NARRATIVA - LIBRI
"Cubania e universalità in Dora Alonso"
• E anche
umanità, intelligenza, simpatia, generosità, cultura, coraggio e
soprattutto Rivoluzione...
Dora era nata il 22
dicembre del 1910, un bel regalo di Natale, nell’attuale paese
Maximo Gomez, allora Ricreo, in provincia di Matanzas, figlia d’una
famigli benestante. Si chiamava Doralina de la Caridad e a nove anni
vince il suo primo premio letterario, la "Estela Brochs de la
Torriente".
Nel 1933 è
corrispondente del quotidiano Prensa Libre, di Cárdenas enel 1934
entra nell’organizzazione antimperialista Joven Cuba.
Nel 1942 scrive per
la rivista Lux, della Federazione Sindacale degli Impianti Elettrici
dove appaiono le sue prime interviste: all’ambasciatore della Cina
in Cuba, Ti Tsun Li e al poeta
cileno Pablo
Neruda, di passaggio a L’Avana.
Riceve il primo
Premio di Poesia nel concorso convocato dalla "Alianza Cubana por un
Mundo Libre”.
Nel 1944 “Tierra
adentro” riceve il Premio Nazionale al romanzo del Ministero
d’Educazione e viene trasmesso dalla radio RHC Cadena Azul, ma
s’interrompe al ventesimo capitolo, perchè la firma padrona
dell’emittente contesta il contenuto sociale troppo progressista del
testo. Con "Negativo" ottiene il primo premio nel concorso
"Hernández Catá".
Decide di adottare
un bambino orfano, José Joaquín Alfonso Malagón, un piccolo mulatto
di sette anni nato a Herradura, in provincia di Pinar del Río,
dov’erano nati suo padre e suo nonno. Nel 1955 conosce Fausto
Rodríguez Sánchez, di Cárdenas, militante del Partito Socialista
Popolare, comunista dai suoi 17 anni, il compagno di tutta la sua
vita dal 1956.
Critica fortemente
i conflitti razziali nella sua prima opera teatrale per adulti “ La
hora de estar ciegos” ed inizia con “Pelusín y los pájaros” la sua
produzione teatrale per bambini
I suoi racconti
come Sierra brava, Río abajo, Tierra nueva, Por los verdes caminos [Tierra
adentro], Flor de aguinaldo e Rancho Luna, sono trasmessi dalle
radio in Puerto Rico, Panama, El Salvador, Messico, Nicaragua,
Colombia, Brasile, Venezuela e in altri paesi.
Dopo il trionfo
della Rivoluzione partecipa alla preparazione dei libri di testo per
le elementari e pubblica in Bohemia la sezione “Páginas Nuevas”,
destinata a promuovere ed orientare l’espressione letteraria ed
artistica dei bambini e degli adolescenti cubani.
“Tierra inerme”
vince il Premio Casa de las Américas.
È corrispondente di
guerra per Bohemia durante l’invasione mercenaria di Playa Girón.
Il suo libro di
racconti Ponolani ottiene la prima menzione nel concorso Casa de las
Américas e il suo racconto “Aventuras de Guille” è il libro più
richiesto dai giovani lettori cubani.
“Espantajo y los
pájaros” vince il Premio del Municipio de Leipzig, nella Repubblica
Democratica Tedesca. Riceve l’Ordine Nazionale "Raúl Gómez García".
Nel 1979, ispirata
in Ponolani che descrive le vicissitudini di una giovane negra
rapita in Africa e portata a Cuba per essere venduta in un mercato
di schiavi, a Guantánamo, la Danza Nazionale di Cuba porta la storia
in scena nel Teatro Mella con un grande successo.
Nel 1980
"El valle de la Pájara Pinta" vince il Premio Casa de las Américas.
Nel 1981 riceve la
medaglia commemorativa del 20º anniversario di Playa
Girón. Riceve la
Distinzione per la Cultura Nazionale.
Nel 1982 riceve la
Medaglia "Alejo Carpentier" in una cerimonia presieduta da Fidel
Castro.
“El valle de la
Pájara Pinta” è premiato con il Diploma del Premio Internazionale
Máximo Gorki, il premio di letteratura per bambini e giovani più
importante nei paesi socialisti dell’ Organizzazione Internazionale
per il Libro Giovanile (IBBY); con il Premio La Rosa
Blanca, della UNEAC
e con il Premio della Crítica.
Il suo libro di
poesie fa parte dell’elenco di base del Banco del Libro in
Venezuela. Ha ricevuto una replica del machete del Generale Máximo
Gómez per aver contribuito con la sua opera ad elevare la coscienza
patriottica e internazionalista del popolo cubano.
Ottiene il Premio
"El Diablo Cojuelo" dall’Unione dei Giovani Comunisti di Cuba.
Riceve l’Ordine "Félix
Varela" di Primo Grado, la più alta distinzione culturale concessa
dal Consiglio di Stato della Repubblica di Cuba e inoltre il Premio
Nazionale di Letteratura per tutta la sua opera. Ottiene poi il
Premio Mondiale di Letteratura "José Martí" assegnato in Costa Rica
per tutta la sua opera
Io l’ho conosciuta
nel 1994, dopo aver letto Popolani. È un libro che strazia, che fa
sentire tutti colpevoli per quell’orrendo crimine che fu la
schiavitù, mai scontato da nessuno. Dalle prime pagine decisi che lo
si doveva pubblicare anche in Italia: lo tradussi e trovai un
editore. Conobbi Dora e andai a farle la proposta, a casa sua, con
il mio compagno.
“ La casa comincia
dalla porta e non al di fuori” ci disse e poi parlammo bevendo
caffè, che le piaceva molto. Era una donna gentile, simpatica e
molto colta, ed io la stavo a sentire perchè sapeva attrarre tutta
l’attenzione ed i suoi argomenti erano molto fondati, radicati nei
migliori sentimenti umani, esprimendo i più alti ideali e lo sapeva
fare parlando ai bambini, con il loro linguaggio. Che maestra di
vita è stata Dora!
La sua storia, di
quando era bambina, già eccellente cavallerizza, quando ascoltava
le storie degli ex schiavi, di Emilia, la figlia di Popolani,
schiava e figlia di schiava.
Quella Popolani,
imprigionata nel giogo di braccia, gambe, che raccontava le fiabe
africane del suo villaggio rimaste nella memoria alla sua bambina
Emilia, la tata di Dora, perchè non piangesse vedendo sua madre
ridotta in quelle condizioni.
E gli altri negri,
nella cucina della casa paterna, le loro terribili esperienze di
uomini ridotti schiavi, la natura che la circondava erano nell’anima
di Dora, che sapeva amare.
Dora conquistava
qualsiasi auditorio e molte delle sue storie erano vita vissuta.
Ci vedemmo diverse
volte e lei fu felice dell’edizione di quel suo primo e purtroppo
unico libro in italiano. L’ultima volta che la vidi mi prestò un
libro che ho ancora e che conservo come un ricordo molto prezioso:
“Il libro di Camilín”.
È quasi unico
perchè stamparono una tiratura minima nel ’79, ventesimo anno della
Vittoria. Scrive Dora come presentazione: “Io ho un amico di dodici
anni a cui voglio molto bene; si chiama Camilo e lo conosco da
quando era così piccolo che lo si poteva cullare tra le braccia.
Dato che siamo vicini, Camilo mi ha sempre visitato ed ha sempre
giocato con i fogli di carta, facendo la punta alle matite e
guardando i libri. Poi ha cominciato a disegnare e i suoi schizzi
erano tanto graziosi che li ho conservati tutti. Il suo stile
migliorava e decidemmo di lavorare assieme: lui faceva il disegno e
io poi scrivevo un racconto ispirato alle sue figure. Abbiamo
collaborato per molto tempo e in questo libro le illustrazioni
raccontano la crescita artistica di Camilo e della nostra amicizia”.
Poi Dora si ammalò,
la ricoverarono ed io non l’ho vista mai più.
Il libro di Camilín
è qui e lo sfoglio con tutta la nostalgia e la dolcezza del
ricordo.
Cara Dora! È morta
il 21 marzo del 2001, a 90 anni, vissuti come meglio non si poteva.
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