CUBAOGGI
11 DOMANDE SU CUBA ALLA REDAZIONE E AGLI AUTORI DI LIMES
|
|
|
L’ultimo numero di
“Limes” dedicato alla realtà e alla storia
di Cuba è riuscito ad essere una condanna senza appello per
l’esperienza politica di Cuba. Questa caduta di stile e di qualità di
una rivista che abbiamo sempre letto con interesse, ha suscitato una
serie di interrogativi che vogliamo girare
alla redazione di Limes, agli autori
dell’ultimo numero ed ai lettori della rivista.
1)
Se la situazione a Cuba prima della
rivoluzione del 1959 era così “florida” come sostengono gli autori di
Limes, come mai nel 1959 c’è stata una
rivoluzione?
2)
Come spiegano gli autori
che se la situazione cubana appare così catastrofica, il suo governo
non sia stato travolto dalla dissoluzione
del socialismo reale tra il 1989 e il 1991 o negli anni immediatamente
successivi?
3)
Alcuni autori di
Limes sostengono che Cuba oggi “è la più
grande prigione di giornalisti del mondo”:
E’ una frase a effetto di una certa perentorietà, ma su quali dati
oggettivi si basa? Assai più vicino di Cuba, in Spagna per
l’esattezza, oggi ci sono molti più giornalisti in
carcere, sono stati chiusi dalle autorità due quotidiani e due
settimanali e intere redazioni sono finite in galera (alcuni ancora vi
permangono). La redazione di Limes pensa
di poter o di dover rettificare l’affermazione non esatta contenuta in
questo ultimo numero della rivista?
4)
Se Cuba
rinunciasse oggi al suo modello sociale e accettasse le regole del FMI
e della WTO, quali possibilità di sviluppo sociale più avanzate
potrebbe avere un paese le cui uniche
risorse sono: le rimesse degli emigrati, gli introiti del turismo e i
prodotti agricoli i cui prezzi sul mercato mondiale declinano
sistematicamente da anni? Da un confronto onesto con la Repubblica
Dominicana ed Haiti (gli altri due paesi importanti delle Grandi
Antille “aperti” al mercato), potreste
affermare che in questi paesi c’è uno sviluppo ed una coesione sociale
superiore e migliore di quella di Cuba?
5)
La partecipazione
popolare alle decisioni dello Stato è il fondamento della democrazia.
Se gli autori ritengono che il modello elettorale e decisionale cubano
sia “non democratico”, potrebbero affermare
che il modello democratico liberale sia migliore sul piano della
partecipazione popolare alle decisioni? Come
e con quali argomenti potreste spiegare ad un cittadino cubano
o di un altro paese latinoamericano che nei paesi liberali vota solo
una minoranza di cittadini?
6)
Un istituto
demoscopico dell’America Latina (Latinobarometro)
rivela che più della metà dei latinoamericani non nutre più fiducia
sul fatto che democrazia liberale e progresso sociale siano la stessa
cosa (vedi Sole 24 ore del 13 settembre). Con quali argomenti
replichereste a tale contraddizione che rovescia nel suo
contrario le vostre affermazioni sulla “non
democraticità” del modello politico cubano?
7)
Se le ambasciate in Italia dei paesi
dell’Unione Europea invitassero alle loro feste nazionali i leader dei
movimenti che si oppongono al governo Berlusconi,
quali sarebbero secondo voi le reazioni del governo italiano?
8)
Se un aereo militare francese
sorvolasse tutti i giorni al limite delle acque territoriali italiane
trasmettendo programmi che invitano a rovesciare il governo, come
reagirebbero le autorità italiane?
9)
Gli autori di
Limes conoscono sicuramente le differenze
tra segregazione razziale, razzismo e pregiudizio razziale. Come mai
in un articolo su Cuba lasciate che assumano lo stesso significato?
10)
Fidel Castro è un leader politico
che gode di grande autorevolezza nel suo
paese, in America Latina, nel terzo mondo ed anche in alcuni paesi
europei. Secondo gli autori di Limes deve
farsene una colpa o i tanti che lo stimano devono ritenersi degli
stupidi?
11)
Come mai quando si
parla della realtà di Cuba, i giornali “democratici” intervistano solo
gli “oppositori” e non sentono l’esigenza di sentire anche le voci
ufficiali del governo cubano o le voci ufficiose non ostili al
governo, come si fa per altri paesi? In altri numeri e su altre realtà
(Balcani, Medio Oriente)
Limes lo ha fatto fornendo documentazione
e stimoli interessanti. Non sarebbe più utile fornire
ai lettori tutte le fonti e consentire al
lettore di farsi una sua opinione su Cuba?
Alla
luce di queste domande, la redazione di Limes
sarebbe disposta a pubblicare un nuovo numero della rivista che
ripristini un confronto ed una documentazione plurale e più corretta
sulla realtà di Cuba? Ce ne sarebbe bisogno, per il prestigio della
rivista e per l’onestà del dibattito sulla realtà internazionale di
questo nuovo secolo.
I
Il Comitato 28
giugno “Difendiamo Cuba”
Informazioni e contatti:
cuba28giugno@libero.it; tel. 06-5110757
. |
|