OGGI 14
AGOSTO AVVERRÀ LA RIAPERTURA UFFICIALE DELL’AMBASCIATA DEGLI STATI UNITI
Pochi fatti
nella storia contemporanea hanno marcato un giro cruciale
nell’atmosfera politica della nostra regione, come il ristabilimento
delle relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e Cuba e la riapertura
delle ambasciate nei due paesi, a Washington e L’Avana, il 20 luglio
scorso.
I due paesi
hanno conversato per anni e in questo periodo hanno realizzato passi
avanti inimmaginabili sino al 17 dicembre del 2014, quando i presidenti
Barak Obama e Raúl Castro hanno annunciato inaspettatamente la decisione
di ristabilire relazioni diplomatiche dopo 18 mesi di conversazioni
segrete.
Tra i passi
avanti, lo storico incontro dei due mandatari nel VII Vertice delle
Americhe
il
rilassamento per alcuni tipi idi viaggi per gli statunitensi, la
quantità delle rimesse e l’aver ritirato Cuba dall’ingiusta a arbitraria
inclusione nella spuria lista dei paesi patrocinatori di terrorismo.
Anche se il
nuovo atteggiamento degli Stati Uniti risponde al pragmatismo e non
all’accettazione esplicita del socialismo e dell’indipendenza di Cuba,
il fatto di dialogare in una prospettiva di relazioni bilaterali
costruttive è più favorevole per i due paesi che lo scontro.
Inoltre
deve produrre un certo rilassamento delle tensioni nella nostra regione
e coadiuvare una relazione con meno conflitti di quella esistente tra lo
scomodo vicino del nord, i suoi governi e i popoli.
Questo
perchè il ristabilimento è avvenuto senza che Cuba abbia ceduto in uno
solo dei suoi principi rivoluzionari.
L’Avana non
ha ceduto mai un apice di fronte a tutte le volte che Washington, tra
le altre difficoltà, lanciò contro l’Isola azioni di terrorismo,
aggressioni armate includendo la guerra biologica, ruppe le relazioni
diplomatiche e stabilì il blocco, con alti costi di vite umane e
sofferenze per i cubani.
Il cammino
per giungere, in un momento che non è molto vicino, ad un grado avanzato
di normalità delle relazioni, passa dalla volontà degli Stati Uniti
d’eliminare il blocco, cancellare tutti i programmi e i fondi di milioni
dedicati alla sovversione contro Cuba, includendo le illegali e ostili
trasmissioni elettroniche.
Ugualmente
la restituzione della Base Navale di Guantánamo e il compenso all’Isola
per il danno economico provocato dal blocco.
Relazioni
totalmente normali non esisteranno mai tra due governi con concezioni
opposte su innumerevoli temi, ma senza dubbio questo non significa che
non possano coesistere civilmente sulla base di relazioni fondate nel
rispetto reciproco, l’uguaglianza e il dialogo sulle differenze e le
coincidenze.
È possibile
mantenere una relazione diplomatica, commerciale, culturale e
scientifico - tecnica fluida e costruttiva e cooperare in settori come
la lotta contro il narcotraffico e il terrorismo, la lotta contro le
malattie epidemiche, il riscatto marittimo e la cura dell’ ambiente,
citando solamente alcune voci.
Non è una
chimera la base politica per questo cambio nelle relazioni bilaterali:
questa base è solidamente sostentata dall’approvazione che gode tra la
maggioranza degli statunitensi e tra l’emigrazione d’origine cubana,
l’enorme interesse delle imprese che vogliono fare affari con l’Isola,
la favorevole posizione delle chiese e l’evidente decisione della cupola
del potere d’avanzare in questa direzione.
Anche se
non si devono svilire i tentativi dei legislatori d’origine cubana e
della minuscola controrivoluzione di Miami e in Cuba per impedire questo
processo, le loro azioni sono assai poco considerate.
Questo sì!
L’Avana non permetterà mai agli Stati Uniti di utilizzare le relazioni
diplomatiche per riempire Cuba di cospiratori con incarichi diplomatici
dedicati a creare una quinta colonna nell’Isola e provocare sollevamenti
contro rivoluzionari appoggiandosi all’emergente settore privato e
Internet, come si comprende ascoltando varie dichiarazioni di funzionari
degli Stati Uniti e di misure su come privilegiare il settore privato
nel commercio ed escludere il settore statale o solamente autorizzare la
vendita a Cuba di materiali delle telecomunicazioni.
È chiaro
che Cuba non può vendere i suoi prodotti agli Stati Uniti perchè è
proibito!
Il
segretario di Stato degli USA, John Kerry giungerà L’Avana con questi
chiaroscuri il 14 agosto per la riapertura ufficiale dell’ambasciata del
suo paese, un fatto che sicuramente farà avanzare il processo di
normalità.
Il
presidente Obama ha sollecitato al Congresso l’eliminazione del Blocco e
si studia per la Casa Bianca la possibilità di una sua visita
nell’Isola, cosa che assegnerebbe al processo un’enorme solidità.
GLI STATI UNITI ALZERANNO DOMANI LA LORO BANDIERA NELLA
LORO AMBASCIATA A L’AVANA
Il
segretario di Stato, John Kerry, parteciperà domani venerdì 14 agosto,
alla cerimonia dell’alzabandiera degli Stati Uniti nell’ambasciata
nordamericana a L’Avana.
Il segretario di Stato, John Kerry, parteciperà domani
venerdì 14 agosto, alla cerimonia dell’alzabandiera degli Stati Uniti
nell’ambasciata nordamericana a L’Avana.
L’alza bandiera previsto per domani chiude il ciclo di
ristabilimento delle relazioni tra i due paesi, realizzato lo scorso 20
luglio, quando Cuba ha alzato la sua bandiera nella sua Ambasciata a
Washington.
Kerry, il più alto funzionario statunitense giunto a
L’Avana in più d mezzo secolo, sosterrà conversazioni ufficiali con il
ministro degli esteri, Bruno Rodríguez, che lo accompagnerà poi in una
conferenza stampa congiunta.
L’alza bandiera della bandiera nordamericana domani, a
L’Avana, costituisce anche una legittimazione simbolica del governo
cubano che marcherà l’inizio di una complicata tappa per giungere alla
anormalità delle relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti.
JOHN KERRY A CUBA
Il Segretario di Stato degli Stati Uniti, John Kerry, ha
iniziato una storica visita nel contesto del ristabilimento delle
relazioni diplomatiche tra i due paesi, un processo che è iniziato lo
scorso 17 dicembre con gli annunci dei presidenti Raúl Castro e Barack
Obama. Nell’aeroporto internazionale José Martí, de L’Avana, Kerry è
stato ricevuto dalla vice direttrice del protocollo del ministero degli
Esteri di Cuba Lydia González Navarro, e da Jeffrey DeLaurentis,
incaricato degli affari dell’ambasciata degli USA nell’Isola.
Kerry, che è il primo segretario di Stato che cammina in
terra cubana in 70 anni, parteciperà alla cerimonia dell’alza bandiera
nell’edificio che dal 20 luglio scorso è ambasciata di questa nazione in
Cuba. In questo modo termina simbolicamente una cerimonia iniziata con
l’alzabandiera dell’insegna cubana nella sede diplomatica dell’Isola a
Washington. Non è la prima volta che Kerry viene a Cuba.
Nel
2000 visitò l’Isola, quando era senatore per lo stato del Massachussets
e aspirante candidato alla presidenza degli Stati Uniti. Il ministro
degli Esteri cubano, Bruno Rodríguez lo riceverà durante questa visita
ed è prevista una conferenza stampa congiunta nell’Hotel Nacional.
Kerry è accompagnato da una delegazione di 20 figure
della politica degli USA, tra le quali Roberta Jacobson, vice
segretaria ai Temi dell’Emisfero Occidentale; Barbara Lee,
rappresentante del Congresso; Bruce Andrews, Segretario Aggiunto del
Dipartimento del Commercio, tra gli altri.
Lo
scorso 20 luglio Cuba e gli Stati Uniti hanno ristabilito le relazioni
diplomatiche e a partire dal quel momento le rispettive sezioni
d’interesse che funzionavano nelle due capitali dal 1977, sono diventate
ambasciate.
RIAPRE UFFICIALMENTE L’AMBASCIATA NORDAMERICANA IN CUBA
Il segretario
di Stato nordamericano, John Kerry, presiede la cerimonia nella quale
Cuba è rappresentata dalla direttrice per gli Stati Uniti del
Ministero degli esteri cubano, Josefina Vidal, che ha guidato la
delegazione cubana nei negoziati precedenti.
Poi Kerry visiterà la sede della cancelleria cubana, dove
sosterrà una tornata di conversazioni con il ministro delle Relazioni
Estere, Bruno Rodríguez, così com’e avvenuto a Washington circa un mese
fa quando si sono riuniti nel Dipartimento di Stato degli USA. Dopo
mezzogiorno, Kerry e Rodríguez offriranno una conferenza stampa in uno
dei saloni dell’Hotel Nacional.
INNALZARE LE NOSTRE BANDIERE E FAR SAPERE AL MONDO CHE
DESIDERIAMO IL MEGLIO GLI UNI PER GLI ALTRI...
Le
parole di John Kerry, segretario di Stato degli Stati Uniti, parlando
pochi minuti prima dell’alzabandiera del suo paese nell’ambasciata
statunitense a L’Avana.
Questo è il momento di avvicinare i nostri due popoli,
non come nemici o rivali, ma come vicini. È il momento d’innalzare le
nostre bandiere e far sapere al resto del mondo che desideriamo il
meglio gli uni per gli altri.
Il segretario di Stato degli USa ha parlato in spagnolo
partecipando alla cerimonia dell’alza bandiera del suo paese a L’Avana,
fatto che ha stabilito l’apertura ufficiale dell’ ambasciata di questa
nazione nella capitale cubana.
Il Segretario di Stato ha ricordato la storia che ha
marcato le relazioni tra le due nazioni dal 1959 ed ha ringraziato per
il lavoro fatto dalla Svizzera durante questi anni per la Sezione
d’Interesse che ha riaperto il 20 luglio come ambasciata.
Ugualmente ha espresso parole d’elogio per Josefina
Vidal, direttrice degli Stati Uniti nella cancelleria cubana, guidando
il gruppo di lavoro di Cuba nel processo di ristabilimento delle
relazioni tra le due parti.
“Sappiamo che il cammino da percorrere è lungo ma
dobbiamo cominciare immediatamente a percorrerlo”, ha detto Kerry,
segnalando la coraggiosa decisione dei presidenti di Cuba e degli Stati
Uniti presa lo scorso 17 dicembre. quella di smettere d’essere
prigionieri della storia”.
“Gli Stati uniti accolgono con beneplacito questo nuovo
inizio delle relazioni con il popolo e il governo di Cuba”, ha
affermato ancora.
“L’isolamento mutuo e la separazione non erano il cammino corretto”, ha
giudicato il segretario di Stato, che ha risaltato i vantaggi di
cominciare a normalizzare le relazioni. Sul ristabilimento dei vincoli
diplomatici, ha considerato che questo non è un favore che un paese fa a
un altro, ma un processo di accordi reciproci.