STORIA
L’Operazione Verità. La prima grande battaglia di Cuba contro la
disinformazione
Speciale per SiporCuba
di
Gustavo B. Estorino
•Sin dai primi giorni del 1959, il governo degli Stati Uniti
appoggiato dalla reazione interna scatenò in Cuba un’insidiosa
campagna d’informazione contro la Rivoluzione.
Salvo pochissime eccezioni la stampa tradizionale continuò le
pubblicazioni agli albori della Rivoluzione ed anche giornali molto
reazionari, come il Diario de la Marina e Havana Post, stampato in
inglese.
Nemmeno
gli empori di radio e televisioni furono toccati.
In
quelle prime settimane i media della stampa tradizionale cercarono
di presentarsi come progressisti e popolari, anche se nei loro spazi
non smisero di indirizzare le loro campagne contro la rivoluzione e
contro il popolo, seguendo gli orientamenti del padrone del nord.
Alcuni
ringraziavano Fidel e nello stesso tempo si ergevano come
consiglieri della Rivoluzione.
Il
quotidiano Prensa libre scrisse il 31 gennaio del 1959: “Questa
legge di riforma agraria va pensata con più tempo”. Il 6 febbraio
diceva nel commento sulla riduzione degli affitti e dei prezzi dei
medicinali decretata dal governo rivoluzionario: “Stiamo passando
ogni limite!”, e il 13 marzo addirittura diceva: “La Rivoluzione sta
correndo troppo avanti!”.
Quando
la Rivoluzione proclamò il suo diritto ad avere relazioni con tutti
i paesi del mondo indipendentemente dal loro sistema politico,
economico o sociale, Prensa libre scrisse in un editoriale:
“Difendiamo il nostro, ma senza vituperare i nordamericani vincolati
alla nostra Repubblica dalla geografia, la vocazione democratica, la
storia”, e i commenti avanzano...
Questi
mesi di comunicazione utilizzavano come scudo le informazioni delle
agenzie AP e United Press e gli articoli di Life e Time per
esempio, e così fu per opporsi ai processi dei tribunali
rivoluzionari e alle sentenze severe contro circa 400 ufficiali
della dittatura che avevano fatto eseguire assassinii e torture di
migliaia di cubani.
In
questo modo, opponendosi alle esigenze della giustizia del popolo,
questa stampa contribuì a dare l’impressione che si stava
commettendo un massacro, un bagno di sangue.
E
per quello, in un momento iniziale, nella sua terza settimana, la
giovane Rivoluzione sferrò la sua prima grande battaglia contro la
disinformazione.
L’Operazione Verità riunì a L’Avana circa 400 giornalisti del
continente che furono testimoni d’una gigantesca manifestazione di
fronte al Palazzo Presidenziale ed inoltre assistettero ai processi
contro alcuni dei criminali di guerra della dittatura di Fulgencio
Batista. Inoltre incontrarono Fidel nell’hotel Riviera.
Come risultato dell’Operazione Verità nacque l’agenzia informativa
latinoamericana Prensa Latina, il cui primo direttore fu il
giornalista argentino Jorge Ricardo Masetti.
Prensa Latina fu la prima finestra aperta nel continente nella lotta
per rompere il monopolio dell’informazione esercitato dalle grandi
agenzie di notizie degli USA.
Tempo dopo, per far conoscere la verità di Cuba, nacquero anche
Radio Habana Cuba e Granma Internacional.
Tra
gli obiettivi dell’Operazione Verità figurava esattamente la volontà
di mostrare al mondo le ragioni per le quali il Tribunale
Rivoluzionario aveva giudicato con severità noti torturatori e
criminali di guerra che avevano assassinato studenti, contadini ed
operai, donne e uomini durante sette anni di dittatura.
Il
21 gennaio del 1959 un milione di cubani si riunì davanti all’allora
Palazzo Presidenziale per ratificare la volontà di andare avanti
nell’opera della Rivoluzione e condannare il comportamento degli
Stati Uniti che davano rifugio agli sbirri e agli assassini che
appartenevano al deposto regime di Batista e respingere le false
accuse contro Cuba.
Il
giorno dopo ci fu una conferenza stampa nell’hotel Riviera,
convocata da Fidel.
Alle domande di un giornalista degli USA sulle fonti che dirigevano
la campagna di stampa contro l’Isola, Fidel denunciò prima di tutto
le agenzie internazionali con le loro permanenti insidie e
l’utilizzo di sottigliezze per seminare intrighi... e va detto che
in questo sono maestre.
L’incontro memorabile non solo fu il primo combattimento contro la
disinformazione imperialista, ma anche una indiscutibile prova
dell’indipendenza e della sovranità del processo rivoluzionario.
L’Operazione Verità non ha mai smesso la sua vigenza in questi
cinquant’anni, nella battaglia sul terreno delle idee, per
smascherare le menzogne e le manipolazioni delle multinazionali
dell’informazione, con il fine d’isolare Cuba e togliere i valori
alle lotte dei popoli latinoamericani (Traduzione Gioia Minuti). •
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