Discorso pronunciato dal Comandante in Capo Fidel Castro Ruz,
Presidente della Repubblica di Cuba, nella chiusura del VII Congresso
dell’unione di Giovani Comunisti, Palazzo delle Convenzioni, Città
dell’Avana, 5 dicembre 2004.
Cari
delegati, invitati e partecipanti al VIII Congresso dell’Unione di
Giovani Comunisti,
Una parte
dei concetti che esprimerò oggi è già stata spiegata e pubblicata,
alcuni si
sono
sviluppati di più durante la lotta, altri si riferiscono alle mete
raggiunte; altri ancora sono riflessioni.
Un giorno
come oggi, in cui mi avete invitato a parlarvi, cercherò di spiegarvi
come e perché è un giorno tanto speciale per tutti noi.
Purtroppo
la responsabilità che è ricaduta su di me durante questo intenso e
difficile processo rivoluzionario, e in modo particolare il mio rapporto
con la Battaglia di Idee, mi costringono a riferirmi a discorsi,
riflessioni e concetti propri, il che non mi piace, e chiedo perciò
scusa in anticipo. Ho sempre pensato che le idee non girassero intorno
agli uomini pubblici, bensì il contrario, sono essi che devono girare
attorno alle idee.
Il fatto
di avere osato pronosticare avvenimenti, che oggi cominciano a
confermarsi come inconfutabili verità, è associato unicamente
all’esperienza accumulata. Sarei potuto morire, come tanti altri
rivoluzionari cubani della nostra storia. Gli avversari di ieri e
d’oggi hanno fatto il possibile e l’impossibile per riuscirci ma ho
avuto il privilegio di avere lottato per molti anni, da quando nel 1953
concepimmo l’idea di occupare le armi del Reggimento di Santiago de Cuba
per iniziare la lotta, e il privilegio non costituisce un merito; il
merito vero si deve attribuire a coloro che ci credettero e furono
disposti a sacrificare anche la vita per gli obiettivi che proclamavamo.
Quando
appena tre giorni fa alcuni si complimentavano con me, ricordandomi il
48º anniversario dello sbarco del Granma, la mia prima reazione è stata
di sorpresa. Quanto tempo è trascorso e quanti avvenimenti si sono
succeduti! Presi dagli odierni doveri, alcuni di noi che partecipammo a
quell’azione, disponiamo di appena un secondo per ricordare gli inizi
della lunga marcia che iniziavamo nei giorni del Moncada e del Granma.
Io lo definirei come un lungo apprendistato e la nostra ignoranza
all’inizio di quell’inedito cammino ci sorprende ancora.
Ricorro alla
memoria per citare, in strettissima sintesi, facendo uso molte volte di
frasi testuali, l’essenza di quanto ho detto in tre momenti anteriori
alla Battaglia di Idee che oggi presiede lo spirito del VIII Congresso
della nostra prestigiosa Unione Comunista.
L’8 ottobre
1997, nel Rapporto Centrale al V Congresso del Partito, ho detto:
“E’ evidente
la necessità di un lavoro più forte, più intenso nelle nostre file
giovanili, poiché questi tempi e questo Partito esigono continuare a
nutrirsi di dirigenti e militanti provenienti dalla gioventù.
“Credo che
adesso più che mai, più che in nessun’altra epoca, perché questa è
l’epoca più dura, più difficile, sia necessario un lavoro speciale con
la gioventù e nella formazione dei nostri giovani, perché non è
possibile che coloro che succederanno all’attuale generazione non siano
più i migliori”.
“Vogliamo
che siano consapevoli al massimo del loro ruolo, di ciò che possono fare
per il proprio paese, di ciò che possono fare per la Rivoluzione, di ciò
che possono fare per il proprio futuro.”
“Nel mio
discorso sulla gioventù nella chiusura del V Congresso del Partito, il
10 ottobre 1997, ho segnalato:
“Abbiamo il
Partito, abbiamo la nostra magnifica gioventù –sì, così con queste
parole, magnifica gioventù!--, alla quale, ovviamente, chiediamo sempre
di più, e le chiederemo sempre più lavoro politico; lavoro politico che
non è il semplice uso di un motto. Il Partito per molto tempo è stato
anche, a volte, schematico, dogmatico, ha lavorato con parole d’ordine e
motti, non sempre con argomenti. ”
“Dobbiamo
lavorare con i singoli cittadini, ad uno ad uno; non è soltanto il
lavoro che si svolge attraverso la stampa e la televisione, o le
conferenze e i meeting politici. Il lavoro di convincere e persuadere
gli esseri umani ad uno ad uno è storico. Le religioni sono nate in
questo modo e durano ormai da migliaia di anni.”
“Noi
rivoluzionari dobbiamo fare lo stesso. I nostri dirigenti e quelli
della gioventù devono lavorare così, e non devono mai arrendersi.
“Profondamente convinti di avere la ragione e difendere le cose più
giuste, più belle, più umane, dobbiamo discutere tutto il tempo che sarà
necessario, spiegare tante volte quante ne saranno necessarie,
insegnare, educare. Non si può fare lavoro politico in astratto.
Dobbiamo approfondire nelle conoscenze, nelle idee, in ciò che succede
qui e in ciò che avviene nel mondo. Bisogna essere franchi, coraggiosi
e veraci.”
“Al Partito
aderiscono 780 mila cittadini, e ci sono anche tutti gli altri
rivoluzionari che non sono membri del Partito. E’ compito di tutti
trasformare in regola ciò che in molti casi è eccezione e generalizzare
le nostre migliori esperienze. Sarebbe mai possibile che non ci
riuscissimo? Che saremmo, quale sarebbe il nostro valore se non ci
riuscissimo? Con tutte le conoscenze che abbiamo oggi, con tutte le
possibilità che abbiamo, si deve fare. Questa sarebbe la vera vittoria
delle idee.”
Il 10
dicembre 1998, nel VII Congresso dell’Unione di Giovani Comunisti ho
affermato:
“Bisogna
riunirsi, in mezzo alla battaglia, con la truppa elite per dibattere,
analizzare, approfondire, disegnare piani, strategie, trattare temi ed
elaborare idee, come quando si riunisce lo stato maggiore di un
esercito.”
“Utilizzare
solidi argomenti per parlare con i militanti; per parlare con coloro che
possano essere confusi o anche per discutere e polemizzare con coloro
che abbiano posizioni contrarie a quelle della Rivoluzione perché sono
influiti dall’ideologia dell’imperialismo in questa tremenda lotta di
idee che dobbiamo affrontare da anni proprio per portare avanti la
prodezza di resistere al più potente imperio che nell’ambito politico,
militare, economico, tecnologico e culturale che sia mai esistito. I
dirigenti della gioventù devono essere ben preparati per affrontare
questo compito.
“In questa
lotta di tipo ideologico, le armi fondamentali sono le idee, l’arsenale
di munizioni più importante è anche quello delle idee. Dobbiamo fornire
idee ai nostri dirigenti affinché loro le trasmettano alla gioventù e al
popolo.”
“Questo
esercito conosce il suo piano, conosce al sua strategia, e i nemici la
conosceranno lungo il cammino. Ancora una volta associo l’idea di
questa lotta ad una gran battaglia che combatte un esercito
d’avanguardia, una truppa elite della Rivoluzione. Pongo in primo luogo
la Rivoluzione e il Partito, che alla fine sono la stessa cosa.
“Nella breve
riunione con il nuovo Comitato Nazionale ho potuto parlarvi con maggiore
libertà perché eravate un numero ridotto di compagni, e in una riunione
con il Bureau Nazionale potremmo parlare ancora con maggiore libertà,
con più argomenti ed elementi di giudizio.”
“Questo VII
Congresso –ho detto allora—è stato un ottimo congresso, uno di quei
congressi in cui si è discusso con maggiore libertà, in cui non è stato
evitato assolutamente nessun tema, anzi, c’è stata un’esortazione
continua a trattare tutti i temi per quanto politici e complessi essi
fossero, proprio per ottenere da questa riunione tutto il profitto
possibile, e mi sembra di esserci riusciti.”
“E’ stato
possibile, e bisogna dirlo chiaramente, grazie a uno straordinario
lavoro realizzato durante l’anno sotto la direzione del Bureau nazionale
della Gioventù Comunista. In questa sede, dove sono stati fatti dei
riconoscimenti, bisogna fare un riconoscimento molto sincero e meritato
ai compagni del Bureau e ai numerosi dirigenti che, sotto la guida di
Otto (segretario generale dell’Unione di Giovani Comunisti; N.d.T.),
hanno lavorato sodo dalla convocazione fino a questo stesso minuto.”
“Abbiamo
imparato tutti, non soltanto voi ma anche noi.”
“Il
congresso –ho aggiunto—riflette un crescente rafforzamento dell’Unione
di Giovani Comunisti per arrivare a disporre di esperienza e
organizzazione superiori a quelle che abbia mai avuto. C’è bisogno
anche di un prestigio e di un’influenza che superi quanta ne abbia mai
avuto, e in settori chiavi, veramente strategici, della società odierna
e soprattutto della società futura, del paese futuro; di
un’organizzazione come quella di cui c’è bisogno in questi tempi, in
questi tempi storici!”
“Una delle
cose straordinarie della nostra Rivoluzione è che da quando è nata –e
potrebbe affermarsi che le idee della Rivoluzione sono state procreate
in quella collina universitaria— c’è stato uno stretto rapporto, da
fratelli gemelli, io direi che da fratelli siamesi, tra Rivoluzione e
gioventù. Andate a cercare per il mondo un rapporto così stretto con la
gioventù come quello che c’è stato, c’è e ci sarà sempre in questo
profondo processo rivoluzionario. La nostra Rivoluzione rinasce ogni
giorno, perché le idee che rappresentiamo, la giustizia che difendiamo,
la causa per la quale lottiamo, è oggi la causa, e non può essere altra,
di miliardi di persone in questo pianeta.”
“E dico idee
perché questa lotta di cui parliamo sarà sostanzialmente una lotta di
idee; non sarà una guerra. I problemi del mondo non si risolveranno con
armi nucleari, è impossibile, né si risolveranno con le guerre, anzi,
non si risolveranno nemmeno con rivoluzioni isolate che, nell’ordine
stabilito dalla globalizzazione neoliberista, possono essere
semplicemente schiacciate in pochi giorni, al più in poche settimane.”
“Tuttavia,
non possiamo trascurare la difesa nemmeno per un secondo, perché con le
crisi inevitabili, un cambiamento d’amministrazione, un gruppo pro
fascista o un’estrema destra al potere sarebbe sufficiente a far sì che
l’impero ritorni ad applicare i suoi vecchi metodi. Il pericolo di
aggressioni militari non possono essere scartati, ma oggi la battaglia
reale e quella delle idee.
“La
Rivoluzione ha potuto resistere perché ha seminato idee.”
“In modo
accelerato si globalizza il mondo, in modo accelerato si stabilisce un
ordine economico mondiale insostenibile e insopportabile. Le idee sono
la materia prima con cui si fabbricano le coscienze, sono la materia
prima per eccellenza dell’ideologia. Preferisco chiamarle materia prima
della coscienza per esprimere che non si tratta d’ideologia stretta e
rigida, bensì di una coscienza avanzata, vale a dire, di una convinzione
a cui arriveranno inevitabilmente centinaia di milioni e miliardi di
persone in questo pianeta, e che sarà senza dubbio la migliore scelta
affinché le suddette idee arrivano a trionfare in tutto il mondo.
“Non sono le
armi, sono le idee che decideranno questa lotta universale. E non sono
le idee per i propri valori intrinseci, bensì per la concezione che
tanto strettamente si adegua alla realtà oggettiva del mondo odierno.
Sono idee che partono dalla convinzione che matematicamente il mondo non
ha altra via d’uscita, che l’imperialismo non può reggere, che il
sistema imposto al mondo lo porterà al disastro, ad una crisi
insuperabile, e oserei dire che ciò avverrà più presto che tardi.
“Proprio a
partire dalle suddette premesse e convinzioni io valuto quanto abbiamo
analizzato e quanto stiamo facendo in questi giorni; non è l’unica cosa
né tanto meno, ma ha il valore essenziale.”
“Questa
battaglia che combattete non potete perderla. Senza i compiti che
dovete compiere, senza il lavoro che realizzerete –perché non ho dubbi
che lo realizzerete con assoluto successo--, non si potrebbe parlare di
ciò che sogniamo non solo per i nostri compatrioti ma anche per tutti
gli abitanti di questo pianeta.
“Mai, in
nessun luogo, nessun altro popolo ha fatto ciò che il popolo di Cuba sta
facendo oggi con idee: seminare idee, coltivare idee e sviluppare idee.
Non potrà finire se non con la vittoria delle idee, con la sicurezza che
questa Rivoluzione non scomparirà né crollerà, perché solidamente
aderita a idee che si approfondiscono e sviluppano.
“Le idee
giuste sono invincibili. E Martí disse a riguardo: ‘L trincee di idee
valgono più delle trincee di pietre ’; e ‘una causa giusta dal fondo di
una caverna è più potente di un esercito.’”
“Le idee non
sono soltanto uno strumento per creare coscienza affinché lottino i
popoli, le idee sono diventate il principale strumento di lotta in
questo momento; non un’ispirazione, non una guida, non un orientamento,
bensì il principale strumento di lotta.”
“Non siamo
né possiamo essere dogmatici. Non possiamo avere dogmi di nessun tipo,
dobbiamo avere una mentalità veramente dialettica e flessibile, il che
non ammette neanche minimamente l’opportunismo o il pragmatismo.
“Siamo
flessibili e siamo dialettici a partire dal più rigido attaccamento ai
principi e agli obiettivi del nostro processo rivoluzionario, e alle
nuove mete che non abbiamo chiesto a nessuno, che non ambivamo, che non
volevamo, ma che la vita e la storia di quanto avvenuto in questi
decenni hanno fatto ricadere sul nostro paese e sui nostri
rivoluzionari. E’ stato così, e non abbiamo altra scelta che lottare
con tutto l’entusiasmo, pensando non soltanto a noi, bensì al benessere
che i frutti delle nostre lotte potrebbero significare per tante persone
al mondo.”
Era già
trascorso esattamente un anno da queste mie parole, quando il destino ha
voluto che si spiegasse la colossale Battaglia di Idee che da cinque
anni porta avanti il nostro popolo.
Il 5 luglio
del 2000, quando Juan Miguel González è stato insignito con l’Ordine
“Carlos Manuel de Céspedes”, ricordavo come l’avevo conosciuto un anno
prima, proprio il 2 dicembre, e com’era cominciata la battaglia per il
ritorno di Elián. Quel giorno segnalavo:
“Gli ho
fatto innumerevoli domande che lui, in mezzo al suo visibile dolore e
tristezza, rispondeva con argomenti persuasivi e incontestabili prove
sul rapporto d’affetto puro e constante con il bambino.
“In nessun
momento ho smesso di percepire nel suo volto i tratti di un uomo nobile,
sincero e serio. Gli ho espresso la mia convinzione che il bambino non
sarebbe mai stato restituito per la via giudiziaria. Si trattava di un
caso su cui i tribunali degli Stati Uniti non avevano alcuna
giurisdizione e che soltanto alle autorità statunitensi d’Immigrazione
spettava il dovere di procedere all’immediata restituzione di suo
figlio; ma conoscevo molto bene quanto arroganti, arbitrarie, parziali e
complici potevano essere le autorità statunitensi riguardo a tutti i
malfatti e i crimini che erano commessi contro il nostro popolo. La
restituzione di quel bambino si poteva raggiungere soltanto mediante
un’intensa battaglia politica e d’opinione pubblica nazionale e
internazionale.”
Il giorno
dopo –come ho detto allora—ho parlato con i compagni della nostra
direzione, e senza perdere un minuto mi sono messo in contatto con i
dirigenti dell’Unione di Giovani Comunisti e della Federazione di
Studenti Universitari. I giovani e gli studenti sarebbero
all’avanguardia di quella lotta con il pieno appoggio di tutte le forze
rivoluzionarie.
Quarantotto
ore dopo, domenica sera –un giorno proprio come oggi, esattamente cinque
anni fa--, c’è stata la prima protesta davanti all’Ufficio di Interessi
degli Stati Uniti, a cui hanno partecipato mille giovani delle Brigate
Tecniche Giovanili che erano alla chiusura di una conferenza nazionale.
Così è
cominciata l’epica lotta per la liberazione di Elián. Quel
combattimento per un bambino si è trasformato rapidamente in una
battaglia per la giustizia e la felicità di tutti i nostri bambini e
tutto il nostro popolo.
Con la più
profonda convinzione, espressa ormai nel mio discorso di chiusura del
VII Congresso della Gioventù Comunista che ricordavo oggi, che le idee
sono l’arma fondamentale nella lotta dell’umanità per la propria
salvezza, la battaglia da noi intrapresa è stata di pensiero, di
argomenti, di repliche e risposte, ma anche di realizzazioni e fatti
concreti.
Nella
coordinazione e impulso di circa 200 programmi della Rivoluzione,
derivati da questo combattimento, ha lavorato l’Unione di Giovani
Comunisti come parte del gruppo di lavoro della Battaglia di Idee.
Ai compiti
di scambio, analisi e orientamento di questo gruppo integrato in
maggioranza da dirigenti della Gioventù comunista e da rappresentanti
dei lavoratori, gli studenti e le donne, guidati dal nostro Partito, ho
dedicato negli ultimi anni più di settemila ore di profittevole e
indimenticabile sforzo.
In questo
periodo abbiamo approfondito nella visione critica e senza
autocompiacimento della nostra opera e dei nostri obiettivi storici.
Sono stati applicati concetti rivoluzionari che spazzano via il
formalismo e il conformismo e accelerano i processi delle trasformazioni
necessarie per il futuro del paese.
Alcuni di
essi, presi dagli appunti dei dirigenti della Gioventù comunista e da
altri partecipanti ai nostri incontri, sono:
-
Nessun giovane e nessun cittadino dev’essere
abbandonato alla propria sorte. L’Unione di Giovani Comunisti deve
lavorare con ogni giovane. Dietro ad ogni categoria e ad ogni
percentuale c’è un uomo, una donna, un bambino o un anziano.
-
Non c’è problema senza soluzione, si tratta di
trovare alternative.
-
Il lavoro di coordinazione deve eseguirsi sulla
base dello studio continuo per la presa di decisioni, dell’informazione
aggiornata che tenga conto con precisione dei dettagli; meditare e
pensare bene ogni azione, agire con rapidità e non perdere mai un
minuto.
-
Trovare nuovi metodi e meccanismi di
coordinazione affinché tutti gli organismi ed entità coinvolte
aderiscano al principio secondo cui la priorità è negli interessi del
paese, al di sopra di contraddizioni burocratiche, brame di protagonismo
e gelosie istituzionali.
-
Raggiungere un alto coinvolgimento e impegno dei
dirigenti e lavoratori che partecipano ad ognuno dei programmi.
-
Applicare la critica e la riflessione
opportunamente.
-
Ogni idea ci conduce sempre a un’altra nuova, e
questa ad altre. Una nuova idea, pur essendo buona, dev’essere
sottoposta a prove e sperimenti seri in condizioni reali.
-
La discrezione e segretezza sono principi
basilari nel lavoro di direzione e coordinazione dei programmi. Saranno
divulgati soltanto, quando diventeranno realtà; in questo modo eviteremo
promesse che non possano compiersi o promesse compiuto che poi sono
trascurate, dimenticate e abbandonate.
-
Le imprese che vi partecipano non devono avere
nessun guadagno, ma nemmeno perdite. Le opere dovranno essere
realizzate rapidamente, al costo adeguato, con qualità e uso ottimo
delle risorse.
-
Sarà garantita la manutenzione degli
equipaggiamenti e impianti messi a disposizione dei programmi. Tutto
dev’essere mantenuto come il primo giorno.
A questa
semplice mostra di ciò restava nella testa dei dirigenti, si possono
aggiungere centinaia di osservazioni nate dalla necessità di agire con
urgenza e di assicurare il successo. Bisognava guadagnare tutto il
tempo perso a causa della routine, lo schematismo e altre abitudini che
ostacolano il progresso e gli obiettivi che soltanto un sistema
veramente socialista può raggiungere.
Un giorno ho
detto testualmente:
“La
Rivoluzione non ha raggiunto lo stesso successo ottenuto nell’ambito dei
diritti e delle garanzie dei cittadini di qualunque etnia e origine,
anche nella lotta per eliminare le differenze nello status sociale ed
economico della popolazione nera del paese, sebbene in numerosi settori
di grande trascendenza, tra cui l’istruzione e la sanità, svolgano un
importante ruolo.”
Le suddette
parole sono state da me pronunciate, senza esitazione, il 7 febbraio
dello scorso anno in occasione della chiusura del Congresso
Internazionale Pedagogia 2003, celebratosi in mezzo alla Battaglia di
Idee. Era una mia opinione che volevo fare pubblica; una triste realtà
ereditata dalla schiavitù, dalle società classiste e dall’imperialismo.
Non c’è mai
stata da nessuna parte una vera e propria uguaglianza di opportunità.
La possibilità di studiare, compiere studi superiori e conseguire una
laurea è sempre stata patrimonio esclusivo dei settori più colti e
ricchi. Solo per eccezione i poveri sfuggivano a questo fatalismo.
Gli enormi
progressi raggiunti dal socialismo avevano creato le basi, ma mancava
ancora la svolta. Possiamo affermare che, grazie alla Battaglia di
idee, la vita odierna dei bambini, degli adolescenti, dei giovani e
della famiglia cubana non è uguale a quella di cinque anni fa.
Oggi nella
scuola elementare un maestro insegna soltanto a 20 bambini, il che
consente una migliore e più efficace istruzione, l’attenzione
differenziata ad ognuno degli allievi e alla loro famiglia, e
un’educazione più integrale.
Le scuole
hanno televisori, video e laboratori d’informatica, strumenti
d’incredibile efficienza che, utilizzati per l’istruzione, consentono di
moltiplicare le conoscenze dei nostri bambini. Neanche un solo bambino
di Cuba è rimasto senza accesso a questi moderni mezzi. Le scuole che
mancavano d’elettricità dispongono oggi di pannelli solari per l’uso del
computer, del televisore e del video.
L’informatica si è cominciata a studiare dal prescolastico. Dodicimila
novecentocinquantotto professori d’informatica elementare, formatisi in
corsi emergenti, sono arrivati nelle classi e contemporaneamente tutti i
maestri dell’elementare hanno ricevuti corsi di questa materia.
I bambini
con necessità educative speciali hanno ricevuto anche nuovi e moderni
mezzi d’istruzione per la loro formazione. Due anni fa abbiamo
inaugurato la prima Scuola d’Autismo, handicap trascurato in quasi tutti
i paesi del mondo.
Adesso i
bambini cominciano a studiare l’inglese dalla terza elementare con i
video. Imparano tutti nelle scuole a giocare agli scacchi e ricevono
istruzione culturale e di promozione artistica dai primi tremila
duecentosettantun istruttori d’arte che si sono diplomati lo scorso 20
ottobre, il cui lavoro sarà rafforzato ogni anno con un numero simile o
maggiore di istruttori che lavoreranno non solo nel settore
dell’istruzione ma anche nel resto delle istituzioni culturali e sociali
della comunità.
Siamo
riusciti a migliorare l’alimentazione nelle scuole con servizio di
pranzo scolastico, che sono la stragrande maggioranza.
Si offre
attenzione sistematica a tutti i bambini con problemi nutrizionali
individuati quando è stato applicato il primo programma sociale per
rilevare il peso e la taglia di tutti i bambini cubani fino ai 15 anni,
nel 2001.
Foco fa si è
finito uno Studio Integrale dell’Intera Popolazione Infantile, che
valuta aspetti quali lo stato nutrizionale, l’attenzione educativa,
l’ambiente familiare e le condizioni di vita dei bambini, che stanno
ricevendo la debita attenzione.
Tutte le
suddette trasformazioni hanno consentito un vero sistema di doppia
sessione di lezioni nelle scuole elementari e hanno reso possibile che i
nostri bambini dell’elementare imparino oggi 2,2 volte in più in
Matematica e 1,5 volte in più in Spagnolo di quanto imparavano quattro
anni fa. Queste cifre dovranno crescere man mano che il nostro sistema
educativo andrà avanti secondo lo sviluppo programmato. Sono state
ragguagliate le possibilità reali di conoscenze e le opportunità di
sviluppo fisico e mentale per tutti i bambini senza considerare il luogo
di residenza, il colore della pelle e l’origine sociale.
Gli
straordinari cambiamenti che accadono nella scuola elementare sono stati
realizzati con modeste risorse, utilizzate con intelligenza e criterio
d’uguaglianza e giustizia, e soprattutto assicurando le stesse
opportunità a tutti i bambini del paese.
Ugualmente
si lavora e si continuerà a lavorare con intensità nel perfezionamento e
sviluppo degli altri livelli d’istruzione scolastica.
Nelle scuole
medie sono state attuate trasformazioni radicali, applicando un modello
educativo diverso, che abbatte le vecchie concezioni d’istruzione per
bambini e adolescenti della prima, seconda e terza media, dove il resto
dei paesi affrontano una profonda crisi.
Questo
insegnamento si realizza adesso da un professore generale integrale
incaricato dell’istruzione e attenzione di 15 allievi, il quale
impartisce lezioni di tutte le materie eccetto l’Inglese e l’Educazione
Fisica. E’ un tutore, un educatore, un precettore per ogni studente.
In questo modo, lo studente si libera dell’eccessivo numero di
professori di diverse materie, che ostacolava l’integrazione delle
conoscenze e l’influenza educativa necessaria in questa decisiva tappa
delle vita.
Grazie a ciò
la qualità del rapporto tra la scuola e la famiglia è migliorata di
tanto, il che consente una più vasta cooperazione tra entrambi i fattori
e persino un cambiamento nell’atteggiamento e trattamento di molti padri
verso i figli.
La
Matematica, lo Spagnolo, la Storia, l’Inglese e la Fisica sono le
materie che studiano con i video che contengono lezioni elaborate e
impartite dai più prestigiosi docenti del paese, il che contribuisce in
modo notevole allo sforzo dei professori ed eleva la qualità e vastità
dei contenuti che s’impartiscono.
E’ aumentata
la frequenza di lezioni di Matematica, Informatica, Spagnolo e Storia.
Così gli allievi ricevono più contenuti e moltiplicano le loro
conoscenze in queste materie.
Anche i
nuovi istruttori d’Arte sono presenti nelle nostre scuole medie,
promuovendo la cultura e avvicinando i nostri adolescenti alle migliori
tradizioni di Cuba e del mondo.
E’ stato
deciso che gli studenti della scuola media ricevano merenda scolastica o
pranzo, il che consentirebbe loro di affrontare la doppia sessione di
lezioni e offrirebbe maggiori garanzie agli allievi di questo livello,
poiché non dovrebbero uscire dalle scuole fino alla fine dell’orario
scolastico.
Lo scorso 2
dicembre 2004, 307 339 allievi e 38 246 lavoratori di 591 scuole medie
urbane ricevevano ormai gratuitamente la cosiddetta merenda scolastica.
Mancano ancora di questo servizio gli studenti di 83 scuole che
beneficeranno di questo programma entro i primi tre mesi dell’anno
prossimo.
Gli studenti
delle Scuole di Condotta ricevono l’attenzione dei lavoratori sociali,
che sono gli incaricati di organizzare l’azione della società per
modificare le cause e condizioni che generano lo svantaggio sociale e i
disturbi della condotta degli adolescenti.
I nostri
giovani dai 16 anni in più sono stati anch’essi al centro di queste
profonde trasformazioni.
Sono state
create le Scuole di Lavoratori Sociali, in cui si sono diplomati ormai
21 485 giovani, una vera e propria brigata d’appoggio e solidarietà
sociale che agisce in quasi tutti i Consigli Popolari del paese. Ogni
anno si preparano altri 7 mila giovani con l’uso di nuovi concetti
pedagogici, organizzati non soltanto nelle scuole destinate a tale
scopo, ma anche nei comuni e nelle cosiddette case-scuole, utilizzando
televisori, video e computer, sotto la guida di professori esperti, e
direttamente vincolati alle realtà sociali delle proprie comunità. Una
volta ottenuto il diploma, tutti hanno accesso diretto a numerose
carriere universitarie affini alla loro ampia attività.
Sono stati
creati i corsi di Formazione integrale per giovani dai 17 ai 30 anni che
pur avendo approvato la terza media, diventata ormai il livello generale
in quelle età, non studiavano né lavoravano.
Ciò ha
consentito che oltre 150 mila giovani siano coinvolti in programmi di
formazione integrale e ricevano uno stipendio adeguato alla loro età e
necessità.
I risultati
conseguiti hanno reso possibile che 48 406 diplomati di questi corsi
siano ormai iscritti a diverse lauree universitarie, comprese le Scienze
Mediche, con risultati molto positivi.
Durante la
Battaglia di idee è stato raggiunto un vecchio sogno: l’accesso
massiccio al università, consentendo l’iscrizione alle carriere
universitarie di tutti i giovani diplomati dai Programmi della
Rivoluzione e ai lavoratori in generale.
Questo
programma ha offerto possibilità inedite a giovani e adulti che prima
non potevano accedere all’Università e adesso aderiscono al proposito
rivoluzionario di raggiungere una cultura generale integrale per tutti i
cittadini, indipendentemente dal lavoro che svolgano.
I suddetti
programmi hanno reso possibile che il paese conti oggi 380 mila studenti
universitari, di cui 233 011 studiano nelle 938 sedi universitarie
distribuite nei 169 comuni del paese.
Risposta
decisa e impegnata hanno dato i 65 427 professori e direttori accademici
che lavorano in questo programma massiccio di istruzione superiore, che
provengono dalla grande massa di oltre 700 mila professionisti formati
dalla Rivoluzione su cui conta il paese, malgrado il continuo furto di
cervelli che subiscono i paesi del Terzo Mondo.
La nostra
aspirazione di avere centri d’eccellenza nell’Istruzione Superiore ha
fatto nascere l’Università delle Scienze Informatiche, prima istituzione
del suo tipo nata nella battaglia di idee.
Appena due
anni e tre mesi dopo l’inaugurazione, la prestigiosa istituzione
universitaria conta 6 mila giovani iscritti provenienti da tutti i
comuni del paese, che studiano seguendo nuove concezioni e metodi
rivoluzionari di lavoro e ottengono in breve termine importanti
progressi sia nell’istruzione che nell’attività produttiva.
Lo spirito e
i concetti applicati all’università delle Scienze Informatiche devono
essere estesi ai politecnici di questo ramo in tutto il paese, dove si
formano quasi 40 mila tecnici di Informatica di livello medio.
Questo
progetto riferito ai Politecnici d’Informatica, concordato di recente,
potrebbe definirsi come l’ultimo programma della Battaglia di Idee del
periodo 2000-2004. Per la sua esecuzione saranno assegnate le risorse
materiali e l’equipaggiamento necessario. Il Ministero dell’Istruzione,
il Ministero dell’informatica e le Comunicazioni e l’Unione di Giovani
Comunisti hanno già ricevuto le istruzioni pertinenti.
In un
settore tanto vitale quanto quello della sanità, ricevono il beneficio
di importanti investimenti, che comprendono tutti i 444 poliambulatori,
107 di essi interamente ristrutturati e 34 in corso d’esecuzione. A ciò
si aggiungono i lavori di ristrutturazione di 27 ospedali, come parte di
un programma che comprenderà ugualmente tutti gli ospedali, l’apertura
di 217 sale di fisioterapia nei poliambulatori, che disporranno tutti di
questo servizio alla fine del prossimo anno. Sono stati creati 24 nuovi
servizi d’emodialisi , 88 ottiche e 118 centri di terapia intensiva nei
comuni dove non c’erano ospedali chirurgici e perciò non disponevano di
questo pregiato mezzo medico che ha salvato ormai migliaia di vite.
Il programma
di equipaggiamento tecnologico in corso beneficia tutti i servizi
primari e secondari del paese, con il grande vantaggio addizionale di
avvicinare i servizi medici più importanti e di qualità alle abitazioni
e luoghi di residenza della popolazione.
Negli
insediamenti contadini senza elettricità e di difficile accesso sono
state inaugurate 1 905 sale di televisione, che consentono
l’informazione, la ricreazione e l’accesso ai programmi televisivi
docenti di oltre mezzo milione di cubani che risiedono nei luoghi sopra
citati, gli ultimi che mancavano di esse.
L’ampliamento dei giovani Club d’Informatica a 300 centri ha consentito
la formazione di 436 753 compatrioti in tecniche di informatica negli
ultimi quattro anni, dall’inizio di aprile 2001, quando sono state
inaugurate le nuove strutture e ad esse forniti 3 mila computer. Questo
eccellente programma è completato da 300 centri addizionali, 100 dei
quali sono già stati finiti.
Le Fiere del
Libro sono diventate una grande festa della famiglia cubana. La sede
originale è stata ampliata fino a coinvolgere 19 capoluoghi del paese
nel 2002, e 34 nel 2004. Nelle ultime tre edizioni ha accolto 9,5
milioni di partecipanti e sono stati destinati alla vendita oltre 15
milioni di libri.
La
Biblioteca Familiare ha contribuito all’accesso del nostro popolo alla
migliore letteratura cubana e universale, a prezzi modici. Sono state
editate 100 mila raccolte di 25 titoli. E’ pronta editorialmente una
seconda edizione.
Due nuove e
moderne tipografie di grande capacità sono state acquistate, una di esse
funziona ormai e la seconda è in processo di montaggio. Sono stati
assegnati fondi per la riparazione e modernizzazione di tutti gli
impianti dell’Unione Poligrafica Nazionale.
L’Università
per Tutti, programma televisivo nato il 2 ottobre 2000 è diventata la
più massiccia e svariata Università del paese. Da essa sono stati
impartiti 43 corsi con 1 721 ore di contenuto. In questo momento si
trasmettono sei corsi. Hanno partecipato ai corsi impartiti e in atto
775 professori, di cui 265 sono Dottori in Scienze e 134 sono Master.
I programmi
che si svolgono per trasformare le carceri in scuole hanno avuto un
notevole impatto nelle famiglie, e contribuiscono a rafforzare il legame
tra la famiglia e i giovani condannati.
Gli studi
applicati a persone handicappate hanno reso possibile la soluzione di
situazioni critiche d’attenzione a questi cittadini e alle loro
famiglia. Sono stati un all’erta alle famiglie relativa ai rischi di
malattie ereditarie e hanno reso possibile che 6 052 madri si dedichino
interamente all’attenzione dei propri figli affetti da gravi handicap
grazie allo stipendio che ricevono dallo Stato a tale scopo.
Sono state
studiate 366 864 persone con handicap o limitazioni fisico-motrici,
sensoriali, organiche e d’altro tipo, compreso il ritardo mentale.
Hanno partecipato allo studio nazionale oltre 30 mila professionisti
delle scienze e personale di direzione e d’appoggio.
Il 5 agosto
2003 è stato inaugurato il nuovo Centro Nazionale di Genetica Medica.
Come
risultato di questo colossale sforzo per raggiungere il più alto livello
di giustizia per il nostro popolo e propiziare la piena uguaglianza di
opportunità per tutti, i Programmi della Rivoluzione hanno creato
durante gli ultimi cinque anni oltre 380 mila impieghi, di cui
beneficiano maggiormente i giovani.
Dall’informazione ricevuta dal Ministero del Lavoro, alla fine dell’anno
in corso, cioè adesso, la disoccupazione è stata ormai ridotta al di
sotto del 2%, qualcosa che risulterebbe impossibile nei paesi
capitalisti industrializzati.
Sono stati
formati 44 979 nuovi maestri e professori in appena tre anni; ciò
equivale a 11 gruppi di laureati dai corsi regolari diurni degli
Istituti Pedagogici tra il 1988 e il 2000.
Vi ho già
detto che contiamo oggi 21 485 lavoratori sociali. Nel 2000, quand’è
cominciata la Battaglia di Idee, la Previdenza Sociale aveva soltanto
795 lavoratori sociali in tutto il paese.
Fino al 20
novembre erano state costruite, ristrutturate o ampliate 5 810 opere
edili, di esse 1 732 del settore dell’istruzione, 1 537 del settore
della sanità, 32 importanti istituzioni della cultura, tra cui, la
ricostruzione capitale e l’ampliamento dell’Istituto Superiore d’Arte, e
2 508 altri programmi della Rivoluzione.
Hanno subito
riparazione capitale 913 scuole. Sono state costruite 32 nuove scuole,
La nazione conta oggi 5 270 nuove aule per l’educazione dei cittadini.
In appena un
anno e mezzo sono stati prodotti 25 milioni di videonastri per il
settore dell’istruzione e si costruisce una nuova fabbrica.
Gli accordi
che abbiamo appena sottoscritto con la Cina ci garantiscono l’acquisto
di 100 mila computer all’anno, che saranno destinate fondamentalmente
all’istruzione di bambini, giovani e adulti e ai corsi di post laurea
della crescente massa di tecnici e professionisti nel nostro paese.
Arriverà
pure il giorno in cui questi computer potranno utilizzarsi in modo
massiccio per dialogare con il mondo. Nessun popolo ha tante cose da
informare né preparazione per farlo meglio, considerando la sua cultura
politica e il crescente sforzo per dominare la lingua inglese e altre
lingue.
Il primo
milione di televisori acquistati dalla Repubblica Popolare della Cina ha
reso possibile che 827 322 famiglie del paese abbiano un televisore a
colori di 21 pollici e ottima qualità, che consuma 120 watt in meno di
quello sovietico a bianco e nero. Ciò ha un profondo e massiccio
impatto sul livello d’informazione e cultura del nostro popolo e le sue
possibilità di ricreazione. Il resto dei televisori sono stati
destinati ai programmi educativi, di salute e ad altri programmi sociali
del paese. Ottantamila di essi sono stati utilizzati nella cooperazione
internazionale; si ricevono inoltre dalla Cina 300 televisori
addizionali di 21 pollici. Varie decine di migliaia di 29 pollici che
usano ormai nel settore docente provengono da altri paesi.
Il sistema
educativo dispone nelle classi di 109 117 televisori e 40 858 video,
trasformati in eccellenti mezzi d’istruzione.
Sono state
create due nuove reti televisive educative che insieme a Cubavisión e
Tele Rebelde trasmettono 394 ore settimanali di programmazione
educativa; ciò rappresenta il 62,7% del totale delle trasmissioni della
Televisione nazionale. Di esse 247 sono destinate a piani di studio
(materie da curriculum dei diversi livelli scolastici; N.d.T.).
Nel
Congresso precedente discutevamo con preoccupazione la bassa produzione
di libri e pubblicazioni per i nostri bambini e giovani; oggi possiamo
dire che negli ultimi cinque anni sono state prodotte 457 840 862 copie
di libri, fascicoli, tabloidi e altre produzioni poligrafiche per i
diversi programmi e missioni.
Di essi:
41 025 778
libri, tabloidi e fascicoli per i programmi di formazione educativa.
15 979 198
libri per le Fiere del Libro.
35 371 157
tabloidi delle Tavole Rotonde e Tribune Aperte.
15 905 758
tabloidi dell’Università per Tutti.
Nel 1999
c’erano soltanto otto scuole di arti plastiche nel paese. Oggi
l’istruzione artistica è diffusa in tutte le province e ci sono scuole
di questo tipo in 17 città.
L’iscrizione
della Scuola Nazionale di Danza Classica con capacità per 300 allievi si
è ampliata a tutte le province.
Attualmente
4 021 bambini di tutti comuni della capitale frequentano due volte alla
settimana i workshop vocazionali che si svolgono nella Scuola Nazionale
di Danza Classica. Altre scuole di Danza realizzano attività di questo
genere.
Seimila
settecentottantanove biblioteche pubbliche e scolastiche hanno ricevuto
collezioni di enciclopedie, dizionari, atlanti, e altri libri con cui
hanno rinnovato il proprio fondo bibliografico.
Due milioni
trecentosessantacinquemila duecentotrentaquattro bambini e giovani hanno
ricevuto un libro come regalo e stimolo a fine corso.
Circa 10 900
000 compatrioti hanno partecipato alle 161 Tribune Aperte realizzate.
Sono 11 800
000 i partecipanti alle 18 marce e manifestazioni effettuatesi. Fino
ad oggi sono state realizzate 1 030 Tavole Rotonde. Esse sono diventate
delle vere e proprie università politiche, con informazione aggiornata e
opportuna, analisi profonde e veraci sulle grossolane menzogne e perfide
aggressioni dell’impero contro il nostro popolo, e su importanti temi di
politica internazionale, economia e cultura, scienze, sport e altri
argomenti d’interesse.
Siccome la
Battaglia di Idee, come abbiamo detto una volta, “è la battaglia
dell’umanesimo contro la disumanizzazione, la battaglia della
fratellanza contro il più crudele egoismo, la battaglia della giustizia
contro la più brutale ingiustizia; la battaglia per il nostro popolo e
per altri popoli”, abbiamo in questo momento 23 413 professionisti e
tecnici della sanità che compiono umane e solidali missioni in 66
paesi. Un alto numero di essi svolgono la loro attività nei quartieri
più poveri della grande Patria di Simón Bolívar, attualmente in pieno
processo di trasformazioni rivoluzionarie, sotto la guida di un nuovo e
straordinario leader politico, bolivariano e martiano, carissimo amico
di Cuba: Hugo Chávez Frías.
L’impatto
della Battaglia di Idee, i suoi principi, i suoi concetti di lavoro non
soltanto hanno prodotto una svolta nell’educazione e la vita del nostro
paese, hanno anche accresciuto la forza e il prestigio dell’Unione di
Giovani Comunisti, che arriva a questo Congresso con la maggiore
quantità di militanti dell’ultimo decennio: 557 298, vale a dire 104
692 militanti in più di quelli che contava all’epoca del VII
Congresso.
Oggi
l’organizzazione giovanile conta 49 054 organizzazioni di base, 8 756 in
più che nel 1998.
Sebbene
nell’ultimo Congresso del Partito abbiamo criticato la Gioventù
comunista per le debolezze nel apporto di militanti alla nostra
organizzazione d’avanguardia, oggi osserviamo con soddisfazione che
l’attenzione a questo vitale problema e lo stesso rafforzamento
dell’organizzazione consentono che 63 su 100 militanti che compiono 30
anni, nonché altri al di sotto di questa età che sono stati analizzati
eccezionalmente, aderiscano al Partito Comunista, in questo modo la
Gioventù comunista ha rafforzato il Partito con 133 283 nuovi militanti
come risposta concreta a quelle giuste critiche ricevute allora.
Il supporto
principale di questi risultati sono stati i dirigenti giovanili, dai
quali la battaglia di idee ha richiesto di moltiplicare la capacità
d’azione e la loro preparazione, e li ha costretti a trasformare
qualitativamente i metodi di lavoro per mantenere l’attenzione alla vita
interna e all’andamento quotidiano dell’Unione di Giovani comunisti, e
contemporaneamente dare risposta ai nuovi compiti emanati dai programmi
della Rivoluzione.
L’esperienza, la stabilità e i risultati del lavoro svolto hanno fatto
sì che l’organizzazione fornisca più dirigenti al Partito. Negli ultimi
due anni 215 dirigenti della Gioventù comunista sono diventati dirigenti
professionali del Partito.
Quanto
raggiunto fin qui è frutto dello sforzo eroico del nostro popolo e della
sua magnifica gioventù. C’è ancora tanto da fare. Voi conoscete le
vecchie e le nuove le difficoltà e dove si manifestano.
Bisogna
mantenere gli odierni professori nelle aule, e incrementare la riserva,
curare gelosamente le risorse umane giovanili che abbiamo formato in
questi anni, ponendo enfasi nella professionalità e promozione delle
medesime; continuare ad analizzare le necessarie trasformazioni a cui
dev’essere sottoposta l’istruzione tecnico - professionale e liceale;
perfezionare il processo per generalizzare e ampliare l’istruzione
superiore, e riuscire a far sì che tutte le università del paese
raggiungano l’eccellenza accademica e rivoluzionaria che domanda il
paese dai suoi studenti e professori universitari.
Dobbiamo
intensificare e approfondire il lavoro politico con tutto il personale
della sanità affinché la qualità dei servizi alla popolazione
corrisponda allo sforzo fatto negli investimenti che dal punto di vista
costruttivo e tecnologico si realizzano nel settore.
E’ urgente
continuare a propiziare una ricreazione sana, colta e utile per i nostri
giovani, facendo uso di tutte le possibilità che ci sono e le risorse a
disposizione oggi grazie ai programmi della Rivoluzione.
Dobbiamo
proseguire il più deciso combattimento contro i casi di corruzione,
l’indisciplina sociale e contro qualsiasi indizio di consumo di droghe.
Si richiede
la maggiore integrazione tra tutte le istituzioni coinvolte nel lavoro
di diffusione massiva, che possono e devono essere interamente al
servizio delle conoscenze, la cultura, ricreazione e la difesa dei più
sacri valori e interessi del nostro popolo.
C’è ancora
molta da riparare, edificare e migliorare in tutte le nostre istituzioni
sociali. E’ stato dimostrato che ciò è possibile.
Come ho già
detto una volta, “forse la maggiore utilità dei nostri modesti sforzi
nella lotta per un mondo migliore sarà dimostrare quanto si può fare con
così poco, se tutte le risorse umane e materiali della società si
pongono al servizio del popolo.”
Le spese in
valuta della Battaglia di Idee, comprese le costruzioni, i materiali di
ogni tipo, le migliaia di apparecchi e impianti medici, odontologici e
ottici di alta qualità e standarizzati, i computer, i video, compresi i
pagamenti realizzati per il credito per l’acquisto di televisori
destinati alla popolazione, nonché altri pagamenti del genere, sono
inferiori al 2% della spesa totale del paese negli ultimi cinque anni.
A ciò
bisogna aggiungere, come esempio di razionalità, che il costo del
milione di televisori provenienti dalla Cina praticamente si compensa
con il risparmio di elettricità che si otterrà durante gli 8 anni
d’ammortamento del credito ricevuto.
Dopo aver
fatto un resoconto di questi anni eroici, d’intenso lavoro e non poche
sfide, dobbiamo sentirci fieri della nostra gioventù, dei suoi valori,
della sua stirpe, del suo coraggio.
Da essa
nascono uomini come Juan Miguel, che ha compiuto in modo esemplare i
suoi doveri di padre e di patriota.
Dalla nostra
gioventù sono sorti i nostri cinque eroi prigionieri dell’impero che,
vittime della vendetta e dell’odio, soffrono ingiusta prigionia nei
carceri statunitensi senza che il loro onore, la loro integrità morale e
la loro lealtà alla Rivoluzione e al nostro popolo siano stati infranti.
Loro sono
simbolo e ispirazione per le persone che cambieranno il mondo. Non
riposeremo nemmeno un minuto finché non sarà fatta giustizia e loro
ritorneranno alla nostra Patria. Prima o poi, con l’appoggio degli
altri popoli del mondo, vinceremo anche questa battaglia!
I dati
contenuti nelle parole con cui rispondo al vostro invito possono causare
sorpresa a molti, alcuni nemmeno ci crederanno, altri li ignoreranno
olimpicamente.
L’impero,
infuriato, proclama con sorprendente cinismo che bisogna liberare Cuba,
portare la democrazia a questo popolo schiavizzato che dev’essere
insegnato a leggere e a scrivere, secondo quanto scritto nel suo
programma di transizione al capitalismo. Le masse, in parte ancora
ingannate dal diluvio di menzogne e calunnie che diffondono i potenti
media imperialisti, crederanno in noi sempre di più, man mano che si
sveglieranno e conosceranno le realtà che le attendono e capiranno che
la differenza tra il nostro sistema e quello propugnato dall’impero è
abissale.
Il
capitalismo ha ormai perso ogni essenza umanista, vive dello spreco e
per lo spreco, non può sfuggire a questa malattia congenita
inguaribile. Basta dire che in Haiti, il popolo più povero
dell’emisfero, Cuba ha 450 medici; i paesi industrializzati non possono
inviarne neanche 50, possiedono il capitale finanziario, ma mancano di
capitale umano.
Le
aggressioni, i blocchi, le azioni terroriste, il crollo del campo
socialista, il dominio unipolare del mondo, l’ascensione al potere
dell’estrema destra negli Stati Uniti che abbiamo avvertito nel 1998
come qualcosa possibile e anche probabile e le minacce di sterminio non
hanno potuto abbattere lo spirito di lotta del nostro eroico popolo.
Abbiamo
conosciuto la vera indipendenza e la vera libertà. Mai ci rassegneremo
a vivere senza di esse! E siamo disposti a pagare il prezzo necessario
di cui parlò Martí”
Continueremo
a creare e a lottare. Ormai più nessuno avrà mai la forza sufficiente
per rinchiudere nella bottiglia il genio di un popolo che sfuggì per
sempre al saccheggio, all’umiliazione e all’obbrobrio.
Come disse
Camilo Cienfuegos, quello straordinario combattente che appare insieme a
Mella e al Che nell’emblema della Gioventù Comunista di Cuba e che aveva
al morire soltanto 27 anni, nel suo ultimo discorso il 26 ottobre 1959:
“In ginocchio ci metteremo soltanto una volta e soltanto una volta
chineremo il capo, e sarà il giorno in cui arriveremo alla terra che
custodisce 20 mila cubani per dire loro: ‘Fratelli, la Rivoluzione è
fatta, il vostro sangue non è stato versato invano!’”
Il popolo di
Cuba da molto tempo ha detto Patria o Morte! e combatterà la sua
Battaglia di Idee fino alle ultime conseguenze.
Viva il
popolo che ha affrontato con onore il più potente impero che sia mai
esistito!
Viva
eternamente l’esempio che oggi offre al mondo la gioventù cubana!
Viva per
sempre il socialismo!