MUSICA
Polo Montañéz: eterno romantico
di
Adalys Pilar Mireles
Sfortunato in
amore, ma sempre romantico Polo Montañéz ha vissuto intensamente i
suoi ultimi anni.
Assieme ai suoi
sogni di quarant’anni, di lui sono restate melodie che non ha mai
interpretato e l’incurabile nostalgia che ha lasciato la sua
assenza.
A Las Terrazzas il
cantante è più che un ricordo: il suo spirito di poeta cantautore
accompagnala la comunità contadina dell’estremo occidentale cubano,
che aveva fatto tesoro di aneddoti e canzoni su Polo anche prima
della sua repentina dipartita
“Tutti parlano di
lui con affetto e orgoglio”, assicura Amaury Ramos, nipote e
complice nelle notti di successi e di sventure.
“Polo era molto
benvoluto qui, perchè è sempre stato lo stesso anche quando era
famoso, non ha mai fatto finta d’essere naturale; era così
spontaneamente. Tornava da un viaggio e cercava un amico, faceva un
concerto in qualsiasi angolo”, racconta.
“Nella sua turnée
in Colombia aiutava i bambini di strada, gli comprava scarpe e cibo,
li incontrava per strada e li portava in un negozio... e questo non
lo fanno tutti. Era un cantante diventato famoso senza volerlo, con
un insieme di sorpresa e ingenuità. È riuscito a irrompere negli
scenari dell’Europa e dell’America Latina ed ha avuto un disco d’oro
e un disco di platino con il suo primo CD ed è divenuto una sorta di
idolo popolare”.
“Lui non si
aspettava tanti applausi, ma sua madre sì. Diceva - questo ragazzo
un giorno sarà grande - e lo ascoltava mentre canticchiava le
canzoni. Aveva molti sogni, molti piani per il futuro e ne ha
realizzato qualcuno, ma gli altri sono rimasti lì”, dice Amaury
Ramos.
“Voleva cantare per
la gente della campagna e fare un gran giro di tutta l’Isola, ma non
è più stato possibile. L’ultima tappa della sua esistenza fu molto
agitata, dormiva pochissimo e non riposava”, ricorda.
“Si lamentava
d’aver perduto tempo per far conoscere la sua opera e cercò per
questo d’utilizzare ogni minuto. Faceva lunghi viaggi e si fermava
solo per bere un caffè, poi continuava con le interviste e le
registrazioni: una vita quasi pazzesca”.
“Tra le sue
particolarità meno conosciute c’era quella dell’umorismo: scherzava
con tutti, rideva di sè stesso e nei suoi racconti rideva di quel
giorno che restò rinchiuso in un ascensore, rideva delle sue
scoperte quotidiane e parlava con un tono giocoso” sottolinea il
nipote.
“Le parole delle
sue canzoni parlano di grandi passioni, di amori sfortunati,
separazioni e incontri. Polo ha avuto delusioni d’amore, ma non ha
mai smesso d’essere romantico e le sue melodie piacciono tanto
perchè sono piene di sentimento e di malinconia. Tre donne sono
state importanti nella sua vita ed è a loro che ha dedicato i testi.
La più famosa, “Un montón de estrellas” l’ha scritta semplicemente
per parlare di desideri e possibilità, ma non di sè stesso.
Sei anni dopo la
sua morte in un incidente automobilistico, il gruppo di Polo
Montañez, diretto da Amaury è uno dei migliori e autentici omaggi a
questo perenne “guajiro natural”.
“Non si tratta solo
di conservarne il ricordo, ma di mantenere viva la sua musica, con
il suo stile così peculiare, che usava per esprimersi e musicare i
suoi brani. Il violino, uno dei suoi strumenti preferiti, fa parte
definitivamente del gruppo”, ha detto ancora il nipote di questo
eterno romantico.
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