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SUL PACCHETTO
MADRID-GAZA-KOSOVO-ROMA
Quello che politici in genere e informatori ufficiali non fanno è
legare le cose in senso orizzontale e in senso verticale. Oltre alla
malafede, diffusissima anche se per autoprotezione ferocemente negata,
solo l'assenza del filo che lega tra loro gli episodi del moderno
terrorismo di massa ( non quello regicida e anarchico), dall'800
dell'aggressione USA alla Spagna agevolata dall'autoaffondamento della
corazzata "Maine" all'Avana, al 2000 delle aggressioni ad Afghanistan
e Iraq agevolate dall'11 settembre e delle punizioni per la Turchia
riottosa nella guerra all'Iraq condotte con bombe a Istanbul, consente
ad amici del giaguaro e utili idioti a insistere sulla "spirale"
bertinottiana guerra-terrorismo. E questa è la direzione
verticale.
Quanto all'orizzontale, devo ancora leggere un contributo mediatico,
dicasi UNO, che percorra il visibilissimo filo che unisce Madrid a
Pristina a Gaza a Roma. Sappiamo - o meglio qualcuno di noi sa -
quanta complicità attiva e passiva si annidi a "sinistra", non solo
con il capitalismo (con il quale Bertinotti sta andando a nozze, a
tardiva imitazione del PdCI, per governare insieme l'Italia e l'Europa
"ragionevolmente" e in pace sociale, dopo le controproducenti
intemperanze piduiste e neocon del berlusconismo-bushismo-aznarismo),
ma anche con la sua esplicitazione scatenata del suo turboimperialismo
fascistizzante. E solo
tenendo presente questo dato, evidenziato con particolare forza dalla
campagna sulla non violenza, che si giustifica l'apparente
insensatezza o imbecillaggine nell'analisi dei fatti che si stanno
accavallando.
Il rinnegato - non solo del socialismo ma della tiepida e rassegnata
socialdemocrazia inaugurata da alcuni suoi predecessori - segretario
dei DS, Piero-scheletrino-Fassino, emulo accanito nella capacità di
compiere errori tattici e strategici del suo padrino Massimo-the
bomber -D'Alema, si era andato zappando i piedi con rara pervicacia:
l'esaltazione del corruttore-corrotto principe del dopoguerra Craxi,
la denigrazione per inettitudine ladronesca e autoritar-plebiscitaria
di Enrico Berlinguer, la riproposizione minacciosa dei peggiori
provvedimenti antipopolari e guerrafondai dell'Ulivo nella forma
ributtante del suo governare, il non voto formale e voto sostanziale
contro il ritiro dei militari mandati da Berlusconi al macello e
all'infamia colonialista in Iraq, fino all'orrendo ed esilarante tonfo
della manifestazione bipartisan dei pochi dispersi in Campidoglio
contro un travisato terrorismo, con la schifezza militarista Schifani
e l'inutilità militarista Follini. Scivolone nella bratta dopo
scivolone nella bratta, con esiti funesti per il già verificato aborto
"Lista unica".
A questo punto, come sempre da Genova 2001 in poi, accorrono i
Disobbedienti. A Genova sbraitando impotenti ma provocatori impegni
per fracelli nella zona rossa, con tanto di mesate intere di
esibizioni muscolari e gommapiumate, voracemente riprese dalle tivù di
regime: tappeto rosso per la repressione omicida dei fascistizzanti al
governo che nulla di meglio potevano sperare. A Roma, il 4 ottobre
scorso, con la carnevalata della guerra, addirittura di povere donne
dietro al pallone, finalizzata a spaccare il culo a Rifondazione
Comunista che di quella gente si era fin lì fatta affannoso
azzeccagarbugli. A Roma il 20 marzo scorso, offrendo l'ennesimo
tappeto rosso alla demonizzazione di ogni opposizione con la solita
stronzata di un immarcescibile del vertice: "schiaffoni umanitari a
Fassino". Fassino ha capito l'antifona, non se l'è fatto dire due
volte e, stavolta con acume del tutto inusitato (D'Alema era in Medio
Oriente), è riuscito ad assecondare i provocatori infilandosi di
proposito nella coda turbolenta del corteo del milione e passa. Lì s'è
beccato qualche fischio e insulto, del tutto appropriati peraltro,
anche se oscenamente strumentali, mentre i gorilla del suo servizio
d'ordine hanno "sofferto" qualche spintarella. Roba da niente, ma
quanto si cercava e bastava per risollevare le sorti dello
Scarnificato, del suo entourage partitico e della sua tisana
elettorale "Lista unica", e per rimettere nel minuscolo angolo che
spetta ai corifei riluttanti, chierici vaganti dell'Ulivo, PdCI e
Verdi con l'imputazione infamante di avere, per bassi motivi di 0,5
elettorale (attento a te, Fassino!), lubrificato con il rifiuto
dell'atto osceno bipartisan in luogo pubblico lo slalom antifassiniano
degli utili, per quanto disobbedienti, idioti. Ma come, si dirà,
Fassino butta alle ortiche un pezzo di Ulivo rappresentato dall'altro
triciclo PdCI-Verdi-Di Pietro, oltre tutto dato credibilmente in netta
ascesa elettorale causa la furbata della riconversione alla pace dopo
la partecipazione ai crimini dalemiani in Jugoslavia? E lo fa fidando
che il patto D'Alema-Bertinotti, finalizzato a governare il
revisionismo universale e il recupero dei sodali di Washington,
dell'UE e della Confindustria, gli garantisca la sostituzione - o
quanto meno il ridimensionamento - non solo del triciclo concorrente,
ma anche del proprio riluttante Correntone, con le forze, oltretutto
in precipitoso sbaraccamento di iscritti e consensi, del subcomandante
zapatisteggiante, non violento, femminista, ecologista, progressista,
(animalista no, ci pensa il senatore tortura-tigri Livio Togni) e
democratico? Appunto: non s'era detto che l'astuta Parentesiaperta
Fassino era discepolo e seguace dell'astuto veleggiatore tattico D'Alema?
Cosa c'entrano Gaza, Kosovo e Madrid? Intanto ricordiamoci che dopo le
bombe alle moschee di Istanbul, evidentemente il messaggio della mafia
imperialista a una Turchia che rifiutava il collaborazionismo contro
l'Iraq, ci fu la bomba all'ambasciata britannica in quella città?
Perchè?
Perchè due giorni dopo si sarebbe svolta a Londra la più grande
manifestazione contro la guerra mai vista da Big Ben. Messaggio:
quegli sprovveduti, o complici, manifestano contro coloro che si
sacrificano per battere il terrorismo che domani (vedi l'allarmismo
terroristico sugli attentati imminenti in tutti i paesi occidentali da
fascistizzare) potrebbe colpire loro. Così Madrid salta per aria
(ovviamente i proletari, nemici di classe degli attentatori) alla
vigilia della più grande manifestazione contro guerra e USA ("contro
il terrorismo" se lo sono inventati i sicofanti degli USA in politica
e media) che ha il suo epicentro, oltrechè negli USA (ma lì basta
ancora l'11/9), in Europa. E si colpisce il paese di un boss amico,
nella speranza di farlo restare al potere e permettergli altri passi
nella fascistizzazione e anche per evitare che si rumoreggi, colpendo
magari Francia, Germania, Belgio (la Russia la sistema la sezione
Cia-Mossad cecena), su riferimenti agli attriti di questi paesi con
gli USA e se ne traggano conclusioni imbarazzanti.
Poi Gaza e Kosovo, in parallelo. Quando si dice una strategia
integrata Sion-USA. Il mostro imperialista a due teste e vari
testicoli è messo in difficoltà dalla crescente resistenza irachena,
dall'ostinazione alla sopravvivenza palestinese, dalle crepe interne
aperte da un grande movimento di pace, dall'avanzata della
pseudoalternativa di Kerry (che manderebbe comunque a casa i "cani
della guerra" neonazisti), dall'incazzatura crescente dei famigliari
dei caduti in Iraq e Afghanistan, dall'alluvione di scoperte
inoppugnabili (se non per Bertinotti-Liberazione-L'Unità-Manifesto)sulle
responsabilità autoctone dell'11 settembre. E allora il mostro
imperialista spara colpi di coda. Una coda lunghissima, badate, tipo
Boa Constrictor, non facciamoci illusioni.
Massima provocazione a Gaza, con l'assassinio di un vecchio
paralitico, ma loquace e giustamente irriducibile, onde annegare
finalmente tutta la questione in un olocausto degno di Himmler e di
Suharto. Soluzione USA (molto meno UE) finale in Kosovo, con lo
sterminio degli ultimi serbi, per soffocare sul nascere i timidi
risvegli legalitari della Belgrado di Kostunica con il partito di
Milosevic in maggioranza e l'Unione Europea disposta ad ascoltarli:
corridoio 10 di petrolio, droga e commerci dall'Asia centrale
all'Europa contro corridoio 8 della stessa merce dall'Asia al
Mediterraneo-lago USA, attraverso la fascia criminalizzata di
Kosovo-Sangiaccato-Nord Macedonia-Albania.
Con Piero -grazie Disobbedienti - Fassino, Madrid (andata storta per
astuzie aznariste pari a quelle dalemiane), Pristina, Gaza
l'imperialismo USA-Sion ha lanciato una grande offensiva
euromediorientale. In buona misura con il benefico effetto
collaterale(vale particolarmente per l'accoppiata
Fassino-Disobbedienti) di aver stornato l'attenzione e quindi
l'effetto pubblico dall'inondazione antistatunitense e implicitamente
filopalestinese e filoirachena della marcia mondiale. Se i portatori
di questo progetto dovessero incontrare qualche difficoltà, se l'acqua
portata in Italia da Bertinotti al fantino ulivista del cavallo
capitalista-imperialista non
bastasse, se la resistenza irachena dovesse infliggere altre sconfitte
agli occupanti, se i palestinesi non dovessero annegare tutti
nell'enorme Auschwitz allestita da Sharon, allora aspettiamoci altri
botti. Del "terrorismo islamico", ovviamente.
Per finire. Se non l'avete fatto ieri, andatevi a leggere sul sito di
Repubblica l'articolo,come al solito orrendamente logorroico e
leccato, di Adriano Sofri sugli eventi di cui qui si parla. Volevate
un esempio della più sporca ambiguità, mimetizzata da confusione
mentale, del più palese cerchiobottismo, della più forcaiola
disponibilità alle carneficine di popoli, della più infame
mistificazione, del più criminale collateralismo del terrorismo
imperialista, scoperto o nascosto, lo avete trovato. E per questo
reperto del doppiogiochismo da Ovra, l'Italia di destra e sinistra si
sbraccia perchè le sue oscenità intellettuali lo promuovano alla
libertà.
Invece Maurizio Ferrari, in galera per nessun delitto di sangue, dal
1974, cioè da prima che le BR fossero infiltrate e gestite dai
servizi segreti di mezzo mondo, e che nel 2004, febbraio, ha raggiunto
la fine-pena, resta dentro. E nessuno fiata. Ferrari pare non possa
essere utilizzato nè da Fassino, nè da Berlusconi, nè da Tenet, nè dal
Mossad.
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