Cuba ha presentato
un’Enciclopedia sul Terrorismo in Internet
JAVIER
RODRIGUEZ
L’Avana, 19 Gen.
(PL) - Cuba ha posto nel servizio di Internet un’Enciclopedia sul
terrorismo, un prodotto del lavoro congiunto di giornalisti,
intellettuali, investigatori latino americani, specialisti
internazionali e organismi statali.
L’opera è una
novità nel suo genere ed è stata presentata alla stampa nazionale e
straniera, segnalando il numero dei dati che offre e la sua utilità
come strumento d’informazione e di denuncia.
L’Enciclopedia
conta anche con l’apporto delle vittime, dei testimoni e degli
investigatori di numerose nazioni ed è stata presentata nella stessa
giornata anche a Bamako, nel Foro Sociale Mondiale che si è
inaugurato in Mali; successivamente verrà presentata in Venezuela
nello stesso Foro.
I dettagli delle
organizzazioni vincolate al terrorismo che hanno operato non solo
contro Cuba, ma anche in numerosi paesi del mondo, i fatti segreti
come l’Operazione Condor e gli aspetti del Plan Colombia si possono
contattare come le fotografe, i video e più di 800 articoli che
appaiono nel sito.
L’elenco dei
giornalisti assassinati nel continente americano, i capitoli con le
relazioni di molte vittime della repressione, una galleria di foto
di torturatori e terroristi si incontrano in questa Enciclopedia.
Oltre alla presentazione in due lingue (spagnolo e inglese), offre
la facilità di trovare i vincoli e i collegamenti con 56 nazioni.
Tutti i materiali sono esenti dal pagamento per i diritti d’autore e
si possono utilizzare liberamente come aiuto nella promozione della
lotta contro il terrorismo. La collocazione di questo lavoro
in Internet risponde a una promessa fatta al termine dell’Incontro
Mondiale di Lotta contro il Terrorismo effettato all’Avana nel mese
di giugno del 2005.
L’enciclopedia si
alimenterà gradualmente con tutti gli apporti validi di ogni
interessato a questi temi.
Per accedere
all’Enciclopedia si offrono tre direzioni elettroniche:
www.terrorfile.online.org
www.terrorfile.online.com
www.terrorfile.online.net
Alpidio Alonso
presidente dell’Associazione Culturale Hermanos Saiz, ha spiegato
che non si tratta di un’opera basata solo sul terrorismo degli Stati
Uniti contro Cuba, ma di quanto è stato commesso contro tutti i
paesi e anche a danno dello stesso popolo nordamericano.
È praticamente
impossibile incontrare in America Latina un’azione di questo genere
dietro alla quale non ci sia la mano di Washington e dei suoi
pedoni, come nel caso di Posada Carriles con la cui annunciata
libertà si commetterà un’autentica infamia.
Ireol Sánchez,
presidente dell’Istituto Cubano del Libro ha detto che Cuba vuole
giustizia, non solo per sè ma per tutte le vittime e i popoli
danneggiati, includendo anche i fatti accaduti negli anni precedenti
al Trionfo della Rivoluzione Cubana.
In una
dichiarazione a PL, Betina Palenzuela Corcho, figlia di Adriana
Corcho funzionaria dell’ambasciata cubana in Portogallo, morta per
l’esplosione d’una bomba nella sede diplomatica, ha detto che tutto
quello che si fa per denunciare casi come quello sarà sempre
insufficiente.
“Chi ha vissuto
sulla propria pelle il terrorismo deve usare qualsiasi opportunità
per denunciarlo!” ha affermato. Betina, che allora aveva 12
anni, ha partecipato come specialista nel gruppo di disegno grafico
e del servitore per il sito inaugurato ed ha partecipato anche
all’Incontro del 2005 all’Avana.
“Anche se non si
può cancellare il dolore, tutto quello che dobbiamo fare per aiutare
a far diminuire i crimini come questi”, ha detto ancora.
Margarita Morales,
figlia di Luis Alfredo Morales, morto nell’esplosione di un aereo
sopra Barbados nel 1976, ha segnalato che è molto importante
conoscere tutto sul terrorismo praticato contro Cuba e contro
qualsiasi altro popolo. Sentiamo dolore per le vittime come per i
morti dell’11 settembre a New York e per questo è molto importante
il riflesso della verità per questo sito. Margarita ha ricordato che
nell’Enciclopedia si dimostra chiaramente, di fronte alla prossima
possibile liberazione di Posada Carriles, chi sono coloro che usano
questi metodi per colpire i popoli.
La brasiliana
Marita Guimaraes, vittima della repressione durante l’applicazione
del Plan Condor, ha dichiarato che chi la interrogò e la torturò
allora era uno statunitense.
“Ancora oggi ci
controllano, vogliono sapere dove andiamo e quello che stiamo
facendo...io sono una protagonista di questa storia e per fortuna
sono qui viva e la posso raccontare!” |