Associazione Nazionale di
Amicizia Italia-Cuba
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Promozione Sociale al n.82
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Care compagne, cari compagni,
siamo chiamati a
realizzare il IX Congresso Nazionale dell’Associazione , che si terrà
a Riccione nei giorni 30 –31 marzo e 1° aprile 2007.
Il tempo che ci separa da questa data è breve per sviluppare il
dibattito sui documenti congressuali, qui allegati, e svolgere le
pratiche organizzative necessarie.
Si chiede uno sforzo alle compagne ed ai compagni, per
informare, sensibilizzare i nostri iscritti sulla linea politica
dell’Associazione e sugli impegni che dobbiamo assumere. Occorre
quindi dare una larga diffusione dei nostri documenti, discuterli,
proporre emendamenti, indicare le iniziative, con un larga
partecipazione al dibattito nella realtà politica italiana, tenendo
conto delle condizioni ed esigenze della solidarietà con Cuba nella
lotta contro l’imperialismo, il terrorismo, per la giustizia e la
pace. Le nostre compagne e i compagni, con il loro intervento sapranno
indicarci la migliore strada da seguire, qui, nel nostro paese per
sostenere la causa di Cuba.
Al Congresso avremo come ospite una delegazione di Cuba composta da
Sergio Corrieri, presidente dell’ICAP, da Elio Gamez, vice presidente
e da Roberto Rodriguez responsabile del settore Italia, nonché
l’Ambasciatore di Cuba in Italia Dott. Rodney Aleyandro Lopez Clemente
e la consigliera politica dell’ambasciata Yamila Pita Montes. Altre
personalità rappresentative del mondo politico italiano e europeo
saranno invitate. Nello
stesso tempo richiamiamo la vostra attenzione sul nostro politico che
dobbiamo portare avanti nella preparazione delle Assemblee
congressuali dei Circoli. La raccolta delle firme sotto la petizione
dei parlamentari italiani per la liberazione dei “5” patrioti cubani
che si trovano nelle carceri USA per aver combattuto il terrorismo,
ed il tesseramento 2007 alla nostra Associazione in onore al 40°
anniversario dell’assassinio del Comandante Ernesto CHE Guevara,
sono i due compiti primari del momento per la nostra concreta
azione, augurandoci che risultati positivi saranno consegnati al
Congresso.
Il Presidente Nazionale
Italia-Cuba: Arnaldo Cambiaghi
BOZZA PER IL DOCUMENTO POLITICO CONGRESSUALE
Viviamo in un momento politico in cui i mutamenti nei
vari continenti accentuano la crisi del capitalismo globalizzato e
provocano profonde contraddizioni nel sistema. La strategia
dell’imperialismo fondata sulla guerra preventiva come presunto
strumento di lotta contro il terrorismo internazionale è fallita.
Nessun conflitto si è risolto. Le zone di guerra si sono estese. Il
nodo della questione palestinese/israeliana permane ancora senza via
d’uscita. Nell’Afghanistan le truppe della NATO non hanno risolto il
problema, nell’Iraq la guerra contro l’aggressore USA e i suoi
alleati, si accentua e divide il paese. L’estensione all’intero
pianeta (Latino America compreso), del ruolo militare della NATO,
sotto la nuova veste di “missioni di pace”, approvato anche con il
voto dell’Italia, annuncia un futuro gravido di guerre.
A questi problemi si aggiungono le zone calde nel
Libano, il conflitto tra l’Etiopia, la Somalia, e l’Eritrea e, più
accentuata, è la minaccia di aggressione all’Iran.
Non mancano i conflitti locali in altre zone del mondo,
che rappresentano focolai di guerra pericolosi. La lotta per la pace
deve essere al centro della nostra attività, per rivendicare la
soluzione dei conflitti, aprendo trattative con il rispetto
dell’autonomia, dell’indipendenza e della sovranità dei popoli. Se non
si inverte la politica dell’imperialismo USA della guerra preventiva e
contro gli stati definiti “canaglia”, che nasconde in verità le guerre
per il dominio delle fonti energetiche e dei mercati, la sottomissione
dei popoli, l’umanità potrebbe trovarsi sull’orlo del terrore di un
conflitto atomico che metterebbe in forse la stessa civiltà dell’uomo.
Questa preoccupazione dobbiamo sentirla e dare il nostro appoggio a
tutti i movimenti pacifisti.
Abbiano bisogno di pace, punto decisivo per la
soluzione dei conflitti. Abbiamo bisogno di pace per affrontare e
risolvere i gravi problemi che assillano l’umanità: per combattere la
fame, per risolvere il problema dell’acqua, delle malattie, degli
ospedali, della casa, della scuola, della protezione agli anziani. Con
la pace un altro mondo è possibile. Una politica di pace e la
riduzione delle spese militari degli Stati, comporterebbero uno
sviluppo economico e sociale, nel pieno rispetto della natura. Questa
politica offrirebbe a miliardi di persone un minimo per vivere con una
protezione sociale, un lavoro, un’istruzione superiore, e offrirebbe
alla società scientifica un ampliamento della ricerca tesa a lenire le
sofferenze della vita di tutto il genere umano.
La
Rivoluzione Cubana
Su questa strada già ha compiuto i suoi passi la
Rivoluzione Cubana. Nonostante il criminale blocco economico imposto
44 anni orsono dall’imperialismo degli Stati Uniti, i risultati
ottenuti sono davanti agli occhi di tutti, inclusa la ripresa
economica consolidata negli ultimi anni, l’assistenza e la scuola per
l’infanzia, la cultura e l’istruzione superiore per tutti, la pensione
e l’assistenza agli anziani, la casa per tutti, un posto di lavoro e
un salario per tutti, il riconoscimento dei diritti delle donne pari
agli uomini, l’arte e lo sport per tutti, la ricerca scientifica in
favore di tutti. Non c’è un solo bambino che vive abbandonato nelle
strade, od obbligato a lavorare per un tozzo di pane; non c’è una
donna che partorisce o abortisce senza assistenza, non c’è nessuna
imposizione di formare una famiglia, nessun ostacolo si frappone a chi
vuole progredire e specializzarsi nello studio e non vi sono ostacoli
neppure nella ricerca di un lavoro. I diritti dei singoli e quelli
collettivi sono rispettati. La partecipazione alla vita pubblica è
garantita, come garantito è il diritto alla giustizia. E’ una nuova
società più giusta ed egualitaria, la società socialista, ricca di
valori ideali, che la Rivoluzione aveva promesso e sta realizzando.
Vale la pena, per il popolo cubano di sacrificarsi per essa, di
difenderla dalle brame dell’imperialismo che invece vuole stroncarla e
distruggerla. La solidarietà internazionale con la Rivoluzione cubana
è determinante nella lotta contro l’imperialismo e per la pace, contro
il terrorismo che miete vittime innocenti e favorisce i piani dei
signori della guerra e delle oligarchie economiche, contro le infamie
della manipolazione della verità che i grandi mezzi dell’informazione
diffondono per salvaguardare i privilegi di classe.
Contro il blocco di Cuba
La lotta contro il criminale blocco USA che soffoca lo
sviluppo economico e sociale di Cuba, limita la libertà del suo
popolo, discrimina i suoi rapporti commerciali con gli altri paesi,
rappresenta una minaccia oggettiva alla sua sovranità e indipendenza,
deve essere un obiettivo permanente della nostra solidarietà con Cuba.
Dopo l’ennesimo voto espresso dall’Assemblea Generale dell’ONU di
condanna del blocco, chiediamo al Governo italiano di agire con una
seria e concreta iniziativa politica del nostro paese per fare
rispettare il voto espresso a stragrande maggioranza in sede ONU,
rifiutandosi di riconoscere l’applicazione extra-territoriale delle
leggi Torricelli ed Helms-Burton, vere forche caudine che sostengono
il blocco, avviando invece una politica di interessi comuni del nostro
paese e di Cuba, senza ricorrere a speciose interferenze negli affari
interni dei singoli stati. Un altro passo della nostra politica estera
contro il blocco di Cuba è quello di chiedere al nostro Governo
un’azione attiva presso l’Unione Europea, perché elimini l’odiosa
misura che ha portato alla rottura dei rapporti con Cuba, per
assicurare, invece, la libertà degli scambi politici, economici e
culturali.
L’Unione Europea e l’Italia, non hanno neanche avuto il
coraggio di varare leggi a difesa degli investimenti delle imprese
europee a Cuba, contro le ritorsioni nord-americane, come invece hanno
fatto il Canada ed altri paesi.
.
L’America Latina
Le nostre richieste al Governo contro il blocco di
Cuba, tendono a dimostrare che, a piccoli passi, vogliamo che si
prenda coscienza della nuova realtà che si presenta nel continente
Latino Americano. In varie forme, i popoli hanno espresso la volontà
di liberarsi dal giogo ultra centenario dell’imperialismo
nordamericano e dal dominio del Fondo Monetario Internazionale. La
vittoria in Brasile per la seconda volta del Presidente Lula, della
Presidentessa socialdemocratica Bachelet in Cile, del Presidente
Correa in Ecuador, della riconquistata Presidenza del sandinista
Ortega in Nicaragua., del liberale Kirchner in Argentina, del
sindacalista Evo Morales in Bolivia, e del trionfo, nella sua seconda
prova elettiva, del Presidente Hugo Chávez in Venezuela, stanno a
dimostrare i cambiamenti geopolitici nel Continente.
La politica neo-colonialista e liberista
dell’imperialismo statunitense e del Fondo Monetario Internazionale, a
sostegno di governi militari o falsamente democratici, è fallita. Il
progetto ALCA con cui si voleva imporre la continuazione dello
sfruttamento dei popoli e l’appropriazione delle risorse economiche, è
fortemente contrastata al limite del suo fallimento. La dominazione
imperialista nel Continente ha lasciato in eredità alle nuove forze
che governano, una situazione tragica: economie indebitate e
spogliate, fame e miseria al limite della sopravvivenza, assenza di
servizi socio-sanitari, salari di fame per la stragrande maggioranza
dei lavoratori, laureati sfruttati per le loro capacità intellettuali,
contadini che vivono nella povertà assoluta, e via dicendo, a fronte
di una minoranza di occupati e piccola borghesia che vive in un
effimero benessere per il consumo, assoggettati anch’essi agli
interessi delle grandi oligarchie monopolistiche straniere, ai
latifondisti e alla grossa borghesia compradoras, che vivono
nell’abbondanza e nell’opulenza. Questi contrasti hanno dato vita a
larghi movimenti di rinascita, nazionali, che hanno resistito alle
vessazioni, sfruttamento e corruzioni dell’impero e con le diverse
forme di lotta, hanno conquistato dignità e potere, sull’esempio
primordiale della Rivoluzione e della società cubana. Questa avanzata
delle sinistre ha cambiato i rapporti di forza nel continente
latino-americano: nuovi rapporti si sono stabiliti tra i nuovi Governi
e Cuba; un nuovo progetto di scambi in un comune mercato conosciuto
come Mercosur e nella proposta avanzata da Cuba, Bolivia e Venezuela
per tutto il continente nel progetto come ALBA che sta sorgendo tra
gli stati sudamericani.
Cuba risponde a questi scambi, con l’operazione
“Miracolo” e con altri interventi, in cui insegnanti, medici e
tecnici cubani operano nelle zone più escluse e profonde del
Venezuela, della Bolivia, del Brasile, in Nicaragua. I cubani (come in
altre parti del Terzo Mondo), portano i benefici di cure sanitarie,
dell’istruzione, della tecnologia e della scienza, contribuendo così
allo sviluppo civile e umano delle nazioni.
L’Italia deve prendere atto e coscienza di questa nuova
realtà e agire per stabilire rapporti permanenti e di amicizia,
incoraggiando investitori italiani allo sviluppo di quel continente,
rispettando la piena autonomia, le loro differenze e la loro
sovranità. Siamo contrari al giudizio espresso dal nostro Ministro
degli Esteri rilasciato durante la sua visita in Brasile che, pur
prendendo atto della nuova realtà, suddivide i paesi latino-americani
in “moderati” e “radicali”. Una differenziazione del percorso che
seguono questi paesi è indice di discriminazioni: un segnale deviante
e pericoloso per i rapporti del nostro paese con quel continente che
si risveglia e si pone al centro dell’attenzione di altri paesi del
Terzo Mondo.
La nostra attenzione, come Associazione, a questi
cambiamenti deve guardare con fiducia, tenendo sempre fermo il
presupposto dell’esperienza della Rivoluzione cubana, alla quale essi
si ispirano. Il legame tra Cuba, Venezuela e Bolivia, fondato sulla
stretta amicizia e fratellanza, apre una nuova era alla rivoluzione
bolivariana: l’era del socialismo nel XXI secolo che pone al centro
della sua azione politica il superamento del modello di società
capitalista. Forse, insieme, si realizzerà il pensiero di Bolívar e
José Martí: la Nuestra America! Nella quale i bianchi e i neri, i
mulatti e gli indios uniti, costruiranno un mondo nuovo,
salvaguardando la loro cultura e le loro origini, trasformando
l’ambiente che li circonda nel rispetto della natura e con
l'acquisizione della scienza, della tecnica e della cultura moderna e
più avanzata, elimineranno per sempre la fame, la miseria,
l’ignoranza, i bisogni elementari del vivere in una nuova e mai
conosciuta società. “Siamo realisti, chiediamo l’impossibile”, scrisse
nei suoi ricordi il Comandante Ernesto CHE Guevara e questa utopia sta
diventando realtà.
Il legame di Cuba con le nuove realtà espresse dai
movimenti di rinnovamento latinoamericano, dal Venezuela alla Bolivia,
dall’Ecuador al Nicaragua ed ai fermenti popolari che pervadono il
continente rafforzandone la spinta anticapitalista e antimperialista,
è foriero di sviluppi estremamente significativi per tutto il contesto
internazionale. L’Associazione valuta con interesse ed apprezzamento
la solidarietà politica, culturale, economica e sociale che su questo
sfondo si va creando tra Cuba e queste realtà innovative e intende
indirizzarvi una crescente attenzione, concretizzata anche in scambi,
conoscenze ed iniziative. L’Associazione è consapevole che uno
schieramento progressista e antimperialista latino-americano non può
che rafforzare la battaglia di Cuba, come è vero che Cuba sempre più
costituisce un punto di riferimento fondamentale in questa esperienza.
Verità
e giustizia per i “5” cubani e Fabio Di Celmo
I profondi mutamenti in corso troveranno l’ostacolo
duro della politica aggressiva dell’imperialismo USA. Tentativi sono
stati compiuti contro il nuovo Venezuela e si svilupperanno anche nei
confronti degli altri governi progressisti del Continente. Con il
ricatto economico, con il finanziamento di bande terroristiche, con la
corruzione, con la manipolazione della verità: nulla sarà tralasciato
nelle trame dell’imperialismo.
L’accanimento contro Cuba, fa parte ormai della storia.
Nei 48 anni dalla vittoria della Rivoluzione gli Stati Uniti hanno
speso miliardi di dollari, per pagare spie e giornalisti, radio e
televisioni, bande armate terroristiche, aggressioni militari,
diffusione di armi chimiche, rapimenti di bambini, leggi speciali come
quella dell’ “Aggiustamento cubano” tesa favorire la fuga di cittadini
cubani, attentati ai dirigenti, il blocco economico e le leggi
extraterritoriali, sovvenzionato la dissidenza interna, bloccato le
rimesse di cubani viventi all’estero indirizzati ai loro parenti in
Patria e dei crediti di Cuba internazionali, e chi più ne ha più ne
metta, pur di debellare la Rivoluzione. Persino ai giorni nostri hanno
sviluppato una campagna di menzogne sfruttando la grave malattia che
ha colpito il Comandante Fidel Castro, sperando nella sua morte,
illudendosi che fosse giunta l’ora della rivincita. Noi ci auguriamo
invece con tutto il cuore che Fidel superi questo terribile momento
che sta attraversando e ritorni a capo della Rivoluzione e alla guida
di Cuba. Sulla malattia di Fidel e sul futuro destino di Cuba, abbiamo
assistito a una odiosa campagna di menzogne e falsità che ha investito
l’opinione pubblica mondiale con una violenza incredibile. Il popolo
cubano consapevole dei pericoli di una nuova aggressione armata, non
ha perso la testa e ha risposto con dignità e fermezza, con la calma
dei forti. In quel momento la nostra Associazione il 30 settembre
2006, ha voluto scendere in piazza manifestando la sua solidarietà con
Cuba. Una manifestazione, insieme a quella di Madrid, che è stata la
più grande che si è svolta in Europa e nel mondo, per la
partecipazione attiva di massa, che ha visto l’orgoglio dei nostri
militanti, uniti a migliaia di democratici di tutte le forze
politiche, sociali, dell’associazionismo e numerosi intellettuali.
Abbiamo dimostrato che noi siamo una forza capace di sensibilizzare
larghe masse di persone a sostegno di Cuba e che non siamo un
gruppetto ideologico, autoreferenziale, isolato, estemporaneo. Certo
i mezzi della grande comunicazioni ci hanno praticamente ignorato,
cosa che era prevedibile.
Con quella manifestazione abbiamo denunciato la più
ingiuriosa e ingannevole campagna di falsità degli USA, di presentarsi
di fronte al mondo come i paladini della “democrazia” e della “lotta
al terrorismo”, quando invece perseguitano coloro che negli stessi
Stati Uniti, smascherano i gruppi del terrore che sono sostenuti dalla
CIA e dal Governo di Washington. E’ la lunga odissea che vivono
Antonio Guerrero Rodríguez, Fernando González Llort, Gerardo Hernández
Nordelo, Ramón Labañino Salazar, René González Sehwerert, i 5 patrioti
cubani che proprio con la loro attività di raccolta di informazioni
negli Stati Uniti hanno prevenuto attentati contro Cuba, prima che
fossero messi in atto, informandone il Governo cubano e attraverso
questo le autorità statunitensi. Come sappiamo questi 5 patrioti
cubani hanno subito un processo senza prove, che li ha condannati
all’ergastolo e a molti anni di galera e non hanno mai potuto
incontrarsi con i propri parenti, in violazione dei diritti del
carcerato. Noi dobbiamo proseguire nel chiedere la verità dei fatti e
rivendicare la loro liberazione. In questa campagna dobbiamo dare il
pieno risalto e appoggio, con la raccolta di firme qualificate, alla
lettera sottoscritta da 98 deputati e senatori italiani che si
rivolgono alle autorità di Washington chiedendo il rispetto dei
diritti del carcerato e la loro liberazione. Un’altra iniziativa che
dobbiamo portare avanti contro il terrorismo è quella di ottenere
giustizia per l’assassinio del giovane Fabio Di Celmo, chiedendo
l’estradizione del terrorista Luis Posada Carrilles, che è il mandante
dell’atto terroristico compiuto a Cuba nel quale Di Celmo ha trovato
la morte, per essere giudicato in Italia. Pensiamo di affidare il caso
a nostri avvocati democratici perché inoltrino le pratiche presso le
procure italiane e impegnare i nostri parlamentari a seguire “l’iter
giudiziario” chiedendo al Governo il suo intervento.
Spostare l’asse politico del Governo, creare un largo
fronte della solidarietà con Cuba
Il IX congresso deve definire una nostra strategia per
allargare il fronte della solidarietà con Cuba. Abbiamo fatto molto
nel nostro cammino sviluppando iniziative di ogni genere, fino alla
grande manifestazione svoltasi il 30 settembre a Milano.
Premesso che la nostra Associazione è storia e figlia
della sinistra italiana, oggi, più di ieri, dobbiamo agire per
spostare l’asse politico del Governo di centrosinistra sul problema di
Cuba.
Non sarà facile.
E’ una forzatura porre sullo stesso piano chi
aggredisce (U.S.A.), con chi viene aggredito (Cuba); non è
condivisibile il concetto che vuole che il riconoscimento delle
conquiste della Rivoluzione cubana siano subordinate ad una apertura
ad un sistema “democratico liberale” come il nostro, posizioni che
troviamo radicate anche in alcuni settori della sinistra italiana.
Registriamo ad oggi che l’attuale governo di
centro-sinistra non ha messo in campo una politica internazionale su
Cuba che rompa con la politica ostile contro l’Isola che ha
contraddistinto il precedente governo. Consideriamo come positiva,
invece, l’azione politica concreta tesa a sbloccare la situazione di
stallo parlamentare, mediante la lettera appello sottoscritta da
diversi parlamentari italiani indirizzata al Ministro della Giustizia
U.S.A., con la quale si chiede la liberazione dei 5 cubani
incarcerati, così come l’iniziativa della lettera di otto parlamentari
europei indirizzata all’ambasciatore U.S.A. al Parlamento Europeo.
Dopo anni, un primo segnale di controtendenza politica
istituzionale che dobbiamo incoraggiare.
Sarà nostro impegno quello di ricercare nella sinistra
italiana “quella posizione politica utile” che permetta di costruire
in Italia un largo fronte di solidarietà che faccia cambiare, su Cuba,
l’attuale politica estera del governo.
Non dobbiamo avere timore alcuno di proseguire la
nostra azione a fianco di Cuba. Dobbiamo sempre più svolgere attività
di discussione, chiarificazione anche su elementi e temi difficili,
delicati, ma che ci vengono sollecitati. Pensiamo ai temi della
democrazia cubana, delle libertà civili, della pena di morte, della
corruzione ecc. Il nostro ruolo sarà importante rispetto all’opinione
pubblica e alle forze politiche italiane. Noi possiamo esercitare una
funzione positiva di chiarimento rispetto a queste istanze e riuscire
a far superare dubbi e incertezze, anche all’interno del nostro mondo
della solidarietà con Cuba. Dobbiamo aprire un dibattito verso realtà
di forze non vicine a noi. Pensiamo per esempio al variegato mondo
cattolico più avanzato e progressista del nostro Paese e ai giovani.
Pensiamo ai tanti sinceri democratici che hanno necessità di dialogare
e capire cosa accade oggi a Cuba e quale potrà essere il suo futuro.
Dobbiamo rivolgerci a questi strati che vivono la politica ma che
ancora sono lontani da noi e che vengono informati in modo distorto,
solo dagli organi di stampa e soprattutto dalla televisione. Questa è
la base con cui dobbiamo cimentarci per costruire un largo fronte di
solidarietà con Cuba. Impegnarci con pazienza e tenacia in questo
lavoro per noi vitale al quale siamo chiamati a dare risposte. Non
possiamo e non dobbiamo delegare nessun altro in questa prospettiva
della solidarietà.
Siamo un’Associazione autonoma dal Governo e dai
partiti, unitaria e rispettosa delle singole opinioni politiche.
Siamo con Cuba e con la sua Rivoluzione da 46 anni e
ciò che facciamo o abbiamo fatto è stato per nostra scelta. La nostra
forza è nella nostra autonomia politica e organizzativa che dobbiamo,
come sempre, difendere come il bene più prezioso. La nostra forza e
coerenza è nell’esserci affermati come la più concreta e duratura
organizzazione italiana che sempre è stata al fianco di Cuba. In
questo risiede la nostra peculiarità che in questo congresso vogliamo
riaffermare per metterla al servizio della solidarietà con il popolo
cubano.
Dipenderà dalla nostra capacità di fare politica per
costruire larghe convergenze e unità di forze che possano influire sul
nuovo Governo di centrosinistra e sulla sua maggioranza, per avere la
possibilità di costruire un percorso politico di avvicinamento a un
sostegno a Cuba.
L’unità della Associazione
Nel nostro congresso dobbiamo porre al centro del
dibattito l’unità della nostra Associazione, rispettando
contemporaneamente la diversità delle nostre opinioni, che si
manifestano nel lavoro dei circoli. Dobbiamo essere capaci di produrre
sempre più alta capacità di sintesi fra l’unità nazionale e il
rispetto della peculiarità dei nostri circoli nei territori. La
democrazia interna è la garanzia per tutti di poter partecipare alla
vita dell’Associazione. Dal Direttivo Nazionale al più piccolo
circolo, il nostro concetto di democrazia è fondato sulla reale
partecipazione degli iscritti al dibattito, al confronto, nel rispetto
delle diverse opinioni, nella chiarezza delle posizioni, e di assumere
le decisioni con l’impegno della loro realizzazione. Sappiamo che
esistono difficoltà a fare partecipare tutti gli iscritti alle nostre
assemblee e iniziative, e spesse volte la nostra vita democratica e le
decisioni vengono delegate a poche/i compagne e compagni. Per
realizzare i nostri obiettivi che ci poniamo, primo fra tutti la
creazione di un largo fronte della solidarietà con Cuba, occorre
essere in tanti per parlare all’esterno, in particolare ai giovani, al
mondo del volontariato nelle sue diverse espressioni, dove si possono
trovare sensibilità e disposizione ad ascoltare: essere capaci di
convincere chi non è ancora convinto per portarlo su una posizione
solidale con Cuba, con umiltà e disinteresse, anche se l’interlocutore
manterrà le proprie riserve ideologiche.
Gli organi dirigenti, i coordinamenti, i legame con
i circoli
Lo sforzo continuo di favorire la partecipazione degli
iscritti per realizzare gli obiettivi che nei congressi di Circolo e
in quello Nazionale vengono fissati, pone il problema centrale della
direzione della Associazione, del suo collegamento con la base e i
suoi rapporti di alleanze per estendere la solidarietà con Cuba. La
strategia politica che si elabora nel Congresso Nazionale, deve poi
trovare degli strumenti che abbiano la capacità di realizzarla. Il
Comitato Direttivo Nazionale ha la delega per svolgere questa
funzione.
Ecco perché è necessaria la partecipazione di tutti
alla formazione di un Comitato Direttivo Nazionale, capace di guidare
l’Associazione per realizzare una strategia, difficile, ma che può
avere degli sbocchi politici positivi. Un Comitato Direttivo che
propone e verifica, che trasmetta ai Circoli le decisioni che si
assumono e che debbono essere realizzate da tutti. Ciò che non è
avvenuto con i precedenti direttivi che, mano a mano che passava il
tempo, si assottigliava la partecipazione e spesso il dibattito
terminava con una minoranza presente. Ciò ha comportato la mancanza di
una verifica del lavoro direttivo e di avanzare proposte di attività.
Naturalmente la responsabilità ricade sia sui membri eletti e sia
sulla Segreteria Nazionale La funzione del Comitato Direttivo si
riduceva a poche ore di lavoro, quasi quanto a un atto notarile da
avallare, a scapito del dibattito politico. In questa situazione, era
evidente che i compagni del Sud – benché potevano usufruire di un
rimborso alle spese di partecipazione – o lontani dalla sede di
Milano, non sono stati messi nella condizione di garantire la loro
presenza. Per cui, a norma di statuto, sono stati dichiarati decaduti.
Questo è stato un errore. Ci si impegna a decentrare le riunioni del
Direttivo Nazionale per agevolare la partecipazione di tutti i
compagni. La scelta dei candidati al Comitato Direttivo, dovrebbe
avvenire con il contributo di tutti i Circoli che sono interessati a
parteciparvi. Dobbiamo utilizzare periodicamente i membri del Comitato
Direttivo, per contribuire alle responsabilità direzionali, a
intervenire nelle iniziative dei Circoli, a trasmettere loro le
direttive assunte, a scambiare le esperienze e, quindi, ad aiutare i
Circoli più deboli nel loro sviluppo.
La Segreteria Nazionale, così come previsto dallo
statuto, deve essere esecutiva, eseguire cioè le decisioni scaturite
dal dibattito, del comitato direttivo, vero "cervello politico" della
nostra Associazione. I componenti della Segreteria Nazionale, a cui
andrebbero assegnati incarichi di lavoro nei settori di intervento
dell'Associazione, devono sollecitare la partecipazione al lavoro di
tutti quei membri del comitato direttivo che si rendono disponibili.
Rispetto agli incarichi da assegnare ai componenti
della Segreteria va precisato che il problema non è l'incarico in se
stesso, ma come mettere il/la compagno/a nelle condizioni di portare
avanti al meglio il proprio lavoro, tenuto conto che ognuno di noi è
volontario e che è necessario stabilire un rapporto collettivo delle
responsabilità.
I
coordinamenti regionali
La nostra politica di solidarietà con Cuba è
corrispondente alla necessità di portare avanti quella dei gemellaggi,
tra i circoli di una nostra regione con le ICAP delle province cubane.
Questa pratica negli anni è consolidata, dove sussistono le condizioni
obiettive di realizzarla.
Parliamo dei gemellaggi con la Provincia di La Habana,
di Camagüey, di Las Tunas, di Ciego de Avila, di Granma, di Santa
Clara, di Matanzas, di Sancti Spíritus, di Santiago, di Guantánamo e
dell’Isola della Gioventù. Per nostra debolezza nelle altre regioni,
non siamo riusciti a mantenere il nostro impegno, anche se alcuni
Circoli hanno operato individualmente per cercare di realizzare un
rapporto di solidarietà con diverse città cubane.
Un valore aggiunto alla politica dei gemellaggi è dato
dalle capacità della nostra realtà associativa di aver concretizzato,
in alcuni casi, dei gemellaggi tra istituzioni, regioni e province,
italiane e cubane.
Questa strategia della solidarietà decentrata ha dato
esperienze altamente positive, sia per forniture alla province cubane
di autobus, materiale per ospedali, scolastici, ristrutturazioni di
asili, per le case degli anziani, per ristrutturazione di scuole o
forniture di apparecchiature per le case materne, per la
computerizzazione di interi comuni e istituzioni in varie Province,
con il versamento di finanziamenti per opere umanitarie, e altre
quantità di materiali e prodotti ospedalieri, per qualche milione di
Euro.
Per noi la struttura del coordinamento regionale è
importante per continuare la vita dell’Associazione, al fine di far
partecipare il massimo dei circoli all’attività della solidarietà e
dare stimolo alle iniziative politiche che si richiedono. Per evitare
possibili sovrapposizioni delle iniziative dei vari livelli
organizzativi dell’Associazione, sarà un obbiettivo del prossimo
direttivo quello di trovare una soluzione adeguata. Una particolare
attenzione dobbiamo prestare a quelle regioni dove i coordinamenti non
esistono, soprattutto nel Centro-Sud, trovando delle formule per
unificare più zone o regioni insieme, onde permettere lo svolgersi di
una attività comune.
Il riconoscimento dei Circoli
Nell’ultimo Congresso è stato considerato altamente
positivo il nostro riconoscimento di essere iscritti nel Registro
Nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale che ha aperto una
nuova fase nello sviluppo delle nostre attività che possono, e devono,
caratterizzare il futuro della Associazione. Si è aperta, quindi,
l’opportunità di registrare i nostri Circoli e i Coordinamenti
regionali, alla certificazione presso i Registri regionali,
provinciali e comunali, delle nostre realtà territoriali, dato che la
Legge n. 383 del 7/12/2000 ci offre l’opportunità di usufruire dei
benefici previsti nel finanziamento dei progetti con contributi
locali, nazionali o europei e con la stipulazione delle convenzioni
previste, agevolando la qualità e il nostro impegno nel nostro
intervento nei gemellaggi tra le istituzioni italiane e cubane. Tra le
prime possibilità di usufruire dei benefici della legge, vi è stata la
campagna che abbiamo svolto per ottenere il finanziamento del 5 per
mille della destinazione volontaria della denuncia dei redditi. Non
sappiamo quale cifra sia stata accantonata dal Ministero a nostro
nome, risultante della nostra campagna svolta. Quest’anno dobbiamo
ripetere la stessa campagna, con determinazione e dando una più estesa
informazione verso i possibili sottoscrittori, per ottenere un
risultato sempre più positivo.
E’ una grande conquista che abbiamo fatto, preziosa per
assicurarci, comunque, un ingresso di risorse finanziarie, non
immediato, a nostro favore. Ma dobbiamo essere in regola con tutti i
requisiti amministrativi richiesti dalla legge. Tutti sappiamo della
necessità che abbiamo di avere dei finanziamenti per l’insufficienza
delle nostre possibilità finanziarie che ci limitano a svolgere
maggiori attività.
Ma quanti sono i nostri Circoli e i Coordinamenti
Regionali che si sono iscritti nei Registri regionali, provinciali e
comunali? Quanti sono quelli che hanno depositato i loro atti
costitutivi, che è la premessa indispensabile per accedere a questi
registri? E’ una domanda concreta a cui rispondere. La dove questo non
è avvenuto è per pigrizia o è una sottovalutazione politica, una
questione di natura economica oppure un’indifferenza verso le
decisioni Congressuali? Non può esistere giustificazione di sorta alla
rinuncia a delle possibilità, anche minime, che la legge ci offre. E’
indispensabile che ogni Circolo e Coordinamento regionale, entro pochi
mesi dalla fine di questo congresso, regolarizzino la propria
posizione attraverso la registrazione dei singoli Atti Costitutivi.
Il
tesseramento
Le sole entrate delle quote tessere all’Associazione
Nazionale, mettono in pericolo i bilanci presenti e futuri, perciò si
devono individuare altre risorse per risolvere la questione
finanziaria dell’Associazione Nazionale. Il risultato del tesseramento
del 2006 è fortemente positivo. Abbiamo raggiunto la quota di 5.185
iscritti, risultato nettamente migliore a ciascuno dei 4 anni
precedenti.
Nella realtà italiana dove la crisi della politica
investe tutti i partiti, l’aver superato il numero degli iscritti
degli anni precedenti è un fatto altamente positivo, ed esiste ancora
un largo margine per la nostra campagna di adesioni. Non dobbiamo
cedere su questo terreno. Abbiamo fornito a tutti un volantino che
sinteticamente illustra i motivi di iscriversi all’Associazione. Come
lo utilizziamo? La nostra strategia politica è quella di stimolare e
di estendere i contatti con larga parte della popolazione, di fare
conoscere loro gli obiettivi della nostra battaglia per Cuba, del
presente e del suo futuro. Vogliamo essere un’Associazione che si
confronta e conquista alla solidarietà con Cuba le persone delle più
diverse categorie e in particolare i giovani e le donne. Quindi
dobbiamo moltiplicare le iniziative organizzando la nostra presenza
sul territorio, nelle scuole, nelle università, con mostre,
conferenze, dibattiti, presidi, proiezioni di DVD, feste, corsi di
studio, raccolte solidaristiche e quanto più la nostra fantasia può
creare. I nostri banchetti debbono essere più ricchi non solo di
oggetti, ma soprattutto di una presenza politica. Le adesioni sono il
risultato della nostra attività, della nascita di nuovi circoli che
dobbiamo sempre più estendere sul territorio nazionale, in particolare
al Centro–Sud, per il quale dobbiamo dare un sostegno anche
finanziario nei nostri limiti, per sostenere le loro iniziative.
Gli
strumenti della propaganda e della informazione
Uno dei nodi che ci assilla, e a cui dobbiamo trovare
una soluzione, è quello degli strumenti di propaganda e
dell’informazione di cui disponiamo. Lo diciamo, lo ripetiamo, ma
concretamente non si risolve, dato anche e soprattutto i nostri
limitati mezzi finanziari. Disponiamo di una rivista bimensile El
Moncada, che inviamo gratuitamente a tutti gli iscritti e che ha
una tiratura di 6.500 copie che vengono spedite anche a circa un
migliaio di vecchi iscritti, con il proposito di riconquistarli a
rinnovare la loro adesione all’Associazione. Il contenuto della nostra
rivista da alcuni anni è nettamente migliorato, molte volte
interessante. Dobbiamo comunque migliorare la nostra rivista affinché
sia uno strumento sempre più informativo sulla realtà di Cuba, più
polemico con i media italiani quando parlano di Cuba, più di
conoscenza della nostra realtà, più rubriche…. Quando diciamo “più”
dobbiamo aggiungere che El Moncada deve trovare ed allargare la
cerchia dei collaboratori che scrivono, che offrono la loro volontaria
partecipazione. Questo è uno dei problemi, il più importante, perché
la nostra rivista possa soddisfare le nostre esigenze, sostenere le
nostre campagne, documentare la realtà cubana, sviluppare la nostra
politica nel Parlamento e verso il Governo. Le forze che vengono
impiegate sono molto ridotte e se pure la rivista trova il nostro
consenso per il suo miglioramento, resta tuttavia bloccata per la
mancanza di collaboratori. E’ un problema politico da risolvere
cercando tra i nostri iscritti coloro i quali possano assumersi
l’impegno di dare la loro collaborazione.
Il nostro Sito Internet
che tutti conosciamo, è la presentazione della nostra immagine per
tutti i navigatori che usano questo strumento. Siamo passati dai
10.000 contatti dell’anno 2000 ai 106.000 contatti nel 2006. Un dato
evidentemente positivo. Mantenere il suo aggiornamento, arricchire il
suo contenuto, ci ripropone il problema delle collaborazioni, di
competenze tematiche, di specialisti della comunicazione. E’ una
problema che deve suscitare la discussione nei e tra i circoli, per
cercare chi può impegnarsi volontariamente a collaborare, anche per un
tempo di disponibilità parziale.
E’ vero che è aumentata la “concorrenza” tra i siti che
parlano di Cuba. Tuttavia, nonostante questi, siamo stati sempre in
crescita, in particolare quando Cuba è al centro della attenzione
dell’opinione pubblica. Il nostro sito è utile alla promozione del
lavoro dell’Associazione come, per citare alcuni esempi, per i viaggi,
per preparare tesi universitarie, per avere notizie sull’attualità e
storia relative a Cuba.
La comunicazione dell’informazione e della propaganda è
un tema che deve essere affrontato nel congresso e con il nuovo
comitato direttivo nazionale, nel quale si dovrebbe formare una
commissione permanente che discuta, ricerchi le possibili soluzione
che possono prospettarsi.
La solidarietà materiale con Cuba
E’ un tema delicato e impegnativo. Lo sviluppo
economico di Cuba è in crescita. La solidarietà richiesta è sempre più
selezionata; le esigenze di Cuba sono del tutto diverse dagli anni del
periodo especial. I costi della solidarietà in Italia sono
aumentati e a nostro carico, quasi impossibili da sostenere. Abbiamo
difficoltà di avere riscontri da parte cubana a tempi brevi e di
ricevere fatture di spesa o l’esito finale del nostro intervento,
soprattutto quando la solidarietà è finanziata anche in parte da Enti
istituzionali. Noi pensiamo che la solidarietà popolare o quella più
impegnativa delle nostre istituzioni, debba continuare, valutando che
nonostante l’avanzato sviluppo economico di Cuba, sussistono ancora
larghe sacche di bisogni, a cui potremmo contribuire per soddisfare
anche in minima parte le loro esigenze. Per noi è tuttavia importante
proseguire nella solidarietà, per i contatti che si stabiliscono tra
la popolazione e le nostre iniziative, tra noi e le istituzione di
vario genere. E’ quindi per noi e per Cuba, un problema politico che
va valutato per il suo valore. Sappiamo che per la solidarietà ci sono
due canali: distinti quello del MINVEC e quello dell’ICAP. Ma non
abbiamo la chiarezza sul come e con quale interlocutore della
controparte dobbiamo concordare.
I rapporti con l’ICAP e le Associazioni Europee
Dal giorno in cui siamo nati abbiamo sempre cercato e
mantenuto i rapporti fraterni e di amicizia con l’ICAP e con le
Associazioni europee nostre consorelle. Per l’organizzazione dei
nostri viaggi informiamo e chiediamo aiuto all’ICAP per arricchire le
nostre motivazioni ai partecipanti. Abbiamo sempre partecipato ai
convegni e alle iniziative promosse dall’ICAP, possibilmente dando un
nostro contributo al dibattito. Correttamente non abbiamo mai
interferito negli affari interni di Cuba, rispettando i principi
fissati nel nostro statuto La politica dei gemellaggi tra i circoli
delle nostre regioni e le Province cubane, è stato sancito con l’ICAP
in un comune documento. Tuttavia riteniamo necessario un più frequente
incontro, tra le due rappresentanze, per stabilire dei piani di
collaborazione e di chiarimento sulla solidarietà secondo come noi
l’abbiamo concepita, sulle motivazioni dei viaggi da noi organizzati o
dai nostri circoli e l’aiuto dell’ICAP è indispensabile.
Quanto ai rapporti con le altre Associazioni Europee,
si tratta di concordare e di precisare un piano di azione comune per
fare pressione sull’Unione Europea nei suoi rapporti con Cuba, per la
liberazione dei “5” patrioti cubani, per la solidarietà con Cuba.
Un coordinamento anche per la partecipazione alle
Brigate del Lavoro a Cuba.
La nostra partecipazione alla Brigata del Lavoro ha
avuto una presenza non sempre numerosa, anche per il disinteresse di
molti circoli a organizzare una promozione della stessa, soprattutto
tra i giovani, preferendo invece un impegno per iniziative di viaggio
del proprio circolo.
Finale
Il 2007 è l’anno in cui ricorre il 40° della morte del
Comandante Ernesto CHE Guevara a cui abbiamo dedicato la nostra
campagna di tesseramento; ricorre il 46° anno della fondazione della
nostra Associazione. Sono motivi per cui invitiamo tutti i nostri
circoli e i nostri iscritti a dare un contributo allo sviluppo di
iniziative per la solidarietà con la Rivoluzione cubana.
Regolamento dei Circoli per il IX Congresso Nazionale
approvato dal Direttivo Nazionale nella riunione del
4 febbraio 2007
1)
Il Congresso Nazionale è composto dai
Delegati eletti nei Congressi dei Circoli, dagli uscenti del Comitato
Direttivo Nazionale, del Comitato dei Garanti, del Collegio dei
Sindaci, eletti nel precedente Congresso Nazionale, dagli invitati
rappresentanti della società civile e delle istituzioni. I NON
delegati dai Circoli potranno avere la parola, ma senza diritto di
voto.
2)
I Congressi
dei Circoli si svolgeranno entro l'11 marzo 2007 e i relativi
documenti dovranno pervenire alla Segreteria Nazionale entro il 15
marzo. Sono convocati in prima e seconda seduta, per convalidare il
Congresso e le decisioni che saranno assunte. Devono discutere sui
documenti preparatori del Congresso Nazionale, trarre un bilancio
amministrativo e della propria attività svolta, presentare, se
possibile, un piano per il lavoro futuro nell’ambito territoriale. I
partecipanti ai Congressi dei Circoli hanno il diritto di presentare
mozioni o emendamenti ai documenti nazionali e/o avanzare proposte
alternative agli stessi. I Congressi dei Circoli devono eleggere il
Segretario, il Tesoriere, l’Amministratore, e/o il Comitato Direttivo
e i Delegati del Circolo al Congresso Nazionale, redigendo un apposito
verbale. Il verbale firmato dal presidente del Congresso, deve
riportare i nominativi degli eletti, allegare le eventuali mozioni,
emendamenti o proposte alternative ai documenti nazionali, il bilancio
amministrativo, approvati dal Congresso del Circolo. Tutta questa
documentazione deve pervenire alla Segreteria Nazionale entro il 15
marzo. La Segreteria Nazionale ha il compito di distribuire gli
eventuali emendamenti, mozioni, e/o tesi alternative approvati dai
Circoli a tutti i Delegati del Congresso Nazionale.
3)
Per
l’elezione del Segretario di Circolo, del Tesoriere,
dell’Amministratore, del Comitato Direttivo e dei Delegati al
Congresso Nazionale, il Congresso del Circolo dovrà tenere conto delle
necessità di assicurare la presenza delle donne e dei giovani. I
Delegati dei Circoli al Congresso Nazionale sono eletti nella misura
di 1 ogni 30 iscritti (o frazione pari o superiore ai 15, ad esempio,
il secondo delegato scatta a 45 iscritti, il terzo a 75, il quarto a
105, e così via). I Circoli con meno di 30 iscritti hanno comunque
diritto a eleggere 1 delegato al Congresso Nazionale. Per il
conteggio dei Delegati di ciascun Circolo sono validi i talloncini
inviati, con i relativi versamenti, alla Segreteria Nazionale entro il
31 dicembre 2006.
4)
I Congressi
di Circolo devono essere convocati tramite lettera o posta elettronica
agli iscritti - secondo quanto disposto dallo Statuto - in cui viene
specificato l’ordine del giorno, la data e l’ora di svolgimento in
prima e seconda convocazione, almeno 15 giorni prima della data
prevista.
5)
I Congressi
di Circolo sono aperti a tutti coloro che intendono partecipare e agli
invitati, in particolare ai rappresentanti di partiti, sindacati,
istituzioni, della società culturale e civile, del volontariato e
della solidarietà internazionale.