|
Esattamente germinare
Per amore alla pace e alla vita, disposti a compiere questo
onorato dovere, volontariamente, contro il terrorismo.
Avvisare sui pericoli di aggressione.
Così Antonio Guerrero Rodríguez ha definito la nobile
missione che lui e i suoi quattro compagni hanno compiuto, per la quale oggi
sono rinchiusi ingiustamente, condannati dall’odio e dalla vendetta.
Aldo Madruga
A quest’uomo viene negato il sole, se lo litigano, lo
usano, lo nascondono, gli restringono le razioni di luce e di calore. Lo
castigano e lo minacciano ma questo cubano cresce e non lo fermano nè le
sbarre della cella o i cancelli del carcere di Florence, Colorado, Stati
Uniti, e lui scappa, se ne va al disopra dei muri e molto al di là della
solitudine con la sua speranza e la convinzione che nonostante tutto la
vittoria è proprio lì vicina e sta germinando: trionfa!
Solamente poche settimane fa il prigioniero ostaggio
Antonio Guerrero, grazie alla solidarietà internazionale è stato tolto
dall’isolamento al quale era stato condannato per più di un mese, non per
indisciplina o per presunte ragioni di sicurezza nazionale, ma per odio e
per vendetta.
Il 27 dicembre del 2001 iniziò l’esposizione delle prove
nel tribunale che lo stava processando nello Stato della Florida. Guerrero
citò allora il poeta nordamericano Walt Withman e il suo “Canto a me
stesso”, un’allegoria che definì come un momento chiave del suo
comportamento durante il cammino di sacrificio che cominciava allora a
percorrere.
“Oggi io mi alzo con la mia anima forte. Cuba, la mia
piccola Isola, è stata attaccata e aggredita e calunniata per decenni, in
continuazione, con una politica crudele, disumana, assurda, una vera guerra
vorace e aperta al terrorismo precursore dell’orrore, del sabotaggio
generatore di rovine, di assassinii, causa di dolore, del dolore più
profondo: la morte” dichiarò allora come ragione principale delle sue
presunte azioni di spionaggio.
“Tra i risultati di quegli atti ci sono stati 3400 morti e
almeno 2000 invalidi assieme a danni incalcolabili all’economia, alle fonti
di vita e centinaia di migliaia di cubani sono nati e cresciuti, nascono e
crescono sottoposti a un crudele blocco ferreo e nel clima ostile di guerra
fredda” sottolineò.
“Dove sono stati organizzati e chi ha finanziato tutti
questi incessanti e spietati atti? Nella maggioranza dei casi proprio nel
territorio degli Stati Uniti d’America! Che hanno fatto le autorità di
questo paese per evitarli? Praticamente nulla! Le aggressioni non sono mai
terminate!” ha affermato. Antonio Guerrero Rodríguez disse allora che
per le strade di Miami passeggiavano liberamente persone responsabili di
molte azioni di terrorismo contro Cuba e oggi si può aggiungere che mentre
Antonio è in carcere sono stati sequestrati aerei e imbarcazioni. Sono stati
organizzati traffici di esseri umani, è stata posta in pericolo la vita di
centinaia di persone. Quelle persone sono anche responsabili delle morti che
solamente le correnti dello Stretto della Florida conoscono. Quelle persone
passeggiano tranquillamente per le strade della città di Miami.
“Una delle forme possibili per impedire atti brutali e
sanguinosi, per evitare che la sofferenza aumenti con un maggior numero di
morti - precisò Antonio - era attuare in silenzio e non ci rimase altra
alternativa che contare su uomini che per amore alla Patria e al popolo
cubano, per amore della pace e della vita erano disposti a compiere
volontariamente questo onorato dovere di lottare contro il terrorismo.
Avvisare dei pericoli di aggressione. Prevenire atti che avrebbero
causato dolore nella popolazione è stato l’obiettivo dei miei atti e la
ragione del mio dovere” dichiarò Antonio dopo la condanna. “Che
poteva fare Cuba per difendersi, prevenire i piani terroristi contro di
lei? Che poteva fare per evitare problemi maggiori con gli USA? Che opzioni
aveva per salvaguardare la sovranità e la sicurezza dei suoi figli? Egli
chiese quel giovedì 27 dicembre del 2001 alla giuria che non lo ascoltava nè
lo vedeva, perchè i pregiudizi, l’animosità e il rancore chiudevano loro
occhi e orecchie.
“Non abbiamo attuato per denaro o per rancore! Nessuno dei
nostri ha mai avuto l’idea di causare danni al laborioso e nobile popolo
nordamericano! Non abbiamo danneggiato la sicurezza nazionale di nessun
paese, come è stato dimostrato nel lungo processo al quale siamo stati
sottoposti. I bestiali attacchi terroristi contro il Centro Mondiale
del Commercio e il Pentagono del 11 settembre hanno fatto tremare di
indignazione tutti noi che amiamo un mondo di pace. La morte a sorpresa di
migliaia di persone innocenti di questo popolo ci ha causato un profondo
dolore” riconobbe Antonio davanti ai suoi fanatici inquisitori.
“Nessuno nega che il terrorismo è un fenomeno disumano, spietato e
ripugnante e deve venire eliminato con urgenza.” Antonio in quella giornata
citò due affermazioni del presidente degli Stati Uniti a proposito degli
attacchi terribili contro le torri. “Per ottenere la vittoria si deve
avere a disposizione la miglior intelligenza possibile, ci vuole unità per
rafforzare le agenzie di sicurezza, per conoscere i piani prima che vengano
messi in atto, per scoprire i terroristi prima che attacchino.” “Io chiedo e
torno a chiedermi: queste affermazioni non hanno valore per Cuba che è la
vittima del terrorismo?” disse ancora quest’uomo al quale negano la luce, lo
usano, lo nascondono, gli restringono minuscole dosi di sole e di calore, lo
castigano e lo minacciano, quest’uomo, un ostaggio, un prigioniero che
nonostante tutto è sicuro che: “ Alla fine riposeremo liberi e vittoriosi
sotto questo sole che oggi ci è stato negato!”
L'indirizzo di Antonio Guerrero
Rodríguez
Antonio No. 58741 – 004
USP
FLORENCE
PO BOX
7500
5880
State HWY 67
Soluth Florence CO 81226
Tel.: 719-784-9454
Fax: 719 784 5157
|