L’aggettivo concorda
sempre con il sostantivo a cui si riferisce in genere e numero,
indipendentemente dalla sua posizione nella frase.
Se l’aggettivo si riferisce a due o piů sostantivi di genere o di
numero diverso, assume la forma maschile.
Formazione del plurale
Gli aggettivi formano il plurale nello stesso modo in cui lo formano
i sostantivi:
- se l’aggettivo termina con la vocale non accentata si aggiunge “s”
alla forma singolare
- se l’aggettivo termina con consonate o per vocale accentata sia
ggiunge “es” alla forma singolare
- se l’aggettivo termina per “z” la vocale si elimina e si
aggiunge “ces”
ad esempio “andaluz” che diventa “andaluces”
Formazione del femminile
- gli aggettivi che terminano nella forma maschile in “án, ín, ón,
or” aggiungono una “a” alla fine.
- gli aggettivi che al maschile terminano in “ior” e i
comparativi “mayor, menor, mejor, peor”, restano invariati
- gli aggettivi indicanti nazionalitŕ prendono una “a” al
femminile
ad esempio “un hombre francés - una mujer francesa”.
Fanno eccezione alla regola gli aggettivi che terminano al maschile
in “a, i, e” che non variano
Anche i diminutivi che terminano in “ete” e gli accrescitivi
che terminano in “ote” cambiano la “e“ finale con una
“a”
- gli aggettivi che terminano in “o” cambiano la vocale in “a”
Tutti gli altri aggettivi restano invariati.
Forme apocope dell’aggettivo
Alcuni aggettivi si troncano, come in italiano, nella forma maschile
singolare, quando precedono un nome:
- bueno, malo, alguno, primero, tercero, perdono la “o”
finale, cualquiera perde la “a” finale.
ad esempio “un buen dia”.
- santo e grande diventano san e gran.
In entrambi i casi non si fa distinzione fra il maschile e il
femminile.
Ci sono alcuni nomi di santi che conservano la sillaba finale ad
esempio “ Santo Domingo”.
- tanto e cuanto diventano tan e cuan
davanti ad un aggettivo ma non davanti a un sostantivo |