Il messaggio dei Cinque a Giustino Di Celmo
di
Acela Caner Román - Foto:
Keyttia Pinton - Eugenio Suárez
Come ogni
anno, il 4 settembre, dal 1997, Giustino Di Celmo ritorna nell’Hotel
Copacabana, cammina per i suoi saloni, saluta i dipendenti, abbraccia gli
amici. Nel lobby, Giustino da un bacio alla sua amano e lo deposita e poi
accarezza la targa di bronzo con il viso di Fabio, vittima innocente di un
crimine.
La famiglia
dei Di Celmo, schiacciata dal dolore, non ha mai smesso d’esigere giustizia
e di reclamare la fine della azioni di terrorismo contro Cuba.
Nel
pomeriggio dello stesso giorno, i familiari dei Cinque antiterroristi cubani
ingiustamente reclusi negli Stati Uniti, la direzione dell’Istituto Cubano
d’Amicizia con i Popoli (ICAP), la segreteria del Partito nel municipio
Playa e i lavoratori del Copacabana, hanno colmato le installazioni
dell’hotel per rendere omaggio a Fabio Di Celmo e a suo padre, instancabile
combattente per la liberazione dei Cinque.
Magaly
Llort, madre di Fernando González, ha portato una targa di legno con un
messaggio firmato da Gerardo Fernández Nordelo, Ramón Labańino Salazar, René
González Schwerert, Fernando González Llort e Antonio Guerrero Rodríguez
per il padre di Fabio Di Celmo.
Con le sue
parole, la madre dell’Eroe ha sottolineato che, dagli inizi del movimento
per il ritorno dei Cinque, Giustino Di Celmo ha promesso che la sua famiglia
avrebbe fatto sua la causa di questi uomini ingiustamente reclusi.
E cosě č
stato: il padre di Fabio e il fratello Livio, hanno mantenuto la promessa.
Nonostante
la sua etŕ avanzata, Giustino realizza molteplici azioni per far sě che
tutti conoscano i fatti vincolati all’assassinio di Fabio, come prova
indiscutibile dello ‘stato di necessitŕ’ che ha il popolo cubano di cercare
informazioni nei gruppuscoli di terroristi per evitare nuovi crimini.
Giustino č instancabile.
Poi Magaly
Llort ha letto il testo Della targa che teneva tra le mani:
Per
Giustino Di Celmo
Con
profonda gratitudine per l’appoggio alla nostra lotta per la giustizia
Giustino ha
ringraziato per questo omaggio. “Nessun dolore puň essere piů grande che la
morte di un figlio e ancora di piů quando č provocata da un’azione violenta
e crudele”, ha detto molto emozionato.
“Fa male
pensare a tutte le azioni terroristiche contro Cuba! Fa male pensare che
Luis Posada Carriles, assassino provato e confesso della morte di mio figlio
e di molteplici altri crimini, cammina libero per le strade di Miami, mentre
questi uomini, giovani che lottavano perchč non avvenissero piů azioni di
terrorismo contro Cuba sono rinchiusi in prigione.”
“Io voglio
chiedere a tutte le persone di buona volontŕ che divulghino questa grande
veritŕ e che scrivano al presidente degli Stati Uniti, che liberi i Cinque
cubani antiterroristi. Loro sono uomini giusti e la giustizia non puň essere
carcerata. Se il mio Fabio fosse vivo, sň che avrebbe scritto una lettera a
Obama reclamando la loro libertŕ immediata”.
Le poesie
di Antonio Guerrero, il reclamo di Cintio Vitier per la liberazione dei
nostri Cinque fratelli sono giunti nelle voci di Carlos Ruiz de la Tejera e
Jesús del Valle (Tatica).
María Elena Pena ha cantato ‘Lontano da Genova’ del compositore Manuel
Agudín.
L’incontro
č terminato con la lettura della poesia che Giustino Di Celmo scrisse dopo
quel disgraziato giorno in cui il piů piccolo dei suoi figli lo lasciň per
sempre:
A
Fabio: mio figlio
Stavi
ancora/nel ventre di tua madre/e d’allegria/ io ho pianto.
Eri un
bambino e/per le tue febbri/e le tue cadute/io ho pianto.
Eri un
giovane e/per il timore e l’angoscia/alle decisioni della vita/ io ho
pianto.
Da quando
la bomba assassina/ha spento la tua giovane vita/
non ho
piů/lacrime per piangere.
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