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Gennaio: la Giornata della Memoria....corta!
Il 27 Gennaio 1945, sessantatre anni fa,
l’Armata Rossa (i soliti comunisti) liberavano Auschwitz. Nel commando
perirono 231 soldati sovietici. Ma in totale, alla fine della seconda
guerra mondiale, per scacciare dall’Europa il flagello nazista ed i
figli della Lupa (alcuni di loro ebbero pure un rigurgito Repubblichino
ma, secondo la vulgata purificatrice, erano troppo giovani per sapere.
Fatto strano, cresciutelli, divennero seguaci di Almirante. Piccole
incongruenze della logica), l’URSS aveva lasciato sul campo oltre
21.000.000 di morti (13.600.000 militari, 7.500.000 civili). Da tutto
ciò ne consegue, per Copyright, che siamo stati liberati esclusivamente
dagli Americani (che poi, per la precisione, sarebbero gli
Statunitensi). Il 27 Gennaio, per ricordare giustamente quel fatto,
onorare le vittime del nazismo e dell’Olocausto ( possibilmente, senza
nominare le zecche liberatrici), è stato istituito dal Parlamento
Italiano il “Giorno della Memoria”. In realtà, sarebbe meglio dire
“Giornata della Memoria Corta”, visto che mancano all'appello gli ultimi
sessant’anni di storia contemporanea. In effetti, se dal 1945 in poi il
mondo viene rappresentato come immobile, tanto che dobbiamo ricordare
solo l’Olocausto, non è che poi ci si può lamentare se i giovani non
contestualizzano oppure se vivono con distacco gelido la trapassata
crudeltà dei campi di sterminio nazisti. Si potrebbe invece andare
incontro alle nuove generazioni, magari informando gli ultimi
arrivati con la scheda aggiornata dei crimini commessi dai soliti noti.
Non sarebbe male, per esempio, in un’ipotetica “Giornata della Memoria
Lunga” ricordare come, oggigiorno, i Sionisti stiano facendo una
brodaglia con il Popolo Palestinese, dannato a subire un’infame
occupazione lunga una vita. (Naturalmente, se ti occupano per oltre
quarant’anni la casa e tu fai resistenza armata continuata, sei un
terrorista: mi pare ovvio!) In particolare, se mai si può dire così, gli
esseri umani della Striscia di Gaza, solo 1.500.000 (1 milione e
cinquecentomila), dotati di pelle ed ossa come quelli che ha così
mirabilmente raccontato Primo Levi, sono stati ridotti a vivere
ammassati in un recinto, il cui perimetro è stato doviziosamente
sigillato da Sharon (quello di Sabra e Chatila: il partigiano Sandro
Pertini lo definì un Criminale!) ed Olmert con Muri e Check-Point . Per
capire di chi stiamo parlando, si ricordino quelle galline umane che
l’altro giorno, in preda a sete, fame e disperazione, hanno pensato bene
di sfondare il confine con l’Egitto, per acquistare qualche genere di
prima necessità (un po’ d’acqua, qualche fetta di pane, roba del
genere). E’ proprio di loro che stiamo parlando! Magari si potrebbero
ricordare anche gli oltre due milioni e mezzo di morti irakeni per
l’embargo Bush (senior e junior), condito con due guerre d’occupazione
aeroterrestri all’uranio impoverito; l’embargo cubano che attanaglia
l’isola dal 1961 con un danno stimato in oltre 100 miliardi di dollari
(e che si riverbera, poi, nelle cose essenziali, sebbene Cuba abbia
tuttora il primato in molti campi: scuola, sanità, università, sport. E
questo la dice lunga sulla forza di volontà che i popoli oppressi
autoriproducono; si pensi anche al Vietnam). Nella Giornata della
Memoria Lunga si potrebbe ricordare il Napalm, l’Uranio impoverito, il
Fosforo Bianco, le Bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nakasaki (
solo 200.000 morti senza tirare il fiato), qualche milione di Pellerossa
sterminato, qualche Guantanamo, qualche ESMA, qualche Pinochet con Papa
Boy al seguito, qualche Darfur, qualche Ruanda (con i suoi machete, che
provocarono nel 1994 più o meno un milione di morti di sgozzati su
ordinazione, ovviamente, dei papponi imperialisti), qualche Abu Ghraib
con annessi prigionieri sodomizzati con lampade chimiche e manici di
scopa dal glorioso corpo dei marines (di cui vanno pazzi gli psicotici
democristianei di destra e sinistra italiani e di cui non nutre riserve
il Baffo cresciuto a Frattocchie, quello della guerra umanitaria in
Kosovo). Il Kosovo, i bombardamenti umanitari su Belgrado: perché non
ricordiamo pure quelli una volta tanto?
Francesco
Fumarola
27 Gennaio 2008
CaneSciolto
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