Pare
vederlo seduto intento a scrivere o a dettare le sue riflessioni.
Il grande vecchio jefe en capo di Cuba, stretto nella tuta adidas blu
bianca e rossa, accarezzarsi la barba canuta e meditare. Lo sguardo
attento a pensare e a sfornare aneddoti e ricette di vita come per
significare 'attenti! l'esistenza è un soffio ed i sogni non
esistono...'.
E, quindi, l'esigenza dei suoi consigli quasi fossero, in questo suo
inverno, una sorta di vademecum testamentario da lasciare ai posteri per
far capir loro quanta saggezza si cela nella sua mente di leader
politico, uomo di stato, combattente indefesso, illustre oratore.
Concetti e suggerimenti che leggiamo con attenzione, pronti a cogliere
la più insignificante sfumatura per capire, comprendere, immedesimarci
in qualcuno pronto ad assorbire il più piccolo pensiero di Fidel.
Ci
piacerebbe davvero tanto, che Fidel quale testimone di una gloriosa
epoca dove pareva tutto possibile, ci parlasse del passato. Quel passato
misterioso che neppure l'apertura degli archivi della CIA illumina. Ci
svelasse la sua storia, il suo rapporto con il Che e con tutti gli altri
capi del suo mondo, di quando al posto della globalizzazione, c'erano
due blocchi precisamente speculari e contrapposti e di quando Cuba, la
sua Cuba, fu presa in ostaggio per un assurdo gioco di potere. Ci
racconti quali i suoi sogni, i suoi incubi, le sue delusioni, i suoi
errori. Cosa, se tornasse indietro, non rifarebbe o cosa farebbe di
diverso.
Sarebbe estremamente interessante riflettere non solo su fatti
aneddotici bensì sulle valutazioni che Fidel potrebbe darci e sui
rapporti intessuti attraverso tempo e spazio ormai lontani.
Non ci
piace pensare al Comandante come ad un vecchio nonno che raduna i suoi
nipotini attorno al camino in una sera d'inverno; vogliamo vederlo come
un anziano saggio che illumina periodi oscuri della storia mondiale
affinché si possano correggere gli errori commessi e seguire il cammino
pieno di speranza per una umanità ormai troppo dipendente da errori
passati.
L'energia, l'ecologia, l'ineguaglianza sociale ci parlano di un mondo
triste portato presto alla sua distruzione per la sete di potere di
qualche non troppo segreta lobby che dirige l'economia e la politica
globale. E ci immaginiamo oscuri comitati composti da una dozzina di
persone che decidono chi, cosa e quando e si avvalgono di più blasfemi
ed infami mezzi per portare a compimento la loro filosofia di potere.
Quì chiediamo aiuto a Fidel: ci dica cosa sa, come stanno le cose, cosa
fare per lottare contro questo compartimento stagno che impone regole e
giochi atti a stabilizzare quello che loro decidono per loro e dove noi
tutti siamo delle insignificanti marionette che ancora credono che
votare o sventolare una bandiera rossa sia la placebo dei mali del
mondo.
La
riflessione che noi auspichiamo va al di là di quanto di gradito ci
scrive Fidel. Ora che può, però, prenda il suo mitra -o meglio la penna-
e spari contro quel potere con il quale è convissuto per decenni e ce lo
racconti.
Magari non sarà una favoletta e non ci farà dormire tranquilli ma almeno
saremo consapevoli una volta per tutte di quale sia la vera realtà del
mondo.