CUBAOGGI


MEDAGLIA A GIUSTINO

 


 

IL CONSIGLIO DI STATO DI CUBA LO HA DELIBERATO

Consegnata a Giustino di Celmo la Medaglia dell’Amicizia tra i popoli

La cerimonia, semplice e toccante, si è svolta nella sede del ICAP

 

Giustino di Celmo è un signore di 85 anni che vive in un piccolo appartamento a Miramar e ogni giorno percorre la 5ª Avenida e gira con la sua macchina il grande quartiere  dove in un museo c’è una sala dedicata a Fabio di Celmo, va a guardare  un campo di calcio dove giocava Fabio di Celmo, si sofferma davanti a  un edificio dove viveva Fabio di Celmo, che era suo figlio, il minore, il solo dei tre nato in Italia ed era giovane, forte e sano quando lo uccise la bomba di un mercenario terrorista pagato da Posada Carriles coni soldi  dalla mafia nemica di Cuba, della Fondazione cubano americana di Miami.

Fabio “Il muchacho del Copacabana” – questo è il nome dell’hotel nel quale scoppiò la bomba assassina -  come lo ha chiamato Acela Caner nel suo libro  sulla vita e gli avvenimenti che hanno circondato quella morte terribile e ingiusta, non è morto “ davvero” qui a Cuba.

Giustino lo cerca nella città, nei luoghi abituali e gli parla   e tutti i cubani lo conoscono e ne parlano con molto affetto... Quel giorno del 1997 chi scrive arrivò con un taxi al Copacabana, pochi minuti dopo l’attentato, che non era il primo organizzato contro alberghi e luoghi turistici. Erano giorni pericolosi e di grande tensione.

Nell’Hotel regnavano stupore e confusione: i giornalisti erano stati esclusi dall’area ma io giunsi con un taxi e credettero che ero una cliente dell’hotel (per pochi minuti). Vidi la distruzione e chiesi del giovane italiano. Mi risposero che lo avevano portato alla clinica Cira Garcia e non si sapeva se sarebbe sopravvissuto...ma in realtà era già morto, ucciso da una scheggia di metallo di un portacenere che gli aveva reciso la giugulare. Giustino si trovava nella sua stanza e lo avvisarono del ricovero di Fabio che lo aspettava con due amici nel bar al pianterreno. Corse alla clinica Cira Garcia e lo ritrovò morto. Gli aveva parlato pochi minuti prima e gli sembrava impossibile.

Il cinico criminale Posada Carriles quando seppe della morte del giovane disse che: “Si trovava nel posto sbagliato e nel momento sbagliato.”

Fabio era il figlio minore, l’erede dei suoi interessi umani e di lavoro... Fabio amava Cuba e sognava di aprire una pizzeria e allenare i bambini al calcio.

Giustino scrisse una poesia nella quale dichiarava:

“Non ho più lacrime da quando te ne sei andato” Poi un poco di quel gelo si è sciolto e oggi Giustino può di nuovo piangere ed emozionarsi.

Come è successo quando gli hanno dato la Medaglia dell’Amicizia tra i popoli ed è stato Sergio Corrieri, il presidente dell’Istituto di Amicizia tra i Popoli ad appuntargliela sul petto.

Sicuramente hanno spezzato il cuore a Giustino uccidendo  Fabio, ma questo non gli ha impedito di reagire con la veemenza che lo caratterizza, con la sua forte personalità e tutta a su dignità. Lui non ha mai avuto dubbi sulla colpevolezza della mafia e de criminali terroristi protetti dal governo statunitense, come Posada Carriles.

Giustino è andato a Città di Panama, con altri familiari di vittime dei criminali, al processo dei quattro terroristi che avevano organizzato un attentato contro Fidel Castro, che doveva parlare nel paraninfo dell’università di Panama durante un vertice di capi di stato. Se quella bomba fosse scoppiata, la tragedia sarebbe stata immensa, maggiore di quella dell’11 settembre a New York. 

I terroristi furono condannati a pene blande e mai scontate, perchè la ex presidentessa Mireya Moscoso ha concesso loro un indulto in cambio di quattro milioni di dollari, regalati dalla mafia e dalla cupola statunitense. La Moscoso ora vive a Miami ed è accusata di grave corruzione.

Victor Hugo Pares Lores  è  il direttore del Museo della Marcia del Popolo Combattente, dove si trova la sala dedicata a Fabio di Celmo con ricordi personali del giovane e la rassegna stampa dei giorni della tragedia: la Sala contro il Terrorismo è dedicata soprattutto ai giovani perchè nessuno dimentichi.  Ha scritto Victor Hugo: “Un terrorista ubriaco di lucro per denaro ha posto la tua morte  nei giorni che costoro misurano in dollari...”

La storia  della morte di Fabio ha ispirato molti artisti. “La ballata per Fabio e i Cinque Eroi cubani” ha avuto molto successo anche in Italia come il bel balletto di Alicia Alonso dedicato al giovane italiano. Aldo Isidrón del Valle, noto giornalista di Santa Clara  con Roberto Orihuela, uno dei fondatori del Teatro dell’Escambray  hanno scritto un’opera teatrale non ancora rappresentata e un regista italiano sta iniziando a girare un film su Fabio, la sua vita e suo padre.

Giustino di Celmo si è laureato tre anni fa , cioè a 82,  in sociologia e non è stata una conquista facile; nella sua lunga vita ha avuto molte esperienze, ha conosciuto molti paesi ed ha combattuto per dieci anni nella seconda guerra mondiale, tutto un decennio della sua giovinezza. Di famiglia umile, con sette tra sorelle e fratelli, egli è sempre stato un antifascista e si è  confermato molti anni fa uomo di sinistra e molto progressista. 

Nato nel 1920 a Salerno, nel sud italiano, Giustino è un uomo di giustizia  e di pace  e le sue convinzioni lo hanno portato ad unirsi alla lotta di  Cuba per costruire un mondo migliore, per continuare - e più che mai dopo la morte di Fabio – la battaglia per un mondo degno e giusto per tutti.

“Io sono sempre stato un commerciante come mia madre, come mia nonna” racconta Giustino che ha  studiato ragioneria nella sua giovinezza  e di recente ha scritto un libro, i primo,  con un giornalista cubano che si intitola “La Butaca de mimbre” (La poltrona di vimini, in italiano) nel quale narra molti ricordi  della sua lunga vita, perchè non si disperdano quando non ci sarò più, mi ha detto una giorno.

Giustino è continuamente in viaggio ed ha tenuto decine e decine  conferenze nell’università di Cuba e di altri paesi  parlando nel suo cubano, con un forte accento del sud d’Italia, contro il terrorismo, della Rivoluzione, di Fidel, della possibilità di un mondo futuro diverso e migliore, della necessità di lottare. 

Nel 1961 egli era tornato in Italia, a Genova, dopo molti vissuti in America Latina e, alla fine degli anni ottanta, lui che conosceva bene il campo socialista poichè aveva lavorato molti anni in Cecoslovacchia e dove ha ancora un ufficio a Praga, venne a Cuba convinto che avrebbe potuto con le sue conoscenze internazionali, aiutare ad attenuare il doppio blocco che pesava sull’Isola.

Ricardo Rodríguez, vice presidente dell’ICAP ha letto un breve  discorso dopo la consegna della medaglia a Giustino, nel quale ha ricordato l’arrivo di Giustino, accompagnato da Fabio, all’Avana. Fabio era un giovane progressista, che ammirava il Che, Fidel e la Rivoluzione; padre e figlio cominciarono in Italia la promozione di campagne per stimolare il turismo verso Cuba, volontariamente e senza lucro alcuno.

Gustino dopo la morte di Fabio ha deciso di vivere stabilmente a Cuba e di lottare perchè non si compiano mai più atti brutali come quello che è costato la vita a Fabio.

Questo coraggioso e instancabile italiano ha fatto centinaia di giri internazionali per presentare il libro “El muchacho del Copacabana”, ora alla sua seconda e bella edizione attualizzata. Egli lavora intensamente con le organizzazioni di amicizia e solidarietà con Cuba, sviluppando la battaglia per la liberazione dei Cinque Eroi prigionieri dell’impero, divulgando la realtà e la verità su Cuba, quella verità che i grandi mezzi di comunicazione tacciono o distorcono per bassi interessi e mancanza di etica. 

Giustino va dappertutto: alle Tribune aperte, agli anniversari dei troppi fatti tragici che Cuba ha subito per colpa della mafia e della cupola statunitense e auspica e fomenta azioni che beneficiano moralmente tutti noi.

Egli è uno dei pochissimi italiani che ha una tessera del Partito Comunista di Cuba, il PCC, un onore grande, e lui è molto orgoglioso di averla ottenuta e di essere militante si questa gloriosa organizzazione.

Rodríguez ha ricordato che proprio in questi giorni si commemorano i 60 anni della sconfitta del naz fascismo contro il quale Giustino lotta da tanti anni. 

Nel giorno dei Lavoratori, il Iº Maggio, Giustino di Celmo è stato il primo oratore ed ha dichiarato di sentirsi cubano: “Anche se non dimentico la Patria e la mia terra... Io mi sento come un cubano e voglio partecipare alle lotte che si combattono in questo paese: la battaglia delle idee e soprattutto la battaglia per la giustizia, perchè il mondo ha fame di questa parola. 

Voglio dirvi che io resterò qui sino all’ultimo istante della mia vita, perchè anche se nessuno ci crederà, io vedo Fabio tutti i giorni per le strade dell’Avana e nello stadio dove giocava al calcio. Io passo tutti i giorni davanti alla casa dove viveva e mi sembra così di prendermi cura di lui, perchè un buon padre non abbandona mai i suoi figli. Il Primo Maggio è una festa meravigliosa e voi siete un popolo felice che può viverla felicemente grazie a tutte le conquiste della Rivoluzione socialista cubana. Gli altri paesi non hanno questa fortuna... Ripeto che mi sento cubano senza dimenticare la mia patria e la mia terra.  In questi giorni ho conosciuto a Cuba e ho scoperto un altro fantastico procedimento dei diritti umani e ve lo racconto in due parole: ho conosciuto la compagna Teté Puebla che mi ha chiesto nel Palazzo delle Convenzioni se la volevo adottare come figlia e io le ho dato un bacio sulla fronte, come si fa nel mio paese.

Questa bella festa è oscurata dagli assassini che camminano liberi per le strade di grandi città degli Stati Uniti. Sono assassini che hanno provocato la morte di 3478 vittime in questa piccola Isola, come è avvenuto con le vittime delle Torri Gemelle di New York. Io mi domando; perchè tanto sangue se con la battaglia delle idee in politica ci si può confrontare?  Per questo  io resto qui  e farò intendere sempre  e con  tutti i mezzi a disposizione che l’unica alternativa per l’umanità è cambiare il sistema capitalista. È duro, molto duro, ma è la verità e Fidel e il socialismo e Hugo Chávez e tutto il mondo progressista lo comprendono”. 

L’Accordo Numero 3864 del Consiglio di Stato firmato da Fidel  gli ha concesso la Medaglia dell’Amicizia e lui l’ha dedicata a alle vittime del terrorismo, a quelle 3478 vittime del terrorismo contro Cuba, alle vittime delle Torri Gemelle e a quelle delle bombe intelligenti che - ha commentato - uccidono civili innocenti chiamati effetti collaterali e allora le bombe non sono tanto intelligenti...

Poi ha ricordato con affetto i compagni che in Italia  sostengono Cuba e lottano in difesa della sovranità dell’Isola come Ines Venturi che presiede il Comitato che porta il nome di Fabio. Oggi in Italia si sta diffondendo un libro di Poesie per la Pace e la Libertà, i cui proventi sono destinati alla ristrutturazione di una sala della Casa de Africa, nell’Avana Vecchia  che si chiamerà Sala Fabio di Celmo.

Dopo la grande e affollatissima manifestazione del Iº Maggio all’Avana, che ci ha commosso ed esaltato, Giustino mi ha confessato che desiderava molto andare a salutare Fidel: “Ma c’erano tante persone più importanti di me là davanti e si sa che tutti vogliono andare a stringere la mano al Comandante in Capo dopo aver cantato l’Internazionale... Poi un compagno della sicurezza mi ha chiamato e mi portato da Fidel che mi ha abbracciato e mi ha detto: 

- Coraggio Giustino dobbiamo lottare!-

Alla cerimonia della consegna della medaglia, che si è svolta in calle 17 del Vedado, a pochi metri dal ristorante - pizzeria Fabio, quel locale che sognava di aprire il suo “muchacho” hanno partecipato oltre al presidente dell’ICAP e molti  funzionari, Ramon Castro Ruz, la generale di brigata Tetè Puebla, il ministro di educazione superiore Vecino Alegret e tanti amici cubani, italiani e internazionali che si sono stretti attorno a lui in un forte e caldo abbraccio.  

servizio fotografico Samuel Hernandez (Siporcuba)
 
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le congratulazioni di Ramon Castro

Giustino felicitato dalla nostra Gioia Minuti

"...dedico questa medaglia..."

continuano le felicitazioni

Di Celmo con la medaglia

presenti alla decorazione

 

 

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