purtroppo il pregiudizio e l’intolleranza
che anche per colpa di una parte della sinistra italiana, circonda Cuba ha
prodotto un’azione sgradevole davanti all’Ambasciata. Il 7 di novembre,
una ventina di militanti di Azione giovani sono andati a dar la scalata al
cancello dell’Ambasciata di Cuba, hanno innalzato cartelloni insultanti,
hanno bruciato una bandiera rossa e hanno continuato nelle provocazioni
per diverso tempo. I carabinieri della vicina stazione Aventino, chiamati
dall’Ambasciata, non sono mai intervenuti.
L’indomani, però, quando alcuni aderenti
dell’Associazione di Amicizia Italia-Cuba hanno istituito un presidio di
solidarietà, sono stati fatti sloggiare dalle forze dell’ordine, questa
volta puntualmente presenti.
L’Ambasciatore Maria de los Angeles Florez
ha inoltrato una protesta per via diplomatica, ma a tutt’oggi non ha avuto
nessun tipo di risposta dalle nostre autorità diplomatiche.
E’ il segno di un piano che sta crescendo in
Italia e che deve avere dei mezzi a disposizione, perché riempire Roma di
manifesti contro Cuba costa, sia per la stampa, sia per l’affissione.
Il ritaglio del Secolo d’Italia che potete
leggere qui di seguito, conferma che l’organizzazione viene da lontano.
Avevamo segnalato in estate che l’arrivo a
Roma di Alina Castro (ricevuta da Gianfranco Fini proprio nei giorni in
cui era a Roma Otto Rich, falco dell’aggressiva politica Usa nei riguardi
di Cuba era un chiaro segno di una organizzazione di delegittimazione di
Cuba che si stava montando anche in Italia come i tempi del Ned (Natinoal
Edovment for democracy), l’agenzia della Cia che aveva uffici in tutte le
capitali europee solo per fare lavoro di propaganda contro Cuba, solo
contro Cuba.
Otto Rich è stato dimesso dal suo incarico
di sottosegretario per gli affari del continente latinoamericano perché è
stato provato che ha mentito al Congresso e al Senato americano, ma
evidentemente il presidente Bush continua a usarlo per tutte le operazioni
“sporche” che riguardano Cuba e l’America Latina.
E’ singolare che i democratici ragazzi di
“Azione giovani” non si siano sentiti usati e non abbiano messo in piedi
nessuna protesta quando in Bolivia, negli stessi giorni, il presidente
“democraticamente eletto” Sanchez De Losada, faceva sparare sui poveri
indigeni che protestavano per la svendita del gas (unica ricchezza
nazionale) agli Stati Uniti causando più di cento morti e più di 400
feriti.
Queste cose a Cuba non sono mai successe e
non a caso Sanchez De Losada, ormai impresentabile, ha dovuto abbandonare
il suo incarico e la Bolivia e riparare a Miami. Proprio in quella Miami
da dove parte l’organizzazione di questa singolare campagna che si sta
realizzando in Italia fra il disinteresse anche di molte di quelle forze
che in passato si dicevano di sinistra.
Crediamo che bisogna vigilare su realtà che
stanno diventando preoccupanti per il diritto di autodeterminazione dei
popoli e per la nostra democrazia.
°°°°°°
AL VIA LA CAMPAGNA DI AG PER I CUBANI
da il Secolo d'Italia del 8/11
ROMA. Ha preso il via la campagna nazionale di Azione giovani e Azione
universitaria per la libertà del popolo cubano contro il regime comunista
di
Fidel Castro, in collaborazione con l'Unione per le libertà a Cuba,
organizzazione legata ad Alina Castro che raccoglie cubani dissidenti e
oppositori al regime. «Abbiamo stampato i manifesti con una frase di Alina
Castro, la figlia del dittatore cubano da sempre in prima linea nel
gridare
a gran voce il dolore del proprio popolo - afferma Giorgia Meloni,
coordinatrice nazionale di Ag - la frase recita: "Il silenzio di chi
sostiene mio padre uccide Cuba". Rispondere a questa richiesta di aiuto è
un atto di civiltà, un obbligo morale di fronte a cui l'Europa non può
continuare a nascondersi». Francesco Grillo, reggente nazionale di Ag,
spiega che «la campagna prevede una serie di iniziative tra le quali
l'istituzione di un comitato trasversale per la libertà del popolo cubano.
Chiederemo a tutte le forze politiche, le associazioni, le ong, i
sindacati,
gli intellettuali di aderire al di là delle appartenenze politiche». Joel
Rodriguez, portavoce dei cubani dissidenti e oppositori al regime, fa
sapere che la loro richiesta prevede «che non si concedano più aiuti di
alcun tipo al regime di Castro finché non sarà data la libertà ai
prigionieri politici, finché non saranno indette elezioni a suffragio
universale e garantito il rispetto dei diritti umani nell'isola. Questa
campagna ha l'appoggio di tutti i dissidenti ed è stata approvata anche da
Carlos Carrarero, il presidente della nostra Unione».
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