Che si diano visti
temporanei per visitare i Cinque
Amnesty International
chiede che si concedano visti temporali alle mogli di due dei Cinque Cubani
e sollecita di nuovo le autorità statunitensi perché rivedano attentamente
la loro decisione di non concedere visti temporanei alle mogli di due
cittadini cubani che scontano lunghe condanne negli Stati Uniti e, se non ci
sono ragioni determinanti per continuare a negarli, concedano i visti
affinché possano andare a visitare i loro mariti.
I due uomini carcerati,
Gerardo Hernández e René González, furono dichiarati colpevoli nel 2001 di
essere agenti non registrati del governo cubano. Alla moglie del primo,
Adriana Perez, non è mai stata permessa una visita da quando fu arrestato,
nel 1998. Olga Salanueva, moglie di René e la loro figlia, Ivette, di otto
anni, non lo vedono da giorni del processo, svolto nel 2000.
Il governo statunitense
respinge dal 2002 i solleciti di visti temporanei delle due donne,
adducendo distinte ragioni relazionate con terrorismo, spionaggio e
questioni di sicurezza nazionale.
Nessuna delle due donne è
mai stata accusata per tali delitti e nemmeno i loro mariti sono stati
accusati o dichiarati colpevoli di terrorismo.
Adriana Pérez e Olga
Salanueva si sono rivolte ad Amnesty International per spiegare che non
rappresentano una minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti e che i loro
mariti sono reclusi assieme alla “popolazione generale” della prigione,
fatto che indica che non li si considera un pericolo per la sicurezza del
paese.
Amnesty International non
è nelle condizioni di giudicare le ragioni del governo che ha deciso di
negare a queste due donne un visto temporaneo che permetta loro di visitare
i loro mariti, ma nonostante questo, l'organizzazione ha esposto
ripetutamente la questione alle autorità statunitensi dal 2002, perché
considera che negare a questi uomini le visite delle loro mogli (e di una
figlia, nel caso di uno di loro) è una misura punitiva non necessaria e
contraria alle norme sul trattamento umano dovuto ai carcerati ed
all'obbligo che hanno gli Stati di proteggere la vita familiare.
L'organizzazione crede che
questo rifiuto sia particolarmente ingiusto date le severe condanne imposte
ai due uomini (15 anni a René González ed ergastolo a Gerardo Hernandez), e
date anche le questioni che si sono poste sul fatto che queste condanne
siano state emesse in un processo con le dovute garanzie.
Informazioni complementari
sull’impugnazione delle sentenze e le condanne inflitte ai Cinque Cubani:
Il maggio del 2005, il Gruppo di Lavoro della ONU sulla Detenzione
Arbitraria ha dichiarato che gli Stati Uniti non avevano garantito ai Cinque
Cubani un processo equo. L'opinione si basava sulle informazioni date dalle
famiglie dei carcerati, ed esprimeva preoccupazione per la giurisdizione
dove si era svolto il processo, sull'uso di prove top secret e la reclusione
degli accusati in isolamento per mesi prima del processo, fatto che, secondo
i dossier, aveva ostacolato l'accesso alle prove e la comunicazione degli
accusati coi loro avvocati.
Nell’agosto del 2005, un
tribunale d’appello ha annullato la sentenza di condanna dei Cinque Cubani
ed è stato richiesto un nuovo processo, considerando che l'ostilità verso i
cubani in accordo con il governo di Fidel Castro, che impera a Miami (dove
si è svolto il processo) aveva danneggiato gli accusati.
Comunque, la Corte di
Appello del Nono Circuito degli Stati Uniti ha poi revocato la decisione il
9 agosto 2006, considerando che non c'erano state dimostrazioni così dannose
nella selezione della giuria.
Amnesty International non
è giunta a nessuna conclusione sul fatto che si siano mantenute le dovute
garanzie nei procedimenti, molti dei quali si devono rivedere in un appello
diretto. Nonostante ciò, l'organizzazione continua a raccogliere
informazioni su questa questione.
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