Vengo a sapere dell’esistenza di questa persona
da Leonor la mamma dell’amico che mi ospita a l’Havana.
Abita in un comprensorio popolare all’Habana
dove si nota molto la mano dell’architettura sovietica.
Mi riceve in tardo pomeriggio annunciato da Leonor ed in compagnia di
lei e di Deralay vado per proporgli la mia intervista.
E’ un’ometto buffo di età non decifrabile stanco ed affaticato della
vita ma anche da una forma di diabete cronico. Il suo viso ha i
lineamenti che di solito nell’immaginario collettivo appartengono ai
saggi.
E’ pacioso e sornione e nasconde in verità
molta saggezza.
Inizialmente è molto schivo forse per via del
fatto che noi dei paesi ricchi veniamo a Cuba per sfruttare le loro
storie a fini prettamente commerciali.
Accendo il mio registratore e comincia la
storia.
|
Freedy Loma in Congo
al fianco di "Tatoo", il comandante Guevara |
E’ molto difficile seguirlo dal momento che
passa da un’ argomento ad un altro e si ferma su particolari
apparentemente insignificanti ma tutto va pian piano prendendo forma con
il seguire della conversazione.
La storia che mi racconta è affascinante.
Era appena un ragazzo quando prese parte alla
guerriglia in Congo ed era appena alfabetizzato quando incontra sotto
false spoglie il Comandante Che Guevara. Per tutti in Africa, il Che
era il traduttore della brigata cubana dallo spagnolo al francese e
Freedy era il traduttore dei guerriglieri Congolesi dal francese ai vari
dialetti di quella regione. Non riusciva a capire per quale motivo Tatoo
(questo il nome con il quale si faceva chiamare il Che in Congo) era
così temuto e rispettato anche dai gradi superiori e questo in Freedy
destava una certa perplessità.
Molti ancora adesso in Congo non conoscono il Che con il suo vero nome e
di recente è stata addirittura fatta una campagna informativa per
associare il nome Tatoo alle foto del Che dimostrando che esse si
riferiscono alla stessa persona.
La storia si fa sempre più complessa e
fortunatamente il mio registratore non perde neppure una battuta.
Si fa allegro e comincia a raccontare aneddoti
divertenti sulla sua vita e quella del Che.
|
Non capisco per quale motivo Freedy abbia
deciso di venire a stare a Cuba e quando glielo domando mi risponde che
non lo sa neppure lui: è stato un desiderio del Che ma non ha mai fatto
in tempo a domandargli il motivo.
A Cuba si è messo a studiare medicina ed ora è
neurochirurgo pediatrico.
Ha il suo fascino vedere dottori di un certo
livello che si adoperano per gli altri senza neppure prendere in
considerazione il lato economico. Tutto è molto umile ma qui la
solidarietà supera ogni ostacolo. Non è difficile vedere in tarda serata
mamme che portano i loro figli malati a visita in casa di dottori o
infermieri. E’ normale routine ed il denaro qui non serve. Fanno tutti
parte della stessa classe sociale manovali ,dottori, scrittori,
casalinghe avvocati, impiegati, ingegneri. Non c’è distinzione e non c’è
quella sudditanza dovuta solo alla differenza di classe sociale o al
denaro.
|
un libro in francese che parla di lui |
Freedy continua la sua storia , sembra
divertito nel raccontare il suo vissuto con il Che.
E’ fantastico sentire dopo tantissimi anni
passati lontano dalla guerriglia e a studiare medicina come gli sia
rimasto dentro il Che, questo incredibile personaggio che ha avuto la
capacità di mutare il corso della coscienza a centinaia di migliaia di
individui che l’hanno conosciuto e seguito. Mi racconta del suo carisma
e della sua sana umanità che non aveva nulla a che vedere con la carità.
Cercava di far capire che ogni essere umano deve elevare la propria
coscienza affinché diventi un’ autonomo pensatore.
Lo faceva dando punizioni severe ma costruttive
come per esempio quella d’imporre la lettura di libri per acculturare
la truppa.
Non aveva paura dei rivali anzi. Non era
competitivo, non voleva essere il leder per esprimere il proprio ego si
trovava semplicemente ad esserlo e ricopriva questo ruolo con la
modestia che distingue veramente pochi uomini.
Freedy sembra aver imparato queste cose e la
sua vita ne è un’ esempio. Abbandonò il suo paese natale per volere del
Che Guevara e si recò in pianta stabile a Cuba dove studiò e divenne
neurochirurgo infantile. Non seppe mai il motivo per il quale il Che lo
volle a Cuba perché da li a poco il Che partì per organizzare la
rivoluzione in Bolivia dalla quale non fece più ritorno.
Così Freedy dedicò tutta la sua vita alla causa
della rivoluzione Cubana integrandosi e vivendo a pieno la realtà di
questo paese.
Più si andava avanti con il racconto e più la
sua storia prendeva i connotati di un romanzo.
Quando partì dal Congo perse definitivamente
tutti i contatti con la sua famiglia e per quaranta anni non seppe più
nulla fino a quando un bel giorno ricevette una e-mail da quella che
diceva essere sua mamma. Passarono interi giorni a comunicare con
internet per capire se veramente non c’era stato nessuno errore e alla
fine ebbe la conferma. Era veramente sua madre ed era venuta a sapere
dell’ esistenza del figlio da un articolo di medicina scritto da Freedy
su internet.
Abita ancora in Congo in un piccolo e povero
villaggio dove bere un bicchiere d’acqua è ancora un’azione difficile da
compiere. Da pochissimo tempo Freedy è venuto a sapere che la mamma ha
un “casa” che difficilmente riuscirà a superare la stagione delle piogge
e rischierà di morire se qualcuno non la porterà via di li.
Freedy come tutti i Cubani guadagna 10 Euro al
mese ed economicamente non può far nulla per aiutare sua madre.
Siporcuba farà tutto quello che sarà possibile
affinché questo eroe della rivoluzione abbia dalla vita la capacità di
poter salvare e riabbracciare la propria madre dopo quaranta anni.
Questo l’appello inviatoci dal nostro amico
Luca, il quale è autore anche del breve racconto che avete appena letto.
Tutto il denaro sarà devoluto a questo scopo e
per la massima trasparenza per chi lo richiederà avrà a disposizione
tutti i movimenti del c/c postale della persona che si occuperà della
raccolta fondi..
Vi prego di specificare Nome e Cognome ed
E-mail perché sicuramente il Dott. Freedy vorrà ringraziarvi
personalmente per il vostro gentile aiuto.
c/c 53200730 ufficio postale di Faleria intestato a Luca Pergolini
|