Benvenuto
Saramago!
GIOIA MINUTI
Nel 2003 quando Cuba
fu obbligata a processare e imprigionare un numero di detti dissidenti,
in realtà mercenari al soldo delle destra più reazionaria e mafiosa
degli Stati Uniti, annessionisti che lavoravano per colpire
dall’interno il governo e le sue istituzioni e fucilò tre terroristi che
volevano destabilizzare e la democrazia nell’Isola e colpire il turismo,
dopo una serie di pericolosi sequestri di aerei e di imbarcazioni, il
Premio Nobel Saramago scrisse un articolo molto critico su Cuba che si
intitolava “Fin qui con Cuba”, al quale risposero moltissime persone di
differenti paesi, intellettuali, scrittori e artisti, cittadini di ogni
fascia sociale che attaccarono Saramago per le sue dichiarazioni
sostenendo che proprio in quei momenti difficili si doveva stare a lato
di Cuba.
La campagna
internazionale strumentale che si scatenò contro Cuba fu terribile e
provocò sanzioni e punizioni da parte dell’Unione Europea, soprattutto
nel settore culturale.
Cuba continuò per la
sua legittima strada di difesa della sovranità e del proprio territorio:
chi non ammette – si possono contare sulle dita coloro che non lo sanno
nel mondo - che l’Isola è un paese contro cui si fa una guerra non
dichiarata, un paese che si deve difendere da attacchi subdoli o
lampanti in continuazione oltre che da una guerra economica spaventosa
da più di 45 anni è un bugiardo o un venduto...
In questi giorni José
Saramago è venuto a Cuba – ma quasi nessuno lo sa perchè è meglio non
pubblicare queste notizie che fanno pensare a un’analisi differente
delle sue dichiarazioni di due anni fa - ed ha avuto una lunga serie di
incontri con gli intellettuali, i giovani artisti, nella Casa de las
Américas... ha tenuto una conferenza magistrale nell’Università ed ha
presentato il suo libro “Il Vangelo secondo Gesù Cristo” davanti a una
vera folla di cubani che già conoscevano ed apprezzavano notevolmente
il romanzo, come le altre opere dello scrittore portoghese, quasi tutte
pubblicate nell’Isola.
“Con Saramago fino a
qui e con Cuba per sempre” scrisse Pablo González Casanova,
specificando che: “Uno sente che l’umanità sta correndo un grave
pericolo. Mentre in Iraq piovono le bombe e le super bombe che mandano
lampi giorno e notte in tutto il mondo, si giudica e si condanna Cuba
per violazioni ai diritti umani. Mentre gli Stati Uniti fanno una guerra
di conquista per impadronirsi di un paese che possiede la prima riserva
di petrolio del mondo non privatizzata, si condanna Cuba per violazioni
ai diritti umani. Mentre la maggior parte delle nazioni del mondo
soffrono per i crescenti problemi di disoccupazione, insalubrità, fame e
mancanza di educazione, mentre a Cuba la popolazione ha lavoro, salute
ed educazione, si condanna Cuba per la violazione dei diritti umani.
Mentre all’annunciata invasione dell’Iraq si aggiungono nuove minacce di
interventi armati contro “L‘asse del male” nel quale gli Stato
Uniti includono Cuba, mentre si accentua il crudele blocco
economico – finanziario imposto da quasi cinquant’anni all’Isola, si
accusa Cuba di violare i diritti umani.
A questi brutali
sofismi se ne possono aggiungere altri perchè dimenticando le chiamate
“operazioni da quinta colonna” con prove in quantità che confermano le
colpe, si vedrà come si fa apparire “naturale” che cubani “disperati”
si rubino ogni giorno aerei e navi e chiedano asilo e appoggio dagli
Stati Uniti per far sì che non solo la ineffabile Commissione per i
Diritti Umani emetta un verdetto di condanna contro Cuba, ma anche
perchè i popoli del mondo cominciando dalla vecchia Spagna appoggino una
nuova azione contro Cuba, simile o identica a quella che il governo
spagnolo realizzò a lato dell’Inghilterra e degli USA. Si chiede che la
Spagna dimentichi la Spagna e il mondo del suo passato coloniale...
Le dimenticanze utili
vanno rispettate, anzi, ce ne sono alcune che si considerano “naturali”,
prudenti e persino necessarie – le dimenticanze - per “difendere i
diritti umani”. La forza della dimenticanza è grande anche da sola, ma
sicuramente si completa se si aggiungono insolite forme di ragionamento
come ha fatto Saramago che ha messo da una parte se stesso, dall’altra
parte ha posto Cuba ed ha tracciato una riga nel mezzo. A questa
originale ragione della mancanza di ragione, Saramago ha aggiunto
qualcosa di singolare: molti siamo contro la pena di morte in generale e
quindi siamo sempre contro la pena di morte ma è raro che - come persone
che conoscono atti con i quali non siamo d’accordo – proprio noi si
traccino con arroganza i confini nel teatro del mondo mentre sta
iniziando un nuovo dramma mondiale, sommandoci con ambiguità a uno dei
giudizi più ipocriti che pretende di giustificare un maggior intervento
degli Stati Uniti contro Cuba, intervento minaccioso e intimidatorio che
ha obbligato i cubani a ricordare che sono disposti a morire piuttosto
che perdere la propria libertà. È lamentevole che in queste drammatiche
condizioni, uomini come Saramago prestino la propria fama guadagnata in
battaglie disuguali per difendere il gigante aggressore. Credo che
l’ottimo scrittore sia un comunista ontologico, come lui stesso si è
definito e per questo ha danneggiato in maniera incredibile la lotta
per la democrazia, la liberazione e il socialismo che il popolo e il
governo di Cuba – con tutte le contraddizioni – guidano. Ognuno sceglie
le proprie contraddizioni. L’uomo senza contraddizioni è una rarità.
Noi “tanti” scegliamo di contraddirci con Cuba, con il suo popolo, il
suo governo e speriamo di essere migliaia di milioni a lottare con
fermezza per la difesa di questa piccola Isola che ha portato più
lontano di qualsiasi altro paese del mondo la pratica della liberazione,
della democrazia e del socialismo. Cuba merita il nostro appoggio contro
tutte le menzogne, i falsi argomenti che si sommano alla
giustificazione del blocco e dell’intervento annunciato. Vinceremo !
- PS. Il 18 marzo
(2003) partecipai a una manifestazione a Madrid tra un milione di
persone che gridavano contro la guerra. Rimasi a Plaza del Sol, a
pochi passi dalla piattaforma dove Saramago lesse un bel discorso
nel quale annunciava che i popoli lotteranno ogni giorno e in
tutte le occasioni perchè la pace sia una realtà e non sia mai più
manipolata come un elemento di ricatto emozionale e sentimentale
con il quale si pretende di giustificare le guerre. Spero che oggi,
a poco più di mese, nè Madrid, nè la Spagna, nè Saramago appoggino la
campagna contro Cuba che è solo una giustificazione per una guerra in
serie contro l’umanità.-
E il tempo gli ha dato
ragione mentre...
BARTOLOMÉ
SANCHO MOREY, giornalista spagnolo, residente a Cuba, ci ha consegnato
questo articolo per SiporCuba :
“Recentemente il
Ministro di Comunicazione e Informazione del Venezuela, Andrés Izarra ha
accusato il quotidiano spagnolo El País di fare una campagna per creare
una matrice di opinioni su un “Venezuela non democratico”.
Izarra
accusa El País di eseguire, coscientemente o meno, azioni militari di
guerra psicologica degli Stati Uniti, delle trans nazionali europee e
della mafia finanziaria cubano-spagnola di Miami, per giustificare
un’aggressione contro il governo di Hugo Chávez.
El País ha pubblicato
il 9 e 10 maggio scorsi un’analisi intitolata “Il progetto di Chávez”
firmata da Antonio Caño, un esperto e abile manipolatore della realtà
venezuelana, che Izarra ha definito “un disinformatore che vuole creare
una destabilizzazione terrorista in Venezuela”.
L’articolo in
questione oltre ad essere complice dell’estrema destra terrorista -
golpista del Venezuela definisce Chávez un colonnello golpista, cercando
di convincere i lettori di El País con tutti i mezzi che in Venezuela
non esiste democrazia e che questa nazione sta destabilizzando la
regione, aiuta il terrorismo internazionale e - incredibile ma vero -
dispone o prepara armi di distruzione di massa! Ovviamente il Sig, Caño
non apporta prove dato che non esistono, ma è solo un calunniatore, un
mediocre rappresentante dell’umanità...
Com’è possibile al
margine delle ideologie che ci siano giornalisti e quotidiani come El
País (che dichiara e afferma di essere indipendente, obiettivo e
progressista) che giungono a una simile degenerazione per interessi
politico - economici a un grado così meschino di manipolazione,
vigliaccheria e complicità senza limiti con l’amministrazione fascista e
terrorista di George W. Bush, con affermazioni false come che “Nel
Venezuela di Chávez non c’è libertà di stampa, radio e TV” quando, e lo
sanno molto bene, il Venezuela è uno dei paesi del mondo dove il 90% dei
grandi mezzi di diffusione sono controllati dall’opposizione a Chávez,
che ha appoggiato e sostiene attraverso un terrorismo mediatico senza
precedenti il terrorismo e il golpismo e gli interventi militari degli
USA.
Va ricordato che in
Spagna sono stati chiusi diversi mezzi di diffusione accusati di aver
fatto apologia del terrorismo per molto, ma molto meno!
Il signor Caño accusa
il governo di Hugo Chávez di non essere democratico mentre invece è uno
dei governi che conta e con molta differenza, su una legittimità
democratica, morale e politica migliori di molti governi dell’emisfero.
Chávez
ha vinto otto appuntamenti elettorali consecutivi per maggioranza
assoluta, tutti avallati da osservatori internazionali includendo la
OEA, la Fondazione Carter, etc.
È chiaro che questa
irresponsabile campagna di disinformazione e intossicazione da parte di
questo mercenario professionista dell’informazione ha un obiettivo:
condurre a un solo passo da un possibile intervento militare da parte
dell’impero yankee che, se avverrà porterà l’America Latina al principio
della fine dell’impero, poichè le condizioni per questo sono già state
create.
(Bartolomè Sancho è
corrispondente di El Triangle di Barcellona)
Ed ora, dopo poco più
di un mese
“SARAMAGO NON È A
CUBA!”PER EL PAÍS
Saramago
non è all’Avana. Almeno così pare se si legge El País.
Però, se si leggesse
La Verità, - se esistesse un quotidiano con questo nome che facesse
onore al suo nome – si leggerebbe che José Saramago, Premio Nobel di
Letteratura nel 1998, che nel 2003 espresse forti critiche e condanne
alla Rivoluzione cubana, è in visita a Cuba rispondendo a un invito del
Ministero di Cultura dell’Isola.
Saramago
ha visitato molti luoghi ed ha incontrato i giovani scrittori nel Centro
di Formazione Letteraria Onelio Jorge Cardoso, tra le molte attività.
Non c’era la luce ( per via delle riparazioni a molte centrali
elettriche dell’Isola che obbligano a razionarla) e forse c’era anche
poca acqua, ma più di quaranta giovani scrittori erano lì, desiderosi di
parlare con l’autore di “Il Vangelo secondo Gesù Cristo”.
Il Centro Onelio
Cardoso è diretto dal suo fondatore, lo scrittore Eduardo Heras León e
si dedica allo studio e la diffusione delle tecniche narrative più nuove
tra i giovani scrittori cubani.
I suoi diplomati hanno
ottenuto premi letterari nazionali importanti e a pochi anni dalla
creazione il Centro riceve invitati dell’importanza di Saramago.
Questi, iniziando a
parlare, ha lanciato una provocazione.
“Non conosco le
tecniche narrative e non le voglio conoscere!” ma i giovani non hanno
morso l’amo all’affermazione del Premio Nobel che: “Shakespeare non
partecipava a seminari letterari e nemmeno Cervantes o Dowstoyewsky!” ed
hanno risposto che “Forse se fossero esistiti, oggi avremmo più
Cervantes e più Shakespeare"!
Applausi generali e un
clima di complicità e d’intesa al disopra di tutto e delle differenze
hanno segnato l’incontro.
Era chiaro per tutti e
anche – ovviamente - per Saramago, che in letteratura non esiste il know
how e che ognuno deve elaborare la propria strada e generare il proprio
mondo.
Il dialogo tra i
giovani e Saramago è durato più di due ore e finalmente il principale
messaggio di Saramago è giunto ai partecipanti: “Dovete incontrare la
vostra voce e fare quello che solamente voi potete fare!”
Così è e così è stato,
anche se Il País non lo vuol dire e anche se il mondo non lo vuole
sapere.
Saramago
è a Cuba e i giovani scrittori cubani, conversano liberamente con lui.
(Ernesto Pérez Castillo)
Come abbiamo scritto
José Saramago è giunto a Cuba accolto dal Ministro alla Cultura Abel
Prieto e da Iroel Sánchez, presidente dell’Istituto del Libro, ha
incontrato personalità e cittadini comuni a decine, ha firmato centinaia
di volumi del “Vangelo” ad appassionati che hanno fatto una coda
incredibile per ottenere il suo autografo, ha parlato della suo opera
nel tempo, di quel che sta scrivendo, delle sue analisi, con tutto il
rispetto e la simpatia reciproci.
L’intelligenza aiuta
sempre a superare i momenti più difficili...
Benvenuto a Cuba, José
Saramago!
servizio fotografico Samuel Hernandez |
l'arrivo di Samarago |
Samarago |
il libro di Samarago |
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pubblico presente |
Samarago |
Prieto, la compagna di Samarago e Iroel Sanchez |