Insperato incontro tra i leaders di Cuba e Venezuela
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Chavez e Fidel: una notte a sorpresa
Temla Luzzani Redazione di El Clarín
Cominciò come notte interessante e divenne un’alba
sorprendente!
Alle 22 circa di lunedì 26 il presidente Hugo Chavez
partecipò a un incontro con 30 intellettuali argentini che volevano
sapere ciò che sta succedendo in Venezuela, se adesso è possibile un
blocco sudamericano e che impressione aveva avuto Chavez dal suo
incontro con Kirckner. Il venezuelano ha dichiarato senza
sbilanciarsi: “È un uomo sincero.”
Luís Bilbao, il giornalista che era con la deputata Alicia
Castro, aveva organizzato l’incontro. Chavez, disteso e simpatico,
ha risposto a tutte le domande degli inviatati. C’erano il
drammaturgo Tito Cossa, i filosofi León Rozitchenr e Horacio
González, lo scrittore Eduardo Belgrano Rawson, la pesicoanalista
Silvia Bleichmar, l’economista Mario Rapoport, il pittore Oscar
Smoje, il ballerino Maximilano Guerra e altri intellettuali,
cineasti e musicisti...
Le elezioni, gli scioperi, i morti, l’opposizione dei mezzi
di comunicazione, l’ostilità della classe media del Venezuela e
degli intellettuali perchè Chavez è un militare, ma anche la realtà
del Venezuela attuale sempre più favorevole al Presidente, i
crediti del governo per le micro imprese, etc., sono stati i temi
dei quali Chavez ha parlato lungamente.
“Portate caffè per tutti!” “Chi mi offre una sigaretta?” ha
chiesto Chavez verso mezzanotte quando la conversazione era ancora
accesa. Non è mancato niente, nè il gesto di Chavez con la
Costituzione del Venezuela formato tascabile nelle mani, ne le
citazioni di Bolívar: “Gli Stati Uniti sono destinati a spandere
veleno in tutto il mondo in nome della democrazia”, nè il progetto
di un polo sudamericano con tre pilastri: Caracas, Brasilia e Buenos
Aires.
Chavez ha parlato dei suoi colleghi a Quito, di Fidel “che
non fa mai parlare nessuno!” dei rischi di un intervento militare
latino americano in Colombia... Il tempo però passava. “Abbiamo
pochi minuti, mi aspettano gli imprenditori e poi mi aspetta Fidel
Castro” ha detto, dopo aver letto un bigliettino giallo...
“Dite a Fidel che venga! Perchè non è già qui?”
A Chavez brillavano gli occhi. “Vi va bene? Volete che
venga? E si è udito un siiii prolungato...
“Chiamatemi Fidel” ha detto e un minuto dopo già parlava al
telefono con il leader cubano. Tutti hanno riso quando si sono resi
conto che davvero Chavez riusciva a dire solo alcuni monosillabi e
parole spezzate...
All’una di notte poi, mentre Chavez pensava di andarsene si
è aperta la porta e al grido di “Dov’è questo bandito?” è entrato
Fidel. La sua voce non si udiva praticamente perchè non riusciva a
superare l’emozione, dato l’enorme affetto quasi paterno che prova
per Chavez, che sembra riconoscere come erede politico.
“La spianata della facoltà di diritto mi ha fatto ricordare
il Palazzo della Rivoluzione” ha detto Fidel. “Non sapete il gran
favore che hanno fatto a Cuba con gli applausi la solidarietà” ed
ha ripetuto l’idea: “ L’Argentina sarà il miglior esempio di come si
può sconfiggere il neo liberalismo! Gli argentini hanno una grande
possibilità, speriamo che la sappiano difendere.” Per gli argentini
è stato un appuntamento con la storia viva del XXº secolo.
Per Chavez e Fidel in realtà la notte stava per
cominciare...
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