Il messaggio di
Antonio Guerrero ai partecipanti al Xº Festival Internazionale della Poesia
dell’Avana
Ancora una volta,
tramite la nostra cara sorella Aitana, il Comitato Organizzatore ci ha
invitato a questo evento di poesia e di poeta di tutto il mondo e ancora una
volta nessuno ci può impedire di stare seduti assieme a voi e che dai Cinque
Prigionieri dell’impero vi giunga il saluto e il nostro forte abbraccio.
Ci è giunta la notizia
che tra gli invitati c’è anche il grande poeta, l’instancabile combattente
per la giustizia e la piena indipendenza dei nostri popoli, l’amico del
Nicaragua, Ernesto Cardenal. Permettetemi di approfittare dell’occasione
per ringraziarlo per il suo forte sostegno alla degna battaglia per la
nostra liberazione e per raccontargli qualcosa sulla sua presenza in noi
durante questi sette anni di reclusione ingiusta, trascorsi con fermezza e
ottimismo.
In quei giorni di
isolamento totale e di tortuoso e imbrogliato processo, ci ha accompagnato
sempre la poesia come arma di resistenza e via di espressione dei nostri
sentimenti più puri. Gerardo, buon conoscitore della poesia e di molti poeti
latino americani, un giorno ci aveva declamato dei versi di Ernesto Cardenal.
Mi impressionarono la profondità e la bellezza di quei versi e un giorno,
facendoli miei, li scrissi alla mia amata...
Tenendoci, tu me e
io te, abbiamo vinto
Tu, perchè io sono
quello che ti ha amato di più
e io perchè tu sei
quella che più mi ha amato
Però per questo io non
vinco più di te:
ci potrebbero essere
altre che mi amano
ma nessuna potrà
amarmi più di te.
In questa opportunità
questo incontro è dedicato alla pace che oggi e una necessità più d’una
dedica. Che sarebbe della pace senza il canto dei poeti? Che sarebbe d’un
poeta che si sente estraneo ai sogni e alle speranze di tutti coloro che
reclamano giustizia e pace? E dicendo questa corta parola non posso non
pensare ai profondi verso così belli del poeta Angel Augier, che noi
chiamiamo con onore maestro e amico, che dicono:
Pace
Questa esplosione
monosillabica
della prima e ultima
lettera dell’alfabeto
invitate da una
consonante strategica
che sembra provenga
dall’universo delle parole
e da quanto l’uomo ha
posto in lei
di sangue, sofferenze
e speranza.
Per l’irrinunciabile
dovere di lottare per evitare altri morti innocenti e sofferenze, per
difendere la speranza del mondo migliore che sappiamo che è possibile,
continuiamo poeti e uomini e donne del mondo ad alzare le nostre voci,
disposti ai maggiori sacrifici nell’attuare ogni giorno come ci insegna José
Martí: “Il vero uomo non guarda se al suo fianco si vive meglio, ma da che
lato si trova il dovere”
Hasta la
victoria de la paz, siempre!
Antonio
Guerrero Rodríguez
16 maggio
del2005
USP Florence
-
Colorado
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