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DISCORSO PRONUNCIATO DA
GERARDO HERNÁNDEZ NORDELO DOPO LA SENTENZA
Mercoledì 12 dicembre
2001
Sua Signoria:
Vorrei innanzi tutto
pronunciare poche parole di ringraziamento a un gruppo di impiegati del
governo federale che hanno lavorato durante il nostro lungo e complesso
processo, dentro e fuori da questa sala. Mi riferisco ai traduttori, agli
stenografi, ai molti assistenti che sempre dimostrarono un grado di
professionalità molto elevato. È giusto ringraziare pubblicamente anche gli
avvocati che ci hanno rappresentato e tutte le persone che li hanno
assistiti in quel difficile compito. Per non sciupare il suo prezioso tempo
cercherò di essere il più breve possibile. Siamo cinque persone che si
difendono in questo processo e tra di noi dividiamo molti criteri ed
opinioni, per cui eviterò di riferirmi ad argomenti che sicuramente gli
altri citeranno nei loro interventi. D’altra parte ci vorrebbe troppo tempo
per segnalare tutte le dichiarazioni inconsistenti dell’accusa e dei suoi
testimoni e ognuno degli sforzi fatti per usare e a volte manipolare piccole
porzioni dell’evidenza, trattando di ignorare la maggiore ed essenziale
parte della stessa. Questi pochi minuti non basterebbero per segnalare tutti
i tentativi dell’accusa per far sì che la giuria subisse emozioni e
pregiudizi al di fuori dei fatti reali e delle leggi. Non ci sarebbe nemmeno
il tempo di segnalare tutte le ragioni che fanno di questo un processo
decisamente politico. Inoltre non è nemmeno necessario probabilmente perchè
nessuno meglio di Lei sa esattamente quello che accaduto in questa sala dal
dicembre del 2000 sino al giugno del 2001; nonostante tutto ciò esistono
alcuni elementi che non si devono tralasciare. Coloro che non conoscono come
storicamente si è comportato il settore più radicale della comunità cubana
di Miami, coloro che non guardano la televisione in spagnolo, che non
ascoltano la cosiddetta radio cubana, forse potevano pensare onestamente che
noi cinque abbiamo ottenuto un processo imparziale e giusto in questa città.
Disgraziatamente ci sono molte realtà che il popolo degli Stati Uniti non
conosce. Noi, dal momento in cui ci venne negata la possibilità di svolgere
il processo al di fuori di Miami non abbiamo avuto il minimo dubbio di quale
sarebbe stato il risultato... Sarebbe disonesto non riconoscere che, mentre
il processo avanzava e considerando gli argomenti decisivi ed evidenti della
difesa assieme alle voci disperate dell’accusa e alle reazioni della stessa
stampa, pensammo a volte che forse qualcosa che ritenevamo impossibile
sarebbe accaduto in questa comunità, ma la giuria, con il suo rapido e
inequivocabile verdetto ha reso realtà il nostro primo pronostico. Dopo sei
mesi di complesso e faticoso processo, con decine di testimoni e di
esaurienti evidenze, sono state necessarie solamente poche ore senza
esprimere un dubbio e senza fare nemmeno una domanda per raggiungere un
verdetto unanime.
Basterebbe leggere le dichiarazioni che ha fatto alla stampa la figura
principale di questa giuria per comprendere che non avevamo la minima
opportunità e che i pregiudizi hanno influito più che mai, grazie alle
ultime bugiarde parole dell’accusa assieme ai falsi argomenti ascoltati qui
per sei mesi. Quando mi riferisco all’attitudine menzognera dell’accusa non
voglio mancare di rispetto e non parlo senza fondamenta. Come ho detto prima
non basterebbe il tempo per segnalare tutti gli esempi: basta ricordare che
la persona incaricata di tradurre la maggior parte delle evidenze usate
dall’accusa - che venne presentata come esperta nella sua specialità -
assicurò in questa sala che la parola plastilina, in spagnolo, si utilizza
riferendosi all’esplosivo plastico, quando qualsiasi bambino di lingua
spagnola (anche italiana, NdT) senza essere un esperto, sa perfettamente che
la plastilina è un materiale da gioco per modellare figure. Il documento
della detta plastilina venne utilizzato ripetutamente in maniera allarmante
dai signori dell’accusa che sapevano perfettamente – perchè lo sapevano-
che non riguardava minimamente i cinque accusati.
È ugualmente ridicolo che in un processo nel quale si accusano persone di
essere pericolose spie e di attentare contro la sicurezza nazionale l’accusa
abbia dovuto ricorrere ripetutamente a un incidente accaduto a Cuba con un
autista di taxi nell’aeroporto principale della capitale, mentre l’Isola
stava subendo un’ondata di atti di terrorismo: mi chiedo quanti tassisti
adesso si sentiranno osservati dal FBI negli aeroporti degli USA e non solo
perchè manifestano il loro scontento al governo, ma per usare turbanti...
Per comprendere le attitudini di un paese e dei suoi cittadini è necessario
vivere o soffrire le sue realtà quotidiane. Il menzionato incidente, anche
se sembra inconcepibile si incontra anche nella relazione del PSI, anche se
nessuno sa che relazione ha con i delitto di cui ci accusano.
Già che ho menzionato la relazione del PSI mi piacerebbe riferire brevemente
alcune parole che scrissi a questo proposito: - Cuba ha il diritto di
difendersi dagli atti terroristi che si preparano in Florida con totale
impunità, nonostante storicamente vengano denunciati dalle autorità
cubane... Si tratta dello stesso diritto che hanno gli Stati Uniti quando
cercano di neutralizzare i piani dell’organizzazione del terrorista Osama
bin Laden che ha causato tanto danno a questo paese e che minaccia di
continuare a danneggiarlo. Sono sicuro che i figli di questo paese che
compiono questa missione vengono considerato patrioti. Il loro interesse non
è certo danneggiare la sicurezza nazionale di nessuno dei paesi dove queste
persone si rifugiano.-
Queste parole le scrissi a proposito della relazione del PSI e le inviai al
mio avvocato per farle tradurre molti giorni prima dei terribili fatti
dell’11 settembre e oggi divengono per questo più importanti. Come dichiarò
il presidente degli USA, parlando nella sede della ONU, è necessario che
tutti i paesi si uniscano nella lotta contro i terroristi, ma non contro
alcuni terroristi, bensì contro tutti i terroristi.
Io aggiungerò che mentre si condannano le azioni di alcuni tra questi
criminali, altri vengono ospitati e si permette loro di agire contro la
sicurezza e la sovranità di altri paesi. Fino a quando costoro verranno
considerano lottatori per la libertà non si potrà mai sradicare questo
flagello e sempre esisteranno popoli che per difendersi dovranno inviare
alcuni dei loro figli a compiere pericolose missioni sia in Afganistan che
al sud della Florida.
Signora Giudice,
noi siamo stati accusati
di aver cospirato per commettere atti di spionaggio e per danneggiare la
sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Siamo stati messi allo stesso livello
delle peggiori spie mai conosciute, senza una prova (che non esiste) e solo
sulla base di supposizioni. La nostra, probabilmente è una delle accuse di
spionaggio più ridicola nella storia di questo paese. Quello che noi
volevamo fare e abbiamo fatto appare molto chiaramente nella relazione
presentata. Alla persona che è stata più vicina a “qualcosa di militare”
dopo sei anni di lavoro in un posto insignificante si chiedeva solamente di
osservare da una buona posizione e il più vicino possibile alla pista di
decollo la quantità di aerei e questo non è spionaggio...
Le evidenze e i testimonianze offerte da persone molto qualificate in questo
campo lo hanno chiaramente dimostrato. D’altra parte è vero che per anni
alcuni tra noi accusati usammo documenti di identità falsi: il solo
obiettivo era di garantire la nostra sicurezza. Lei, come giudice, sa bene
quanti delitti si possono commettere con una falsa documentazione, ma, senza
dubbi, in questa sala è stato ammesso che il solo uso da parte nostra,
quando capitò, fu di proteggere la nostra integrità e le nostre famiglie.
Vorrei che mi fosse permesso di parlare di quella che io considero la vera
ragione per cui siamo qui in questo momento, la terza accusa dell’elenco: la
“cospirazione per commettere omicidi”. I signori dell’accusa e le autorità
del FBI conoscono e conoscevano sin dal principio quello che è davvero
avvenuto prima, durante e dopo del 24 febbraio del 1996. Loro stessi
dovettero riconoscere che i messaggi di alta frequenza scelti come prove
sono un’infima parte di tutti quelli che intercettarono; sanno la storia
vera; sanno che non è mai esistita una cospirazione per far abbattere gli
aerei e tanto meno per farlo sulle acque internazionali; sanno perfettamente
che non solo Gerardo Hernández, ma anche Juan Pablo Roque, non avevano nulla
a che vedere con piani per abbattere quegli aerei. Sanno perfettamente che
il ritorno di Roque era stato programmato molto tempo prima per ragioni
strettamente personali e che nel febbraio del 1996 venne deciso che egli
scegliesse la data della partenza, che poteva essere il 23 o il 27,
dipendendo dalla disponibilità dei posti nell’aereo. Se fosse esistito un
piano del quale Roque faceva parte, voi pensate che sarebbe rimasto sino al
27? Si tratta solo di un dettaglio tra i tanti che si leggono e questa
accusa è la più infame e assurda tra tutto ciò che ci viene imputato. Dopo
due anni di stretta vigilanza, con tutte le nostre conversazioni telefoniche
registrate, anche le personali, e con il sequestro di tutto il materiale di
quell’epoca, l’accusa non ha potuto presentare a questo processo nemmeno una
prova che dimostri ragionevolmente che Gerardo Hernández ha cospirato per
far abbattere i due aerei o che facilitò in qualsiasi modo questo fatto.
Tutto il caso è basato solamente su speculazioni, con piccoli estratti dai
documenti, manipolati e al di fuori del contesto, soprattutto su questa
accusa emotiva e suscettibile che è tale - e lo sapevate bene - perchè
riguarda la perdita di vite umane.
Si deve chiedere all’accusa perchè ha montato tutto lo spettacolo di
propaganda attorno a questa accusa, cercando ad ogni costo la condanna di
coloro che come sanno benissimo - non hanno avuto nulla a che spartire con
la morte di quelle persone. Basta ricordare l’enorme pressione esercitata da
alcuni settori della comunità cubano – americana che non rimasero
soddisfatti dalle sanzioni economiche adottate contro Cuba dopo i fatti del
24 febbraio. Le reiterate accuse di queste persone e organizzazioni contro
il Governo degli USA per – dicevano - essere complice di quegli avvenimenti
e per non aver fatto nulla per castigare i responsabili, divennero sempre
più notevoli, come molesto e imperdonabile risultò per questi cubani di
Miami il fatto che l’ufficio regionale del FBI avesse infiltrato numerosi
informatori in molte organizzazioni del cosiddetto esilio, includendo anche
“Hermanos al Rescate”.
Era necessario pulire l’immagine, migliorare le relazioni e, per farlo, non
c’era nulla di meglio che incontrare o fabbricare un colpevole. Le autorità
sapevano che si trattava di una situazione sempre vincente per loro. Se mi
dichiaravano colpevole anche per quell’accusa, tanto meglio; se - per quanto
improbabile potesse essere - mi avessero dichiarato innocente, avrebbero
vinto in ogni modo perchè avrebbero potuto zittire coloro che li accusavano
di non aver giudicato nessuno. Ci sono persone che, forse per ingenuità o
per mancanza di conoscenza, possono pensare che con le mie parole io sto
esagerando l’importanza che alcune autorità statunitensi concedono alle
opinioni e reazioni del settore più estremista della comunità cubana –
americana di Miami. Io mi permetto di ricordare a queste persone che il
fatto che i cittadini USA non possano viaggiare liberamente a Cuba o fumare
sigari cubani o commerciare con prodotti dell’Isola senza restrizioni o
semplicemente vaccinare i loro figli con vaccini che si fabbricano
esclusivamente a Cuba, non risponde precisamente alle esigenze o agli
interessi del popolo degli Stati Uniti.
Signora Giudice,
io ho sempre detto e
reitero adesso, che mi spiace profondamente che quattro persone abbiano
perso la vita e comprendo il dolore dei loro familiari. Penso però anche
alle migliaia di vite perdute per le continue aggressioni che per quaranta
anni ha sofferto il mio popolo, al lutto perenne di moltissime famiglie
cubane: quei morti hanno nome, cognome e volti, anche se le loro fotografie
sono troppe per poter entrare in questa sala ...Cuba non ha provocato questo
incidente. Al contrario lo ha previsto e ha cercato di evitarlo con tutti i
mezzi possibili. Il principale argomento dell’accusa durante il processo è
che si tratto di crimine perchè erano aerei civili e disarmati: recentemente
questa nazione ha conosciuto in forma triste e brutale quanto danno possono
fare ai suoi abitanti aerei civili e disarmati. Forse per questo i massimi
dirigenti USA hanno avvertito che ogni aereo che si allontanerà dalla sua
rotta senza giuste motivazioni potrà essere abbattuto anche se trasporterà a
bordo centinaia di passeggeri. Forse i signori dell’accusa pensano che
questo sarebbe un crimine! Lei Signora Giudice ha dichiarato che in questo
paese è cambiata “la percezione del pericolo” dopo l’11 di settembre.
Disgraziatamente Cuba ha dovuto cambiarla dal 1 gennaio del 1959 e questo
voi non lo volete comprendere! I principali responsabili di quanto accadde
il 24 febbraio del 1996 sono gli stessi che non abbandonano il loro impegno
nel cercare di provocare un conflitto bellico tra gli USA e Cuba, affinchè
l’esercito degli Stati Uniti compia ciò che loro non sono riusciti a
compiere in 40 anni. Flottiglie, violazioni dello spazio aereo, false accuse
e altri atti del genere hanno tutti lo stesso obiettivo: far sì che gli
Stati Uniti cancellino dalla faccia della terra il Governo di Cuba e coloro
che lo appoggiano, senza dare importanza al prezzo in vite umane, di una o
l’atra parte. Si può dire con certezza che se qualcuno ha posto in pericolo
in reiterate occasioni la sicurezza nazionale degli USA, si tratta di questi
gruppi di cubani estremisti. L’accusa ha detto in questa sala, durante la
sua arringa finale, che Gerardo Hernández ha le mani macchiate di sangue. Mi
chiedo chi ha davvero le mani macchiate di sangue, io o quell’individuo che
ha sparato cannonate contro un albergo dell’Avana pieno di gente; lo stesso
individuo che appare come testimone in questo caso; che ha pianificato
l’introduzione a Cuba di armi anti – persona; la stessa persona che si
stancò di sfidare apertamente e temerariamente le autorità cubane violando
le leggi dell’Isola e quelle di questo paese e le norme più elementari
dell’aviazione internazionale; la stesse persona non solo non ha avuto
rimorsi a mandare quei giovani su quegli aerei alla morte, che nei momenti
di maggior tensione quando si potevano ancora interrompere i suoi piani non
lo ha fatto e ha lasciato la sua risata registrata per i posteri mentre i
suoi compagni morivano...
Questa persona sì che ha le mani macchiate di sangue e senza dubbio ai
signori dell’accusa non importò di stringere quelle mani in molte
occasioni, anche in questa stessa sala! Non importò nemmeno alle massime
autorità del FBI di Miami dividere con questa persona la tribuna e l’euforia
durante la conferenza stampa, il giorno del verdetto! Un’attitudine
contraddittoria per coloro che dovrebbero rappresentare la legge ...
I signori dell’accusa devono sapere che il solo sangue che si potrebbe
vedere su queste mie mani è quello dei miei compagni morti o vilmente
assassinati negli innumerevoli atti di terrorismo organizzati contro il mio
paese da persone che oggi camminano tranquillamente per le strade di questa
città. Sangue per il quale io un giorno ho giurato di sacrificare la mia
stessa vita, se fosse stato necessario, per proteggere il mio popolo da
tutti quei crimini.
Signora Giudice,
l’accusa considera e ha
chiesto che io trascorra il resto della mia vita in prigione. Io spero che,
se non a questo livello, in altri livelli del sistema la ragione e la
giustizia possano prevalere al disopra dei pregiudizi politici e dei
desideri di vendetta; comprendendo che non abbiamo mai commesso atti dannosi
contro questo paese, tali da meritare simili condanne. Ma anche se questo
non avverrà, io mi permetto di fare mie le parole di uno dei nostri più
grandi patrioti degli Stati Uniti, Nathan Hale, che dichiarò: “Mi dispiace
solamente di avere una sola vita da consegnare alla mia Patria!”
Gerardo Hernández Nordelo
DISCORSO PRONUCIATO DA
RÁMON LABAÑINO SALAZAR DOPO LA SENTENZA
Giovedì 13 dicembre del 2001
Signora Giudice, Signore
e Signori,
anch’io , che mi unisco alle motivazioni presentate dai miei fratelli in
questa causa voglio ringraziare chi ha lavorato in questo tribunale: Richard,
i traduttori, Lisa...
Il criminale attacco alle torri gemelle di New York e al Pentagono di
Washington tolse la vita a migliaia di innocenti cittadini degli Stati Uniti
e noi ci siamo uniti al dolore del popolo statunitense, provando molta
indignazione. Speriamo vivamente che fatti similari non accadano più. Noi
che abbiamo dedicato la nostra vita alla lotta contro il terrorismo per
evitare che accadano fatto così atroci, che abbiamo cercato di salvare la
vita di esseri umani innocenti non solo a Cuba ma anche negli stessi Stati
Uniti, oggi siamo qui in questa sala condannati proprio perchè abbiamo
evitato atrocità come quelle. Questa condanna non potrebbe essere più
ironica e ingiusta. Nelle parole del Presidente degli USA, George W. Bush,
a nome del quale mi si condanna, si incontrano esattamente le ragioni per le
quali noi venimmo negli Stati Uniti e oggi ci troviamo in questa sala. In
questa stessa città di Miami è stato pianificato, organizzato e diretto il
terrorismo contro il mio paese, Cuba. Qui si finanziano i terroristi e i
loro atti, si incoraggiano, si patrocinano e si ospitano ( solo per fare un
esempio nelle strade di Miami cammina libero e tranquillo un terrorista,
assassino non solo di cubani ma anche di statunitensi che si chiama Orlando
Bosh). Il fatto più penoso è tutto ciò accade con la perfetta conoscenza
delle autorità di questo paese. Basterebbe leggere accuratamente la
relazione sul nostro caso, che è piena di tutte queste azioni di terrorismo.
Cuba, il mio paese, da 42 anni sta soffrendo atti di terrorismo,
aggressioni, invasioni e provocazioni che hanno causato la morte di 3478
esseri umani innocenti e ferendo più di duemila persone. Cuba, come gli
Stati Uniti, ha il diritto di difendersi.
Posso citare alcuni esempi:
Il 4 marzo del 1960 nel molo del porto dell’Avana agenti della CIA fecero
esplodere la nave francese La Coubre, il cui sabotaggio terrorista uccise
101 persone tra le quali 6 marinai francesi.
Il 6 ottobre del 1976 un terribile attentato terrorista, preparato da Luis
Posada Carriles, Orlando Bosch e mercenari venezuelani, causò lo scoppio in
pieno volo di un aereo civile della Cubana de Aviación che proveniva da
Barbados, assassinando vilmente 73 persone. Tra i 57 cubani c’erano 26
ragazzi della squadra nazionale di scherma di Cuba, 11 giovani della Guyana
e 5 coreani. Alcuni tra questi terroristi attualmente sono carcerati a
Panama e da questa città di Miami si stanno compiendo enormi sforzi per
liberarli; qui vengono chiamati patrioti e vengono usati come simboli . da
una stazione radio, si organizzano collette per difenderli e per farli
possibilmente uscire di prigione.
Contro il Presidente di Cuba Fidel Castro sono stati organizzati 637
tentativi di omicidio.
Contro il mio paese è stato organizzato il terrorismo batteriologico su
esseri umani, piante, animali, con danni per 344.203 persone, provocando
158 morti tra i quali 101 bambini.
This in not paranoia! These are Lives of innocentes human beings!
Questi gruppi di terroristi sui quali noi attuavamo non solo hanno provocato
questi orribili fatti a Cuba, ma anche qui negli Stati Uniti e in questa
nota di stampa, pubblica e a disposizione di tutti, si dettaglia un
riassunto delle attività di terrorismo commesse qui a Miami. Sono 68 atti di
violenza. Questo articolo scritto da Jum Mullin, tratto dal Miami New Times
nell’aprile (20 – 26) del 2000, descrive tra l’altro :
1968 · Orlando Bosch spara un colpo di bazooka contro una nave polacca
all’altezza del ponte Macarthur Causeway. Più tardi alcuni politici di Miami
dichiareranno “il giorno di Orlando Bosch” per onorare questo terrorista.
1974 · Il leader esiliato José Elias de la Torriente viene ucciso a Coral
Gables per non aver effettuato una invasione a Cuba.
1975 · Luciano Nieves viene ucciso per aver difeso la coesistenza pacifica
con Cuba.
1976 · Un carro bomba causa la perdita delle gambe al giornalista Emilio
Milán, direttore della emittente WQBAAM, che aveva condannato pubblicamente
la violenza del detto esilio cubano.
1982 · Scoppia una bomba nel consolato messicano in Brickell Avenida per
protestare contro le relazioni di questo paese con Cuba.
1996 · Una bomba scoppia nel ristorante Centro Vasco della Pequeña Habana
per protestare contro Rosita Fornes, una nota cantante cubana che avrebbe
tenuto un concerto.
2000 · Il giorno 1 aprile davanti alla casa dei familiari di Elián González
a Miami il giornalista radiofonico Scott Plasant di Obregon mostrò una
maglietta con scritto “Mandate a casa il bambino, è un diritto di suo padre”
e venne attaccato fisicamente prima dell’arrivo della polizia.
Tutto questo non accadde a Cuba ma qui negli Stati Uniti, a Miami, nelle
città e nelle strade di questo paese dove viviamo tutti, dove voi camminate
ogni giorno, come i vostri figli e familiari. Negli anni ’90 il terrorismo
divenne più forte con incursioni e provocazioni verso Cuba, sino a che nel
1997 un’ondata di azioni contro alberghi e installazioni provocò la morte di
un giovane e innocente turista italiano, Fabio di Celmo. Quanti morti
innocenti dovremo presentare prima che termini questa folle e assurda
politica contro Cuba? Quante vite di esseri umani si dovranno perdere prima
che il FBI compia realmente il suo dovere e arresti i veri criminali e
terroristi del loro stesso popolo statunitense? Questa lotta contro il
terrorismo, per caso, è solamente retorica?
Il senso comune dice che non è così, e proprio per questo noi siamo qui,
perchè non vogliamo che accadano fatti terroristici a Cuba o negli Stati
Uniti, a Miami e in nessuna parte del mondo. Tutto quello che abbiamo fatto
è proprio questo: cercare di salvare la vita di persone innocenti evitando
il terrorismo ed evitando una stupida guerra.
Noi conosciamo perfettamente i terroristi che hanno agito contro Cuba :
José Basulto venne reclutato e addestrato dalla CIA, usato nella guerra
contro Cuba e ancora oggi pratica il terrorismo e le provocazioni come i
membro della organizzazione FNCA, Alpha 66, Comandos F – 4, il Partito di
Unitá Nazionale Democratica (PUND), Cuba Indipendente e Democratica (CID) e
tante altre che si citano nella nostra relazione. Questi terroristi sono per
Cuba quello gli autori degli atroci fatto dell’11 settembre commessi sono
per gli Stati Uniti.
Cuba non può fidarsi di questi personaggi e non lo potrà mai e anche gli
USA come cuba dovrebbero diffidare e smettere di proteggerli: si tratta di
un grave errore che spiega in parte perchè possono accadere fatto come
quelli dell’11 settembre. Il mio paese sta soffrendo da 42 anni il
terrorismo; oggi stanno soffrendo gli Stati Uniti e se non si sradicherà
questa radice potranno soffrirne ancora. Qui negli USA ci sono più di 800
organizzazioni di indole violenta e questo è il paese più vulnerabile per
gli atti criminali. Il terrorismo è il vero nemico della sicurezza nazionale
USA; mantenere un’attitudine di inattività e di indifferenza o peggio ancora
di complicità, coprendo i terroristi e il terrorismo è il peggiore delitto
che si possa commettere contro la sicurezza nazionale degli USA e
attualmente sta succedendo esattamente tutto questo. Chi protegge questi
gruppi e individui sono coloro che mettono davvero in pericolo la sicurezza
nazionale di questo paese.
Per questo da questa tribuna io denuncio queste organizzazioni di polizia
(CIA e FBI) degli USA che hanno coperto e che non agiscono contro il
terrorismo e i terroristi! Cuba per anni ha passato informazioni a
differenti istanze del governo di questo paese sino al più alto livello,
informazioni dettagliate, documentate, con nomi, cognomi, evidenze
inequivocabili di atti criminali, di omicidi. La nostra stessa relazione
presenta una esauriente esposizione di tutto questo. Con tutte queste
informazioni nelle mani nemmeno una volta è stato effettuato un arresto o si
è svolta una sola investigazione...
Con la nostra detenzione si vuole pretendere di zittire la fonte delle
informazioni, perchè atti terroristici così gravi non si conoscano,
occultando la verità che oggi ci colpisce in maniera così brutale. Anche il
FBI ha confabulato con gli stesi terroristi e con il settore più reazionario
ed estremista di Miami, per pregiudicare e ostacolare ogni genere di
avvicinamento e cooperazione tra i nostri due popoli e governi. Intanto i
criminali stanno allegramente percorrendo le strade là fuori, burlandosi di
questa Sala di Tribunale. Non esiste maggior offesa e macchia per questa
autorità, per questa bandiera che presiede questo locale e per questo scudo
che rappresenta l’ideale di un’autentica giustizia.
Cuba vuole solamente vivere in pace, non vuole la guerra come nemmeno la
vuole il popolo degli Stati Uniti, che sa molto bene che Cuba non è
assolutamente un pericolo per gli USA. Per questo il nostro lavoro si è
svolto per evitare una guerra criminale che solo provocherebbe la morte di
esseri umani innocenti e non solo a Cuba, ma anche negli Stati Uniti.
Non abbiamo mai cercato informazioni che avrebbero posto in pericolo la
sicurezza nazionale di questo paese: questa accusa è una manipolazione che
non accetteremo mai ed è una ragione per la quale abbiamo deciso di stare
in questo processo, per esporre chiaramente la verità su tutti gli atti
criminali che da questo territorio statunitense si commettono contro Cuba e
gli stesi Stati Uniti.
Non è Cuba che è venuta qui negli Stati Uniti a invadere, ad aggredire a
commettere atti terroristi di ogni genere: è esattamente tutto il contrario
e Cuba ha semplicemente usato l’elementare diritto di difendersi. Questo è
quello che abbiamo fatto noi, senza danneggiare niente e nessuno.
Fino a che esisterà questa politica criminale contro il mio popolo, uomini
come noi continueranno ad esistere come elementare metodo di autodifesa. Gli
Stati Uniti devono poter conoscere la verità sulle organizzazioni
terroriste che lo attaccano: questa è una realtà che nessuno potrà fermare.
Quello che i membri dell’estrema destra di Miami vogliono è creare un
conflitto mediante provocazioni che terminino con un’aggressione militare
degli Stati Uniti a Cuba e, come è stato detto, il mio popolo, il mio
governo, il popolo degli USA non lo desiderano affatto. Nella sua
testimonianza il Generale Sheenan disse a proposito delle conseguenze
dell’infiltrazione a Cuba effettuata da Ramón Saul Sanchez e dalla sua
organizzazione democratica: “Non desidero che questi elementi provochino una
guerra con Cuba durante la quale potrebbero morire molti giovani
dell’esercito USA...”
Proprio in questa sala sono stati fatti molti esempi simili.
Abbiamo visto atti vergognosi commessi dall’accusa, atti riprovevoli che non
hanno nulla a che vedere con la giustizia e con la ricerca della verità.
L’accusa ha cercato di occultare tutte le nostre dichiarazioni sugli atti
terroristici eseguiti sia a Ciba che negli USA. L’accusa ha cercato in ogni
modo di occultare il 90% delle nostre prove con le principali e reali
motivazioni. L’accusa ha manipolato e cambiato i fatti, ha trattato di
controllare questa sala per tutto il tempo includendo anche minacce, alcune
sottili e altre più evidenti; ha persino cercato di ricattare testimoni con
la minaccia di incriminarli se non accoglievano la Vª Ammenda; ha cercato di
ricattare il Generale a 4 stelle Charles Whilhelm, ex capo del Comando Sud,
per evitare che testimoniasse per la difesa. Qui hanno cercato di occultare
una prova, un video di 8 mm. Al Alonso, agente del FBI ha “evitato” di
consegnare l’originale alla difesa e questa prova era la chiave per
l’accusa più seria di questo caso. Per noi l’accusa non rappresenta il
Governo degli Stati Uniti perchè per noi questo non è un caso del Governo
degli Stati Uniti verso Gerardo Hernández.. Gli avvocati dell’accusa, in
realtà, hanno rappresentato e assai bene solo piccolo settore estremista
della destra cubana di Miami, i terroristi come José Basulto, le
organizzazioni come Alpha 66, Comandos F – 4, con i quali si sono
abbracciati e baciati proprio in questa sala di tribunale, davanti gli occhi
di tutti. Se qualcosa mi ha stupito in questo processo è stato proprio il
grande affanno, lo sforzo senza limiti che l’accusa e i suoi assessori di
ogni genere hanno compiuto per rappresentare fedelmente ad ogni costo
questo settore criminale. Senza dubbio dalla parte della difesa è stata
dimostrata la verità, le dignità e anche la vera posizione del popolo degli
USA verso Cuba. La difesa ha portato qui generali, militari e civili che
sostengono questa politica pacifica verso il mio paese come:
Il Generale Charles Whilhem
L’Ammiraglio Atkinson
Il Colonnello Eugene Carol
Il Colonnello Bukner
L’ex consigliere del Presidente degli USA William Clinton per le relazioni
con Cuba, Richard Nuccio, e molti tra questi militari e politici hanno
testimoniato volontariamente e questo piccolo dettaglio è un immenso
messaggio per tutti coloro che vogliono e sanno comprendere.
Signori,
questo è tempo di grandi cambiamenti e siamo già in pieno secolo XXIº. Oggi
gli USA hanno relazioni con la Cina, con il Vietnam, dove sono morti 56.000
statunitensi, conversa con la Corea del nord e con molti altri paesi con i
quali sembrava impossibile avere relazioni.
Perchè con Cuba no?
È vero che per svolgere il nostro compito abbiamo dovuto usare metodi non
convenzionali per ragioni ovvie e per poter operare con sicurezza, ma non
abbiamo mai avuto l’interesse di danneggiare chicchessia, di defraudare e
ingannare il governo o le istituzioni di questo paese. L’evidenza e molto
chiara: ci giudichino per questo e non per altri aspetti! Sin dal primo
giorno in questo processo abbiamo riconosciuto la nostra identità e
responsabilità, ma non ho – abbiamo - mai accettato e nemmeno accetterò
implicazioni di spionaggio o di frode verso questo paese. Voglio ringraziare
i nostri avvocati per il loro lavoro, per il loro coraggio e la
professionalità. Per noi e per tutti questo processo lo abbiamo vinto noi:
la storia si incaricherà di rettificare questo verdetto e forse anche
questa sentenza.
Signori dell’accusa, vi piaccia o meno. Cuba è un paese indipendente e
sovrano, ha un proprio governo legittimo, un suo Presidente, i suoi martiri
ed eroi, le proprie convinzioni! Cuba è un paese uguale agli stati Uniti!
Cuba, signori, va rispettata!
Comprendiamo gli sforzi fatti dalla difesa per ottenere un processo
imparziale, ma la città di Miami non è un luogo dove si possa ottenere
giustizia se si tratta di Cuba. Forse l’errore più grave per noi è stato
proprio lo svolgimento di questo processo in questa città. Comunque, se per
evitare la morte di tanti esseri umani innocenti e per difendere i nostri
due paesi dal terrorismo, evitando inutili invasioni a Cuba, se per tutto
questo io sono stato condannato, sia benvenuta questa condanna ! Porterò
l’uniforme di carcerato con lo stesso onore e orgoglio di un soldato che
porta le decorazioni più eccellenti!
Questo è stato un processo politico e come tale quindi noi siamo prigionieri
politici!
Questa è la verità e qui è scritta la storia: sarà lei che ci renderà
giustizia!
Grazie
Ramón Labañino Salazar
DISCORSO PRONUNCIATO DA
RENÉ GONZÁLEZ SEHWERERT DOPO IL VERDETTO Venerdì 14 dicembre 2001
Prima di iniziare vorrei
proporre ai presenti di partecipare a un piccolo esperimento: chiudete gli
occhi e immaginate di essere nel centro di New York. Fermate il primo
pompiere che passa, lo guardate bene negli occhi, con serietà, e gli dite
che l’11 di settembre non è successo niente. Che erano solo bugie. Un trucco
cinematografico. Tutto è stato solamente paranoia e propaganda... Se a
questo punto il povero pompiere non sarà scoppiato di indignazione,
inghiottendo la sua stessa lingua, lei avrà ottenuto il diploma per far
parte dell’accusa in questo processo. Ora con il permesso della giuria,
inizierò il mio discorso.
Signora Giudice:
Alcuni mesi fa in uno dei
suoi sfrozi effettuati per nascondere sotto il tappeto il tema del
terrorismo contro Cuba con quella contorta logica applicati ad argomenti e
motivazioni confuse, la signora Heck Miller disse a questa Corte che
potevamo tralasciare i discorsi politici per questo momento. Anche se già
tutto l’odio politico dell’accusa era stato vomitato contro di noi, con
l’isolamento, con la manipolazione delle prove, con l’uso e l’abuso, per
ricattarmi, contro la famiglia, per danneggiarmi e umiliarmi, io ero ancora
lontano dall’immaginare quanto sarebbe stato importante per l’accusa, in
questo caso, riversare tutti i loro rancori politici su di noi. Nonostante
ciò, dopo aver udito questi signori dell’accusa ingannare ripetutamente la
giuria con i propri pregiudizi, oggi posso dire alle signora Heck Miller che
si sbagliava e che io non sento la minima necessità di parlare dei miei
sentimenti politici - ai quali ovviamente non rinuncio - per sostenere che
io ripudio il terrorismo, che ripudio la guerra, che disprezzo profondamente
le persone concentrate nel loro odio e nei propri meschini interessi, che
hanno dedicato tanto tempo a danneggiare il proprio paese, promuovendo il
terrorismo e promuovendo una guerra, sciupando il coraggio che non
possiedono, ma che altri dovranno apportare, anche le loro vittime, sui
campi di battaglia.
Io non devo parlare di politica perchè io credo che nè a Cuba nè negli Stati
Uniti, nè in alcun altro luogo debbano morire persone innocenti per tutto
questo. Io rifarei quello che ho fatto e correrei nuovamente gli stessi
rischi per qualsiasi paese del mondo, includendo gli Stati Uniti, al di
sopra delle convinzioni politiche.
Credo fermamente che si possa essere cattolici e ottime persone, ebrei e
ottime persone, capitalisti, musulmani, comunisti e ottime persone, ma non
esistono buone persone che siano terroristi.
Solo i malati possono essere terroristi e sono anche malati coloro che
pensano che possa esistere un terrorismo buono. Disgraziatamente non si
pensa così in tutto il mondo. Quando si tratta di Cuba le regole sembrano
cambiare e alcune persone pensano che il terrorismo e la guerra sono “cose
buone” da realizzare. Abbiamo così un avvocato dell’accusa che difende il
diritto di José Basulto di fare il fuorilegge raccontando i suoi atti alla
televisione; abbiamo un esperto in terrorismo come il Signor Hoyt, che pensa
che dieci esplosioni in un solo anno a Miami sarebbero un’ondata di
terrorismo, però all’Avana no; abbiamo un esperto in sicurezza aerea per il
quale le provocazioni di “Hermanos al Rescate” sopra l’Avana, diffuse
apertamente dalla televisione cubana, se fossero avvenute su Washington
sarebbero state - per dirla con le sue parole più autentiche e verificabili.
Ci sono persone che hanno dichiarato pubblicamente di essere terroristi e di
fare terrorismo per quarant’anni e questi signori dell’accusa alla mia
sinistra sembra che lo notino solamente se sono testimoni, in questo
processo, per la difesa. Gli agenti Angel Berlinguerí e Hector Pesquera,
l’ultimo capo dell’Ufficio del FBI di Miami si pavoneggiavano come invitati
nelle stazioni radio emittenti assieme a quelle persone e negli stessi
programmi che, violando le leggi federali, raccolgono apertamente denaro per
organizzare azioni di terrorismo e per difendere terroristi in tutto il
mondo.
Intanto la Signora Caroline Heck Miller prega perchè questi amabili
terroristi vengano giudicati in cielo e il Signor Frometa, dopo aver
comprato nientemeno che due missili contro aerei, armi anticarro e potenti
esplosivi viene considerato un buon padre, un buon cittadino, una brava
persona, anche se forse merita un anno di arresti domiciliari, come hanno
dichiarato i responsabili dell’Ufficio Distrettuale Sud della Florida. Tutto
questo Signora Giudice, si chiama ipocrisia, ipocrisia criminale!
Questo stesso ufficio sta lottando apertamente per mantenermi nello Special
Housing Unit (il buco) il maggior tempo possibile, quando la mia famiglia
viene usata come un’arma per piegare la mia volontà, quando alle mie figlie
è stato permesso solamente di vedere il padre due volte in 17 mesi di
isolamento, quando l’unico modo per vedere i primi passi della mia bambina è
stato guardarla dal 12º piano attraverso una finestra, io posso solamente
sentirmi orgoglioso di essere qui e posso ringraziare l’accusa per darmi
questa opportunità, per confermare a me stesso che sto percorrendo il giusto
cammino in un mondo che deve migliorare molto e che la cosa migliore per il
popolo di Cuba è mantenere l’Isola pulita da tutti quegli elementi che sono
divenuti padroni di tante anime qui a Miami. Devo ringraziare per aver
provato in me stesso, grazie al loro odio e risentimento, questo sentimento
di orgoglio splendido per aver vissuto i più intensi, utili, importanti e
gloriosi giorni della mia vita, quando questa Sala di Tribunale sembrava
troppo piccola per poter ospitare tutte le verità dette e noi potevano
vedere i signori dell’accusa torcersi di impotenza, mentre si dibattevano
per nascondere quelle verità una a una.
E se una scusa può fare loro bene, io la offro: mi dispiace di non aver
potuto dire agli agenti che io stavo cooperando con il governo cubano Se
loro avessero avuto una posizione sincera nei confronti del terrorismo, io
lo avrei fatto e insieme avremmo trovato una soluzione al problema. Quando
penso in quelle interminabili discussioni sull’intento specifico di violare
la legge, mi rendo conto che questa situazione va al di là dell’illegalità o
meno di essere registrati, poichè disgraziatamente, anche se qui gli agenti
stranieri si possono iscrivere sulle pagine gialle senza registrazioni
precedenti, noi, trattandosi di cubani, dobbiamo restare in incognito per
cose elementari come la neutralizzazione del terrorismo o dei
narcotrafficanti, tutte cose che, stando al buon senso comune, dovremmo
realizzare insieme. Mi spiace anche aver constatato che le organizzazioni
anticubane dei criminali che io ho combattuto hanno vincoli con certi
ufficiali o membri dell’Ufficio Distrettuale. Mi fanno davvero pena e mi
dispiace per loro. In fin dei conti questa faccenda degli agenti di Cuba ha
una soluzione facile: lascino in pace Cuba. Facciano il proprio lavoro,
rispettino la sovranità del popolo cubano. Io sarei felice di poter
rimandare nell’Isola l’ultima spia... Noi abbiamo cose migliori da fare là,
molto più costruttive che vigilare i criminali che passeggiano impuniti qui
a Miami. Io non voglio perdere l’occasione di dirigere le mie parole a tutte
le persone buone che abbiamo avuto l’opportunità di conoscere durante questo
processo. Voglio ringraziare gli U.S. Marshalls (i custodi) per la loro
professionalità, la loro correttezza, cortesia e per il loro anonimo
sacrificio. Ci sono stati momenti nei quali abbiamo condiviso con loro,
molto coscientemente, la consolazione di essere le uniche persone nella Sala
del Tribunale delle quali non si consideravano mai le esigenze rispetto agli
orari... abbiamo riso insieme per questi fatti e loro sono stati sempre
disciplinati e hanno realizzato bene i loro doveri.
Voglio ringraziare i traduttori, Larry Richard e Lisa, che hanno svolto un
lavoro di grande qualità e sono sempre stati disponibili, dando i loro
servizi a noi e alle nostre famiglie quando era necessario; ringrazio
veramente la loro dedizione al lavoro, la loro correttezza. È un privilegio
per questa Corte disporre di un gruppo di persone così. Ringrazio molto
anche il Sig Londergan.
Inoltre tutto il mio rispetto va ai quei militari degli USA che sono venuti
qui, sia da parte dell’accusa che della difesa, perchè lo hanno fatto con
sincerità, cosi come gli ufficiali, gli esperti e gli agenti onesti. Avrei
voluto vedere più onestà in quest’ultimo gruppo e lo avrei riconosciuto con
molto piacere in questa occasione.
A tutti coloro che rappresentano la parte migliore del popolo statunitense
vanno i miei più profondi sentimenti di simpatia, affermando con certezza
che un popolo intero, che sta a un solo passo a sud, non prova la minima
animosità verso il grande popolo di questo paese che è stato diffamato
sistematicamente con questo processo da persone che o non sanno o non
vogliono sapere o non importa loro ciò che è Cuba in realtà. Mi prendo la
libertà di leggere un frammento di una lettera che mi inviò mia moglie lo
scorso 30 luglio: “René, qui le manifestazioni di appoggio per voi e per le
nostre famiglie sono incessanti. Ieri sulla strada per andare a casa di mia
madre varie persone mi hanno riconosciuto e Ivette si è messa a parlare con
tutti. Siccome è carnevale quando siamo passati in Centro Avana l’autobus
si è riempito e Ivette non voleva scendere e si è seduta sullo scalino
dell’autobus. Io cercavo di prenderla in braccio senza successo... La gente
che spingeva, la bambina seduta, insomma... poi una signora mi ha stretto la
mano e mi ha letto una preghiera tratta da “Una casa felice”, un opuscolo
che aveva nella borsa. · Nella mia chiesa tutti i giorni preghiamo per i
cinque e perchè i loro figli possano vivere in una casa felice come quella
che ebbe Gesú, poichè i cinque sono in quelle condizioni proprio perchè
tutti i bambini abbiamo una casa felice...·
Mi sorprese molto e non ebbi quasi il tempo di ringraziarla perchè dovevo
scendere rapidamente, ma compresi che i cubani sono così e che oggi siamo
più uniti che mai, ognuno con la propria fede, indipendentemente dal credo
o dalla religione, tutti lottando per la stessa causa. Io conserverò questa
preghiera come ricordo!”
Io non sono credente e lo voglio precisare perchè non voglio che l’accusa
utilizzi le mie parole in maniera equivoca, dicendo che ho portato Dio in
questo tribunale per ipocrisia.
Signora Giudice,
Come Lei può vedere non è
necessario per me parlare dei miei sentimenti politici, nemmeno per parlare
di Cuba. Lo hanno fatto altri durante lo svolgimento di questo processo per
tre anni, fomentando un odio irrazionale, assurdo perchè sappiamo che
proviene dall’anima stessa, che è un odio viscerale, diretto verso qualcosa
che è sconosciuta: è triste venir educato per odiare qualcuno che non si
conosce! Hanno parlato impunemente di Cuba offendendo un popolo il cui solo
delitto è aver scelto il proprio cammino, aver difeso la proprie scelte con
successo, a costo di enormi sacrifici. Io non sciuperò il mio tempo parlando
di tutte quelle menzogne che sono state dette su Cuba, ma mi riferirò a
una menzogna solamente, la cui mostruosità è stata davvero un’immensa
mancanza di rispetto per questa Sala e per la Giuria. Mi riferisco a quando
il Sig. Kastrenakes è venuto qui a dire - davanti al simbolo della giustizia
degli Stati Uniti – che noi eravamo venuti qui per distruggere gli USA...
egli ha dimostrato quanto poco gli importa di questi simboli e della
giustizia ed ha dimostrato anche la mancanza di rispetto che sente per la
Giuria. Tutte le evidenze, la storia, i nostri concetti, l’educazione
ricevuta, impediscono di poter credere che Cuba vuole distruggere gli Stati
Uniti! I problemi dell’umanità non si risolvono distruggendo i paesi...
Purtroppo per tanti secoli sono stati distrutti imperi, per far sì che sulle
loro rovine ne sorgessero altri uguali o peggiori. Un popolo educato come
quello di Cuba - dove è immorale anche bruciare una bandiera, quella degli
USA o di qualsiasi altro paese - non rappresenta sicuramente un pericolo
per questa nazione.
Se io potessi - come discendente di statunitensi laboriosi ho il privilegio
di essere nato qui ed essere cresciuto a Cuba - vorrei dire al popolo
statunitense che non deve guardare a sud per vedere i pericoli per gli Stati
Uniti. Ci si deve afferrare ai valori reali e genuini che hanno motivato gli
ideali dei padri fondatori di questa Patria. La mancanza di questi valori
prioritari, gli interessi senza ideali sono il pericolo vero per le
società... il potere e la tecnologia possono divenire una debolezza se non
vengono utilizzati da persone capaci e coltivate; l’odio e l’ignoranza che
abbiamo visto qui, dirette verso un piccolo paese che quasi non si conosce
sono pericolosi se si combinano con un senso accecante del potere e della
falsa superiorità. Ritornate a Mark Twain e dimenticate Rambo se realmente
volete dare un paese migliore ai vostri figli. Ogni supposto cristiano che
e venuto qui a mentire sulla Bibbia è un autentico pericolo! Per tutto
questo la sua condotta rappresenta una minaccia per i valori migliori!
Sua Signoria
Questo discorso era già
pronto prima della mia sentenza che benne fissata il 26 di settembre, ma gli
orribili fatti del giorno 11 mi obbligano ad aggiungere alcune meditazioni
che condividerò con questa Corte. Dovrò usare molto tatto perchè nessuno mi
accusi di capitalizzare a mio favore questo abominevole fatto, ma ci sono
occasioni nelle quali dobbiamo dire la verità anche se è molto dura, così
come dobbiamo parlare con un fratello o un figlio - quando commette un
errore e vorremmo che correggesse, con molto affetto i suoi passi futuri -
Questo è lo spirito che mi anima nel dirigermi da questo Tribunale al popolo
degli Stati Uniti.
La tragedia che ha tanto colpito questo popolo era realtà già da molti anni,
quando in un luogo vicino e sconosciuto si cercava di far credere che le
persone che abbattevano aerei e bombardavano le scuole lo facevano in nome
della libertà, perchè stavano combattendo il comunismo! Io non dò la colla
al popolo degli USA per quella cecità, ma coloro che consegnavano a quelle
persone i missili e creavano un’immagine che non coincideva affatto con gli
atti criminali commessi, erano artefici a loro volta dei crimini e
dell’ipocrisia. Io non sto guardando il passato per sferzare qualcuno sul
viso. Voglio invitare a guardare il presente a pensare al futuro, dividendo
con questa Corte la seguente riflessione. L’ipocrisia di ieri è, rispetto
alla tragedia di oggi, ciò che l’ipocrisia di oggi sarà rispetto alla
tragedia di domani.” Noi tutti abbiamo una responsabilità con i nostri
figli che va molto al di là delle preferenze politiche, di una meschina
necessità di guadagnare un salario, di mantenere un effimero posto politico
o di ingraziarci gruppetti di potenti... questa responsabilità ci deve
spingere rapidamente ad abbandonare l’ipocrisia di oggi per consegnare ai
nostri figli un domani senza tragedia.
In nome di questa ipocrisia noi cinque siamo stati giudicati e oggi devo
affrontare la mia sentenza. Mi rendo conto che io, a differenza dei mie
compagni, non ho nemmeno il diritto di considerarmi una vittima. Il mio
comportamento, per il quale mi si accusa, si adatta perfettamente a quello
descritto negli statuti. Sono venuto in questo Tribunale per solidarietà con
i miei fratelli, per dire alcune verità, per smentire le falsità con le
quali l’accusa ha voluto aggravare la mia posizione, presentandomi come
un pericolo per la società statunitense. Io non ho nemmeno il diritto di
chiedere clemenza per me, in un momento come questo, nel quale questa Corte
avrà visto chissà quanti pentiti, alcun sinceri e altri falsi, alcuni
parlando di Dio dopo aver firmato un patto col diavolo, ma tutti
utilizzando questo podio per dichiarare il proprio pentimento. Io non posso
giudicare e ognuno ha la propria dignità. Io so cosa fare con la mia e
voglio credere che Lei capirà che io non ho motivazioni per cui pentirmi.
Sento l’obbligo di chiedere giustizia per i miei compagni accusati di
crimini che non hanno commesso e che sono stati condannati sulla base di
pregiudizi da una giuria che ha perso un’opportunità unica di fare
differenza. I miei compagni non hanno mai cercato di scoprire i segreti di
questo paese. L’accusa più mostruosa è stata diretta verso un patriota che
ha solo cercato di difendere la sovranità del suo paese. Usando le parole
di un buon cubano e amico che, nonostante sia venuto in questo paese perchè
non è d’accordo con il governo cubano, è una persona onorata, rendo omaggio
ai cubani degni che vivono qui. In questo modo elimino anche le falsità
dell’accusa a proposito dei nostri sentimenti verso la comunità cubana:
“Questi giovani sono stati condannati per il crimine di essere degni!”
Due anni fa circa ricevetti una lettera di mio padre nella quale egli diceva
di sperare in una giuria che avrebbe saputo mettere in evidenza gli ideali
di Jefferson, Washington e Lincoln. È un vero peccato che non sia successo.
Io non perdo la speranza nella razza umana e nella sua capacità di guidarsi
con quegli ideali... Io non credo che questi tre grandi uomini fossero
maggioranza in quell’epoca, quando dovettero lasciare la loro impronta nella
storia di questa nazione. Questi sordidi tre anni stanno diventando storia,
con una montagna di argomenti, mozioni e tecnicismi; si sta già seppellendo
una storia di ricatti di abusi di potere col più grande disprezzo di un
importante e ponderato sistema di giustizia. Noi cinque, per ripulire questa
giustizia e renderle quella brillantezza che con noi e con Cuba non ha mai
avuto, continueremo ad appellarci nel nome di questi e della vocazione per
la verità del popolo statunitense con tutta la pazienza, la fede e il
coraggio che ci può infondere il crimine di essere degni. Molte grazie
René González Sehwerert
LA DICHIARAZIONE
PRESENTATA DA FERNANDO GONZÁLEZ LLORT DOPO LA SENTENZA
Martedì 18 dicembre del 2001
Sua Signoria,
Unisco anch’io, come
hanno già fatto i miei compagni, i miei ringraziamenti al Sig Richard , ai
traduttori e ai custodi, per la loro capacità e professionalità. Sostengo
anche tutto ciò che i miei compagni hanno dichiarato nelle loro “udienze di
sentenza”; sono onorato di avere come amici questi uomini, miei fratelli,
che con tanto coraggio e dignità hanno ascoltato le loro ingiuste sentenze.
Voglio ringraziare anche gli avvocati che ci rappresentano e specialmente
Joaquín Méndez e l’ufficio della Pubblica Difesa del Distretto sud della
Florida, per la professionalità dimostrata.
Se per me non fosse già stato ben chiaro che il fanatismo, l’odio,
l’irrazionalità contro Cuba vengono generati e stimolati solamente da un
settore minoritario della comunità cubano - americana in questa località,
mai avrei accettato di essere rappresentato da un membro di questa stessa
comunità... la sua professionalità in questo caso è un evidente esempio del
contrario di ciò che vorrebbero dimostrare coloro che controllano i mezzi di
comunicazione in spagnolo, con la loro stridente posizione contro Cuba. La
maggioranza della comunità cubano - americana in Florida ha un’attitudine
razionale nei confronti del proprio paese di origine, pur avendo opinioni
contrarie al Governo cubano. Tutto ciò lo dimostra anche il fatto che
migliaia di cubano - americani ogni anno vanno a Cuba e inviano
costantemente denaro ai familiari nell’Isola. Coloro che credono che la
radio cubana di Miami e le organizzazioni estremiste cubane in questa città
rappresentano la forma di pensare della maggioranza dei cubano - americani
sono caduti nella trappola tesa da questo settore estremista e minoritario
ma economicamente potente, per presentare un’immagine di unità ,
rappresentativa dei sentimenti di migliaia di cubani che vivono lì, ma
questa non è la realtà.
Sua Signoria,
Io credevo che l’accusa
oggi sarebbe venuta in questa Sala a chiedere per me un anno di arresti
domiciliari, poichè dopo tutto fu questo che lo stesso Ufficio chiese per il
Sig. Frometa quando questi comprò da un agente segreto del Governo un
missile Stinger, esplosivo C-4, granate e altre armi. Non importa che il Sig
Frometa avesse confessato allo stesso agente le sue intenzioni di compiere
atti di terrorismo o il fatto che avrebbe usato quei materiali in maniera
assassina e senza scrupoli...
Mi resi conto però molto rapidamente che sperare nello steso trattamento da
parte dell’accusa era una pura illusione, perchè io sono un cubano di
laggiù, dell’Isola, e questo implica nell’accusarmi- e fa entrare in gioco
- considerazioni come l’ignoranza su ciò che Cuba è realmente, l’odio e
l’irrazionalità contro il mio paese, stimolati da un settore estremista che
controlla tutto quello che qui si dice su Cuba e che si incarica di
annullare qualsiasi opinione più razionale. Mentre si stava svolgendo questo
processo in questa Sala, a Miami è morto Esteban Ventura Novo e lo menziono
perchè credo che sia morto un simbolo.
Esteban Ventura Novo fu uno dei capi della polizia del dittatore Fulgencio
Batista a Cuba, prima del trionfo della Rivoluzione e fu il responsabile d
torture, di omicidi, della scomparsa di centinaia di giovani nella capitale
cubana; tutto ciò avveniva con il consenso e l’appoggio del governo degli
Stati Uniti, il cui Presidente allora era Eisenhower. Quando il governo
rivoluzionario prese il potere a Cuba, Ventura Novo e altri come lui,
responsabili di crimini contro il popolo cubano, furono ricevuti e ben
accolti dal governo di questo paese. Molti di loro vennero utilizzati con
la consulenza, la direzione e i finanziamenti nella guerra sporca contro un
governo che evidentemente contava e conta con l’appoggio del suo popolo.
Iniziò così la storia delle aggressioni contro Cuba in ogni settore della
vita economica e sociale del paese, una storia nella quale la guerra
economica, l’aggressione biologica, la guerra psicologica con la propaganda,
le minacce di aggressione militare, le azioni paramilitari e gli intenti di
uccidere i leaders politici della Rivoluzione furono originati in quasi
tutti i casi nella zona al sud della Florida.
L’accusa dirà che questa è propaganda e paranoia di Cuba, ma io mi chiedo se
i suoi rappresentanti se la sentirebbero di andare a Cuba a dire le stesse
cose ai familiari delle vittime di queste aggressioni. In tutte le sue
manifestazioni l’accusa ha dimostrato una mancanza di sensibilità umana
totale e una assoluta incapacità di porsi nella posizione dell’altra parte.
Con l’organizzazione diretta delle agenzie del governo nordamericano e il
loro appoggio ai gruppi estremisti che le eseguivano o semplicemente
lasciando fare, senza perseguire nessuno o ancora trattando benevolmente
qualcuno che per caso veniva fermato, le attività di gruppi terroristi e
paramilitari di origine cubana presenti nel sud della Florida sono stati
utilizzati come strumenti di politica estera di questo paese verso Cuba. I
gruppi terroristi dell’estrema destra cubana a Miami sono stati creati,
addestrati e finanziati dalla CIA. Per il popolo cubano tutto questo è
sempre stato ben chiaro. Se i presenti in questa sala hanno dei dubbi, li
possono chiarire guardando i documenti non più segreti dello stesso governo
USA, datati 1997 e 1998. In questi documenti si rivelano le decisioni prese
da alti dirigenti di questo paese. Uno di questi documenti si riferisce a
una riunione alla quale parteciparono funzionari ad alto livello, presieduta
dall’allora vice presidente Richard Nixon. La riunione servì per approvare
“Il piano di azione segreta contro il regime di Castro.” In un memorandum di
questo incontro uno dei partecipanti, il Generale Goodpaster commenta: “Il
Presidente ha detto che non esiste un piano migliore per maneggiare quella
situazione... il grande problema sono le infiltrazioni e la mancanza di
sicurezza. Tutti devono giurare che lui (il Presidente) non sa nulla di
tutto questo e noi non dobbiamo apparire in nulla di tutto ciò che si farà
...” Io mi domando che cosa potremo incontrare tra 30 o 40 anni nei
documenti di oggi che verranno resi pubblici... La maggior parte dei cubano
- americani che oggi dopo 40 anni si mantiene attiva nelle azioni di
terrorismo contro Cuba è ben conosciuta dagli organismi di sicurezza degli
Stati Uniti perchè coloro hanno lavorato in quegli organismi e lì hanno
imparato ad usare mezzi tecnici e metodi di lavoro. I vincoli con i
fondamentalisti dell’estrema destra della politica statunitense li ha
vincolati agli episodi più oscuri della storia recente di questo paese.
L’omicidio del Presidente Kennedy, lo scandalo Watergate, l’omicidio di
Orlando Letelier e di Ronni Moffit, i rifornimenti clandestini ai Contras
del Nicaragua, violando costantemente le leggi approvate dal Congresso. Le
loro azioni sono sempre state contrarie agli interessi del popolo degli
Stati Uniti.
Forse la complicità e la lealtà a questo settore politico di questa società
è ciò che garantisce l’impunità per le loro azioni contro Cuba, poichè si
offre loro la sicurezza che queste attività non verranno condannate dalle
autorità, che chiuderanno gli occhi, e inoltre si faranno anche pressioni
politiche in loro favore nel caso di problemi. I fatti lo hanno
dimostrato. Ci sono i casi di Luis Posada Carriles e di Orlando Bosh, che
hanno una lunga storia di vincoli con la CIA perchè furono gli autori
intellettuali della distruzione di un aereo cubano che scoppiò, per una
bomba, in pieno volo il 6 ottobre del 1976, provocando la morte di 73
persone innocenti.
Orlando Bosh vive liberamente in questa comunità grazie al “Parole” (la
garanzia) consegnato dall’ex Presidente George Bush, anche se viene
considerato un terribile e famoso terrorista persino dalle stesse autorità
del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Un ruolo importante nella
concessione del “Parole” presidenziale a Orlando Bosh lo giocarono le
pressioni e le raccomandazioni della rappresentante repubblicana della
Florida, Ileana Ross Lehtinen, che difende e protegge quei terroristi. Le
evidenza presentate dalla difesa, documenti ben conosciuti dal FBI, come
abbiamo potuto constatare durante il processo, dimostrano che Orlando Bosh
continua a cospirare da Miami per commettere e organizzare atti di
terrorismo contro Cuba. Nessuno ha mai cercato di arrestarlo.Il 22 agosto
scorso il The Miami Herald pubblicò un annuncio, una pagina completa, nella
quale il cosiddetto “Foro Patriottico Cubano” precisava che riconosce e
appoggia l’uso di qualsiasi metodo di lotta contro Cuba! Uno dei firmatari
era Orlando Bosh, che opera con questa incredibile impunità. Il caso
di Posada Carriles è persino più vergognoso! Scappato da una prigione in
Venezuela, dove si trovava per l’attentato contro l’aereo cubano che egli
fece esplodere, provocando 73 morti civili innocenti, apparve in Centro
America con un falso nome, operando agli ordini del Tenente Colonnello
Oliver North, funzionario del Consiglio di Sicurezza dell’Amministrazione
del allora Presidente Reagan. Era coinvolto nell’attività illegale detta
Iran Contras e questo caso venne poi giudicato dal Tribunale speciale.
Tutto questo è documentato e i servizi di sicurezza degli USA conoscono
benissimo questi fatti. Come sanno anche molto bene che la FNCA finanziò e
organizzò la fuga di Posada Carriles dal Venezuela.
Oggi Luis Posada Carriles e altri tre cubano - americani residenti a Miami,
tutti con lunghe storie di partecipazione ad atti terroristici contro Cuba e
anche negli Stati Uniti, sono detenuti a Panama per aver partecipato a una
cospirazione, con l’intenzione di far saltare in aria il paraninfo
universitario della capitale di quel paese dove Fidel Castro avrebbe dovuto
riunirsi per parlare con migliaia di studenti universitari. Da Miami si
appoggiano questi terroristi che sono detenuti a Panama, si raccoglie denaro
in collette pubbliche per la loro difesa, si usano per questo le emittenti
“cubane”, si fanno pressioni sulle autorità di Panama e si coordina una
difesa legale di terroristi, creando nello stesso tempo le condizioni per
un’eventuale evasione. Inoltre qui a Miami le radio e la stampa controllate
dai cubani dell’estrema destra si auto definiscono “patriottiche” e non di
azione terrorista come realmente sono.
Tutti questi fatti accadono davanti alle autorità del paese.
Si potrebbe fare un lungo racconto sulle attività terroristiche e
paramilitari, sui tentativi di omicidio dei dirigenti politici cubani
organizzati dal sud della Florida. La Commissione Church del Senato
statunitense, nel 1975 documentò una lista parziale di tutti gli attentati
ai quali la CIA partecipò direttamente, usando anche elementi del crimine
organizzato: esiste una mancanza di etica totale! Che cosa può fare il
popolo di Cuba per difendere la sua sovranità e la sua sicurezza?
Tutti in questa sala conosciamo il concetto di “causa probabile” che si usa,
tra l’altro, per autorizzare l’impiego di mezzi e metodi di investigazione
criminale, per realizzare perquisizioni, arresti, etc. Chi nel Governo degli
USA può dire che negli ultimi 42 anni non è mai esistita una “causa
probabile” per giustificare e avallare giuridicamente ogni investigazione
originata o finanziata dal sud della Florida contro Cuba? Durante il nostro
processo l’accusa, con un eccesso di ipocrisia, minacciò di applicare la
legge R.I.C.O. ai testimoni della difesa che testimoniavano qui in
tribunale. L’obiettivo era quello di impedire che si conoscessero tutte le
attività terroristiche alle quali quei signori avevano partecipato...
La Legge R.I.C.O., approvata dal Congresso soprattutto per combattere il
crimine organizzato, è in vigore da oltre 20 anni Non è stata mai applicata
nemmeno una volta ai gruppi di terroristi che operano qui a Miami, anche se
il Governo ha tutte le informazioni necessarie per farlo. Questo è solo un
esempio per chiarire che esistono leggi che permetterebbero di giudicare
come criminali queste persone e questi gruppi. Evidentemente non è esistita
la volontà politica di farlo: se questa volontà politica fosse esistita,
molte organizzazioni di terroristi che oggi hanno le loro sedi ufficiali qui
a Miami avrebbero dovuto chiudere gli uffici e i loro membri sarebbero stati
arrestati...In forma riassuntiva questa è la realtà che il popolo cubano ha
dovuto affrontare e con la quale ha dovuto convivere per più di 40 anni. Il
popolo cubano ha il diritto di difendersi, perchè sino ad oggi il Governo
degli Stati Uniti, che è incaricato di applicare le leggi del proprio paese
e di approvarle se necessario per combattere gli atti criminali, ha fatto
poco e niente per fermare gli atti di terrorismo contro Cuba. In questo
contesto, negli anni ‘90, la situazione economica di Cuba divenne molto
critica a causa di fattori esterni.
I gruppi di terroristi residenti a Miami e alleati alla estrema destra
politica degli USA decisero di dare il colpo di grazia al Governo di Cuba e
intensificarono le azioni politiche da un lato e le attività di terrorismo
dall’altro.
La FNCA è l’organizzazione più influente della comunità cubana per le
risorse economiche di cui dispone e l’influenza che esercita su politici
chiave nella struttura del Governo USA. La strategia della FNCA consisteva,
in quegli anni, nel fare approvare alcuni metodi dal congresso che potessero
asfissiare economicamente il popolo cubano, con la falsa speranza che questi
si sollevasse contro il Governo rivoluzionario. La FNCA organizzava e
finanziava da Miami una ondata di attentati contro Cuba, con l’obiettivo di
danneggiare l’economia e il processo di recupero del paese. Quell’ondata
di atti di terrorismo contro le installazioni turistiche di Cuba venne
finanziata e organizzata dalla FNCA. Il terrorista principale, Luis Posada
Carriles, riconobbe in una intervista rilasciata al The New York Times la
responsabilità della FNCA nella preparazione degli attentati e nel loro
finanziamento. Il denaro era della FNCA! Posada Carriles in quegli articoli
dei giorni 12 e 13 luglio del 1998 ammette tacitamente che egli stesso era
il braccio armato della FNCA...
Egli spiegava anche che le autorità statunitensi non fecero “sforzi” per
interrogarlo sugli attentati contro gli alberghi di Cuba e attribuiva questa
mancanza di azione alla sua lunga relazione con la FNCA; le sue parole
esatte furono:“ As you can see (...) The FBI and The CIA don`t bother me,
and I’m neutral with them. Whenever I can help them, I do ...”
Nei giorni seguenti la nota stampa anti cubana di Miami si incaricò di
cancellare nella memoria della comunità le dichiarazioni e le gravi
affermazioni pubblicate nel New York Times, facendole scomparire dai mezzi
di comunicazione locali, grazie a qualcosa che è l’ossessione di questa
comunità: una presunta (inventata) malattia del Presidente Fidel Castro. Non
importa che fosse una farsa e che in pochi giorni la notizia scomparve senza
code... La gente comune si dimenticò di ciò che era stato pubblicato sul New
York Times, annullando le ripercussioni delle dichiarazioni di Posada
Carriles. Chi non doveva dimenticare però erano il FBI e le altre
autorità statunitensi, poichè gli articoli menzionati erano del 12 e 13
luglio e 26 giorni prima della loro pubblicazione, una delegazione ufficiale
statunitense che includeva vari membri del FBI aveva ricevuto, all’Avana,
molte e ampie informazioni, con filmati e registrazioni, dove appariva
evidente la partecipazione della FNCA e di altri dirigenti di questa
organizzazione nell’organizzazione di atti di terrorismo contro Cuba. La
difesa in questo processo ha utilizzato questo materiale...
Cuba però sta ancora sperando e aspettando, dopo più di tre anni, che il FBI
arresti qualche persona coinvolta in quegli atti. Il 26 ottobre del 1990 il
Sig. Angel Belingueri, che era un Agente speciale FBI del Dipartimento di
Miami, apparve nel programma radiofonico “Mesa redonda”, trasmesso dalla
emittente WAQI- Radio Mambí. Casualmente questo agente otto anni più tardi
partecipò al mio arresto e ha anche testimoniato in questo processo. Egli
partecipò a quella trasmissione condotta dallo stesso presentatore che,
guarda caso, si occupa di raccogliere i fondi per organizzare attività
contro Cuba, per la difesa di terroristi, per far propaganda contro il
Governo cubano e attività politica caratterizzata da puro fanatismo.Là
apparve questo agente speciale dell’FBI.
È interessante il fatto che nelle sue parole e spiegazioni al pubblico sulla
supposta attività degli agenti del governo cubano nel sud della Florida non
si dice mai nulla che riguardi la sicurezza nazionale degli Stati Uniti ma,
senza dubbio, si riconosce che esistono gruppi a Miami che cospirano per
eliminare il governo cubano. Ciò è contrario alla legge di neutralità, anche
se questa informazione non venne sicuramente affermata pubblicamente.
L’agente FBI riconobbe che da Miami si organizzano azioni e attentati contro
il Governo di Cuba e l’obiettivo del Governo cubano è di avere tutte le
notizie possibili su quei piani. Al termine della trasmissione radiofonica
questo agente disse anche che:” I radio ascoltatori devono sapere che noi
(il FBI?) stiamo lottando e abbiamo un solo obiettivo: liberare Cuba nel più
breve tempo possibile!”Che io sappia l’FBI non è stato creato e non ha tra
le sue funzioni quella di lottare per la libertà di nessun paese. Quelle
dichiarazioni però descrissero chiaramente la posizione del FBI nel sud
della Florida. Quelle dichiarazioni espresse nell’ottobre del 1990
coincisero con una decina di anni nei quali si incrementarono notevolmente
gli attentati contro Cuba, organizzati nel sud della Florida. Quelle
dichiarazioni pronunciate da un agente FBI e trasmesse da una radio
emittente con le caratteristiche già dette potevano avere solamente
l’effetto di stimolare le organizzazioni nell’organizzare atti di terrorismo
contro Cuba, dicendo loro che, in tutta sicurezza, non avrebbero avuto
problemi di sorta con la legge.
Alla stessa emittente, nello steso programma e con lo stesso presentatore,
apparve anche il Sig. Hector Pesquera, un agente FBI del sud della Florida
pochi giorni dopo il verdetto del nostro processo...
Che cosa può fare Cuba davanti a questa realtà per difendersi e prevenire
gli atti di terrorismo?
Si può forse avere fiducia nell’autorità del FBI del sud della Florida per i
fatti che riguardano Cuba e la sua sicurezza? Ci si può forse rivolgere al
Governo statunitense per conoscere le attività dei gruppi di terroristi e
prevenire i loro atti criminali, evitando la morte di persone innocenti?
Che può fare Cuba per difendere il suo popolo quando le imbarcazioni che
provengono dalla Florida cariche di armi per attacare l’Isola vengono
fermate dalle autorità USA che si accontentano di spiegazioni di questo
tipo: “Stavamo andando a pescare aragoste!” Lo abbiamo sentito dire da un
agente ATF che fermò un’imbarcazione carica di armi, con mappe di Cuba a
sole quaranta miglia dalle coste dell’Isola.
Il 3 luglio del 1998 il The Miami Herald pubblicò le dichiarazioni del
terrorista Tony Bryant. Egli rideva del fatto che gli agenti FBI lo avevano
interrogato dopo che la sua imbarcazione carica di esplosivi era stata
sequestrata all’Avana. Egli riferì che promise alle autorità degli Stati
Uniti di “non farlo più” e così lo lasciarono andare... Che può fare Cuba
quando terroristi come Virgilio Paz e José Dionisio Suárez, che uccisero
Orlando Letelier e Ronnie Moffit con una bomba nella capitale degli USA,
fuggirono della giustizia e che vennero poi condannati a soli 7 anni di
prigione, non li scontarono nemmeno, perchè la FNCA pagava troppo bene i
loro avvocati? Ho conosciuto casi di rentry che hanno scontato pene molto
più alte! Le prime parole di uno di questi individui furono per ringraziare
la FNCA! Fu Armando Pérez Roura alla WAQI che ringraziava per gli sforzi
realizzati per la sua liberazione! Sono sempre la stessa emittente e lo
stesso presentatore delle interviste degli agenti FBI Berlingueri e
Pesquera.
La realtà è che a Cuba non resta altra alternativa che avere del personale
qui, che per amore della patria e non certo per denaro, dia informazioni sui
piani terroristici, permettendo di evitarli, sempre che sia possibile.
Questa è la ragione della mia presenza qui. Fino a quando la situazione sarà
quella che ho descritto, Cuba ha il diritto morale di difendersi nel modo in
cui i miei compagni lo abbiamo fatto.
Sua Signoria:
Lo scorso 12 settembre
siamo stati tutti testimoni di un atto criminale e orrendo, un atto
disprezzabile che ha costernato maggior parte della popolazione del mondo,
che ha assistito a quei fatti guardando differenti canali televisivi. Tutti
gli atti di terrorismo commessi contro Cuba in tutti questi anni non sono
stati mai trasmessi da nessuna di quelle catene televisive.
Vorrei ricordare che l’11 settembre del 1980, Felix Garcia, diplomatico
cubano accreditato presso le Nazioni Unite, vene assassinato nella città di
New York da uno dei terroristi che oggi è detenuto a Panama con Posada
Carriles. Gli atti di terrorismo avvenuti e New York e a Washington hanno
incrementato la necessità di sradicare il terrorismo nelle coscienze, in
senso mondiale. A poche ore dai fatti accaduti a New York, tutti gli
analisti i funzionari ad alto livello del governo USA stavano offrendo
dichiarazioni, informazioni e punti di vista con i mezzi di comunicazione,
tutti enfatizzando la necessità di migliorare il lavoro dei servizi di
sicurezza, per impedire la penetrazione di gruppi che compiono atti di
terrorismo, per fermare coloro che li aiutano e offrono loro rifugio.
Io sono certo che gli USA sarebbero orgogliosi se un loro figlio avesse
avuto l’opportunità e il privilegio di evitare atti come dello scorso
settembre: sarebbe stato un grande servizio per l’umanità!
Il Presidente Bush nel suo discorso davanti al Congresso delle Nazioni Unite
del 20 settembre del 2001, dichiarò: “Stanotte noi siamo un paese che ha
conosciuto il pericolo, che è stato chiamato a difendere la propria
libertà!”
Sua Signoria:
Il mio paese, il popolo
di Cuba, da quaranta anni sono obbligati a conoscere il pericolo e chiamati
a difendere la propria libertà. Io sono orgoglioso di essere uno di coloro
che hanno operato per prevenire quei pericoli. Il Presidente Bush ha detto
anche in quell’occasione: ”Noi ci uniremo per rinforzare le nostre agenzie
di sicurezza, conoscere così i piani dei terroristi prima che avvengano
fatti criminali, incontrandoli prima dell’attacco!” Cuba, che ha
sofferto attacchi di terrorismo da più di 40 anni, ha il diritto di
difendersi nello stesso modo. Oggi la nazione statunitense si unisce nella
lotta contro il terrorismo: nel mio paese tutto questo è stato necessità e
realtà per molti anni.
Non si può utilizzare una doppia giustizia! Si devono combattere gli atti
di terrorismo e si devono eliminare sia se si commettono in un paese grande
e poderoso, che in un piccolo paese. Non esistono il terrorismo cattivo e il
terrorismo buono! La relazione su Orlando Bosh presentata dal
Sottosegretario alla Giustizia, nel 1989, il Sig. Joe D. Whitley, che per la
sua posizione subiva minori pressioni politiche o convenienze di politica
estera, diceva: “Gli Stati Uniti non possono tollerare il carattere
decisamente disumano del terrorismo come forma di soluzione per una disputa:
se si utilizzerà la forza si provocherà solamente più terrorismo. Dobbiamo
vedere il terrorismo come un male universale, anche se viene diretto contro
coloro verso i quali non proviamo simpatie politiche...”
Sua Signoria,
Lei oggi termina questa
tappa che è stata il nostro processo e detterà la sentenza che considererà
appropriata. Io desidero riconfermare che mai ho messo in pericolo la
sicurezza nazionale degli Stati Uniti e che nemmeno i miei compagni hanno
mai avuto questa intenzione. Quello che ho fatto è stato motivato dall’amore
per la mia patria e dalla convinzione che la storia dimostrerà che era la
sola opzione che resta al popolo cubano per evitare la morte di persone
innocenti e la distruzione che deriva dagli atti di terrorismo che si
commettono contro il mio paese. Nelle mani del Governo degli Stati Uniti c’è
la possibilità di far terminare tutto questo. Cuba ha dimostrato la sua
volontà di cooperare in questo e in altri settori, come nella lotta al
narcotraffico con le autorità USA. Sono cose che riguardano gli interessi di
due popoli e che danneggiano davvero la sicurezza degli Stati Uniti. Le
autorità di questo paese si devono decidere ad attuare sulla base di
principi ed eliminare quell’influenza perniciosa di un gruppo piccolo, ma
molto potente economicamente, di mafiosi, di reazionari della comunità
cubano - americana di Miami.
Io spero veramente che un giorno Cuba non debba più avere la necessità di
mandare persone come me che volontariamente e per amore del proprio paese e
del proprio popolo devono venire qui a lottare contro il terrorismo. Ogni
uomo che rispetti sè stesso deve rispetto prima di tutto alla Patria. Negli
anni di prigione mi accompagnerà sempre la dignità che io ho appreso dal mio
popolo e dalla sua storia.
Molte grazie
Fernando Gonzalez Llort
DISCORSO PRONUNCIATO DA
ANTONIO GUERRERO RODRÍGUEZ DOPO LA SENTENZA
Giovedì 27 dicembre 2001
Adesso, a questo punto, mi alzo con il mio forte animo.
Walt Whitman (Canto a me stesso)
Sua Signoria,
Mi permetta di dire che
condivido tutto quello che hanno dichiarato i miei quattro fratelli in
questa causa. Fernando, René, Ramón e Gerardo. Loro hanno parlato con
dignità e coraggio davanti a questo Tribunale. I nostri discorsi si basano
nella più assoluta verità, nella solidità dei principi in cui crediamo e
nell’onore dell’eroico popolo cubano. Mi sento onorato nel segnalare che gli
avvocati e i loro assistenti hanno lavorato con una grande capacità, onestà
a coraggio, così come i traduttori Liza e Richard e i custodi, con etica e
professionalità. All’inizio io cominciai a scrivere un diario in quelle
lunghe giornate “...un vero uomo non guarda dove si vive meglio, ma da che
lato si trova il dovere...” Queste parole sono di José Martí e anche un
secolo dopo sono vive ed esprimono l’essenza di ciò che esiste di più puro
ed altruista.
Molte volte è difficile
Trovare vocaboli precisi
Però esistevano dentro di me
Schiacciati
Spaventati
Inglobati nella verità
Sperando di irrompere dalla fonte e vedere la luce
Ed è giunto il giorno.
Mi permetta di spiegare Signora Giudice, nella forma più trasparente e
concisa le mie ragioni.
Cuba
Il mio piccolo paese è stato
Attaccato
E calunniato
Un anno dopo l’altro
Per una politica
Crudele,
Disumana
E assurda.
Una vera guerra
Vorace e aperta
Di terrorismo,
Precursore dell’orrore
di sabotaggi,
generatore di rovine
di omicidi,
causa di dolore,
del dolore più profondo,
la morte
Non solo i dati e i
documenti del Governo di Cuba hanno messo in luce tutte queste aggressioni,
ma gli stessi documenti non più segreti del Governo degli Stati Uniti, resi
pubblici dopo anni. L’aggressione costante a Cuba ha incluso il
reclutamento, il pagamento e l’addestramento di agenti contro rivoluzionari
per la CIA, l’Invasione di Playa Girón, l’Operazione Mangusta... tutti
pretesti per realizzare un intervento militare, piani per uccidere capi
di stato e di governo, infiltrazioni di gruppi armati, sabotaggi, violazioni
dello spazio aereo, voli spia, lancio di sostanze batteriologiche e
chimiche, sparatorie sulle coste e sulle case, bombe negli alberghi, in
altri centri sociali, culturali, storici e turistici, provocazioni di ogni
genere con crudeltà e ferocia.
I risultati di questi atti sono questi:
Più di tremila quattrocento morti, l’invalidità totale o parziale di circa
due mila persone, danni materiali notevoli all’economia, alla fonte di vita,
centinaia di migliaia di cubani che nascono e crescono sottoposti a un
ferreo blocco, in un clima ostile di guerra fredda. Terrore, problemi,
dolori per il popolo...
Da dove provengono tutti i finanziamenti per organizzare questi incessanti e
spietati atti? Nella stragrande maggioranza provengono dallo stesso
territorio degli Stati Uniti di America! Che cosa hanno fatto le autorità di
questo paese per evitarlo?
Praticamente niente e l’aggressione non è ancora terminata.
Oggi per le strade di questa città, Miami, camminano liberamente i
responsabili di molte di queste azioni. Stazioni radiofoniche e altri mezzi
di comunicazione pubblicano e promuovono nuovi atti di aggressione contro il
popolo cubano.
Perchè tanto odio verso il popolo di Cuba?
Perchè Cuba ha scelto una strada diversa?
Perchè il popolo cubano vuole il socialismo?
Perchè ha eliminato i latifondisti e ha sradicato l’analfabetismo?
Perchè ha dato educazione e attenzione medica gratis al suo popolo?
Perchè offre un futuro felice ai suoi bambini?
Cuba non ha mai agito contro la sicurezza nazionale degli USA, non ha mai
commesso atti di aggressione o di terrorismo contro questo paese, vuole -
profondamente - la pace e la tranquillità e desidera che si stabiliscano le
migliori relazioni tra i due popoli. Ha dimostrato che ammira e rispetta il
popolo statunitense.
“Cuba non è un pericolo militare per gli Stati Uniti”, ha dichiarato in
questa Sala l’Ammiraglio Carrol.
“Il pericolo militare per gli Stati Uniti proveniente da Cuba è zero!” ha
dichiarato il generale Atkinson.
Il diritto della mia Patria, come di qualsiasi altro paese a difendersi da
coloro che cercano di causare danni al suo popolo è indiscutibile. Il
compito di frenare gli atti di terrorismo è stato complesso e difficile
perchè esistono la complicità e l’indolente tolleranza di tutte le autorità.
Il mio paese ha fatto di tutto per avvisare il Governo USA dei pericoli di
queste azioni e sono stati usati per questo canali ufficiali discreti o
pubblici, ma non è mai esistita una cooperazione reciproca.
Negli anni ’90, eccitati dalla caduta del campo socialista, gruppi
terroristi hanno intensificato le attività contro Cuba. Secondo i loro
criteri quella era l’ora sperata per creare il caos finale, terrorizzare la
popolazione, destabilizzare l’economia, danneggiare l’industria del turismo,
fomentare la crisi e dare il colpo di grazia alla Rivoluzione cubana. Cosa
poteva fare Cuba per difendersi, per prevenire gli atti di terrorismo che si
organizzavano contro l’Isola? Cosa poteva fare per evitare un
conflitto più violento? Che opzioni aveva per salvaguardare la sovranità e
la sicurezza dei suoi figli?
Una delle forme possibili per impedire atti brutali e sanguinosi, per
evitare che la sofferenza crescesse con ulteriori morti, era attuare in
silenzio. Non rimase altra alternativa che contare su uomini che per amore
di una causa giusta, per amore verso la Patria, verso il popolo, per amore
della pace e della vita, disposti a compiere volontariamente questo onorato
compito contro il terrorismo, cioè scoprire e avvisare dei pericoli di
aggressione. Prevenire azioni che avrebbero apportato dolore nel nostro
popolo è stato l’oggetto dei miei atti, la ragione del mio dovere, come lo è
stato per i miei compagni.
Non abbiamo attuato nè per denaro nè per rancore .
Nessuno tra di noi ha mai voluto danneggiare il nobile e laborioso popolo
degli USA. Noi non danneggiamo la sicurezza nazionale di questo paese. Lì ci
sono le relazioni : chi ha dei dubbi le consulti e scoprirà la verità .
I bestiali attacchi di terrorismo contro il Centro Mondiale del Commercio e
il Pentagono nel settembre scorso hanno riempito di indignazione tutti noi
che vogliamo un mondo di pace. La morte improvvisa di migliaia di innocenti
cittadini di questo popolo è stata causa di grande dolore. Il terrorismo è
un fenomeno disumano, spietato e ripugnante e lo si deve far scomparire con
urgenza.
“Per ottenere la vittoria si deve usare la migliore intelligenza possibile.
È necessaria l’unità per rafforzare le agenzie di sicurezza, per conoscere
i piani prima che vengano attuati, incontrare i terroristi prima degli
attacchi”
Queste due affermazioni non le ha espresse il Presidente della Repubblica di
Cuba Fidel Castro, ma il Presidente degli USA, George Bush, dopo gli
attacchi di settembre. Così io mi chiedo e mi ripeto : “Queste affermazioni
non valgono per Cuba che è una vittima del terrorismo?”
Questo è precisamente quello che ha fatto Cuba per far terminare il flagello
che ha danneggiato per tanti il suo territorio, che ha martirizzato il suo
popolo...
Sua Signoria
C’è stato un processo
Questa Sala lo sa
Abbiamo trascorso
Giorni pieni di dichiarazioni
Testimoni
Indizi
Evidenze
Argomenti
Mozioni
Compromessi
Dubbi
Ingiurie
Menzogne
Deliberazioni
Non vengo qui a giustificare niente
Vengo a dire
La verità
Il mio impegno è questo
Accordo: Non è esistito
nulla che non fosse un impegno di essere utile al mondo, di servire cause
così importanti chiamate Umanità e Patria.
Intenzione: Non c’è stata intenzione differente da quella di evitare la
mancanza di buon senso, il crimine, di salvare la vita dalla morte fortuita,
brusca, vana e prematura.
Non abbiamo oltraggiato.
Non abbiamo offeso.
Non abbiamo commesso violazioni.
Non abbiamo rubato.
Non abbiamo ingannato.
Non abbiamo defraudato.
Non abbiamo commesso atti di spionaggio, nè cercato di farlo. Nessuno mai mi
ha chiesto di cercare informazioni segrete e tutti in questa Sala lo hanno
confermato, sia i testimoni della difesa che quelli dell’accusa. Leggete le
dichiarazioni del Generale Clapper, di Joseph Santos, del Generale Atkinson,
per citare alcuni nomi, e verrà confermato tutto quello che sto dicendo con
totale onestà. Dalila Borrego, Edward Donohue, Tim Carey e molte altre
persone sono venute in questa Sala di tribunale per riferire quale era la
mia vita, per spiegare quello io che facevo ogni giorno. In cambio nessuno è
venuto a parlare contro di me e non è possibile trovare persone che lo
possano fare con sincerità, sarebbe una mancanza di onestà verso la società!
Io amo l’Isola dove sono cresciuto, mi sono educato, dove vive mia madre,
uno di miei cari figli assieme a molte altre persone care, a tanti amici.
Amo anche questo paese nel quale sono nato, dove ho vissuto gli ultimi dieci
anni, dove ho ricevuto autentiche mostre di amore e solidarietà. Ho la
certezza che sia inevitabile un ponte di amicizia non solo tra questi due
popoli, ma tra tutti i popoli del mondo.
Sua Signoria,
Lei deve sentenziare in
questo lungo e tortuoso processo. Mostri le prove e le evidenze!
Molte voci le diranno che non esistono!
Porti fatti e argomenti!
Molte voci le diranno che non ci sono imputazioni!
Legga i casi e le testimonianze!
Molte voci le diranno che non è possibile incolpare questi uomini!
Sono voci che salgono direttamente dai cuori!
Voci che hanno in sè il vigore della giustizia!
Voci che non sono state ascoltate dalla giuria, che non ha potuto fare
giustizia!
E si sono sbagliati!
Il verdetto è stato un sacrilegio! Noi avevamo la coscienza sin dall’inizio
che trattandosi di Cuba, Miami era un luogo impossibile per fare giustizia.
Questo è stato, prima di tutto, un processo politico! Personalmente non ho
altro da chiedere che Giustizia!, per il bene dei nostri popoli, per il bene
della verità. Una sentenza giusta, libera di legami politici, piena, sarebbe
stata un importante messaggio in questo momento trascendentale di lotta
contro il terrorismo. Mi permetta di reiterare che io non ho mai fatto del
male, non ho mai causato danni. Non ho mai cercato di realizzare azioni
pericolose per la sicurezza nazionale degli USA. Se mi si chiedesse
nuovamente di cooperare come ho fatto lo farei di nuovo, con onore. In
questo momento mi viene in mente con forza e passione un frammento di una
lettera che il Generale cubano Antonio Maceo – che lottò per l’indipendenza
di Cuba nel XIXº scolo - scrisse a un generale spagnolo: “Non esistono
motivi perchè io mi senta lontano dall’umanità Non è una politica di odio la
mia, è una politica d’amore! Non è una politica esclusiva, è una politica
fondata nella morale umana.”
Signora Giudice,
La sua sentenza è la
causa, per i miei amati fratelli e per me, di una ingiusta carcerazione, ma
noi non ci stancheremo mai di difendere la nostra causa e i principi che
abbiamo abbracciato. Giungerà un giorno nel quale non vivremo più
nell’angoscia del terrore e della morte e in quel giorno della storia si
farà vera giustizia nella nostra causa.
Sua Signoria,
ho passato molti mesi
rinchiuso in maniera ingiusta, rude e terribile. A volte mi sono chiesto:
“Che cos’è il tempo? - E come San Agostino mi sono risposto - Se me lo
chiedono non lo so, ma se non me lo chiedono, sì che lo so!”
Ore di solitudine e di speranza, di riflessione di fronte alle ingiustizie e
alla miseria umana, eterni minuti nei quali i ricordi ardono. Ci sono
ricordi che bruciano nella memoria. Ho scritto alcuni versi di Martí in
quest’ultima pagina, annotati nei miei lunghi giorni:
“Ho vissuto: ho dedicato le mie armi al dovere e mai il sole è tramontato
senza che la mia lotta e la mia vittoria non trascorressero”
Cito per questa Sala anche il poeta uruguayano Mario Benedetti: “ La
vittoria sarà come me qui sicuramente ...germinando...”
Perchè alla fine noi riposeremo liberi e vittoriosi davanti a questo sole
che oggi ci è stato negato.
Grazie
Antonio Guerrero
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