Continua lo stillicidio di articoli su Liberazione
dopo Cuba e Castro ora è la volta del Venezuela e di Chavez
Dopo i vergognosi
articoli su Cuba e la rivoluzione cubana, Angela Nocioni continua a dare
prova della propria faziosità attaccando la Rivoluzione Bolivariana del
Venezuela e il presidente eletto Chavez .
Negli articoli su Cuba la
Nocioni impostava i suoi attacchi con l’arma dell’ironia condita con
falsità e mezze verità francamente troppo faziose per essere condonate
ad una inviata, senza farsi peraltro neanche troppi scrupoli
nell’attaccare il padre di Fabio Di Celmo (l’Italiano morto a Cuba in un
attentato nel 97’) tacciandolo di essere divenuto un’arma della
propaganda di “regime”in cambio di privilegi di natura economica. E così
un ristorante statale che porta il nome del povero Fabio diviene di
proprietà del padre, colpevole di lavoravi nei momenti liberi.
Un padre che sceglie di
vivere a Cuba per lottare per la verità sulla morte del figlio, diviene
un’arma della propaganda, un mercenario. Non entriamo ulteriormente nel
merito degli articoli su Cuba in quanto molto già è stato detto da molti
compagni autorevoli o semplici militanti, associazioni, organizzazioni e
rappresentanti di partiti della sinistra, che hanno condannato
ampiamente gli articoli in questione.
Ora il bersaglio è il
Venezuela Bolivariano. L’articolo :
Venezuela, tutti gli uomini di Chavez a pag. 4 di mercoledì
13 giugno attacca frontalmente Chavez e il suo governo, mettendo in
campo chiacchere di corridoio e maldicenze tutte da provare sugli uomini
di governo, ministri e militari bolivariani.
L’immagine che ne esce è
quella di un governo di persone succubi del carismatico leader, quasi
come si insinuasse l’idea che la rivoluzione bolivariana venezuelana,
che sta travolgendo e contaminando il continente dipendesse solo dalla
figura dispotica del suo presidente, coccolato, venerato e temuto.
Si insinua l’idea che
Chavez è circondato da persone poco qualificate incapaci e timorose di
criticare e esprimere giudizio; la rivoluzione bolivariana quindi è Hugo
Chavez e pochi altri fanatici.
Ricorda molto come quanti
insistono tuttora, tra cui la stessa Nocioni, che il socialismo a Cuba è
Fidel e suoi accoliti, nonostante i fatti dimostrino tutt’altro.
Vogliamo ora ricordare
alcune cose molto significative rispetto l’esperienza rivoluzionaria
bolivariana: innanzi tutto l’aspetto straordinariamente importante della
democrazia partecipativa sospinto anche sotto il profilo giuridico con
la conformazione dei Consigli Comunali (Legge del giugno scorso – che
istituisce queste sottostrutture di base sul modello dei Comitati in
Difesa della Rivoluzione di Cuba, ma con un’ampia autonomia anche sotto
il profilo economico con l’Istituzione delle Banche Comunali).
La nascita del partito
unico di governo PSUV (Partito Socialista Unificato del Venezuela), cha
ha al momento raccolto l’adesione di più di 5 milioni di venezuelani su
una popolazione complessiva di 26 milioni e mezzo (1 elettore su 4) di
abitanti; questa scelta di unificare i partiti della sinistra
venezuelana è frutto della necessità di mobilitare sempre più
maggiormente un numero maggiore di cittadini e venezuelani in difesa
della rivoluzione e nei processi di trasformazione socialista in atto.
La nascita dell’economia
cooperativistica, dove l’interesse sociale viene anteposto a quello
privato, queste nuove imprese semi statali (statali – coop) stanno
cambiando il panorama economico delle imprese sia distributive sia
produttrici, soprattutto in campo alimentare; oggi sono più di mezzo
milione, cinque anni fa meno di cinquemila.
Le missioni sono i piani
di trasformazione sociale che, congiuntamente all’apporto di tecnici e
specialisti cubani, hanno sradicato dal paese piaghe come quelle
dell’analfabetismo, del deficit dell’assistenza sanitaria (per non
parlare dell’Operazione Milagro in campo Oftamologico), e
dell’istruzione in senso largo su corsi parauniversitari e una riforma
straordinaria del sistema educativo.
Tutto ciò non è avvenuto
perché il petrolio conduce a entrate più alte, non è frutto della
crescita del 9% del PIL annuo, ma di una mobilitazione di massa di un
popolo che sta giorno per giorno conquistando il proprio futuro.
Ritenere che la
Rivoluzione Bolivariana vada dove decide che va una singola persona è
piuttosto ridicolo, nonché irreale.
Le missioni hanno
mobilitato decine di migliaia di medici, insegnanti, giovani,
assistenti; le trasformazioni socialiste dell’economia coinvolgono
invece centinaia di migliaia di lavoratori; la nascita dei consigli
comunali comporta la partecipazione dal basso del popolo alle decisioni
più importanti sul proprio futuro.
Questo avremmo voluto
sapere, non la storia fiabesca degli “uomini di Chavez” ma la realtà
oggettiva, concreta e di sostanza che la trasformazione socialista
bolivariana stà conducendo.
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