NARRATIVA - LIBRI
Non si uccide la verità ammazzando i giornalisti
• Il ricordo di
Carlos Bastidas, l’ultimo giornalista ucciso a Cuba da Batista
di
KATIA SIBERIA GARCÍA
La verità costa. Ed
anche così ci sono coloro che pur consci del pericolo rischiano ed
hanno successo o corrono il pericolo e muoiono.
L’America Latina
non è estranea a queste morti e suscita un giornalismo impegnato e
coraggioso.
Il colloquio “Il
rispetto della vita dei giornalisti”, ha toccato esattamente questo
tema e si è svolto nell’Istituto di Giornalismo, commemorando anche
i 50 anni dall’assassinio del giornalista ecuadoriano Carlos
Bastidas, ucciso a Cuba da uno sbirro del tiranno Fulgencio Batista
.
|
Carlos
Bastidas sulla Sierra con Fidel |
I partecipanti
hanno ricordato i fatti criminali che hanno tolto la vita a 15
giornalisti nel continente ed hanno manifestato indignazione per
l’impunità dei delitti.
Peter Phillips,
direttore del progetto "Censurado", che riunisce articoli sui fatti
che i grandi mezzi ignorano e che il sociologo promuove
dall’Università Statale di Sonora, in California, è stato uno degli
esponenti più importanti.
Phillips ha
illustrato che 1700 pubblicazioni negli Stati Uniti e 550 programmi
radiofonici non parlano delle torture in Iraq, della realtà dell’11
settembre o dei piani militari in America Latina.
Lo fa un’infima
minoranza e poi si dimenticano i temi, ha detto.
I dibattiti hanno
toccato la libertà d’espressione, manipolata, ed hanno coinciso
sulla dipendenza militare e industriale dei media di diffusione
statunitense.
Universi Zambrano,
ambasciatore dell’Ecuador in Cuba, ha ringraziato per l’omaggio reso
a Bastidas ed ha ricordato il suo esempio nella ricerca della
verità.
All’incontro hanno
partecipato Ricardo Alarcón de Quesada, presidente del
Parlamento; Tubal Páez, presidente della Unione dei Giornalisti di
Cuba, dirigenti ecuadoriani, giornalisti delle due nazioni e
familiari di Carlos Bastidas che hanno riferito che si stanno
diffondendo notizie false con l’obiettivo di scatenare crisi
bilaterali.
|