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QUESTI SONO PEGGIO
(2)...
SADDAM IMPICCATO,BUSH LIBERO, PRODI FANTOCCIO
DEL VENTRILOQUO SERIALKILLER, SINISTRE ALLA DERIVA,
PACIFISTI NELLA MERDA
tra Stati macellai e veltronisti vernacolari che
piangono su fantocci bruciati e non su Saddam Hussein
30/12/2006
In tempi di menzogna
universale dire la verità diventa un atto
rivoluzionario
(George Orwell)
ONORE A
SADDAM
Da
Roma veltronizzata e, dunque, burinizzata, cafonizzata,,
glamourizzata, fuffizzata, vippizzata, sionizzata,
clintonizzata, inciuciata, paralizzata, inquinata,
disastrata, vernacolizzata, vaticanizzata, mafizzata,
massonizzata, vaticanizzata...
da
una Roma in cui il
candidato sindaco scelto (insieme a Opus Dei) dai
radiovernacolari antagonisti
cum
disobbedienti, ha intitolato la stazione della
Capitale dello Stato democratico e laico al più
integralista e antiprogressista dei papi, quello del
banchiere furfante e P2 Marcinkus, quello del
cardinale Pio Laghi, compare di merende dei carnefici
argentini… dal
palazzo del governo di “centrosinistra” (la destra col
silenziatore) dove uno dei due capi più sanguinari del
mondo, che emula le persecuzioni subite dalla sua
gente duplicandole, intima al collega-figurante Prodi
di dire che Israele deve essere Stato ebraico
(razzista), che i palestinesi sono solo un problema
umanitario e che di cinque milioni di profughi ci se
ne impippa (e lui, a chiappe larghe, esegue)…
da uno
Stato in cui Prodi sta a D'Alema com Bush sta a Cheney
e tutti quattro stanno al giusto e al vero come
Adriano Sofri sta a Gasparazzo (mitico operaio
rivoluzionario di Lotta Continua)...
da una
maggioranza di centro-sinistra-sinistra radicale che
inciucia con i delinquenti mafiosi già sgovernanti,
che tenta di mandare impuniti gli amministratori
ladri, che manda a morire i suoi cittadini perchè per
i propri mandanti rubino le risorse e la vita a
stranieri innocenti, che intossica tutta la
popolazione sovvenzionando, con i soldi che paghiamo
per energie pulite, i criminali dei rifiuti e degli
inceneritori cancerogeni...alla
Terra tra i Due Fiumi, a Hammurabi, Nabuccodonosor,
Avicenna, Averroé, Harun Al Rashid...Saddam. Dal fondo
toccato e oltre il quale stiamo scavando, alla luce di
un esempio di città del sole possibile.
"I
nemici del nostro paese, gli invasori e i persiani,
hanno scoperto che la vostra unità è una barriera tra
voi e coloro che oggi vi governano. Perciò essi hanno
cercato di inserire l'infame cuneo tra voi. Restate
uniti. Avete conosciuto il vostro fratello e leader
come conoscete la vostra stessa famiglia. Sapete che
non si è mai piegato ai despoti e, in sintonia con il
desiderio di coloro che lo amavano, è rimasto una
spada e una bandiera. Grande popolo, ti chiedo di
preservare i valori che ti permisero di degnamente
operare nella tua fede e di restare un faro di
civiltà. La tua unità ti preserva dalla servitù.
Ti
chiedo di non odiare, perchè l'odio non ti permette di
essere equo, ti acceca e chiude tutte le porte al
pensiero, impedisce il ragionamento equilibrato e la
scelta giusta. Ti chiedo anche di non odiare i popoli
dei paesi che ci hanno aggredito e di vedere la
differenza tra il popolo e coloro che prendono le
decisioni, Chiunque si penta, in Iraq o fuori, deve
essere perdonato. Dovete sapere che tra gli aggressori
v'è gente che sostiene la vostra lotta contro
l'invasore, alcuni si offrirono volontari alla difesa
legale dei prigionieri, compreso Saddam Hussein.
Coraggiosi e sacri Iracheni dell'eroica Resistenza,
figli di una sola nazione, dirigete le vostre ostilità
contro l'invasore. Non permettete che vi dividano.
Popolo fedele, ti dico addio... Viva la nostra
nazione, viva il nostro grande popolo combattente,
viva l'Iraq, viva l'Iraq, Viva la Palestina, viva la
guerra di liberazione e i suoi combattenti.
Saddam Hussein,
Presidente e comandante in capo delle Forze Armate di
Liberazione.
Così, dopo la condanna a
morte per impiccagione, colui che, profetico, nel 1991
dichiarò l'inizio della "Madre di tutte le battaglie".
Dopo le dichiarazioni di vittoria di due presidenti,
con parate a New York e celebrazioni
en travesti
sulla portaerei, la madre di tutte le battaglie
ruggisce più che mai. Chi era che ridacchiava quando
Saddam, nel 1991, parlò della “madre di tutte le
battaglie”? E chi parlava del “pagliaccio iracheno”
quando il ministro dell’informazione di Baghdad, con i
carri armati dei barbari alle porte, annunciava che
Baghdad “sarà la tomba degli americani”? La
Resistenza, guidata dagli uomini di Saddam, ne uccide
ora cinque al giorno (versione ufficiale che occulta i
morti senza nome, quelli senza cittadinanza Usa, come
gli immigrati clandestini dal Messico e quelli tra i
100mila mercenari privati) e controlla trequarti del
paese. E sono passati più anni di quanti ce ne vollero
per liquidare Hitler e la Germania. Ma Saddam non era
Hitler. Hitler è quell'altro, quello che sta a Cheney
come Prodi sta a D'Alema e a Montezemolo.
Fu vera gloria? Ai
posteri / l’ardua sentenza: nui / chiniam la fronte al
Massimo / Fattor, che volle in lui / del creator suo
spirito / più vasta orma stampar…Tu dalle stanche
ceneri /
sperdi ogni ria
parola: / il dio che atterra e suscita, / che affanna
e che consola / sulla deserta coltrice / accanto a lui
posò.
(Alessandro Manzoni)
Ho visto in Tv
l’abbagliante Apollo di Vejo, quello etrusco del VI
secolo prima della catastrofe, quello che in veste
merlata incede a testa alta e col sorriso, come se
fosse portato dal vento, chissà se verso una sposa,
verso il suo popolo, o verso la morte. I grandi ci
vanno così. E così, come ce lo hanno materializzato le
sue parole di amore e di lotta e il suo comportamento
di combattente indomito, ci va Saddam Hussein. Avete
visto Saddam nei rari flash tv che filtravano dal
verminaio occupazional-collaborazionista. Un Saddam
segregato, aggredito, torturato, con gli avvocati e i
testimoni a difesa che gli venivano assassinati uno
per uno. Un Saddam che ha esploso in faccia ai suoi
boia, ai boia del mondo, l’invincibile forza del
martire incorrotto, vessillo nei secoli per chi
resiste e manda avanti questa baracca sfondata
chiamata Pianeta Terra. Vi auguro che abbia fatto
germogliare un dubbio nelle vostre granitiche certezze
sul "boia di Baghdad". L'Apollo di Vejo è certamente
un dio. Ed è forse vero che dio ha creato l'uomo “a
propria immagine e somiglianza” (lo sapete dalla
bibbia che, però, ha scopiazzato da tutti). E l'uomo
che oggi mi pare più somigliante a quanto gli dei si
erano proposti impastando argilla è proprio Saddam.
Retorica? Ma pensate a quella dei diffamatori, quelli
dei “dittatore sanguinario”, del “tiranno criminale”,
del caldaroliano “lapidatore di donne”, il
“massacratore del proprio popolo”. Pensate alla
retorica vigliacca e complice dello stivale sinistro
dell’imperialismo, l’immondo movimento della pace che
invoca un’ONU manutengolo di assassini seriali,
insieme ai partiti moralmente putrescenti che,
galoppando alla Bertinotti o strisciando (vero
“sinistra del PRC?), vendono, per trenta denari,
all’imperialismo una copertura di melma. E pensate,
dopo aver visto l'Apollo, ad altre facce: il senile
farfugliatore mortadelliano agli ordini di Olmert, il
velista sottocosta con i baffini del disprezzo
cosmico, mozzo dell'Opus Dei e capomandamento della
Nato, Fassino, Rutelli, Berlusconi, Bossi, Biondi,
Merkel, Blair, Bush. Veltroni, il sempre più
vespizzato e avariato Bertinotti. Quale dio ha mai
creato costoro? Non certo l’Apollo di Vejo. Semmai
sono scaturiti dal pennello allucinato di Hyeronimus
Bosch... Ho la netta sensazione che una delle angosce
più forti da me sofferte in una vita intrecciata di
politica, professione e tutto il resto, sia da decenni
quella per la mostruosamente ingiusta e bugiarda
diffamazione del presidente iracheno da parte di chi
la dovrebbe sapere più lunga. Subito seguita da
quella, appena meno virulenta, di Slobo, o di Fidel.
Una satanizzazione che possiamo dare per scontata tra
coloro che a muso duro ci combattono e dai quali, a
partire da Costantino e dal primo papa, nulla ci
aspettiamo. Una diffamazione tanto più esasperante
poichè prodotto di scarto dell'intelligenza
politico-professionale di tanta sinistra, quasi tutta.
E i sinistri che non ci cadono, magari non fanno i
corifei della balle galattiche su Saddam, ma,
audacemente, tacciono. Come tace fragorosamente il
papa, pronto a sciogliersi in sdegno e pianti su
embrioni da mezz’etto e agonizzanti liberati, appena
levati gli artigli dal corpo di Piergiorgio Welby,.
Papa che pure farfuglia banalità di pace e amore (ma
sottende nequizie, d'intesa con un'intera classe,
sempre quella, di monatti).
Chi controlla il passato
controlla il futuro. Chi controlla il presente
controlla il passato
(Gorge Orwell)
I BOIA E GLI
"SCIACALLI"
Che fossimo preda di
orridi serialkiller psicopatici, USraeliani con tutti
i loro sicofanti europei e i loro ascari nel Terzo
Mondo, non c'era bisogno della barbara esecuzione di
Saddam a dimostrarcelo. Più oscena è la turpitudine
compunta e finta addolorata di coloro che, nella
politica e nei media, ottusi e servi più che mai,
deprecano la condanna a morte di questo grande eroe
della resistenza umana. Eroe al cui martirio hanno
incessantemente lavorato confermando - e rilanciando
tra masse disinformate del fatto che Saddam lottava
per tutti noi - l'immane costruzione di menzogne
fabbricata da chi, correttamente, aveva temuto - e
sempre più dovrà temere - nella figura del grande
statista e leader della rinascita araba la nemesi
dell'imperialismo capitalista e colonialista,
l'esposizione della fetida natura della "civiltà
occidentale". Da farabutti bulimici di arricchimenti
che s'inventano un terrorismo islamico per mimetizzare
i propri crimini razzisti e genocidi, dalle Torri
Gemelle ai mattatoi in giro per il mondo, dalla
tortura legalizzata allo sterminio sociale, dal
nichilismo culturale alla devastazione planetaria, da
diritti umani e democratici disintegrati da truffe
elettorali ormai generalizzate, al sequestro del
pensiero e della parola dell'intero genere umano,
nulla di diverso c'era da aspettarsi. Quello che
sconvolge, indigna oltre ogni misura tollerabile, è la
complicità con questi abominii di sinistre fetecchie
alle quali i popoli e le classi della speranza e della
lotta avevano affidato la verità, la liberazione, la
vita.
Saddam è stato
condannato per la strage di 148 iracheni colpevoli di
aver attentato alla vita del capo dello Stato. Strage?
Almeno un quinto dei presunti uccisi è tuttora in
vita. Molti altri sono deceduti di morte naturale
negli anni che vanno dal 1982 ad oggi. E nessuno s'è
preso la briga di andare a vedere le carte. Carte che
raccontano invece come quegli attentatori, mercenari
prezzolati dal nemico quando l'Iraq si difendeva
dall'aggressione persiana finanziata da Israele e Usa,
fossero stati processati, con pieni diritti alla
difesa, per ben tre anni? Non ricordate i
finanziamenti ai terroristi contras scaturiti dalla
vendita di armi israeliane a Khomeini? Non avete visto
negli archivi di Washington gli annuali stanziamenti a
Tehran da parte del Congresso? Avete visto una sola
arma Usa in mano alle truppe irachene nelle immagini
delle due guerre del Golfo? Vi siete scordati le
provocazioni armate di Khomeini nell '80, la modifica
unilaterale delle frontiere concordate,
l’infiltrazione di migliaia di provocatori tra gli
sciti, la sua minaccia di chiudere all'Iraq i vitali
Stretti di Hormuz proprio quando Israele e l'Occidente
erano in difficoltà per la creazione voluta da Saddam
di un Fronte del Rifiuto arabo contro l'inciucio di
Camp David del rinnegato Sadat con il terrorista Begin?
Non vi dice niente il fatto che, oggi, i persiani
coronano il loro sogno di frantumare e divorare l'Iraq
in perfetta cogestione con gli invasori occidentali? E
continuate a ripetere, all'unisono con gli stragisti
della loro gente dell'11 settembre, di Londra, Madrid
e di tutto intero il terrorismo "islamico", che a
Halabja Saddam gassò i curdi, la propria gente, quando
tutti i servizi segreti del mondo, Cia in testa, vi
ripetono che fu il cianuro iraniano a piovere su quei
disgraziati, cianuro che l'Iraq non ha mai possseduto
e chissà chi l 'aveva fornito a Khomeini. Quel
Khomeini, promotore di un oscurantismo che avrebbe
fornito alle elite cannibalesche occidentali il nemico
che gli avrebbe permesso di far rinascere un
colonialismo sconfitto dai popoli. Quel Khomeini,
ospitato e nutrito in Europa, giunto a Tehran su un
aereo statunitense perchè impedisse che al fantoccio
Shah succedessero le forze politiche comuniste e
patriottiche che lo avevano abbattuto?
C’è chi nasconde i fatti
perché non li conosce, è ignorante, impreparato,
sciatto e non ha voglia di studiare, di informarsi…c’è
chi nasconde i fatti perché non vuole rogne e tira a
campare barcamenandosi… c’è chi nasconde i fatti
perché altrimenti non lo invitano più in certi
salotti…c’è chi nasconde i fatti perché contraddicono
la linea dell’editore…c’è chi nasconde i fatti perché
quelli che li raccontano se la passano male…c’è chi
nasconde i fatti anche a se stesso perché ha paura di
dover cambiare opinione…c’è chi nasconde i fatti
perché altrimenti poi tolgono la pubblicità al
giornale… c’è chi nasconde i fatti perché altrimenti è
più difficile voltare gabbana quando gira il vento…
c’è chi nasconde i fatti perché il coraggio uno non
se lo può dare…
(Marco Travaglio,
che però farebbe bene ad
applicare il suo bisturi anche agli assassini seriali
di Tel Aviv)
Dagli abissi, a volte
pozzi neri, della loro ignoranza, malafede,
servilismo, ributtante opportunismo, del loro
gongolante brunovespismo, questi cialtroni, spurgo di
una tradizione conformista e ipocrita inculcatoci da
due millenni di imposture e violenze vaticane,
arricciano il naso sull'esecuzione mentre portano
sulle spalle la piena responsabilità di averla
agevolata, quella e tutte quelle che stanno eliminando
dalla faccia della terra popoli di troppo, grazie a
una collusione fatta di scimmiottamenti delle
demonizzazioni e, peggio, di coltellate alla schiena
di chi non assume, a Bush piacendo, il suicidio della
specie sotto forma di "non violenza".
Cari Tommaso di
Francesco, signora Mariuccia Ciotta e solitamente
bravo Danilo Zolo del "manifesto", siete i capifila là
dove casca l’asino (da Sofri al “terrorismo”, dalla
Jugoslavia all’11 settembre, irresponsabilmente e
vilmente avvallato nella megafrode dei delinquenti di
Washington) dell’armata arlecchina di grilliparlanti
cerchiobottisti e dunque correi, che si stanno
mangiando quanto resta della residua credibilità
(della sciagurata connivenza del nonviolento, ma
filoisraeliano "Liberazione" non mette neanche più
conto parlare)
Perdete lettori? Forse
perchè qualcuno trova ormai insopportabile la vostra
compunzione pietista e legalitaria sulle nefandezze di
una pagliacciata processuale senza prove, con
testimoni d'accusa mascherati, con testimoni e
avvocati di difesa trucidati, con il filo diretto tra
i microbi giuridici in aula e i massacratori Usa del
loro popolo, che dettano gli abusi dal santuario della
Zona Verde. Pensate di esservi fatti politicamente
corretti quando avete denunciato l’ovvio? Fa schifo
quando sull'altro piatto della vostra bilancia,
fintobuonista e sconciamente ipocrita, scaricate i
macigni delle falsità condivise con i padroni, a
partire da quell'"alleato degli americani" che avete
la compulsione a ripetere, senza mai esservi
documentati. Così la foto di Rumsfeld che, nel 1982,
stringe la mano a Saddam, diventa la prova provata
della turpe intesa tra il “finto nazionalista arabo
antimperialista” e la criminalità organizzata di
Washington. Una foto! T.d.F ne deduce che "quel regime
non avrebbe mai prosperato senza il sostegno degli
Stati Uniti che all'epoca dei crimini contestati a
Saddam, l'uccisione di 140 sciti (148, De Francesco,
148!) a Dujail e il massacro di migliaia di curdi
nella risposta alla rivolta dei curdi
israelo-amerikani, erano i primi alleati del rais di
Baghdad”.
L'ottimo giornalista del
"manifesto", quello con l'altra coazione a ripetere
infamie quando gracchia di "contropulizie
etniche in Kosovo, avallando ancora, con tutta
l'abbagliante evidenza contro, la menzogna della
pulizia etnica fatta prima dai serbi, gareggia
addirittura con Bush e Colin Powell (quello del 5
febbraio 2003 all'ONU ridicolizzato dal mondo), in
protervia di inganni: Rumsfeld, mentre stringeva la
mano al rais, dall'altra faceva arrivare al regime
"armi letali di distruzione di massa, gas e armi
chimiche, armi e sistemi logistici". E' stata
l'attenta professionalità di questo canarino da
salotto mediatico a trascurare i documenti che
rivelano come Rumsfeld fosse andato per chiedere a
Saddam di riaprire l'oleodotto Kirkuk-Haifa, onde
alimentare la pandemia bellicista israeliana,
ottenendo in cambio una linea Usa meno squilibrata a
favore dell'ayatollah persiano? E che dimostrano che
Saddam respinse la richiesta e mandò a casa il futuro
mostro della tortura con le pive nel sacco? E poi vai
con il "tiranno", con le "tante malefatte,
"responsabilità criminale". Finisce, T.d.F. con
l'implicito lamento che Bush padre non abbia, lui,
fatto fuori Saddam, tradendo gli sciti nel frattempo
insorti (contro l’unita nazionale e al servizio
dell’espansionismo di Khomeini, ma T.d.F. non lo
dice), e corona l'inqualificabile libello (Il
manifesto, 28/12/06) con l'accreditamento
dell'autenticità endogena di Al Qaida, che
"esulterebbe della fine del nemico giurato",
riconoscimento ormai di prammatica, nelle tetre pagine
del "quotidiano comunista", della balla spaziale di
coloro che, a Langley, Al Qaida l’hanno inventata, e
la gestiscono a pro della futura dittatura USraeliana
mondiale. Sì, De Francesco, Al Qaida ha esultato.
Mentre con Bush e Blair si sorbiva il té servitogli
dal paggetto baffuto che cazza le rande.
Nulla di diverso si può
dire dell'altro, il solitamente rispettabile Danilo
Zolo: "Gli Stati Uniti hanno sostenuto sul piano
economico, militare e diplomatico quell'aggressione
(all'Iran)... Essi si sono fatti complici di Saddam
Hussein non denunciando alcuni crimini gravissimi
commessi dalle truppe irachene: gli attacchi compiuti
con l'uso di armi chimiche contro la popolazione
iraniana". Davvero stupefacente. Eppure un certo nome
questo Zolo ce l 'ha. Tanto nome da non aver bisogno
di andare a documentarsi, magari sui comunicati di
guerra degli stessi iraniani, oppure di tutte le
cancellerie interessate, con la ripetuta denuncia dei
gas iraniani contro gli iracheni! Non saprà, come il
99% dei nostri “informatori” l’inglese, ma la
traduzione dell’analisi sul
New York Times
del 31/1/04, che prova la paternità iraniana dei
gas sui curdi, è da anni disponibile in rete. E poi,
davvero curioso questo “alleato degli Usa”, che agli
Usa strappa il petrolio e se lo tiene fino all'ultimo
giorno, che sostiene i palestinesi con armi, uomini e
fondi dal primo giorno della rivoluzione fino al 9
aprile, giorno dell'irruzione dei vandali a Baghdad,
che manda in vacca la prima tentata normalizzazione
del Medio Oriente con il Fronte del Rifiuto arabo, che
costruisce a Baghdad il polo di raccolta,
coordinamento e mobilitazione di tutte le forze
progressiste, antimperialiste e antisioniste del
mondo, non meno di Cuba. Singolare alleato del loro
padrino Usa cui gli israeliani polverizzano l'unica
centrale nucleare civile, proprio mentre Rumsfeld sta
per partire per Baghdad. Lasciamo perdere,
ricordiamoci le epigrafi di Travaglio sul giornalismo
italiano.. Questa è gente che ha subito smesso di
chiamare mercenari quei quattro “nostri ragazzi”,
professionisti del killeraggio per soldi, finiti in
mano ai patrioti iracheni, che sta zitta davanti alle
cerimone e ai monumenti ai "nostri ragazzi" di
Nassiriya. Quelli che, sghignazzando, mitragliavano e
uccidevano centinaia di civili iracheni, fin nelle
case, fin nelle ambulanze, urlando, ebbri
dell'educazione fornitagli, "annichilito!" "Operatori
dell'informazione"! Gli stessi daI quali invano ci
aspettavamo urla di furore per la verità e la
giustizia al tempo delle aberrazioni processuali di
Carla del Ponte all'Aja e del processo dei macellai
istruttori di pupazzi a Baghdad.
I CRIMINI DI SADDAM
Ho amato gli iracheni a
ragion veduta. Ho rispettato e ammirato Saddam Hussein
e i suoi compagni per aver visto quello che ho visto
in trent'anni di frequentazioni del paese e del
popolo, un popolo felice, generoso e fiero come lo
avevo potuto conoscere a Cuba, forse oggi in
Venezuela. Quei popoli che dal nulla arrivano alla
dignità, alla storia. E mi sarei sciacquato la bocca
se mi fosse scappata la parola ignorante, stolta,
eurocentrica, saccente, di "dittatore", quando sapevo
benissimo che quella forma di governo era l'unica,
nel contesto
dell’assedio costante dei “cani da guerra” ,
che poteva assicurare benessere e sovranità. Dittatore
da che punto di vista? Nella valutazione di chi? Di
noialtri che sguazziamo passivi tra liste elettorali
blindate, dettate dai capibastone partitici a loro
volta obbedienti ai padrini confindustriali,
clericali, mafiosi e massonici, tra campagne
elettorali sostenibili solo da chi ha dotazioni o
sovvenzioni milionarie, tra brogli modellati
dall'esempio del "comander
in chief" idiota e assassino, tra diritti
civili che annullano il conflitto tra sfruttatori e
sfruttati nei depistanti deliri di genere e
transgenere, tra diritti umani che non vedono masse di
incazzati correre a staccare la spina a chi è già
mille volte morto di dolore, tra pacifisti che
menaguerrescamente si seccano dei frastuoni delle
Frecce Tricolori, ma "riducono il danno" avallando
spedizioni "antiterroristiche" di sterminio di popoli,
dal Libano all'Afghanistan, alla Somalia e al Darfur,
tra antimperialisti ernestini che, pateticamente
mugugnando, votano per la rivincita colonialista
voluta da chi nel grande '900 se l'era presa nel culo?
Ma che titoli abbiamo? Che cosa ne sappiamo dei
rapporti sociali, culturali, storici di popolazioni
che, per sopravvivere, devono colmare in brevissimo
tempo il ritardo nei confronti di chi li vuole fare
fuori e che, soprattutto, hanno potuto per millenni,
sotto tirannie assolute, romane, mongole, bizantine,
britanniche, coltivare un minimo di identità e
autonomia grazie a un ordine tribale che assegnava, in
mancanza di altre possibilità di autodeterminazione,
al più valido, al più autorevole, al più stimato dei
membri, la potestà di gestire la società negli spazi
ignorati dall’impero?
E allora io ho gli
elementi per sapere per quali crimini è stato
processato e assassinato Saddam. Eccoli. Segnateli,
Tommaso De Francesco. O sennò copiali dai libri di
storia e dai rapporti ONU. Per aver cacciato con due
rivoluzioni il dominio britannico, primo gassatore
degli iracheni con Churchill nel 1922; per aver
costruito una nazione in un paese lasciato dagli
inglesi senza ospedali, senza scuole, senza nome; per
aver opposto ai vassalli feudali arabi dei dintorni un
modello sociale basato sull'equa distribuzione della
ricchezza, sull'eguaglianza, sulla dignità senza
poveri e senza miliardari; per aver nazionalizzato il
petrolio, linfa vitale dell suprematismo
giudaico-cristiano bianco; per aver sostituito l'euro
al dollaro; per aver resistito all'obnubilazione della
tirannia religiosa persiana; per aver alfabetizzato un
popolo che, sotto gli inglesi, era felice di vivere
senza leggere e scrivere; per aver fatto diventare
qualsiasi ragazzo lo volesse uno dei migliori medici,
ingegneri, chimici, letterati, agricoltori del Terzo
Mondo; per aver reso obbligatoria e gratuita
l'istruzione fino alla maturità e gratuita fino
all'ultimo giorno di università, tanto che l’ONU
proclamò quello iracheno il miglior sistema educativo
dei paesi in via di sviluppo; per aver garantito una
sanità gratuita di altissimo livello a 25 milioni di
iracheni e a tutti gli altri che fossero venuti a
goderne; per aver dato alle donne una legge di parità
e un ruolo raggiunto nemmeno nei paesi cosiddetti
sviluppati; per aver concesso ai curdi , primo tra
tutti i paesi che li albergano, l'autonomia,
l'autogoverno, una lingua ufficiale che tutti gli
iracheni dovevano studiare, alla faccia dei capiclan
narcotrafficanti che, istigati e pagati da Israele e
gli Usa, come in Kosovo massacravano i rappresentanti
dello Stato e gli arabi insediati dalle loro parti (la
repressione della rivolta di Anfal, per la quale
Saddam veniva pure processato nella propaganda
occidentale, avrebbe causato 180.000 morti: non si
sono mai trovati); per aver governato in coalizione
con il Partito Comunista fino a quando questo non si è
schierato con Khomeini, su ordine di Brezhnev, come
oggi è schierato con i fantocci su ordine di Bush; per
aver utilizzato la ricchezza dell'Iraq
industrializzando il paese, lavorando per
l'indipendenza alimentare attraverso la riforma e
l'industrializzazione agraria; per aver distribuito
gratuitamente a tutti i contadini, oltre ai
macchinari, frigoriferi e televisori, onde imporgli
dittatorialmente di bere acqua potabile e fresca e
impedirgli di dormire presto la sera; per non aver
intascato una lira dei progetti governativi, per aver
proibito ai suoi funzionari di avere conti all’estero;
per aver spedito medici, insegnanti e ingegneri
iracheni nei paesi arabi per assisterli nello sviluppo
e per avere difeso questi paesi dall’espansionismo
persiano con il prezzo di centinaia di migliaia di
caduti; per aver respinto la richiesta degli Usa
(visita di Rumsfeld) di riattivare l’oleodotto
Iraq-Israele, di riconoscere lo Stato ebraico e di
permettere l’installazione di basi Usa in Iraq;
per aver costruito in
pochissimi decenni un paese sovrano, equo, benestante,
con piena occupazione e servizi sociali senza
paragone, polo di riferimento per tutto il fronte
progressista e antimperialista arabo e internazionale;
per non aver mai rinunciato al destino storico
dell’unità araba; per aver appoggiato fino al 9 aprile
2003 la resistenza palestinese attraverso il sostegno
finanziario alle famiglie dei martiri; per aver
resistito senza mai piegarsi
a due aggressioni e a
un embargo eurostatunitense genocidi, costato due
milioni di morti, di cui 500.000 bambini;
per aver dato al
mondo, durante le fasi della detenzione sotto tortura
e del processo, un esempio di coraggio, di incredibile
forza morale, di dignità; per aver fornito la
motivazione, i mezzi, la forza ideologica a una
resistenza che sta sconfiggendo la più potente e
feroce coalizione di criminali di guerra di ogni
tempo; per essere stato e continuare a essere il
simbolo di un fronte mondiale di popoli e individui in
lotta contro le barbarie.
Saddam è morto, ma,
davvero, vive e lotta con noi.
Il suo retaggio gli sopravviverà e trionferà, alla
faccia dei planeticidi di ogni risma.
UNA MAGGIORANZA SCITA?
Vale la pena riandare
alle giustificazioni avanzate per la liquidazione
dell’Iraq e del suo governo. Le patacche – armi d
distruzione di massa, Al Qaida, democrazia da portare
– le conosciamo (questi vorrebbero portare la
democrazia anche agli Aztechi e Carlo Magno). Ma non
vi ha anche convinto fino alla totale passività
l’affermazione che gli sciti, discriminati e
perseguitati dal governo di Saddam, fossero la grande
maggioranza in Iraq? Non avete forse imboccato alla
stessa maniera con cui vi hanno fatto trangugiare la
bubbola della maggioranza del 90% di albanesi in
Kosovo (erano, prima dell’unica
pulizia etnica, non più di 900.000 su 1.800.000, per
metà immigrati dall’Albania sospinti da un
lungimirante Henver Hoxa)? E in difesa delle
maggioranze oppresse e escluse si deve pur
intervenire, no? Salvo per quella palestinese (77% nel
1948). Ecco, la storia della “maggioranza scita”, da
restaurare nella sua posizione di diritto, era forse
la scusa più universalmente accettata, anche a
sinistra. Solo che era falsa. Ecco i dati – visto che
a priori non si deve credere ai censimenti sotto
Saddam - delle elezioni parlamentari e della ricerca
londinese dell’Al Quds Press Research Center.
Demografia: Arabi, 82-84%, curdi, turcomanni e altri
16-18%. Confessioni musulmane: sunniti 60-62%, di cui
arabi 42-44%, di cui curdi e turcomanni 16-18%; sciti
38-40%, di cui curdi e turcomanni 2-4%. Elezioni del
31/1/05: aventi diritto al voto 15.450.000, votanti
8.456.266. Iracheni, quasi tutti sunniti, che hanno
boicottato il voto 6,693,734 = 46%. Secondo l’Autorità
Provvisoria votarono il 95% di sciti (minacciati di
Fatwa da Al Sistanti se non avessero votato) e il 98%
dei curdi. Voto per il blocco scita 26,3%. Partito
Comunista collaborazionista 69.920 voti, sunniti
collaborazionisti di Al Pachachi 23.302, blocco curdo
14%. Nelle successive elezioni parlamentari del
15/12/05 il blocco scita ha registrato il 32,2 %.
Cifre, inoltre, da porsi sullo sfondo di lampanti
brogli constatati universalmente, con camion pieni di
schede “votate” in arrivo dall’Iran. Ha rifiutato il
voto il 57,8%. I calcoli che originano da questi dati
danno una popolazione di sunniti al 60-62% (arabi,
curdi e turcomanni), di sciti al 38-40%. Cade così un
altro pilastro della leggenda democraticista che ha
visto “il manifesto” e co. affiancati agli aggressori.
Se troverò il tempo, vi darò poi i dati che comprovano
la presenza paritaria delle minoranze
nell’amministrazione Saddam, dal vertice in giù,
compresi il vicepresidente, il presidente
dell’Assemblea Nazionale e i membri del Comando del
Consiglio della Rivoluzione.
LE SINISTRE VERNACOLARI,
ARLECCHINE E CALUNNIATRICI
A novembre l’agenzia e
associazione Infopal è riuscita ad organizzare,
nientemeno che in una sala del Senato, un’ affollata
assemblea sulla Palestina alla quale sono intervenuti
i più qualificati sostenitori della causa palestinese
e nella quale sono state denunciate con forza
documentale gli aspetti orripilanti della
colonizzazione e del genocidio operati da Israele
contro il popolo palestinese e, dai ”cani da guerra”
occidentali, contro quello iracheno. Una giornata
memorabile. Pochi giorni dopo, in un locale privato di
notevole prestigio e costo, viene allestita un’altra
giornata per la Palestina.
Gli organizzatori sono
quelli del corteo del 18 novembre, i vernacolari di
Radio Città Aperta e della Rete dei Comunisti, che
all’epoca delle elezioni amministrative di primavera
avevano tentato di convogliare l’autentica sinistra
antagonista, Forum Palestina compreso, in una lista
per Veltroni sindaco. Già quel Veltroni. Quello
dell’indissolubile complicità con Israele e con la
lobby filoisraeliana in Italia, quello dello sgoverno
senza precedenti della capitale, quello delle
manifestazioni vippiste e fuffarole e del degrado dei
servizi e delle periferie, quello del Partito
Democratico amerikano, quello del “non sono mai stato
comunista poiché il comunismo è incompatibile con la
libertà”, quello della stazione Termini rinominata al
papa della destabilizzazione e reazione (sul modello
di quell’altro campione comunista, Nichi Vendola,
governatore della Puglia, gay adoratore di un Vaticano
ammazzagay, privatizzatore delle acque e liquidatore
di chi le voleva pubbliche e titolatore dell’aeroporto
di Bari allo stesso papa da crociata). Il bilancio del
loro exploit elettorale al servizio del sindaco che ne
finanzia la radio? Lo 0,6% del voto romano. Risultato
di una perspicace intelligenza politica che,
successivamente, è stata ribadita nel compitino di
ovvietà superficiali sul Medio Oriente, redatto da un
loro luminare “teorico”, mettendo insieme un po’ di
ritagli di giornale. Forum per la Palestina e per
Veltroni? Un ossimoro che non se n’è mai visto uno di
più paradossali. Un ossimoro che spiega l’astuta presa
di distanza – successiva agli anatemi dei sionisti e
succubi dei sionisti – dagli ottimi compagni che
ottimamente hanno bruciato i fantocci di chi va in
giro distruggendo il mondo e le sue vite. Si sono ben
guardati, i palestinoveltroniani, dal far volare una
sola parola – al di là del rituale appoggio “ai popoli
resistenti”- sulla Resistenza irachena, in coerenza
con quella prudente ambiguità che ha lasciato praterie
politiche alle più improprie e spurie delle
associazioni bonsai italiane. Non solo. Neanche
l’argomento dei quattrocentomila palestinesi dannati
della Terra nei campi del Libano, o dei cinque milioni
seminati nel mondo, è stato sfiorato e, tanto meno,
quello dei 40.000 palestinesi profughi dal ‘48 in
Iraq, prossimi all’estinzione e alla mercè delle
squadracce iraniano-scite del doppiogiochista Moqtada
al Sadr, collaborazionista nel governo mercenario,
stragista di iracheni resistenti. Ne sono rimasti
15.000 nel bel quartiere per loro costruito da Saddam,
superstiti di una comunità espropriata, sterminata o
cacciata dagli sgherri di Moqtada e dei suoi compari
“iraniani”, dagli
squadroni della morte di “Dawa” e “Sciri” al “premier”
Al Maliki. Gli altri sopravvissuti, o sono riusciti a
riparare in paesi vicini, o sono accampati senza
tende, viveri, medicinali, nelle intemperie invernali,
nella terra di nessuno tra Iraq e Siria. Un’emergenza
pari a quella determinata a Gaza dalla coppia
sionista-nazista Olmert e Lieberman. Vicenda che non
competerebbe al Forum Palestina? Ma i vernacolari, che
riflettono a sinistra tutte le qualità di una piccola
borghesia burina, tanto incolta quanto
autoreferenziale, che ci infligge quella “classe
politica destrosinistra” in lotta di classe contro
tutti noi di cui parla Gianni Vattimo, non solo
tacciono certe cose urticanti, altre le dicono, chiare
e sporche.
INFOPAL E LINGUE
BIFORCUTE
Scendiamo nella cronaca.
Quella misera delle nostre sinistre in disarmo.. C’è
stata, nello strascico dei due eventi per la Palestina
una sconcertante polemica. Infopal, alla quale
rendiamo merito per essere la più informata e puntuale
diffonditrice di notizie nascoste sul colonialismo
israeliano, ha denunciato di essere stata accusata da
ambienti vernacolari di essere finanziata da Hamas.
Identificandosi tali ambienti con questa esecrazione,
con coloro che a una forza resistente preferiscono i
quisling corrotti e collaborazionisti di Fatah,
protetti da milizie addestrate e finanziate dagli
assassini del loro popolo, Sion e Usa.
Respinta l’accusa, i
compagni di Infopal ne hanno sottolineato l’assurdità
assoluta. Potete immaginarvi Hamas, cui la civiltà
occidentale, europea e italiana compresa, nega la
possibilità di governare da maggioranza
democraticamente – questa sì – eletta, affamando i
palestinesi, cui i ladroni di Stato israeliani
rapinano i fondi dalle banche e dalle tasche dello
stesso Primo Ministro, che non ha neanche un soldo per
pagare dipendenti, medici, ospedali, scuole, cibo,
infrastrutture vitali distrutte da Israele, potete
immaginarvi che vada a finanziare in giro per il mondo
piccole agenzie di notizie e associazioni tenute
insieme dal concorso di volontari a costo di pesanti
sacrifici? Il Forum Palestina, chiamato in causa dai
diffamati, ha sdegnosamente e perentoriamente smentito
di aver detto quelle cose. Vorremmo tanto potergli
credere! Ma in occasione dell’iniziativa del Forum, il
6 dicembre, davanti al Centro Congressi di Via Napoli
in Roma, il sottoscritto accompagnato da testimoni si
è sentito dire da esponenti del Forum: “Infopal è la
voce di Hamas”. E poi: “Infopal è finanziata da Hamas”.
Ci vengano ora a smentire. Devo fare i nomi?. Ma fosse
anche per assurdo vera l’affermazione, quella denuncia
avrebbe un carattere infame e delatorio, vista la
qualifica data a Hamas di “organizzazione terrorista”
da tutto l’establishment, veltroniano e non, di questo
paese. Fosse anche vero, come è vero che la Terra è
piatta e che Veltroni merita i voti dei
filopalestinesi, sempre meglio finanziati da Hamas che
da Veltroni.
CALUNNIA, CALUNNIA,
QUALCOSA RESTERA’
Quando ti impegni,
accanto agli integralisti di destra (Arturo Michelini),
per soluzioni amerikanamente pornografiche al governo
della capitale, e poi marci e comizii per la
Palestina, è ovvio che non sei molto attendibile e
rimani in quattro gatti. Alla base di questa
patologia, secondo recenti ricerche, sta un virus cui
gli scienziati hanno dato il nome CVC-M. E’ il virus
della diffamazione dei “concorrenti” come strumento di
autopromozione. Costringe chi ne è colpito a urlare in
tutte le direzioni “spie”, “pagati”, “venduti”,
“questurini”, “pericolosi”, “squilibrati”. E’
infermità perniciosa, porta alla quarantena. E allora
hai voglia ad allestire noiosi seminari di una
compagnia di giro accademica avvitata su se stessa e
autoperpetuantesi nella totale indifferenza della
politica e della storia.
Avessimo avuto un Saddam.
Certo, era un duro. Lo erano anche Robespierre e
Lenin, Nasser e i Tupamaros, l’IRA e i partigiani
italiani. Li hanno costretti ad esserlo.Lo era Arafat,
fino a quando, a Beirut, non ha chiuso una
rivoluzione, chinato il capo e messo la coda tra le
gambe all’ombra dei cannoni atlantici e del terrorismo
israeliano. I fanatici dei diritti individuali
ricordino che i diritti collettivi sono fatti per
tanti individui. La rivoluzione non è un pranzo di
gala.
E noi oggi stiamo
come d’autunno sugli
alberi le foglie. O si fa una rivoluzione,
o si muore.
Israele ha esultato
all’impiccagione del suo più grande nemico, quello
dell’ultima rivoluzione vittoriosa del Grande Secolo
del ’17. Già solo per questo dovremmo piangerlo
tutti.
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