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rRIVISTA TELEMATICA MENSILE A CURA DI GIOIA MINUTI

Il Washington Post e il New York Times hanno criticato duramente Bush

 

L’intervento del Pres. Bush nella conferenza stampa offerta è stato criticato duramente da questi due importanti quotidiani, il  Washington Post e il New York Times.

Negli editoriali e nelle analisi i due giornali hanno considerato che nonostante il tentativo di apparire con una determinazione sicura  e solida, Bush ha fallito nell’ora di offrire soluzioni ai problemi presentati, soprattutto sull’Iraq.

Il Washington Post ha lamentato  nella sua analisi in prima pagina che Bush non ammette i propri errori e lascia passare ogni opportunità di spiegare cosa manca per realizzare il suo obiettivo di un Iraq stabile  libero.

Il giornale della capitale ha considerato che la conferenza stampa - la prima negli ultimi quattro mesi - ha chiarito che l’obiettivo di Bush non era di offrire dettagli sui passi da fare in futuro e che non ha suggerito nessun cambiamento di direzione o di strategia.

In cambio il suo obiettivo è stato quello di riaffermare la decisione di mantenere lo stesso cammino, sostenendo di nuovo che la guerra in Iraq farà sì che gli USA divengano un luogo più sicuro.

Non ha rispettato le domande in continuazione, domande concrete sulla politica e  ha fatto qualcosa di  meglio parlando della sua visione di un Iraq democratico, ma senza dire come superare i crescenti ostacoli per ottenere questa realtà.

Il Washington Post ha scritto che la presenza di Bush davanti ai mezzi di comunicazione è stata significativa perchè si è inserita nel mezzo di una campagna elettorale presidenziale per il novembre prossimo. Bush cerca nella sua campagna elettorale di beneficiarsi dei progressi della lotta contro il terrorismo e con la pacificazione dell’Iraq, ma resta una domanda aperta il fatto che: “Il presidente Bush sarà capace di indicare qual’è la strada da seguire?”

Il  New York Times ha iniziato l’editoriale in tono sarcastico per affermare che “felicemente” Bush, alla fine, ha offerto una conferenza stampa nell’ora di massima audience.

Disgraziatamente ha fallito nel compito di rispondere alle domande più inquietanti nella mente dei cittadini.

Le domande erano “come far terminare il caos in Iraq” e “cosa si sa sulle investigazioni sull’11 settembre”.

Ma le risposte alle domande sono state penose e poco centrate, ha scritto il giornalista che ha considerato che non sono stati chiariti i temi cruciali come il modo in cui si stabilizzerà totalmente l’Iraq o a chi andrà il potere il 30 giugno.

Nella mente del Sig. Bush qualsiasi cosa da ora in poi deve essere responsabilità della ONU e questa è una sorpresa anche per  i negoziatori delle stesse  Nazioni Unite e dei loro capi che non hanno mai accettato questa responsabilità.

Per questo giornale Bush ha reiterato la sua retorica di mantenere la stessa strada ma non ha indicato nessuna linea di pensiero nuova o chiara, nonostante i mille problemi preoccupanti delle recenti settimane.

Il New York Times ha lamentato che non siano stati espressi dubbi  sulla sua attuazione prima del 11 settembre.  La prima delle molte crisi che gli USA stanno sperimentando da quando Bush e divenuto presidente.

A volte sembra che la nazione si sia imbarcata in un lungo e penoso processo di correzione del corso nel quale la certezza diviene un dubbio e ogni aspettativa in  un segno di interrogazione, conclude l’articolo.