IL
CARDINALE CUBANO CONTENTO PER LE PAROLE DI SPERANZA DEL PAPA
Il
cardinale cubano, Jaime Ortega, ha espresso la sua contentezza per le
parole di speranza espresse da Papa Francesco e lo ha ringraziato per la
sua semina di buone e necessarie inquietudini nelle coscienze assopite
ed abituate alla mediocrità .
In Piazza
della Rivoluzione de L’Avana, al termine della Messa officiata dal
Sommo Pontefice, l'arcivescovo della capitale ha detto che queste
speranze sono percepite soprattutto dai poveri nelle campagne e nelle
città, nelle periferie sociali, economiche e politiche dei paesi della
Terra.
“Grazie a
nome di tutti gli emarginati, respinti e dimenticati tra i quali Gesù
sembra passare di nuovo quando Lei tocca ognuno di loro con la sua
parola e con le sue mani”, ha affermato.
Ortega ha
citato i cambiamenti socio- economici iniziati a Cuba che ora si
approfondiscono e si è pronunciato a favore della continuità di quanto è
stato conquistato a beneficio dell'equità tra tutti i figli
dell'Isola, senza cadere nell'adorazione del “dio denaro” o nella corsa
al consumo.
Inoltre ha
parlato del processo di ripresa delle relazioni tra Cuba e Stati Uniti
ed ha chiesto di aiutare i popoli, e in particolare il cubano.
Il
cardinale Ortega ha espresso tutto il suo sostegno a papa Francesco
nell’impegno
pastorale di fomentare la conciliazione e la pace tra tutti gli uomini,
nel suo difficile ministero di seminare amore e concordia in un mondo
diviso dalle guerre e dall’odio.
PAPA FRANCISCO HA PARLATO NEL CONGRESSO STATUNITENSE
Il Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica, Papa
Francisco, ha pronunciato un discorso nel Congresso degli Stati Uniti,
il primo di un rappresentante religioso in questa istanza.
Davanti ai membri del Gabinetto Esecutivo, Sua Santità ha
ringraziato per l’invito del Congresso dove si vedono i volti del
popolo, dei suoi rappresentanti e di coloro che sono chiamati a
difendere i loro principi.
Nel suo intervento ha detto che una società politica ha
successo quando cerca di soddisfare le necessità comuni, stimolando la
crescita di tutti e ognuno dei suoi membri, soprattutto quelli che si
trovano in situazioni di grande vulnerabilità o rischio. Mi
piacerebbe dialogare con le persone più anziane che hanno una grande
sapienza ed esperienza, e con i giovani che lavorano per realizzare le
loro nobile e coraggiose aspirazioni, ha detto Papa Francisco.
Costruire un futuro di libertà
Mi piacerebbe ascoltare le vostre proposte ed aiutare
tutti coloro che attraversano situazioni difficili, motivate spesso
dall’immaturità di altri, ha sostenuto nel suo discorso nel Congresso,
ed ha sottolineato il suo interesse al dialogo, con tutti i
rappresentanti dell’ istanza legislativa, attraverso la memoria storica
del suo popolo.
Papa Francisco ha ricordato che la sua visita avviene nel
momento in cui donne e uomini di buona volontà commemorano
l’anniversario di molti nordamericani di successo che nonostante i loro
limiti sono stati capaci di costruire un futuro migliore.
Quest’anno si commemora il 150º anniversario
dell’assassinio di Abraham Lincoln, il guardiano della libertà, che
lavorò senza riposo per far sì che questa nazione potesse realizzare una
nuova tappa di libertà costruendo un futuro con collaborazione e
solidarietà.
Pace e giustizia
In un emozionante discorso davanti al Congresso degli
Stati Uniti, il Papa ha detto che nessuna religione è immune da forme
di estremismo ideologico e che è necessario un equilibrio delicato per
combattere la violenza perpetrata in nome di una religione, ideologia o
sistema economico.
Poi ha aggiunto che si devono salvaguardare le formazioni
religiose e le libertà intellettuali e individuali ed ha chiamato a
confrontare le forme di polarizzazione che dividono le persone in due
gruppi, il bene e il male perchè in questo tentativo si può etichettare
il nemico dentro di noi che promuove odio e violenza. La nostra
risposta dev’essere di speranza e salvezza, di pace e di giustizia, ha
aggiunto. Siamo chiamati a risolvere con coraggio e valore le
crisi geopolitiche ed economiche, anche nel mondo sviluppato, dato che
gli effetti delle strutture ingiuste danneggiano tutti.
Costruire come uno
Poi ha indicato che le sfide attuali chiamano a rinnovare
quello spirito di cooperazione che ha fatto tanto bene alla storia
degli Stati Uniti.
Ha sottolineato che le sfide attuali chiamano a rinnovare
lo spirito di cooperazione che ha apportato tanto al paese
nordamericano e che il nostro sforzo dev’essere di fraternità,
cooperando in maniera generosa per il bene comune, ha sostenuto.
In questa terra dove varie denominazioni religiose hanno
contribuito alla costruzione e al rafforzamento della società, è
importante che le voci della fede si ascoltino sempre, ha reiterato il
Papa, incitando il Congresso ad assumere la politica come espressione
della necessità di vivere e costruire come uno, in una comunità che
sacrifica i suoi interessi per condividere un ambiente di giustizia e di
pace.
Costruire ponti
Dalla prospettiva del dialogo, Papa Francisco ha
riconosciuto gli sforzi fatti per aiutare a risolvere le differenze
storiche del passato che sono state fatte, ed ha affermato che è suo
dovere costruire ponti e aiutare uomini e donne a fare lo stesso.
Davanti al Congresso statunitense ha segnalato quei paesi
che hanno ripreso un dialogo che si poteva interrompere, ma ha indicato
che nuove opportunità si aprono per tutti e che questo necessita
coraggio e determinazione, che non è irresponsabilità.
Il successore di Pietro ha detto che terminerà la sua
visita a Filadelfia, dove parteciperà all’Incontro Mondiale della
Famiglia, un tema ricorrente per il suo contributo a questo paese e da
lì l’importanza di mantenerla, ha indicato.
Il Papa Francisco ha poi reiterato l’importanza della
bellezza della vita familiare ed ha chiamato a non dimenticare i
giovani.
PAPA FRANCESCO AUGURA LA PACE IN COLOMBIA
Durante la celebrazione della messa solenne in Piazza
della Rivoluzione domenica 20 settembre, il Sommo Pontefice ha chiesto
che il sangue versato da migliaia di innocenti in tanti anni di
conflitto armato, assieme a quello di Gesù Cristo sulla Croce, aiuterà
negli sforzi che si stanno facendo, a Cuba, per una riconciliazione
definitiva.
Poi ha chiesto che, con la volontà di tutti i colombiani,
la lunga notte di violenza e di dolore si trasformi in un giorno
illuminato dalla concordia, la giustizia, la fraternità e l’amore, nel
rispetto dell'istituzionalità e del diritto nazionale ed internazionale,
per una pace duratura.
“Non abbiamo diritto di permetterci un altro fallimento
per ottenere la pace e la riconciliazione”, ha sostenuto.
Poi l Papa ha pregato per coloro che hanno perso la
speranza e non trovano motivi per continuare a lottare, per coloro che
soffrono per l'ingiustizia, l'abbandono e la solitudine, per gli
anziani, i malati, i bambini e i giovani, per tutte le famiglie in
difficoltà, perché la madre di Dio restituisca loro la speranza e
l'allegria. Papa Francisco ha ringraziato per le parole del Cardinale
Ortega e dei vescovi, dei sacerdoti, i religiosi e i fedeli laici ed
salutò il presidente Raul Castro e tutte le autorità presenti nella
cerimonia.
LA TV E LA STAMPA IN ITALIA RACCONTANO LA VISITA DEL PAPA
A CUBA
Questo viaggio a Cuba 2015 di Jorge Bergoglio Papa
Francesco, passerà alla storia come il più decisivo, vivace e "exitoso"
dei tre viaggi papali nella più grande delle Antille.
Nel 1998 Papa Woityla, già malato, era ai limiti della
resistenza fisica e Joseph Ratzinger nel 2012. fece una visita scialba e
frettolosa, mentre ora il Pontefice argentino dei "ponti" contro i
"muri" ha svolto un incontro molto bello con Cuba, la sua popolazione, i
suoi dirigenti. Che fascino quella atmosfera in Plaza de la Revoluciòn
con quell'orchestra sinfonica di 50 elementi più coro che sottolineava
gli avvenimenti, con quelle musiche sì di carattere religioso, ma
suonate con sonorità di lieve "son cubano" con tanto di clave, bongòs,
maracas. Atmosfera che solo Cuba con la sua dolcezza, valore e decoro
sa dare.
Il tutto visto in Italia attraverso le molte TV.
Diciamo subito che il miglior programma è stato quello
fornito da Tv2000, l'emittente cattolica della Conferenza episcopale
italiana. Non solo per la completezza ( tutto in diretta senza tagli o
inserimenti stonati ) ma anche perchè i commentatori cattolici,
giornalisti o religiosi, si sono rivelati più preparati su Cuba e
America Latina delle decine di professionisti della RAI cui non erano
estranei i soliti condizionamenti partitici e politicanti. Papa
Bergoglio ha dato una presenza straordinaria per spirito di cordialità e
impegno e anche di notevole resistenza psico-fisica. Giornate da 12 ore
di impegni e spostamenti sono impegnative. E anche Raùl Castro, il
presidente cubano, non era da meno, muovendosi pronto ai suoi 84 anni.
e mezzo. Non era facile domenica 20 settembre dove a mezzogiorno sotto
un cielo semicoperto all'Avana c'erano 32 gradi e alta umidità.
Lavoravano di gran lena tanti ventagli, come quello di Cristina Fernadez
de Kirchner, la presidentessa argentina. Dell'incontro con Fidel diciamo
più avanti.
E prima non si può non commentare ( anche con qualche
sorriso di delusione ) la qualità del lavoro "informativo" di stampa e
TV italiane. Anche nelle cose minime un sacco di errori e imprecisioni
che fanno pensare.
La distanza tra Cuba e la Florida americana è molto
variabile per i cronisti italiani. Va dai 90 chilometri ( Tv2000) alle
200 miglia (Rai). Ma no, sono 90, ma miglia , cioè 150 chilometri:
questa è la distanza geografica reale tra costa nord cubana e Florida.
È così difficile impararlo?. E poi cosa vuol dire: "Cuba
è isolata". No, signori giornalisti Rai che non siete mai andati neppure
una sola volta a Cuba . Cuba non è affatto isolata, anzi ha relazioni
strette di amicizia e rapporti sociali, culturali e commerciali con
quasi tutti i paesi latinoamericani, dai grandi Brasile e Argentina ai
più piccoli Uruguay, Paraguay e Guatemala, ai fraterni Bolivia, Ecuador,
Venezuela, Nicaragua.
Dal 2000 è iniziato un nuovo corso in America Latina e
Cuba ne è da tempo protagonista. Ancora una cronista di Tv2000 situa la
"crisi dei missili" nel 1961 (no, quella era la tentata invasione della
CIA coi 1500 mercenari a Playa Giròn , battuti dai cubani e da Fidel in
persona in 72 ore). La crisi dei missili dei famosi tredici giorni è
dell'ottobre 1962. Sulla Rai sento un' "analista" dire che" purtroppo a
Cuba ci sono lavoratori che guadagnano solo 20 euro al mese". Ma saprà
,lo "specialista televisivo" che 20 euro corrispondono a 570 pesos
nacionales? Mica una pizza e birra. Altri elegantoni delle reti TV
italiane esclamano che a Cuba sono in ritardo anche tecnologico, non
hanno quasi cellulari o tablet o computer. Eppure nel maxi schermo alle
loro spalle si vede bene la gente in quantità nella piazza fotografare
col telefonino o con la fotocamera per computer.
Solo banalità, cose secondarie? Secondo noi invece fanno
capire che molti commentatori delle tv italiane come non sanno le cose
minime spesso nemmeno conoscono le questioni maggiori. Ancora una
giovane cronista afferma che dalla collina del mirador di Holguin "si
può vedere tutta Cuba" (ma se il luogo è alto meno di 400 metri !?), e
un'altra chiama gigantografia il grande ritratto di Che Guevara nella
piazza dell'Avana che è in realtà una scultura in metallo. E meno male
che questa volta non c'è stato il clamoroso e comico errore di un
importante quotidiano italiano che nel 2012 affermò essere del religioso
ottocentesco Padre Varela l'altro grande ritratto stilizzato nella Plaza
de la Revoluciòn.
Ma no, è il volto di Camilo Cienfuegos, mitico
combattente sulla Sierra Maestra e grande amico del Che. Solo che i
malaccorti cronisti italioti scambiarono la tondeggiante ala del
sombrero di Camilo per una presunta aureola di padre Varela. Quella
topica, figlia dell'ignoranza, fu ed è leggendaria. Ciò che è certo è
che su giornali e televisioni italiane nessuno ha saputo ricordare
alcuni aspetti fondamentali della realtà cubana.
Per esempio che Cuba ha il record della più bassa
mortalità infantile ( 5 per mille) non solo latinoamericana ma di tutte
le Americhe col solo Canada a pari con Cuba al 5 x mille e gli Usa,
dietro, al 6. Pensate che la Repubblica Dominicana, che è il più
sviluppato paese turistico dei Caraibi con un incasso di quasi 7
miliardi di dollari (più che doppio di quello cubano) ha ancora una
mortalità infantile al 20 x mille cioè quattro volte più alta di quella
cubana. Inoltre la sanità cubana tra il 2004 e il 2008 ha effettuato
quasi 2 milioni di operazioni di cataratta gratuite per altrettanti
cittadini latinoamericani poveri non in grado di provvedere a questa
infermità nei loro paesi. Se questo non è" servire le persone" dite voi
cos'è. Certo, queste eccezionali opere sanitarie, oltretutto realizzate
da Cuba sotto l'embargo, il "blocco" economico imposto dagli Usa,
provengono da un’ideologia.
Ma si potrebbe dire un’ideologia benefattrice, se ha come
scopo la cura e la salute del suo popolo e di altri popoli fratelli. No,
nessuno ha parlato di questi pregi della società cubana. Forse poteva
farlo Fidel Castro che- dicono le cronache- ha dialogato con Papa
Bergoglio per ben 4o minuti. Ma non si sa precisamente di cosa hanno
conversato i due grandi protagonisti. All'inizio ci fu addirittura un
brivido: " Non si sa se ci sarà l'incontro tra Papa Francesco e Fidel".
Poi:" l'incontro è a porte chiuse ". Poi ancora:" niente immagini nè
sonoro". Regista dell'operazione Padre Lombardi, il capo delle
relazioni stampa del Vaticano. Come ? Fidel oscurato, Fidel sotto
embargo? Poi arriva la prima foto, scattata da uno dei figli di Castro,
poi qualche rapida immagine, il video, parziale, che vede il Papa e il
leader storico della Rivoluzione cubana dialogare fittamente. Ma l'audio
è off limits. Possibile che un uomo di quasi 90 anni e in non così buona
salute come Fidel, sia ritenuto ancora "pericoloso" e temuto ? Tanto,
quasi, da dettargli cosa dire? Dunque tra il Papa e Fidel un colloquio
perlomeno teleguidato. Devono aver detto a Fidel: "o così o niente".
Chiudiamo citando l'articolo di Marco Ansaldo su " Repubblica", il
conosciuto giornale italiano (presunto progressista) noto anche come uno
dei fogli più ostili a Cuba in Europa. Dall'articolo di Ansaldo di
lunedi 21 settembre su Repubblica prendiamo questo passaggio, secondo
noi piuttosto significativo.
Ansaldo scrive la frase:" Castro aveva lasciato il potere
nel 2006 per qualche accenno di malattia". Accenno di malattia, sì. In
realtà la sera del 31 luglio 2006, Fidel Castro venne ricoverato
d'urgenza per una diverticolite emorragica e subito operato. Nei mesi
seguenti venne operato altre tre volte perchè i punti di sutura
intestinali non tenevano. A novembre l'ottantenne Fidel aveva perso 22
chili di peso. La vera convalescenza durò poi fino al giugno 2007 quando
Castro venne intervistato da Randy Alonso della TV cubana.
Fidel uscirà in pubblico per la prima volta dopo oltre un
anno dalla prima operazione.
Per l'inviato di Repubblica queste serie peripezie
mediche furono soltanto "qualche accenno di malattia". Scritto, stampato
e firmato su "La Repubblica" 21 settembre 2005.
GIUNGERÀ
A CUBA IL PAPA FRANCISCO
Il Papa Francisco, Sommo Pontefice della Chiesa
Cattolica e capo dello Stato di Città del Vaticano, giungerà a Cuba
domani sabato 19 settembre per realizzare una visita apostolica
nell’Isola, che si estenderà sino al 22 settembre.
Sua Santità realizzerà una visita di cortesia al
Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, Raúl Castro Ruz, e
realizzerà un programma di attività pastorali a L’Avana, Holguín e
Santiago di Cuba.
Biografia del Santo Padre Francisco
Jorge Mario Bergoglio, eletto Sommo Pontefice il 13 marzo
del 2013, è nato nella capitale argentina il 17 dicembre del 1936,
figlio di emigranti piemontesi.
Diplomato tecnico chimico , scelse il cammino del
sacerdozio, entrando nel seminario diocesiano di Villa Devoto. L’11
marzo del 1958 passò al noviziato della Compagnia di Gesù. Completò gli
studi di umanità in Cile.
Nel 1963, tornato in Argentina, si laureò in filosofia
nel Collegio San José, di San Miguel. Tra il 1964 e il 1965, fu
professore di letteratura e psicologia nel Collegio dell’Immacolata di
Santa Fe e nel 1966 insegnò le stesse materie nel Collegio del Salvador,
a Buenos Aires. Dal 1967 al 1970 studiò teologia nel Collegio San José e
ottenne la laurea.
Il 13 dicembre del 1969 ricevette l’ordine sacerdotale
dalle mani dell’arcivescovo Ramón José Castellano. Proseguì la
preparazione nella Compagnia dal 1970 al 1971, in Alcalá de Henares
(Spagna), e il 22 aprile del 1973 stabilì la professione perpetua.
Di nuovo in Argentina, fu maestro dei novizi a Villa
Barilari in San Miguel, professore nella facoltà di teologia, consulente
della provincia della Compagnia di Gesù ed anche rettore del Collegio.
Il 31 luglio del 1973 fu eletto provinciale dei gesuiti
dell’Argentina, compito che svolse per se anni. Poi riprese il lavoro
nel campo universitario tra il 1980 e il 1986 fu d nuovo rettore del
collegio San José, oltre che parroco a San Miguel.
Nel marzo del 1986 si trasferì in Germania per ultimare
la tesi del dottorato; poi i superiori lo inviano al Collegio del
Salvador, a Buenos Aires e quindi alla chiesa della Compagnia della
città di Córdoba, come direttore spirituale e confessore.
Il cardinale Antonio Quarracino lo chiamò come suo
stretto collaboratore a Buenos Aires. Cosi il 20 maggio del 1992,
Giovanni Paolo II lo nomina vescovo titolare di Auca e ausiliare di
Buenos Aires.
Il 27 giugno riceve nella cattedrale l’ordine
episcopale dalle mani del porporato. Come motto sceglie “Miserando
atque eligendo” (lo guardò con misericordia e lo elesse”) e nello scudo
include il Cristogramma IHS, simbolo della Compagnia di Gesù.
Il 3 giugno del 1997 fu promosso arcivescovo coadiutore
di Buenos Aires. Dopo nove mesi, alla morte del cardinale Quarracino,
gli succede, il 28 febbraio del 1998, come arcivescovo dell’Argentina.
Il 6 novembre successivo è nominato anche Ordinario per i
fedeli di rito orientale residenti nel paese sprovvisti di Ordinario
del proprio rito.
Tre anni dopo, nel Concistoro del 21 febbraio del 2001,
san Giovanni Paolo II lo crea cardinale, assegnandogli il titolo di san
Roberto Bellarmino. Sino all’inizio della sede vacante era membro
delle Congregazioni per il culto divino e la disciplina dei sacramenti,
per il clero, per gli istituti di vita consacrata e le società di vita
apostolica; del Consiglio pontificio per la famiglia e della Commissione
pontificia per l’America Latina.
PAPA FRANCISCO HA INVIATO UN SALUTO AL POPOLO CUBANO
“Sin d’ora saluto con affetto il popolo cubano e quello
statunitense”, ha detto e la Radio Vaticana ha trasmesso le sue parole.
Il Papa ha aggiunto: “Sabato partirò per un viaggio apostolico a Cuba e
negli Stati Uniti, una missione per la quale sono preparato con grande
speranza. Chiedo a tutti di accompagnarmi con l’orazione”, ha
segnalato.
Poi ha ricordato il suo viaggio apostolico
internazionale dal 19 al 22 a Cuba, e dal 22 al 28 negli USA ed ha
spiegato che il motivo principale del viaggio negli Stati Uniti è
l’Incontro Mondiale delle Famiglie, che si svolgerà a Filadelfia, ed ha
anche confermato che andrà nella sede centrale delle Nazioni Unite per i
70 anni di questo organismo.
Durante la sua presenza a Cuba, il vescovo di Roma
officerà messa in Piazza della Rivoluzione José Martí a L’Avana domenica
20, il giorno dopo a Holguín, e il 22 settembre nella Basilica Minore
del Santuario della Vergine della Carità del Cobre, nel territorio di
Santiago di Cuba.
Domenica 20 il papa realizzerà una visita di cortesia al
generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Presidente dei Consigli di Stato e
dei Ministri e successivamente presiederà nella Cattedrale de L’Avana
“L’orazione delle Vispere”, alle 17.30, con la partecipazione di
sacerdoti, religiosi e seminaristi di tutta l’Isola.
Dopo l’orazione si svolgerà l’incontro con i giovani che
vorranno salutare Papa Francisco, all’entrata del Centro Culturale Padre
Félix Varela, già Seminario San Carlos y San Ambrosio, in calle Tacón,
tra Chacón e Mercaderes.
BENVENUTO PAPA FRANCISCO
Il Papa
Francisco, Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica e Capo di Stato
della Città del Vaticano, realizzerà una visita apostolica a Cuba tra
il 19 e il 22 settembre.
Al suo
arrivo a L’Avana riceverà un cordiale Benvenuto dal Governo cubano e dal
popolo della capitale. Sua Santità potrà apprezzare il rispetto,
l’affetto e l’ospitalità che tutti gli offriremo durante il suo
soggiorno nella nostra Patria.
Constaterà
che il nostro patriottismo e l’arduo e fruttifero sforzo della nazione
per esaltare l’essere umano, per la giustizia e la cultura, per questo
mondo migliore che non solo è possibile, ma è anche indispensabile.
La sua
presenza in Cuba confermerà il buono stato delle relazioni esistenti tra
il Governo cubano e la Santa Sede, che quest’anno hanno celebrato l’80º
anniversario di vincoli ininterrotti.
Tra i più
importanti momenti si segnalano la visita del Comandante in Capo Fidel
Castro Ruz alla Santa Sede nel 1996, quelle
realizzate
a Cuba dai Sommi Pontefici Juan Pablo II nel 1998 e Benedetto XVI nel
2012, così come il positivo incontro, nel maggio scorso tra il
presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri Raúl Castro Ruz con il
Papa Francisco, nel Vaticano.
Negli
ultimi mesi le autorità del Vaticano e della Conferenza dei Vescovi
Cattolici di Cuba, con il Governo, hanno lavorato per creare le
condizioni che permettono una positiva realizzazione delle attività
previste.
I
pellegrini di altre parti del mondo che vorranno accompagnarci in questa
significativa occasione saranno accolti con l’amabilità che caratterizza
i cubani.
Le messe
che il Papa officerà in piazza della Rivoluzione “José Martí”, de
L’Avana e “Calixto García” a Holguín, rispettivamente, la mattina di
domenica 20 e lunedì 21 settembre, conteranno su una grande presenza di
compatrioti di tutte le province.
Il Papa
incontrerà vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, seminaristi e
laici.
Saluterà
giovani e famiglie cubane. Celebrerà una messa nel Santuario della
Vergine della Carità del Cobre, dichiarata dal Papa Benedetto XV Patrona
di Cuba.
Ascolteremo
le parole di Sua Santità con rispetto e attenzione, mostrando che siamo
un popolo educato e nobile, che come degno anfitrione gli presenterà la
sua storia, la cultura e le tradizioni, immerso nel processo
d’attualizzazione del suo modello socioeconomico, impegnato nella difesa
della sovranità nazionale e nella preservazione delle sue conquiste
sociali, per ottenere il maggior benessere per tutti, senza esclusioni.
Saluteremo il primo Papa latinoamericano dall’eroica città di Santiago
di Cuba, dopo avergli offerto una vera dimostrazione della nostra unità,
solidarietà
e impegno con l’umanità.