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Bertinotti, bye bye. Costituente subito!
E’ così, Bertinotti, cala il sipario
anche sulla tua sciagurata, disastrosa e mortificante stagione politica,
che rapì per troppi anni la forza, l’entusiasmo e la passione di milioni
di uomini e donne, genuinamente comunisti. Oggi quelle compagne e quei
compagni, da te affossati nelle coscienze e nelle speranze, sono di
nuovo liberi. Finisce l’amministrazione controllata di un Partito
ritagliato su misura per la tua erre moscia. Finisce in polvere di voti
tutta la tua grande operazione di mutazione genetica, strenuamente
voluta da te, che negli anni sei stato un despota, un accentratore, un
millantatore, un affabulatore da salotto, un manipolatore di cammelli,
un architetto di frasi senza senso, un fascinoso ammaliatore capace di
incantare con la parola vuota intere generazioni di freakkettoni. Per
tutto questo, ed ancora di più, non ti daremo l’onore delle armi.
Cos’altro dire quando, con candore, interpreti la batosta: “l’exploit
della Lega è l’altra faccia della medaglia della nostra sconfitta”. I
voti che tu, Bertinotti, interpreti transitati da Rifondazione alla
Lega, sono la dimostrazione del tuo fallimento ( oltreché, sia chiaro,
di tutte quelle correnti interne che nel corso dei lustri non hanno
voluto e saputo trovare un argine al tuo Regno), tutto lo strazio della
tua impostazione: per cui andavi crescendo un pugno di giovani sbandati,
senza radici nel marxismo-leninismo (ma tu, del resto ,come potevi
badare alla formazione: comunista non lo sei mai stato, lombardiano
sempre!), pronti all’adulazione dei tuoi gioviali passaggi televisivi ma
ugualmente preparati a saltare in groppa ai fucilieri padani. In quel
limpido tuo commento, la lucida ammissione di aver costruito
sull’argilla la base di Rifondazione Comunista. Il futuro, quello che
per te, a chiacchiere, fu sempre caro, ora ci viene restituito almeno a
livello di "passaggio sgombro" dalla tua presenza politica. Vedi
Bertinotti, noi non sappiamo quale forma prenderà da qui a qualche anno
l’avanguardia di un partito operaio di massa, come quello che fu di
Antonio Gramsci. E’ cosa talmente complicata ed incerta, oltre al fatto
che di personalità come quella di Gramsci, qui, non se ne vede manco
l'ombra. Di certo sappiamo che non sarà un Partito di buffoni. Con te
finisce pure il tempo politico a disposizione di quelli che uscirono
oltre la misura del danno e proclamarono Partiti di cartapesta che, per
la fretta, non raccolsero che le virgole, il nulla. Il tempo è
importante. Così finisce con i decimali il tempo politico delle sette,
dei raggruppamenti autoreferenziali, dei circoletti retorici e
decontestualizzati. Inizia una fase nuova, “costituente”. Che non sarà
quella “Arcobaleno” auspicata da te, per cui: “morto il Re, viva il Re”
( e chiediamo a Vendola, a Russo Spena “parlamentare cronico”, a
Migliore, se sia ancora una volta proponibile l’immagine del carnefice
che si fa salvatore; e ci chiediamo quanti, di noi ed ancora, saranno
disposti a farsi curare le ferite da chi li ha continuamente pugnalati
alle spalle). Sarà una fase dove ogni “costituente” passata, presente e
futura dovrà giocare il ruolo di componente a sintesi, e non ergersi a
polo superiore. Una fase dove il discrimine tra chi ci sta e chi non ci
sta, non sia sui pregiudizi morali, sulle antipatie o simpatie, sulle
più o meno incoerenti coerenze di questo o quello, ma sui principi da
difendere: mai più collaborazionismo, ad ogni livello, con la borghesia
; mai più nei movimenti di lotta senza una marcata identità comunista;
centralismo democratico nelle decisioni interne. E pensare che forse un
vincitore, tra la disastrata ciurmaglia rifondarola, lo si trova
comunque: sono i “raddrizzatori”, quelli che credevano di poter
raddrizzare la barra di Rifondazione da dentro, e ci sono rimasti. Sono
loro, i cosiddetti “entristi”, i grandi protagonisti della battaglia
epica che è sotto gli occhi di tutti. Siete giunti, ora che sono andati
via quasi tutti, alla guida della vostra bella macchina. Peccato che sia
tutta sfasciata. Il tempo è importante. Appunto, così come togliersi il
cappello a cotanta lungimiranza: chapeau!
Francesco Fumarola
CaneSciolto
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