La OEA è una
buffonata
di GUSTAVO BECERRA -
speciale per SiporCuba
Nonostante il suo
nome, Organizzazione degli Stati Americani, gli uffici della OEA non
stanno a Buenos Aires, nè a Quito o a Lima, nè a Caracas e tanto meno
in Messico o Brasilia, insomma in qualcuna delle 34 capitali
dell’America Latina che la integrano.
Sono a
Washington.
Perchè la OEA, sin dagli inizi è stata sempre uno strumento servile
della politica degli USA dato che l’impero ha sempre considerato come
suo terreno disponibile, come cortile posteriore, con stupida arroganza,
l’insieme delle nazioni latino americane. La storia di questa
organizzazione dimostra che è sempre stata un’appendice, un tentacolo
dei successivi governi degli Stati Uniti. Si tratta di un organismo
regionale creato nell’aprile del 1948, con i presunto proposito, dice la
sua Carta costitutiva, di fomentare l’ordine la pace e la giustizia;
promuovere la solidarietà; rafforzare la collaborazione e difendere la
sovranità, la integrità territoriale e l’indipendenza.
Ma la OEA e
servita esattamente per il contrario. Il suo ruolo nei suoi quasi 59
anni d’esistenza le hanno fatto guadagnare appellativi come “ministero
della colonia yankees” o la “vecchia signora indegna”.
Nel 1961prese
l’impegno di offrire appoggio alla strumentazione della detta Alleanza
per il Progresso, un programma con il quale il governo nordamericano
cercò di imporre un’alternativa di sviluppo economico capitalista di
fronte all’opzione rappresentata dalla giovane Rivoluzione cubana.
L’
ESCLUSIONE DI CUBA
A Punta dell’Est,
in Uruguay, nel febbraio del 1962, durante l’Ottava Riunione dei
Ministri degli Esteri promossa dalla Casa Bianca con il fine di
condannare Cuba e creare le condizioni per lanciare un’aggressione
diretta contro l’Isola, si approvò per 14 voti a favore, sei astensioni
e un voto contrario —quello dell’Avana— la sua esclusione da questo
organismo.
L’ accordo
adottato con un pretesto insostenibile, stipulava che l’adesione di
questa nazione al marxismo-leninismo era incompatibile con il sistema
interamericano e che il governo cubano "negava i propositi e i principi
del sistema".
Vale la pena
segnalare che tra i 14 paesi que votarono a favore dell’accordo, la metà
non contava su governi legittimi, e alla loro guida c’erano sinistri
figuri come Anastasio Somoza (Nicaragua), Gustavo Rojas Pinillas
(Colombia), Alfredo Stroessner (Paraguay), Francois Duvalier (Haití) e
Manuel Odría (Perú).
Tutto
era pianificato.
Otto giorni dopo,
il 16 febbraio, in mezzo a un’intensa campagna indirizzata
all’isolamento politico e diplomatico di Cuba, il presidente John F.
Kennedy firmava il decreto 3447, stabilendo il blocco economico contro
l’Isola delle Antille.
"Proibisco —diceva
il documento— l’importazione negli Stati Uniti di tutti i prodotti
cubani e inoltre di tutti i prodotti da o attraverso Cuba... ordino al
segretario al commercio che continui ad applicare tutte le proibizioni
di ogni esportazione degli Usa a Cuba …”
Nella IX Riunione
dei ministri degli esteri, il 26 luglio del 1964, si accordò che i paesi
membro sospendessero ogni scambio commerciale con l’Isola, una decisone
strategica che, con il blocco degli Usa già decretato, voleva isolare
totalmente Cuba dai suoi vicini e strangolare la Rivoluzione.
Però quegli
orientamenti giunti da Washington ai governi servili dell’America
Latina, videro un degnissimo esempio di degna disobbedienza da parte del
Messico.
In realtà le
pressioni contro Cuba non fecero altro che rafforzare il giovane
processo rivoluzionario e far crescere la sua dignità e il suo decoro
perchè il fatto di non occupare una poltrona a lato degli “ambasciatori
di democrazie” come quelle di Stroessner, Somoza o Duvalier, lontano
dall’essere un affronto era un vero onore...
La OEA è stata
complice di molti altri crimini. Sotto la sua bandiera sono sbarcati i
marins nordamericani nella Repubblica Dominicana, per schiacciare a
sangue e fuoco l’insurrezione popolare contro la dittatura de Elías
Wessin.
In quell’operazione
chiamata con il nome di "Power Back", realizzata tra l’aprile del 1965 e
settembre del 1966,
l’organizzazione
apportò un simbolico plotone composto da 25 soldati e due ufficiali di
differenti paesi, mentre gli USA apportarono 12.500 militari della 82
Divisione Aero Trasportata.
In un altro
ripudiabile capitolo, di fronte agli occhi compiaciuti della OEA,
Washington invase e bombardò quartieri popolosi e marginali di Città di
Panama e provocò migliaia di vittime tra i civili, con il pretesto di
catturare la persona che era al fronte del governo (Manuel Noriega).
Questa operazione
chimata, sempre in inglese, “Just Cause”, fece inviare nell’istmo 24
mila militari norsamericani tra il 20 dicembre del 1998 e gennaio del
1999.
La storia di come
l’organizzazione ha fatto da ponte per i tre interventi degli Stati
Uniti ad Haiti negli ultimi 15 anni —includendo la più recente, nel
2004—, meriterebbe un testo a parte.
In tutti questi
anni la OEA ha riconosciuto e mantenuto nel suo seno i rappresentanti
delle più repulsive tirannie. Oltre ai già nominati si possono
aggiungere Fulgencio Batista, Rafael Leonidas Trujillo, Carlos Castillo
Armas, Augusto Pinochet… Nessuno di questi personaggi di triste memoria
è mai stato punito o espulso da questa obbrobriosa organizzazione.
Non ci si poteva
aspettare altro dato che erano tutti alleati di Washington, che
assegnava loro appoggio finanziario e militare.
Attualmente
l’Organizzazione degli Stati Americani disimpegna un ruolo importante
nelle nuove pretese imperiali contro la Rivoluzione Cubana.
Il suo nome appare
reiteratamente menzionato nel voluminoso piano annessionista di George
W. Bush, che ha l’obiettivo di costruire una retrocessione al
capitalismo a Cuba.
Fidel ha avvertito
che i popoli non si devono lasciare ingannare dalle presunte buone
intenzioni della OEA
"Vero ministero
delle colonie dell’impero", dove si "amministrano gli interessi
economici e militari degli Stati Uniti in America Latina".
Il leader cubano
ha segnalato che non possiamo cadere nella trappola di un cambiamento di
questa organizzazione, dato che non si è emendata e non dobbiamo credere
alle invocazioni per applicare la sua falsa Carta Democratica, perchè
quello che vogliono gli USA è mantenere aperta la possibilità di
intervenire nella regione, quando convenga ai loro interessi.
La OEA ha
appoggiato gli sforzi statunitensi per instaurare nuovi meccanismi di
dominio, come la detta Area di Libero Commercio per le Americhe (ALCA),
per permettere alle transnazionali di divorare i paesi latino americani.
Sicuramente e sino
a che la “vecchia signora indegna” continuerà ad obbedire ai disegni di
Washington, la sedia di Cuba resterà vuota e in quest’Isola dei Caraibi
continueremo a canticchiare il grazioso stornello del vecchio cantautore
Carlos Puebla: “Come non ridere della OEA/ se è una cosa cos i
brutta/ ma brutta/ ma brutta/ che può solo far ridere/ ya ya ya... ya ya
ya ya”.
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