COMPAGNI, DOVE SIETE ANDATI?
Non sarò certo l'unico a chiedermi dove
fono finiti (e come), tutti quei compagni di lotta che, negli anni '70,
riempivano strade di cortei, aule di assemblee, piazze di
manifestazioni.
Dove tutti coloro che, sciarpa rossa sul
viso, si scontravano senza paura contro fascisti e forze dell'ordine e
che hanno colorato di speranza una stagione troppo breve da ricordare.
Dove quelli che contrastarono il sindacato a San Giovanni a Roma, o
dentro le fabbriche che hanno smascherato le spartizioni di potere tra
imprenditori e politici di professione. O quelli che dentro al
Policlinico hanno sferrato duri colpi alle baronie di una classe
dirigente, perversa e feudale.
Mi domando dove, coloro che hanno letto
chilometri di libri di Marx, Engels, Lenin, Gramsci, Mao, Guevara, sono
andati a finire.
Possibile che tutti si sono rifugiati
nelle braccia di una delle due formazioni di un governo di potere o che
si siano improvvisamente sciolti come neve al sole, tra i raggi delle
forti disillusioni di una sinistra che non c'è più da anni?
Neppure credo che si siano rifugiati nella
lega razzista e nordista, troppo lontana da principi di tolleranza e
giustizia sociale.
Ma il fatto resto insoluto: SIETE SPARITI.
Oggi ci sarebbe bisogno che i
quaranta-cinquantenni, quelli che sfilavano incazzati nelle strade delle
loro città, si svegliassero e si riappropriassero della gioventù che li
ha abbandonati, lasciandoli sterilmente assenti in un mondo troppo
triste per essere vero.
Non chiedo di prendere coscienza di cosa
voi sapete già, ma solo di riprendere i vostri sogni e continuare a
lottare contro le arroganze di questo potere che non deve sconfiggerci.
Se pure, avremo pochi capelli e tante
preoccupazioni, se ci saranno chili di troppo e poche forze, dobbiamo
seguitare il nostro cammino, consapevoli di quello che possiamo ancora
fare con tutti i nostri mezzi e lottare.
Certe cose non si dimenticano.
CaneSciolto
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