Union européenne et les droits de l’homme
(Paris: Editions Estrella, 2008).
Contatto :
lamranisalim@yahoo.fr
tradotto da Ida Garberi