A partire da oggi,
osservatori di 15 paesi saranno presenti in Venezuela per seguire da
vicino il referendum presidenziale di domenica prossima.
Oltre alle
delegazioni del Centro ‘Carter’ e dell’Organizzazione degli Stati
Americani (OEA), svolgeranno questa funzione anche numerose personalità.
La loro opera è appoggiata dal governo venezuelano, che vuole risulti
dimostrata la trasparenza del voto.
Tra le personalità
straniere troviamo gli ex-Presidenti di Argentina, Costa Rica e
Colombia: Raul Alfonsin, Rodrigo Carazo e Belisario Betancourt. Ci sarà
anche l’ex-Presidente USA James Carter, alla testa della missione della
sua Fondazione, che dovrebbe arrivare domani nella capitale.
Saranno tutti
accompagnati da un importante gruppo di specialisti che li appoggerà nel
loro lavoro, sia per quanto riguarda la valutazione del funzionamento
delle procedure automatizzate di votazione, che per l’andamento del
suffragio nei centri adibiti allo scopo.
Una rappresentanza di
questi osservatori, tra i quali Alfonsin, Carazo ed il delegato del
Centro ‘Carter’ Francisco Diez, si è incontrata ieri con il
Vicepresidente José Vicente Rangel.
La firma recentemente
apposta da tutti loro al regolamento del CNE, che disciplina le attività
degli osservatori internazionali, è un elemento importante per evitare
difficoltà o controversie indesiderate, nel caso questi non si attengano
alle loro funzioni, danneggiando la sovranità nazionale.
Comprensione da parte
della delegazione è stata espressa da Carazo, che ha scartato ogni tipo
di speculazione.
L’ex-Presidente
costaricano ha negato ogni tentazione di partecipare od opinare sul
processo referendario, salvo esprimere il desiderio che sia pacifico,
democratico ed efficiente.
Da parte sua Alfonsin,
che si è definito come “gestore di buoni uffici”, si è pronunciato a
favore della convivenza e del dialogo fra tutti i venezuelani, perché
l’alternativa sarebbe la violenza.
Gli osservatori si
sparpaglieranno nei 24 stati del Venezuela, al fine di compiere una
panoramica la più esatta possibile di quel che succederà durante questo
esercizio della sovranità popolare.