RISPOSTA AL DIRETTORE DI LIBERAZIONE
Segreteria Nazionale - Associazione Nazionale di Amicizia
Italia-Cuba
Gentile Direttore,
abbiamo letto sul numero di mercoledì 30 maggio due nuovi
articoli pubblicati da Liberazione che sono apertamente e decisamente
critici contro il Governo cubano. Niente di male, il suo non è il primo
giornale italiano che attacca fortemente Cuba, anzi su questo argomento
è pienamente nello spirito della stragrande maggioranza dei mass-media
del nostro Paese.
Quello che, invece, contestiamo fortemente degli articoli
è la loro assoluta parzialità contro il Governo cubano. Giudizi
trancianti e una forte dose di non conoscenza dei processi in atto oggi
a Cuba da parte dell’inviata di Liberazione sono un cocktail di estrema
gravità per la realtà delle cose. Un primo esempio concreto di questa
disinformazione riguarda i 5 patrioti cubani, che per Liberazione sono
“cinque eroi che di mestiere facevano le spie”, ma questa è un'accusa
ormai decaduta anche per i generali dell'Esercito statunitense
(testimonianza del generale James R. Clapper) e per gli alti dirigenti
dell’FBI che hanno affermato, al processo di Miami, che i 5 cubani non
possono essere considerati spie perché non si sono mai impossessati, né
hanno mai tentato di farlo, di documenti degli Stati Uniti classificati
come segreti, né hanno mai lavorato contro la sicurezza degli USA.
Semplicemente, i 5 controllavano l'attività terroristica dei gruppi
anti-cubani che da Miami, con il beneplacito e il sostegno del Governo
degli Stati Uniti, organizzavano attentati contro il popolo cubano.
Dunque Liberazione più filo-statunitense dell’FBI, verrebbe da dire se
la cosa non fosse di assoluta gravità.
Seconda questione. Negli articoli dell’inviata di
Liberazione non si parla mai del blocco statunitense contro Cuba che
dall'inizio degli anni Sessanta ha prodotto un danno economico
complessivo di 86.108 milioni di dollari all’economia della Repubblica
di Cuba (4.108 milioni di dollari solamente nell'anno 2006). A questi
occorre aggiungere altri 54.000 milioni di dollari, come danni materiali
causati sia da azioni di guerra del Governo degli Stati Uniti sia da una
serie di innumerevoli attentati messi in atto dai suddetti gruppi
terroristici, organizzati, finanziati e addestrati dal Governo
statunitense. Dei 3.478 morti e dei 2.099 invalidi permanenti causati da
tali attività neppure se ne parla perché, evidentemente, alla vostra
giornalista non interessano. Premesso questo, forse si capisce meglio il
perché della presenza dei 5 in Florida, dove non era necessario essere
"spie", poiché in questo luogo le organizzazioni terroristiche operano
alla luce del sole.
Se l’inviata avesse saputo di questo danno enorme
provocato dal blocco, probabilmente non avrebbe così fortemente imputato
al Governo cubano i problemi economici dell’Isola che, in ogni caso, non
hanno impedito ai cubani di proseguire con un'assistenza gratuita per
tutti e con servizi sociali di alto livello per tutta la popolazione, in
un contesto come quello latino-americano dove il neoliberismo ha
assassinato milioni di persone per fame e per sfruttamento.
Noi non vogliamo dire che a Cuba tutto va bene, non siamo
così sciocchi e privi della capacità di discernere i fatti come qualcuno
vorrebbe disegnarci. Certamente occorre discutere con i compagni cubani,
ma partendo dal fatto che i cubani sono persone in carne e ossa come
noi, e che a differenza di noi sono riusciti a fare una vera Rivoluzione
che ha cambiato in meglio la vita di milioni di essere umani e che,
ancor oggi, rappresenta un punto di riferimento per tutta la sinistra
latino-americana e non solo, vivendo a poche miglia dalla superpotenza
statunitense che fin dal 1959 ha dichiarato loro una guerra infinita.
E' sufficiente consultare e confrontare i dati forniti
dalle maggiori organizzazioni delle Nazioni Unite (UNESCO per la
cultura, UNICEF per l'infanzia, FAO per l'alimentazione, OMS per la
sanità) e di altre istituzioni internazionali che molto spesso indicano
Cuba, per i risultati raggiunti in questi campi, come un modello per i
paesi del Terzo Mondo.
Terza questione. La parzialità dell’inviata di
Liberazione è palesemente sfacciata quando si afferma, addirittura nel
titolo: “Cuba, si salvi chi può… i giovani sognano la fuga”.
Sicuramente, come in ogni paese, specie in latino-america vi è una
fascia di persone, anche giovani, che vogliono lasciare il paese con
argomentazioni politiche o più semplicemente economiche, visto che il
blocco è ancora un pesante macigno sull’autodeterminazione della
Repubblica cubana e ne ostacola la piena realizzazione in economia. Ma
cercare di a, addirittura nel titolo:
“Cunuperpotenza statunitense che dal 1061 gli ha dichiarato guerra.ni e
che, ancor oggi, rappresentafar intendere ai lettori che i
giovani cubani in generale sono al “si salvi chi può” è un evidente
tentativo di disinformare sulla realtà di Cuba. Per noi, che questo
attacco provenga da altri quotidiani è quasi normale, ma da Liberazione
ci pare una cosa gravissima.
Quarta questione. Di Celmo. Far trasparire di aver
permesso a Giustino Di Celmo - padre del giovane Fabio assassinato in un
hotel di La Habana dai terroristi organizzati da Posada Carriles - di
aprire una pizzeria a La Habana in cambio di un appoggio acritico al
Governo cubano, anzi come lo ha chiamato la vostra inviata, “al regime”,
ci pare davvero una cosa inaudita. Un affronto intollerabile al dolore
di un padre che, più che ottantenne, si batte ancora contro il
terrorismo internazionale che gli ha ucciso il figlio e per la stessa
memoria di Fabio. Il tentativo della vostra inviata di mercificare il
dolore e la vita del figlio in cambio di una “pizza Fabio, 4 dollari e
65", è una vergogna che si giudica da sola.
Quinta questione. Perché l’inviata di Liberazione non
tenta di fare chiarezza sulla questione Internet che, “grazie” agli
Stati Uniti, vede l’isola completamente tagliata fuori dalla possibilità
di un collegamento veloce e funzionale, visto che i cavi in fibra ottica
aggirano totalmente l’isola, e costringono i cubani a servirsi di un
servizio vecchio, carente e, soprattutto, lentissimo? Perché non ci
parla degli oltre 600 Joven Club de Computación in tutta l'Isola dove i
giovani, totalmente gratis, imparano a utilizzare a proprio piacimento
l'informatica?
E poi, perché non dire che i flussi migratori illegali
sono funzionali agli Stati Uniti che hanno disatteso completamente gli
accordi di 20.000 visti all’anno in uscita da Cuba verso gli USA?
Perché nel fare polemica non si ragiona anche su dati
reali che forse, diciamo forse, possono inficiare la verità
inoppugnabile della vostra inviata ma renderebbero un servizio ai vostri
lettori che potrebbero ragionare al meglio sulle questioni?
Con la speranza che il quotidiano da Lei
diretto pubblichi per dovere di replica questa nostra lettera e
rimanendo a sua completa disposizione per aprire un confronto su Cuba,
la salutiamo fraternamente.