MUSICA
Sindo Garay: il più grande “trovador”
GUSTAVO B. ESTORINO
Non fu lui a
inventare la Trova cubana, ma di sicuro Sindo Garay è il più
importante esponente di questo genere musicale.
Battezzato
nientemeno che “Gumersindo” Garay, nacque in un’umile casa di
Santiago di Cuba, l’11 de aprile del 1867 e non ebbe mai
l’opportunità di frequentare scuole di sorta. Per guadagnarsi la
vita lavorò in alcuni circhi, poi si dedicò alla lavorazione del
cuoio, ma nel suo intimo sapeva che la natura lo aveva destinato
alla musica e a scrivere canzoni.
A soli dieci
anni scrisse la sua prima canzone, ispirato dai grandi dell’epoca e
da Pepe Sánchez. La creazione musicale fu per tutta la sua vita il
miglior modo di comprendere se stesso e tutto quello che lo
circondava. Crebbe nell’epoca in cui i cubani combattevano per
conquistare l’indipendenza dal giogo coloniale.
Sindo
sintetizzò i principali profili di quel che pensavano e sentivano
gli abitanti dell’Isola allora e per questo le sue canzoni sono un
naturale specchio che riflette le domande e le risposte più durature
dei suoi compatrioti.
I suoi versi
danno fede a tutti gli amori possibili e cantano la sua costante
dedizione alla donna e la sua molto evidente vocazione patriottica.
Non poche volte riuscì ad unire i due fattori.
“Lei è
semplice e offre al suo uomo tutte le virtù e il suo cuore, ma se
sente della Patria il grido, lascia tutto e tutto brucia; questo è
il suo motto, la sua religione”, dice nell’antologica “Donna di
Bayamo, la “Mujer bayamesa”.
Oltre alla sua
geniale intuizione artistica, Sindo s’ispirò anche alla detta musica
colta che conobbe formando parte del pubblico che ascoltava i
concerti sinfonici, le opere e le zarzuelas - le operette - che si
presentavano nell’Isola.
Partendo da
questa formazione, diviene un compositore molto ricco di risorse
melodiche e armoniche. Scrisse canzoni che non sono adatte a tutti
gli interpreti, come per esempio “L’uragano e la palma”, come dicono
gli specialisti, per le difficoltà dell’esecuzione.
Dal 1906 andò
a vivere a L’Avana. L’auotre di “Las amargas verdades” e “La tarde”,
fu una creatura sempre in movimento che, durante la sua lunga vita,
appariva d’improvviso in qualsiasi bar, cantina cortile o piazza di
tutta Cuba.
Le canzoni che
lo trasformarono negli anni in un leggendario essere della cultura
nazionale, le creò in atmosfere da boheme, durante le interminabili
notti trascorse nei luoghi più differenti dell’Isola.
Le sue opere
superarono le acque territoriali delle Antille, come la sua poderosa
voce, la seconda, e molte altre voci che cantavano le sue canzoni,
come succede ancora oggi.
Le
composizioni che Sindo scrisse nei suoi giorni esprimono la trama
essenziale della spiritualità cubana, mantengono intatta la loro
risonanza e sono riprese come proprie da molti cantanti
contemporanei.
Molti tra i
più giovani e più validi cantautori interpretano le sue canzoni come
fossero di oggi e oggi si possono ascoltare brani scritti in
quelle remote mattinate, come “Cualquier flor”, “La baracoesa”,
“Rayos de Oro”, “Perla marina”…
Sindo ebbe una
lunga vita e giunse a 101 anni, sempre accompagnato da cantanti e
chitarre, perchà la sua esistenza sino all’ultimo fu marcata dalla
musica.
Anche se morì
a L’Avana, quell’anziano venerabile che quando compì 100 anni disse:
“Adesso capisco la brevità della vita”, chiese d’essere seppellito
nella città di Bayamo, dove per la prima volta, nel 1868, si cantò
l’Inno Nazionale di Cuba.
Sindo Garay lo
si ricorda come un paradigma della musica d’autore cubana. A Bayamo,
ogni anno si svolge un Concorso Musicale che porta il suo venerabile
nome.
Il giorno del
suo compleanno si celebra il Giorno della Trova cubana, come
riconoscimento al “trovador” più importante dell’Isola.
Ad ogni
anniversario della sua morte, di fronte alla sua modesta tomba, a
Bayamo, giungono centinaia di persone per rendergli omaggio e
cantargli, perchè la ricordi per sempre, la sua bellissima canzone
“Mujer bayamesa”, scritta in omaggio a questa terra feconda e alle
sue donne eroiche, le prime che si alzarono per la libertà di Cuba.
Sindo Garay decise di morire il 17 luglio del 1968, a 101 anni per
propria volontà: alcuni dicono che era stanco d’aspettare la morte;
altri che si era stancato d’amare tanto...
Forse la sua bayamesa gli reclamò quegli amori che aveva tanto
appassionatamente pianto o semplicemente gli chiese la “Perla
marina”, che per molti è la canzone più bella mai scritta a Cuba.
Lui decise di nascondere la sua minuta figura tra i coralli della
storia.
|