E' di estrema
preoccupazione l'inizio della massiccia esercitazione della marina degli
Usa con l'impiego di oltre 6.500 marines imbarcati su portaerei,
cacciatorpediniere, fregate ecc., in America Latina che prenderà il via
il 4 aprile per protrarsi fino a fine maggio.
di
Andrea Genovali
E' evidente il carattere dimostrativo
e, sperano gli Usa, intimidatorio nei confronti di Fidel Castro e Hugo
Chavez ma, in generale, della rinascita progressista dell'intero
latinoamerica che sta respingendo l'ingerenza indebita degli Usa nelle
vicende del sub-continente americano a iniziare dal piano statunitense
per il libero commercio ALCA.
Non è una novità la sottomissione
dell'Amministrazione Bush agli interessi della comunità mafiosa cubana
di Miami (quella che fece vincere Bush nel suo primo mandato
presidenziale), ma questo ennesimo segnale non può che essere ancor più
preoccupante, se possibile, se
inserito nella nuova fase aggressiva degli Usa contro Cuba.
Ciò è evidenziato non solo dall'aver
dato il compito delle operazioni navali al comando di stanza a Miami, e
dunque sotto la forte pressione della comunità cubana della Florida per
stessa ammissione di fonti statunitensi, ma anche perché solo pochi mesi
fa l'Amministrazione Bush ha diramato un voluminoso documento di 500
pagine, violando così di nuovo qualsiasi legalità internazionale, con il
quale hanno spiegato come vogliono che sia la loro cosiddetta
"transizione democratica" a Cuba, non esitando a scrivere anche di una
possibile aggressione militare contro la Repubblica cubana.
Ecco perché questa sinistra
esercitazione, che segnale inequivocabilmente la rinnovata aggressività
a Stelle e strisce in America Latina, diventa anche un inquietante atto
di arroganza e di prepotente esposizione di potenza nei confronti dei
popoli liberi dell'America Latina.
Come Associazione Puntocritico
esprimiamo la nostra solidarietà al presidente Fidel Castro e al
presidente Hugo Chavez e a tutti i governi latinoamericani che si stanno
liberando del cappio oppressivo degli Stati Uniti nelle vicende dei loro
paesi per riprendersi quel diritto alla propria autodeterminazione
sempre violato dagli Usa in America Latina.
Ma occorre che tutti i sinceri democratici vigilino e far
sì che il prossimo governo dell'Unione ristabilisca buone relazioni con
Cuba ma anche con l'intero latinoamerica per cercare di costruire
realmente un mondo multipolare e non più egemonizzato dalla potenza
imperialistica statunitense.
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