“Condannateci, non
importa. La storia ci assolverà”!
Con questa frase al
finale del suo discorso, il Comandante in Capo Fidel Castro ha respinto
le accuse imperialiste contro Cuba e il Venezuela.
Di fronte alle accuse
imperialiste che vogliono dare una versione perversa e distorta dei
nobili, pacifici e costruttivi vincoli di integrazione tra Cuba e il
Venezuela, seguendo i principi dell’Alternativa Bolivariana delle
Americhe, il Comandante in Capo Fidel Castro ha dichiarato che questo 26
Luglio è stato un magnifico momento per dire, se Chávez è anche lui
d’accordo: “Condannateci, non importa. La storia ci assolverà”!
Con queste parole è
terminato ieri sera nel teatro Karl Marx l’intervento del Presidente di
Cuba per il 52º Anniversario degli assalti alle caserme Moncada e Carlos
Manuel de Céspedes, che ha sottolineato l’indurimento delle ostilità di
Washington contro l’Isola ed ha esposto le prospettive di sviluppo
economico e sociale della Rivoluzione che si esprimono con un
sostanziale miglioramento della qualità di vita della
popolazione.
Riprendendo la frase
con la quale terminò la storica autodifesa nel processo delle gesta
della caserma Moncada, il Leader della Rivoluzione ha distrutto le
menzogne della propaganda imperiale che insiste nel definire il
Venezuela e Cuba “fattori di destabilizzazione politica nella regione.
“La realtà è molto
differente: i due paesi hanno fatto passi inediti nel cammino dell’unità
e dell’integrazione tra i popoli dell’America Latina e dei Caraibi,
abbracciando le fondamenta dell’ALBA e sono questi passi che hanno
apportato la maggiore crescita economica mai registrata nell’emisfero,
molto prima della conclusione del 2005.
Fidel ha spiegato con
dettagli vari aspetti che riguardano le conquiste riportate in diversi
settori dell’economia e della società negli ultimi mesi e tra questi ha
segnalato il consolidamento della sovranità monetaria, partendo dalla
fine della circolazione del dollaro in ambito locale e dalla posizione
del Peso Cubano Convertibile – CUC - con la rivalutazione della moneta
nazionale.
Queste misure hanno
apportato una maggior equità tra i livelli delle entrate della
popolazione e nella fiducia nella propria moneta e ne sono testimoni i
conti di risparmio aperti che sono cresciuti di numero, in pesos
cubani.
Tutto questo si somma
a una centralizzazione razionale nell’utilizzo delle monete forti nel
commercio estero e a una maggior efficienza nelle operazioni di questo
genere per via d’una drastica riduzione delle relazioni intermediarie.
Egli ha parlato del
ruolo del Banco Centrale di Cuba come entità che ha rafforzato la sua
capacità di negoziare dello Stato Socialista e questo ha permesso alla
nazione di rispettare i nuovi impegni finanziari e di rinegoziare il
debito estero in condizioni migliori.
Il paese ha visto un
incremento notevole nelle esportazioni di beni e di servizi e un
superavit nel bilancio delle operazioni di conto corrente.
Il Comandante in Capo
ha ricordato anche l’effetto delle misure che sono state adottate negli
ultimi mesi per far crescere le entrate di ampi settori della
popolazione, poichè 4.400.000 cittadini, cioè il 30,9% della popolazione
ha ricevuto benefici con aumenti del salario e l’incremento delle
pensioni, oltre a una crescita delle prestazioni sociali nelle
situazioni d’assenza.
Queste misure
continueranno, poichè fanno parte d’un processo graduale che non è
certo terminato, riferendosi alla politica sociale della Rivoluzione,
che si manifesta con programmi come quello che prevede l’apertura di 20
sedi universitarie nelle prigioni dell’Isola.
Fidel Castro ha
ironizzato, esortando la “gente di Ginevra” a continuare a diffamare
Cuba a proposto di Diritti Umani, esponendo questa realtà che non
esiste in altri luoghi del mondo.
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Servizio di Samuel Hernandez (Siporcuba) |
Fidel dalla tribuna |
continuando l'intervento |
con lo sguardo profondo |
tra le bandiere di Cuba e del M-26 |
i famigliari dei 5 e Aleida Guevara |
concludendo il discorso |
il saluto finale |