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Le “Dame in bianco” di Cuba 

 

di Salim Lamrani

 

 

Le “Dame in bianco” cubane hanno acquisito una certa fama nella stampa occidentale che informa regolarmente sulle loro attività. Elevate al rango di simbolo della lotta per la libertà, le dame godono di una propaganda mediatica che farebbe impallidire di invidia a qualunque gruppo oppositore del mondo, mentre a Cuba, suscitano piuttosto l'indifferenza ed il rifiuto della popolazione. 

   

“Dame in bianco” e Madri della Piazza di Maggio, la stessa lotta? 

  

Le “Dame in bianco”, che sono imparentate con i 75 oppositori imprigionati nel marzo del 2003 per “essere in associazione con una potenza straniera”, manifestano tutte le domeniche a Cuba per esigere la liberazione dei loro famigliari. Per dotarsi di una certa legittimità ed occultare le ragioni che condussero i loro parenti al carcere, le “Dame in bianco” utilizzano il metodo di lotta delle Madri della Piazza di Maggio e paragonano con molto piacere la lotta che entrambe le organizzazioni stanno svolgendo. Anche la stampa internazionale si è precipitata a stabilire dei paragoni affrettati, naturalmente senza disturbarsi di conoscere l'opinione delle madri argentine, le principali interessate. 

 

Consultata su questo tema, Hebe de Bonafini, presidentessa delle associazione Madri della Piazza di Maggio, universalmente riconosciuta e rispettata per la sua instancabile lotta contro le ingiustizie, denunciò la relazione falsa effettuata dalle “Dame in bianco” ed ebbe una risposta abbastanza mordace per i giornalisti in questione: 

“In primo luogo, mi lasci dire che la Piazza di Maggio è in Argentina ed in nessun altro posto. Il nostro fazzoletto bianco simbolizza la vita mentre quelle donne delle quali lei mi parla rappresentano la morte. Questa è la differenza più importante e più sostanziale che bisogna segnalare ai giornalisti. Non accettiamo che ci paragonino o utilizzino i nostri simboli per calpestarci. Siamo in totale disaccordo con loro”. 

“Quelle donne difendono il terrorismo degli Stati Uniti. Difendono il primo paese terrorista del mondo, quello che ha più sangue sulle sue mani, quello che lancia più bombe, quello che invade più paesi, quello che impone le sanzioni economiche più dure agli altri. Stiamo parlando della nazione che è responsabile dei crimini di Hiroshima e Nagasaki”. 

“Quelle donne non si rendono conto che la lotta delle Madri della Piazza di Maggio simbolizza l'amore per i nostri figli scomparsi, assassinati dai tiranni imposti dagli Stati Uniti. La nostra battaglia rappresenta la rivoluzione, quella che i nostri figli e le nostre figlie vollero fare. La loro lotta è differente, perché difendono la politica sovversiva degli Stati Uniti che contiene solo oppressione, repressione e morte”. (1) 

 

La manifestazione del 21 aprile 2008 

 

Il 21 aprile 2008, le “Dame in bianco” orchestrarono un'operazione mediatica manifestandosi di fronte alla sede del ministero dell'Interno, situata in Piazza della Rivoluzione in plenum centro de L'Avana, e sono state accompagnate alle loro case dalle autorità (2). 

 

I mezzi occidentali si affrettarono a denunciare un atto di repressione contro una manifestazione pacifica e spontanea. L'agenzia di stampa Reuters descrisse un attacco violento alle donne dei dissidenti imprigionati. Altri mezzi di comunicazione criticarono un'operazione repressiva calcolata che disperse la manifestazione con la forza (3). 

   

Nonostante, la presenza della stampa occidentale dalle 6 della mattina nella Piazza della Rivoluzione, mette immediatamente in discussione il carattere spontaneo della manifestazione. In quanto all'attacco violento che descrisse la stampa –dando l'impressione che le manifestanti siano state vittime di una carica di una polizia antidisturbo, inesistente a Cuba–, i video e le immagini mostrano semplicemente una ventina di donne funzionarie del Ministero dell’Interno, vestite con camicia, gonna e scarpe col tacco, senza armi, conducendo le “Dame in bianco” verso un autobus da turismo con aria condizionata. D'altra parte, una delle oppositrici, Berta de los Angeles Soler, dichiarò ad Associated Press che nessuna di loro era stata vittima di maltrattamenti: “Non ci hanno picchiato. Non c’è stata violenza” (4). 

 

Per i mezzi occidentali, questo incidente è una prova del carattere repressivo del governo cubano. Nonostante, si dimenticano di sottolineare che si proibiscono manifestazioni tutti i giorni, in tutti i paesi del mondo. In Francia, per esempio, una manifestazione si può realizzare solo se l'autorizza la prefettura. Inoltre, basta ricordare in che forma violenta hanno trattato alcune studentesse di 15 anni durante le manifestazioni studentesche del 2007 in Francia –strisciate per terra dalla polizia–per capire le differenze. Questo tipo di attuazioni non si è mai prodotta a Cuba. 

 

Allo stesso modo, la stampa non ha rivelato che le “Dame in bianco” sono state portate a casa loro dopo tre ore dall'inizio della manifestazione e con lo scopo di evitare qualsiasi confronto con la popolazione. In effetti, esplosero delle tensioni tra loro ed un centinaio di persone che le accusavano di promuovere la politica estera degli Stati Uniti. 

 

Gruppo indipendente? 

 

Miriam Leyva, una delle fondatrici del movimento, dichiarò che la sua azione era solo umanitaria, “non abbiamo agenda politica”, ha affermato (5). Laura Pollan, la portavoce del gruppo, difese vigorosamente l'indipendenza delle “Dame in bianco”. “Siamo donne libere che non obbediamo agli ordini di nessuno” (6). 

 

Da parte sua, il governo cubano denunciò una provocazione orchestrata dagli Stati Uniti da parte della congressista di estrema destra della Florida, Ileana Ros-Lehtinen che “stimolò le attività di questi piccoli gruppi, come giustificazione per ricevere il finanziamento del governo yankee (7). Quale è la realtà?  

 

Gli elementi disponibili mettono in tessuto di giudizio le affermazioni di indipendenza delle “Dame in bianco”. Il rappresentante statunitense a L'Avana, Michael Parmly, si è riunito regolarmente con questo gruppo, come lo dimostrano varie foto presentate nella televisione cubana. Ha reso anche pubblica una conversazione telefonica del 18 aprile 2008 con Ileana Ros-Lehtinen che dimostra, senza nessuna ambiguità che l'operazione del 21 aprile è stata organizzata in Florida dalla congressista e dalla Fondazione Nazionale Cubano-Americana (FNCA) (8). 

 

Conviene ricordare chi è Ileana Ros-Lehtinen e che cosa è la FNCA. La congressista è una sostenitrice acerrima della mano dura contro Cuba. Partecipò al sequestro del piccolo Elian Gonzalez nel 2000 e difese con vigore i conosciuti terroristi Orlando Bosch e Luis Posada Carriles. Si è dichiarata sostenitrice anche del rinforzamento delle sanzioni economiche. Nel marzo del 2006, lanciò un appello a beneficio  dell'eliminazione fisica dell'ex presidente cubano Fidel Castro, dichiarando in un'intervista per il documentario britannico 638 Ways to Kill Castro: Approvo la possibilità che qualcuno assassini Fidel Castro (9). 

 

In quanto alla FNCA, la sua implicazione nel terrorismo contro Cuba, particolarmente negli attentati sanguinari del 1997, è ampiamente dimostrata. Una fonte indiscutibile lo dimostra in maniera inequivocabile. Il 22 giugno 2006, José Antonio Llama, ex direttore dell'organizzazione, rivelò questa realtà. Secondo lui, la FNCA ebbe a sua disposizione un elicottero da carico, 10 aeroplani ultraleggeri con comando a distanza, sette imbarcazioni, una lancia rapida Midnight Express ed una quantità illimitata di materiale esplosivo. “Eravamo impazienti per la sopravvivenza del regime di Castro dopo il crollo dell'Unione Sovietica ed il sistema socialista. Volevamo accelerare la democratizzazione a Cuba usando qualunque mezzo per ottenerlo”, ha confessato (10). 

 

Quale paese del mondo accetterebbe che i suoi cittadini si associassero con una persona che lanciò un appello a favore dell’omicidio del presidente della Repubblica? Che nazione accetterebbe che certi individui si vincolassero con un'organizzazione terrorista? Che cosa succederebbe in Francia se alcuni persone si associassero con Al Qaeda, per esempio? La stampa occidentale li definirebbe dissidenti? Sarebbero liberi? 

 

La riunione di Miami 

 

L’8 aprile 2008, si organizzò un tavola rotonda nel Hotel Biltmore di Corallo Gables, in Florida, in presenza del segretario di Commercio statunitense Carlos Gutierrez, l'ambasciatore della Repubblica Ceca in Washington Petr Kolar e vari membri dell'estrema destra cubana, col fine di dibattere sul futuro di Cuba. Il forte appoggio alla dissidenza cubana è il meccanismo adeguato per propiziare un cambiamento democratico sull'isola, conclusero alla fine, cosa che altro non è se non un appello alla sovversione, contrario al diritto internazionale e alla legislazione cubana (11). 

 

Washington è perfettamente cosciente che i piccoli gruppi di dissidenti cubani sono completamente isolati nel paese. La popolazione percepisce il loro atteggiamento come di collaborazionismo con una potenza nemica. Per questo motivo Gutierrez e gli altri partecipanti hanno insistito sul fatto che la cosa essenziale [era] che gli oppositori non si sentissero isolati nella loro lotta. Il segretario di Commercio ricordò che c'è un presupposto di 80 milioni di dollari, dal luglio del 2006, dedicato all'appoggio dei dissidenti cubani (12). 

 

Anche la FNCA pubblicò una relazione di 21 pagine sull'aiuto che proporziona Washington ai dissidenti cubani. Secondo l'organizzazione, arrivò a loro solamente meno del 17% dei 65 milioni di dollari destinati agli oppositori cubani nel 2006 (13). 

 

Conversazione degli oppositori col presidente Bush 

 

Il 6 maggio 2008, il presidente statunitense George W. Bush che ha dichiarato varie volte la sua intenzione di abbattere il governo de L'Avana, impiegò il suo tempo perfino in un colloquio diretto con Berta Soler delle “Dame in bianco”, Martha Beatriz Roque e José Luis Antunez Garcia, in una videoconferenza. Questi si trovavano nella Sezione di Interessi Nordamericani (SINA) de L'Avana con Michael Parmly, per ricevere le direttrici del loro principale mecenate, accompagnato dalla segretaria di Stato Condoleezza Rice e da Gutierrez, per 45 minuti (14).  

 

Berta Soler indicò che Bush si congratulò per il loro lavoro e perfino colse l'occasione per chiedere più fondi a Washington: Lo ringraziammo per il suo aiuto e quello che ci danno gli esiliati cubani, ma non è abbastanza (15). La data del 6 maggio non è casuale perché si tratta esattamente del quarto anniversario del piano di Bush adottato nel 2004 contro Cuba, il cui obiettivo è far tornare di nuovo Cuba allo status di neocolonia. 

 

Durante il suo discorso nella riunione del Consiglio delle Americhe il 7 maggio 2008, Bush ha ripetuto che il suo principale obiettivo era l'isola dei Caraibi.

“C’è ancora una nazione nella regione che si trova sotto il giogo della tirannia di un'epoca antiquata. Si tratta di Cuba”. Colse l'occasione per sottolineare la straordinaria opportunità che gli permise di dirigersi direttamente ad alcuni oppositori e reiterò la sua intenzione di fare tutto quello che fosse possibile per rompere l'ordine stabilito a Cuba (16). 

 

  

Così, l'ossessione cubana della Casa Bianca quasi relegò la guerra dell'Iraq, la crisi economica, la debolezza del dollaro, la debacle alimentare, i gravi cambiamenti climatici e l'esplosione del prezzo del petrolio in un secondo piano per le priorità statunitensi. Bush rubò tempo della sua agenda, sommamente carica, per dialogare con gli oppositori cubani. Le intenzioni di Washington sono chiare (17). 

 

Risposta del governo de L'Avana 

 

Il Ministero cubano degli Affari Esteri emise una dichiarazione nella quale denunciava l'atteggiamento degli Stati Uniti che incoraggiano la sovversione nel paese, ed accusa il governo degli Stati Uniti di fabbricare e promuovere questi ed altre provocazioni controrivoluzionarie e le conseguenti campagne mediatiche contro Cuba (18). 

 

Il comunicato lo stigmatizza 

 

“Piano sovversivo, in virtù del quale, solo negli anni dal 1996 al 2006, i nordamericani hanno fornito alla controrivoluzione interna [...] più di 23.000 apparecchi radio ad onda corta, oltre a milioni di libri, bollettini ed altri materiali informativi”, come riconobbe la relazione pubblicata il 15 novembre 2006 dall'Ufficio di Auditing del governo degli Stati Uniti (GAO).  

Solo in questo anno 2008, il governo degli Stati Uniti dispone di 45,7 milioni di dollari per pagare i suoi gruppi mercenari a Cuba e per progettare delle provocazioni [...]. Questo importo fa parte dell’ammontare totale di 116 milioni, che saranno stati destinati durante l'amministrazione Bush per alimentare l'industria della sovversione e la controrivoluzione interna a Cuba, a spese del contribuente nordamericano.  

La Sezione di Interessi degli Stati Uniti a L'Avana (SINA) è divenuta il puntello della politica sovversiva del governo nordamericano e ha fortificato il suo ruolo come stato maggiore della controrivoluzione interna. D’accordo con la citata relazione della GAO, tra gli anni 2000 e 2005 le importazioni della SINA aumentarono quasi di un 200%, destinando il 50-70% di questo volume a dei materiali da consegnare ai loro gruppi mercenari [...] 

La SINA dirige permanentemente gli elementi controrivoluzionari, che sono quelli che contattano ed impartiscono istruzioni in forma sistematica. Solamente durante l'anno attuale, ha organizzato decine di queste riunioni coi suoi mercenari a Cuba [...] 

Uno dei piccoli gruppi che è stato particolarmente favorito, patrocinato e finanziato dalla SINA è precisamente quello delle chiamate “Dame in bianco”, scelto in questi momenti dal presidente George W. Bush ed i suoi servizi speciali, come punta di lancia contro Cuba [...]. 

Una di loro ha ricevuto, perfino, una lettera di riconoscimento dello stesso presidente George W. Bush, così come un finanziamento e l’appoggio per pubblicare un libro sulle esperienze controrivoluzionarie di suo marito, uno dei mercenari condannati per servire gli interessi del governo che c'aggredisce. Il “lancio” di questo libro si fece in presenza del funzionario della Sezione di Interessi yankee a L'Avana, Thomas Hamm. 

Lo stesso Bush ha dato il benvenuto, lo scorso 24 gennaio, nella stessa Casa Bianca, ad una membro di questo gruppo e moglie di un altro conosciuto mercenario, anche lui arrestato.

Non solamente il Presidente degli Stati Uniti gli offrì il suo appoggio, ma chiese al mondo che “appoggi” la causa della controrivoluzione a Cuba.  

Cuba riafferma il suo diritto ad ostacolare, neutralizzare e rispondere a queste azioni provocatorie concepite, finanziate e stimolate dal Governo degli Stati Uniti e la sua Sezione di Interessi a L'Avana (19). 

 

Le “Dame in bianco” finanziate da un'organizzazione terroristica della Florida 

 

Il governo cubano rivelò anche che Martha Beatriz Roque e le “Dame in bianco” ricevono emolumenti che arrivano a 1.500 dollari al mese–quasi 100 volte il salario medio a Cuba!–da parte dell'organizzazione “Rescate Juridico” (RJ) della Florida, mentre le sanzioni economiche ostacolano qualunque cubano degli Stati Uniti che mandi più di 100 dollari mensili alla sua famiglia nel paese (20). 

 

Il presidente di questa associazione è, niente meno, che Santiago Alvarez Fernandez Magriñat, conosciuto terrorista, amico intimo del criminale Luis Posada Carriles tristemente famoso e responsabile, tra gli altri, del sanguinante attentato contro l'aeroplano di Cubana di Aviazione il 6 ottobre 1976, che costò la vita a 73 persone, e che attualmente compie una pena in prigione per possesso illegale di armi negli Stati Uniti (fucili automatici, granate, lanciagranate...). Questa entità dipende lei stessa da fondi governativi (21). 

 

L'implicazione di Santiago Alvarez in atti di terrorismo internazionale è ovvia. L'Interpool diffuse il dossier di questo criminale in allerta rossa e ricordò che fu implicato nel tentativo di assassinio di Fidel Castro nell'Università del Panama nel 2000. Secondo l'Interpool, Alvarez è responsabile dell'organizzazione, il finanziamento e l'introduzione di una squadra terrorista a Villa Clara, nel centro di Cuba, il 21 aprile 2001 con l'obiettivo di sabotare le installazioni turistiche (22). 

 

Le autorità cubane hanno anche pubblicato una conversazione telefonica tra Alvarez ed uno dei suoi agenti infiltrati, Yhosvani Sury, nella quale gli chiedeva che mettesse due bombe nel cabaret Tropicana (23). Associated Press ricorda che Alvarez riconobbe pubblicamente varie volte il suo passato di militante violento contro Cuba realizzando attacchi ed infiltrando gruppi armati (24). Alvarez è stato reclutato dalla CIA negli anni 60 e partecipò a diverse azioni criminali, ed in particolare nell'attacco di Boca de Samá, a Cuba, il 12 ottobre 1972, nel quale morirono assassinate due persone ed una bambina perse una gamba (25). 

 

In cambio degli emolumenti percepiti, Martha Beatriz Roque scrisse una lettera al giudice James Cohn riconoscendo la collaborazione della fondazione “Rescate Juridico” con l'opposizione cubana. In un e-mail destinato alla Roque, Carmen Machado, tesoriera dell'entità, spiegava l'importanza di questa lettera: “La lettera sarebbe diretta al giudice James Cohn. Questo giudice è quello che ha l'ultima parola sugli anni che daranno al nostro amico [Santiago Alvarez]”. Secondo il giornale di estrema destra El Nuevo Herald di Miami, nel giugno del 2007, il giudice federale James I. Cohn decise di tagliare di un terzo le sentenze di 46 mesi di carcere ad Alvarez e di 30 mesi al suo collaboratore Osvaldo Mitat (26). 

 

Così, in cambio di una sostanziosa retribuzione economica, gli oppositori permisero ad un notorio terrorista le cui mani sono macchiate di sangue innocente, ottenere un abbassamento della condanna negli Stati Uniti. Che cosa succederebbe in Francia se un oppositore fosse finanziato, per esempio, dal responsabile degli attentati terroristi di Parigi nel 1995? Sarebbe libero? O sarebbe imprigionato ed accusato, con ragione, di associazione con un'organizzazione terrorista? 

 

Felipe Perez Roque, il ministro cubano degli Affari Esteri, espose le stesse domande: Che cosa succederebbe se la signora Martha Beatriz Roque [e le “Dame in bianco”] [...] vivessero negli Stati Uniti e fossero accusate di ricevere denaro da un gruppo terrorista che agisce contro gli Stati Uniti? [...] Che cosa prevede la legge nordamericana? (27). 

 

Implicazione dei diplomatici statunitensi 

 

Dopo un'investigazione, le autorità cubane scoprirono una situazione ancora più grave. Lo stesso capo della missione diplomatica degli Stati Uniti, Michael Parmly, si incaricava di consegnare i fondi provenienti da “Rescate Juridico” a Martha Beatriz Roque e Laura Pollan delle “Dame in bianco”, violando in modo flagrante il diritto  internazionale e particolarmente la Convenzione di Vienna, del 1961, per le relazioni diplomatiche e consolari, il cui Articolo 41 sottolinea che i diplomatici sono obbligati a non immischiarsi nei temi interni dei paesi anfitrioni (28). In un e-mail a suo nipote Juan Carlos Fuentes, inviato il 26 aprile 2007 alle 20:27, Martha Beatriz Roque trasmetteva le seguenti istruzioni al suo contatto: 

 

“Ti prego richiama a Washington questo telefono […] è di Berengere Parmly, è la figlia di Parmly e suo papà sarà lì in questi giorni e può essere il postino attraverso di lei, io ho un'altra possibilità che se potesse faremmo prima, ma questa è più sicura. Il postino va il 10 maggio a Washington per problemi medici e starà lì due settimane (29). 

 

La SINA, lontano da smentire le accuse del governo cubano, le confermò in un comunicato: “La politica statunitense, da molto tempo, consiste nel proporzionare assistenza umanitaria al popolo cubano, specificamente alle famiglie dei carcerati politici. Permettiamo anche che lo facciano le organizzazioni private (30)”. Che paese del mondo accetterebbe simile comportamento senza reagire? 

 

Laura Pollan riconobbe in una dichiarazione che aveva ricevuto la somma di 2.400 dollari da Rescate Juridico attraverso Martha Beatriz Roque (31). “Accettiamo l'aiuto, l'appoggio, dall'estrema destra fino alla sinistra, senza condizioni”, si giustificò Pollan (32). L'oppositore Vladimir Roca confessò che la dissidenza cubana è sovvenzionata da Washington allegando che l'aiuto finanziario ricevuto era totale e completamente lecito. Per il dissidente René Gomez, l'appoggio economico da parte degli Stati Uniti “non è una cosa che bisogna occultare o della quale dobbiamo vergognarci” (33). 

 

Allo stesso modo, l'oppositore Elizardo Sanchez confermò implicitamente l'esistenza di un finanziamento da parte degli Stati Uniti. “La chiave non è in chi invia l'aiuto, bensì in che cosa si inverte il denaro dell'aiuto” (34). L’Agenzia France-Presse informa che “i dissidenti, da parte loro, rivendicarono ed accettarono questi aiuti economici” (35). L'agenzia spagnola EFE, allude agli “oppositori pagati dagli Stati Uniti” (36). In quanto all'agenzia di stampa britannica Reuters, “il governo statunitense proporziona apertamente un appoggio finanziario federale per le attività dei dissidenti, quello che Cuba considera un atto illegale” (37). 

 

Quello che omette l'agenzia Reuters è che il diritto internazionale proibisce formalmente il finanziamento di un'opposizione interna in un'altra nazione. Allo stesso modo, detto atto è illegale non solo a Cuba ma anche in qualunque altro paese del mondo. Tutti i codici penali puniscono severamente qualunque associazione con una potenza straniera con l'obiettivo di attentare agli interessi della nazione, negli Stati Uniti (38), in Francia (39), in Spagna (40), in Belgio (41), in Italia (42), in Svizzera (43), in Svezia (44) o in qualunque altro luogo. 

 

Martha Beatriz Roque 

 

Martha Beatriz Roque è un'oppositrice speciale. Si è pronunciata apertamente a beneficio del mantenimento delle sanzioni economiche inumane ed anacronistiche che colpiscono tutte le categorie della popolazione cubana. Affermò anche in una conversazione telefonica registrata dai servizi di intelligenza cubani che poco gli importava se gli Stati Uniti invadessero Cuba (45). 

 

Il giornale conservatore della Florida The Miami Herald segnala che è considerata come una sostenitrice della mano dura che appoggia apertamente George Bush e che perfino una volta, simbolicamente, votò per lui. La Roque è strettamente associata alla missione diplomatica statunitense de L'Avana dove assiste ad eventi speciali, usa Internet e si collega a Radio Martí di Miami, finanziata dagli Stati Uniti, per esprimersi contro il governo di Castro (46). La Roque è tanto intima di Parmly che questi le diede il suo numero di telefono personale a Washington (47). 

 

Domingo Amuchastegui è un ex agente dei servizi di intelligenza cubani che si esiliò a Miami nel 1994. A proposito dei dissidenti, fece le seguenti dichiarazioni: Si ricordano del bacio della morte? Per me, qualunque dissidente che entra in contatto con la Sezione di Interessi o con gli esiliati di Miami perde ogni possibilità di legittimità. Rispetto alla Roque fustigò il suo opportunismo: “Martha Beatriz era uno degli alti funzionari più odiati nel Ministero dello Zucchero per anni. Era un'estremista. Non la presi sul serio quando faceva la comunista leale e non la prendo sul serio adesso” (48). 

 

L'opinione di Wayne S. Smith 

 

Wayne S. Smith è un ex diplomatico che è stato capo della SINA a L'Avana dal 1979 fino al 1982. Secondo lui, è completamente illegale ed imprudente dare denaro ai dissidenti cubani. Aggregò che nessuno dovrebbe dare denaro ai dissidenti e meno ancora con l'obiettivo di abbattere il governo cubano. Riferendosi all'attuazione di Michael Parmly, Smith la definì contraria alle leggi internazionali perché si immischia nei temi interni di un'altra nazione e perché Santiago Alvarez è accusato di terrorismo (49). 

 

Le “Dame in bianco” sono agenti al servizio di una potenza straniera 

 

I dissidenti cubani e le “Dame in bianco” hanno tutto il diritto ad opporsi al governo de L'Avana. È legittimo criticare il potere e perfino esprimere apertamente il loro disaccordo senza paura di rappresaglie, quello che non smettono di fare d'altra parte gli oppositori cubani. 

 

Invece, è illegale dal punto di vista della legislazione cubana, della legge di tutti i paesi del mondo e del diritto internazionale, associarsi con una potenza straniera con l'obiettivo di promuovere la sua politica estera. Facendolo, le “Dame in bianco” smettono di essere oppositrici per trasformarsi in agenti di una potenza straniera e violano la legge. 

 

Da un punto di vista morale, etico e patriottico, è inaccettabile che certi individui si associno col nemico storico di Cuba –il governo degli Stati Uniti–che ha fatto tutto il possibile per ostacolare che l'isola accedesse pienamente alla sua indipendenza, che orchestrò una campagna terrorista che costò la vita a 3.470 cubani e paralizzò in forma definitiva 2.099 innocenti, che invase militarmente il paese nell’aprile del 1961, che minacciò con disintegrare la nazione, con bombe nucleari, nell’ottobre del 1962, che impone sanzioni economiche crudeli ed inumane che colpiscono gravemente il benessere di tutta la popolazione dal 6 luglio 1960, e che svolge una guerra politica, diplomatica e mediatica senza riposo contro Cuba.  

 

I mezzi occidentali violano anche la deontologia giornalistica occultando questa realtà e persistendo nel qualificare le “Dame in bianco” ed a Martha Beatriz Roque come semplici oppositrici. Ingannano gravemente e deliberatamente l'opinione pubblica con lo scopo di farle credere, in caso di reazione delle autorità e della giustizia cubane, in una nuova onda di repressione arbitraria contro pacifici militanti dei diritti umani. 

 

Note:   

(1) Salim Lamrani, «Las llamadas ‘Damas de Blanco’ defienden el terrorismo de Estados Unidos y las Madres de la Plaza de Mayo simbolizamos el amor a nuestros hijos asesinados por tiranos impuestos por Estados Unidos», Rebelión, 28 de junio de 2005. http://www.rebelion.org/noticia.php?id=17055 (sitio consultado el 31 de octubre de 2005).

 

(2) Luisa Yáñez, «Cuban Police Break Up Dissident Sit-In», The Miami Herald, 22 de abril de 2008.

 

(3) El Nuevo Herald, «Atropellan a las Damas de Blanco», 22 de abril de 2008.

 

(4) Will Weissert, «Cuban Police Break Up Women’s Sit-In For Release of Husbands», The Associated Press, 21 de abril de 2008.

 

(5) Mark Frank, «Cuba Lashes Out at Wives of Jailed Dissidents», The Associated Press,22 de abril de 2008.

 

(6) Wilfredo Cancio Isla, «Las Damas de Blanco acusan de espionaje al gobierno cubano», El Nuevo Herald, 22 de abril de 2008.

 

(7) Granma, «Fracasa provocación contrarrevolucionaria», 22 de abril de 2008.

 

(8) Wilfredo Cancio Isla, «Las Damas de Blanco acusan de espionaje al gobierno cubano», op. cit.

 

(9) Lesney Clark, «Ros-Lehtinen : Kill-Castro Video a Trick», The Miami Herald, 9 de diciembre de 2006.

 

(10) Wilfredo Cancio Isla, «Revelan un plan para atentar contra Castro», El Nuevo Herald, 22 de junio de 2006.

 

(11) Granma, «No habrá espacio para la subversión en Cuba», 16 de abril de 2008; The Associated Press, «Cuba’s Communist Party Says Changes Will Not Lead to Subversion», 17 de abril de 2008; The Associated Press, «Party: No Room In Cuba For ‘Subversion’», 16 de abril de 2008.

 

(12) Ibid.

 

(13) Alfonso Chardy, «Exile Group: Not Enough Money Getting to Cuban Dissidents», The Miami Herald, 15 de mayo de 2008.

 

(14) Agence France Presse / El Nuevo Herald, «Bush habla con disidentes cubanos», 6 de mayo de 2008.

 

(15) Reuters, «Bush habla por teléfono con los disidentes cubanos», 6 de mayo de 2008.

 

(16) Office of the Press Secretary, «President Bush Attends Council of the Americas», Department of State, 7 de mayo de 2008. http://www.whitehouse.gov/news/releases/2008/05/20080507-4.html (site consulté le 8 mai 2008).

 

(17) Orlando Oramas León, «A pagar allá», Granma, 12 de mayo de 2008.

 

(18) Ministerio de Asuntos Exteriores de la República de Cuba, «Declaración del Ministerio de Relaciones Exteriores», Granma, 23 de abril de 2008, http://europa.cubaminrex.cu/Declaraciones/2008/16-04-22.html (sitio consultado el 24 de abril de 2008). Veáse también The Associated Press, «Cuba Accuses U.S. of Fomenting Dissent», 24 de abril de 2008; The Associated Press, «Cuba Accuses U.S. Officials of Fabricating Protest in Havana», 24 de abril de 2008.

 

(19) Ibid.

 

(20) Alberto Núñez y Pedro de la Hoz, «Compromiso visceral entre terroristas, mercenarios y autoridades de EE.UU. ¿Rescate Jurídico o instigación criminal?», Granma, 19 de mayo de 2008. Véase también Alfonso Chardy, «Fundación caritativa de Miami en la mira de La Habana», The Miami Herald, 20 de mayo de 2008.

 

(21) Ibid.

 

(22) Ibid.

 

(23) Ibid.

 

(24) The Associated Press/El Nuevo Herald, «Cuba: EEUU debe tomar ‘medidas’ contra diplomáticos», 19 de mayo de 2008.

 

(25) Alberto Núñez y Pedro de la Hoz, «Compromiso visceral entre terroristas, mercenarios y autoridades de EEUU. ¿Rescate jurídico o instigación criminal?», Granma, op. cit.

 

(26) El Nuevo Herald, «La Habana vincula a diplomáticos de Estados Unidos con disidentes», 20 de mayo de 2008.

 

(27) Felipe Pérez Roque, «Conferencia íntegra concedida por Felipe Pérez Roque», Juventud Rebelde, 23 de mayo de 2008.

 

(28) Andrea Rodríguez, «La Habana acusa a diplomáticos estadounidenses», The Associated Press/El Nuevo Herald, 19 de mayo de 2008.

 

(29) Alberto Núñez y Pedro de la Hoz, «Mulas, cipayos y criminales: trilogía de la desvergüenza», Granma, 22 de mayo de 2008.

 

(30) The Associated Press/El Nuevo Herald, «Cuba: EEUU debe tomar ‘medidas’ contra diplomáticos», op. cit.

 

(31) The Associated Press, «Cuban Dissident Confirms She Received Cash From Private US Anti-Castro Group», 20 de mayo de 2008.

 

(32) El Nuevo Herald, «Disidente cubana teme que pueda ser encarcelada», 21 de mayo de 2008.

 

(33) Patrick Bèle, «Cuba accuse Washington de payer les dissidents», Le Figaro, 21 de mayo de 2008.

 

(34) Agence France-Presse, «Prensa estatal cubana hace inusual entrevista callejera a disidentes», 22 de mayo de 2008.

 

(35) Agence France-Presse, «Financement de la dissidence: Cuba ‘somme’ Washington de s’expliquer», 22 de mayo de 2008.

 

(36) EFE, «Un diputado cubano propone nuevos castigos a opositores pagados por EEUU», 28 de mayo de 2008.

 

(37) Jeff Franks, «Top U.S. Diplomat Ferried Cash to Dissident: Cuba», Reuters, 19 de mayo de 2008.

 

(38) U.S. Code, Title 18, Part I, Chapter 45, § 951, § 953, § 954.

 

(39) Código Penal francés, Libro IV, Capítulo I, Sección 2, Artículo 411-4.

 

(40) Código Penal español de 1995, Capítulo II, Artículos 589, 592.

 

(41) Código Penal belga, Capítulo II, Artículo 114.

 

(42) Código Penal italiano, Libro II, Título I, Capítulo I, Artículos 243, 246.

 

(43) Código Penal suizo, Artículo 266.

 

(44) Código Penal sueco, Capítulo 19, Artículos 8, 13.

 

(45) Alberto Núñez y Pedro de la Hoz, «Mulas, cipayos y criminales: trilogía de la desvergüenza», Granma, op. cit.

 

(46) Frances Robles, «Cuban Dissident Facing Scrutiny in Cuba and Miami», The Miami Herald, 21 de mayo de 2008.

 

(47) Alberto Núñez y Pedro de la Hoz, «Mulas, cipayos y criminales: trilogía de la desvergüenza», Granma, op. cit.

 

(48) Frances Robles, «Cuban Dissident Facing Scrutiny in Cuba and Miami», The Miami Herald, 21 de mayo de 2008, op. cit.

 

(49) Radio Habana Cuba, «Former Chief of US Interests Section in Havana Wayne Smith Says Sending Money to Mercenaries in Cuba is Illegal», 21 de mayo de 2008.

 

*Salim Lamrani è professore, scrittore e giornalista francese, specialista delle relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti. Ha pubblicato i libri: Washington contre Cuba (Pantin: Le Temps des Cerises, 2005), Cuba face à l’Empire (Genève: Timeli, 2006) e Fidel Castro, Cuba et les Etats-Unis (Pantin: Le Temps des Cerises, 2006).

Ha appena pubblicato Double Morale. Cuba, l’Union européenne et les droits de l’homme (Paris: Editions Estrella, 2008).

Contatto : lamranisalim@yahoo.fr

tradotto da Ida Garberi